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Tabella 2.3.1 - Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile. ue
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Sicuramente la riclassificazione del Conto Economico risulta essere più complessa in quanto lo
schema imposto dalla legge non considera la letteratura in merito. In particolare va notato che il
Reddito Operativo, uno dei valori più importanti, non è presente: molti compiono una forte
approssimazione dicendo che questo è pari alla differenza fra valore della produzione e costi della
produzione. Da questo si deduce che il Conto Economico individuato dal codice civile ci dà ben
poche informazioni ed è per questo fondamentale una riclassificazione. L’impostazione che si suole
dare è quella indicata nella Tabella 2.3.2:
RICAVI
- COSTI OPERATIVI Earning before interest and taxes - Tale indicatore individua l’informazione
REDDITO OPERATIVO (EBIT) relativa al valore della gestione caratteristica.
A determinare questo saldo rientrano tutte quelle attività che non sono
+/- SALDO DELLA GESTIONE strettamente connesse al core business come ad esempio la gestione di un
EXTRACARATTERISTICA immobile a scopo abitativo da parte di un’impresa che produce scarpe.
RISULTATO DELLA GESTIONE
EXTRACARATTERISTICA Fa riferimento al saldo fra interessi attivi e passivi ossia oneri e proventi
+/- SALDO DELLA GESIONE FINANZIARIA finanziari
Fa riferimento al saldo fra costi e ricavi di natura straordinaria (plusvalenze,
+/- SALDO DELLA GESIONE STRAORDINARIA minusvalenze, insussistenza e sopravvenienza)
- IMPOSTE (GESIONE FISCALE)
RISULTATO NETTO
Tabella 2.3.2 - Riclassificazione del Conto economico.
Il conto economico così come rappresentato dovrebbe dare informazione circa la realizzazione
dell’utile o della perdita cogliendo il contributo dato dalle diverse gestioni. La riclassificazione del
Conto Economico può avvenire con differenti metodologie, quelle che tratteremo saranno relative
all’approccio del costo del venduto e all’approccio e a quello del valore aggiunto. La fondamentale
differenza di questi due approcci fa riferimento nella loro applicazione: è di più facile utilizzo il
metodo basato sul valore aggiunto rispetto al metodo basato sul costo del venduto, questo perché la
prima riclassificazione vien fatta considerando le informazioni rivenienti dal bilancio mentre la
seconda necessita del supporto della contabilità analitica (che fa riferimento alle attività interne
all’azienda). Nella Tabella 2.3.3 è riportata la riclassificazione a costo del venduto, mentre nella
Tabella 2.3.4 è riportata la riclassificazione a valore aggiunto. o
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CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A COSTO DEL VENDUTO
RICAVI È dato da tutti quei costi sopportati dall’impresa per la
- COSTO DEL VENDUTO produzione e la vendita sul mercato
Rimanenze iniziali (+) Materie prime, semilavorati e prodotti finiti
Acquisti (+) Materie prime, semilavorati e prodotti finiti
Costi industriali (+) Ammortamenti industriali
Salari e stipendi industriali (+)
Oneri sociali e previdenziali (+)
Costi industriali (+) Spese per energia elettrica
Rimanenze finali (-) Materie prime, semilavorati e prodotti finiti
Eventuali costi per lavori in economia (-)
MARGINE OPERATIVO LORDO Da non confondere con il Margine operativo lordo
INDUSTRIALE
- COSTI DI RICERCA E SVILUPPO In questa voce rientrano gli ammortamenti dei computer
- COSTI AMMINISTRATIVI necessari all’amministrazione
- COSTI DI MARKETING E VENDITA
REDDITO OPERATIVO (EBIT)
A partire da questo punto non è più necessaria la riclassificazione in quanto può essere riportato in maniera puntuale il
Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile: si considera il saldo dei proventi e oneri finanziari (gestione
extracaratteristica), rettifiche valore di attività finanziarie e proventi e oneri straordinari.
