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Acorrenti e le passività correnti: Attività correnti - Passività correnti

Tale indicatore è a metà strada fra gli indici di solidità patrimoniale e gli indici di liquidità.

Esercizio 2 - Confronto fra aziende usando gli indicatori di solidità patrimoniale

Immaginiamo di avere tre aziende α, β e γ e ipotizziamo che abbiamo immobilizzazioni pari a 0 e passività consolidate pari a 0. Il Current Ratio è pari a 1,25 ovvero si ha che le attività correnti sono superiori alle passività correnti. Possiamo dire che queste aziende sono uguali per quanto riguarda il rischio a breve termine? Anche se apparentemente la risposta è sì, in realtà dobbiamo valutare la composizione delle attività correnti.

STATO PATRIMONIALE DI α

Cassa 1000 Passività correnti 800 Capitale Netto 200

STATO PATRIMONIALE DI β

Cassa 100 Passività correnti 800 Crediti 700

Capitale Netto 200

Rimanenze 200

STATO PATRIMONIALE DI γ

Cassa 0

Passività correnti 800

Crediti 100

Capitale Netto 200

Rimanenze 900

Da questo si deduce che la struttura delle attività correnti è differente per le tre aziende, sicuramente γ è la più rischiosa poiché presenta Rimanenze per 900 €.

Si conclude che l'indicatore Current Ratio non può essere considerato da solo ma va considerato insieme ad altri margini e altri indicatori.

2.2.2 Indicatori di liquidità

Primo indicatore - Il primo indicatore da considerare è l'indice di liquidità primario (Acid Test o Quick Ratio) dato dal rapporto tra la somma di liquidità immediate e liquidità differite, e le passività correnti: rbtinBappuTale indice non prende in considerazione la posta meno liquida delle attività correnti (rimanenze) e dovrà essere maggiore di 1. Il relativo margine è il margine di tesoreria

primario: laA ue(Liquidità immediate + Liquidità differite) - Passività correnti dovrà essere maggiore di 0. ! 16 Em

Secondo indicatore - Il secondo indicatore è detto indice di liquidità secondario ed è dato dal rapporto fra liquidità immediate e passività correnti (dovrà essere maggiore di 1): Il relativo margine è detto margine di tesoreria secondaria dato dalla differenza fra liquidità immediate e passività correnti (dovrà essere maggiore di 0): Liquidità immediate - Passività correnti

Tale indicatore permette di considerare come le liquidità immediate riescono a finanziare le passività correnti e generalmente è negativo in quanto è raro che un'azienda abbia molta liquidità. In uno studio fatto su un campione di società italiane (PMI) si è scoperto che quando le imprese entravano in un percorso anticipatore del fallimento

La cassa cominciava ad aumentare, ciò si spiega con il fatto che i proprietari dell'impresa cominciavano a liquidare le attività in modo da lasciare l'impresa senza attività liquidabili per i creditori.

Esercizio 3 - Calcolo degli indicatori di solidità patrimoniale e di liquidità

Considerando l'Esercizio 2.1 relativo alla riclassificazione dello Stato Patrimoniale calcoliamo gli indici di solidità patrimoniale e quelli di liquidità.

Tipo di indicatore Indicatore Valore Commenti

La gran parte dell'attivo fisso è coperto al 91% da capitale proprio.

Struttura patrimoniale Indice di struttura primario 0,91

Struttura patrimoniale Margine di struttura primario -10.200,001

Struttura patrimoniale Indice di struttura secondario 1,17

In apparenza questo risultato è positivo, ma bisognerà poi vedere qual è la composizione dell'attivo corrente.

Str. patrimoniale/liquidità Current Ratio 1,40

patrimoniale/liquidità CCN 18.150,00 Le scorte non impattano sul valore calcolato, attraverso le sole attività a breve medio

Liquidità Indice di liquidità primario 1,27 o termine riusciamo a coprire le passività correnti

Liquidità Indice di liq. secondario 0,50

L'azienda è poco esposta nei confronti di finanziatori esterni

Liquidità Leverage 0,75

Va tenuto presente che quando il Capitale proprio è sufficiente a coprire tutte le passività consolidate non solo vuol dire che non si è fatto ricorso a fonti esterne, ma anche che nel conto economico non vi saranno oneri finanziari molto elevati.

Generalmente queste analisi vengono fatte su più anni di modo che si possa calcolare il trend per poi effettuare analisi prospettiche.

Riclassificazione del conto economico

Il nostro codice civile ex articolo 2425 stabilisce che il Conto Economico da redigere è in forma scalare ed

è riportato nella Tabella 2.3.1: oiatdrbtinBappulaATabella 2.3.1 - Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile. uean! 18 Em

Sicuramente la riclassificazione del Conto Economico risulta essere più complessa in quanto lo schema imposto dalla legge non considera la letteratura in merito. In particolare va notato che il Reddito Operativo, uno dei valori più importanti, non è presente: molti compiono una forte approssimazione dicendo che questo è pari alla differenza fra valore della produzione e costi della produzione. Da questo si deduce che il Conto Economico individuato dal codice civile ci dà ben poche informazioni ed è per questo fondamentale una riclassificazione. L’impostazione che si suole dare è quella indicata nella Tabella 2.3.2:

RICAVI- COSTI OPERATIVI Earning before interest and taxes - Tale indicatore individua l’informazione REDDITO OPERATIVO (EBIT) relativa al valore della gestione caratteristica.

determinare questo saldo rientrano tutte quelle attività che non sono strettamente connesse al core business come ad esempio la gestione di un immobile a scopo abitativo da parte di un'impresa che produce scarpe.

RISULTATO DELLA GESTIONE EXTRA: Fa riferimento al saldo fra interessi attivi e passivi ossia oneri e proventi finanziari.

SALDO DELLA GESTIONE FINANZIARIA: Fa riferimento al saldo fra costi e ricavi di natura straordinaria (plusvalenze, minusvalenze, insussistenza e sopravvenienza).

IMPOSTE (GESTIONE FISCALE)

RISULTATO NETTO

Tabella 2.3.2 - Riclassificazione del Conto economico.

Il conto economico così come rappresentato dovrebbe dare informazione circa la realizzazione dell'utile o della perdita cogliendo il contributo dato dalle diverse gestioni. La riclassificazione del Conto Economico può avvenire con differenti metodologie, quelle che tratteremo saranno

relative all'approccio del costo del venduto e all'approccio e a quello del valore aggiunto. La fondamentale differenza di questi due approcci fa riferimento nella loro applicazione: è di più facile utilizzo il metodo basato sul valore aggiunto rispetto al metodo basato sul costo del venduto, questo perché la prima riclassificazione viene fatta considerando le informazioni rivenienti dal bilancio mentre la seconda necessita del supporto della contabilità analitica (che fa riferimento alle attività interne all'azienda). Nella Tabella 2.3.3 è riportata la riclassificazione a costo del venduto, mentre nella Tabella 2.3.4 è riportata la riclassificazione a valore aggiunto.

oiatdrbtinBappulaA uean! 19 EmCONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A COSTO DEL VENDUTO

RICAVI è dato da tutti quei costi sopportati dall'impresa per la produzione e la vendita sul mercato

Rimanenze iniziali (+) Materie prime, semilavorati

e prodotti finiti

Acquisti (+) Materie prime, semilavorati e prodotti finiti

Costi industriali (+) Ammortamenti industriali

Salari e stipendi industriali (+)

Oneri sociali e previdenziali (+)

Costi industriali (+) Spese per energia elettrica

Rimanenze finali (-) Materie prime, semilavorati e prodotti finiti

Eventuali costi per lavori in economia (-)

MARGINE OPERATIVO LORDO Da non confondere con il Margine operativo lordo INDUSTRIALE

COSTI DI RICERCA E SVILUPPO In questa voce rientrano gli ammortamenti dei computer

COSTI AMMINISTRATIVI necessari all'amministrazione

COSTI DI MARKETING E VENDITA

REDDITO OPERATIVO (EBIT)

A partire da questo punto non è più necessaria la riclassificazione in quanto può essere riportato in maniera puntuale il Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile: si considera il saldo dei proventi e oneri finanziari (gestione extracaratteristica), rettifiche valore di attività finanziarie e proventi e oneri straordinari.

Tabella 2.3.3 -

Conto economico a costo del venduto.

20 EmCONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A VALORE AGGIUNTO

RICAVI-

  • COSTI ESTERNI
    • Acquisto di materie prime e semilavorati
    • Costi per servizi
    • Godimento beni di terzi

VALORE AGGIUNTO-

  • COSTI INTERNI
    • Costi fondamentalmente relativi al personale

Earnings before interest, taxes, deprecation and amortization (EBITDA) - È la grandezza al lordo di

MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) tutti quei costi non monetari.

COSTI NON MONETARI

  • Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni

REDDITO OPERATIVO (EBIT)

A partire da questo punto non è più necessaria la riclassificazione in quanto può essere riportato in maniera puntuale il Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile: si considera il saldo dei proventi e oneri finanziari (gestione extracaratteristica), rettifiche valore di attività finanziarie e proventi e oneri straordinari.

Tabella 2.3.4 - Conto Economico riclassificato a valore aggiunto.

Bisogna notare che

quest’ultima riclassificazione, a dispetto della precedente, non necessita di conoscere come vengono differenziati i vari costi in base alle loro gestioni e alle attività interne ma vengono ripresi direttamente dal Conto Economico redatto dalla società. L’importanza della riclassificazione del Conto Economico a valore aggiunto deriva dal fatto che questa permette di capire come l’impresa riesce a coprire la gestione operativa ed eventualmente la gestione finanziaria e straordinaria. Altro elemento fondamentale è la distribuzione del valore aggiunto tra i vari soggetti coinvolti, come i dipendenti, gli azionisti e gli investitori.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
167 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cosmuna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Valutazione d'azienda e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fontana Stefano.