Tabella 2.3.3 - Conto economico a costo del venduto. o
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CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO A VALORE AGGIUNTO
RICAVI
- COSTI ESTERNI
Acquisto di materie prime e semilavorati
Costi per servizi
Godimento beni di terzi
VALORE AGGIUNTO
- COSTI INTERNI Costi fondamentalmente relativi al personale
Earnings before interest, taxes, deprecation and
amortization (EBITDA) - È la grandezza al lordo di
MARGINE OPERATIVO LORDO (MOL) tutti quei costi non monetari.
- COSTI NON MONETARI Ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni
REDDITO OPERATIVO (EBIT)
A partire da questo punto non è più necessaria la riclassificazione in quanto può essere riportato in maniera puntuale
il Conto Economico ex articolo 2425 del codice civile: si considera il saldo dei proventi e oneri finanziari (gestione
extracaratteristica), rettifiche valore di attività finanziarie e proventi e oneri straordinari.
Tabella 2.3.4 - Conto Economico riclassificato a valore aggiunto.
Bisogna notare che quest’ultima riclassificazione, a dispetto della precedente, non necessita di
conoscere come vengono differenziati i vai costi in base alle loro gestioni e alle attività interne ma
vengono ripresi direttamente dal Conto Economico redatto dalla società. L’importanza della
riclassificazione del Conto Economico a valore aggiunto deriva dal fatto che questa permette di
capire come l’impresa riesce a coprire la gestione operativa ed eventualmente la gestione finanziaria
e straordinaria. Altro elemento fondamentale è la discriminazione fra costi interni e costi esterni in
quanto, non solo è semplice da ottenere considerando il solo bilancio, ma soprattutto ci permette di
determinare il Valore aggiunto. Tale valore ci dà differenti informazioni sulla capacità dell’impresa
di coprire gli oneri finanziari legati al capitale di credito, di pagare i dipendenti, di distribuire un
utile agli azionisti e così via. o
Dopo la riclassificazione è possibile determinare il peso di ogni voce del conto economico rispetto
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al totale dei ricavi (i ricavi hanno quindi un valore pari al 100%) rb
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2.4 Indicatori utili per valutare il conto economico - Indicatori di redditività
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Vediamo ora alcuni importanti indicatori che sono utili a valutare la redditività dell’impresa.
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Primo indicatore - Il primo indicatore a cui facciamo riferimento è il ROE (Return on Equity)
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ovvero il rapporto fra reddito netto (RN - o utile d’esercizio) e capitale proprio (CP - comprensivo
dell’utile o perdita d’esercizio, delle riserve e del capitale proprio):
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Tale indicatore, molto sintetico, permette di valutare la remunerazione del capitale apportato dagli
azionisti. Tuttavia tale indicatore non è propriamente veritiero in quanto al numeratore vi è un
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valore che è influenzato da politiche di bilancio quindi è facilmente manipolabile.
Secondo indicatore - Un altro indicatore reddituale è il ROI (Return on Investment) dato dal
rapporto fra reddito operativo (RO) e capitale investito (o totale attivo TA):
La seconda formulazione riviene dal fatto che la parte sinistra dello stato patrimoniale, ovvero il
totale attivo (capitale investito), è pari alla somma fra capitale di credito e capitale proprio
(patrimonio netto):
Totale Attivo = Capitale Investito = Capitale Proprio + Capitale di Credito
Volendo essere molto precisi si dovrebbe considerare, al denominatore, il solo attivo relativo alla
gestione caratteristica in quanto il reddito operativo fa riferimento solo a questa. In generale infatti
avremo che:
Totale attivo = Attivo gestione caratteristica + Attivo gestione extracaratteristica
Il ROI può essere divido in due indicatori il ROS (Return on Sales) e il Capital Turnover:
Il primo indicatore permette di valutare la redditività delle vendite, in altre parole rappresenta quella
percentuale di fatturato aggiuntiva che resta dopo la copertura di tutti i costi operativi e che è poi
utile per la copertura delle altre gestioni (finanziaria, straordinaria e fiscale). Il Capital Turnover,
espresso come numero puro (non in percentuale), indica la velocità con la quale gli impieghi (totale
attivo) si trasformano in denaro tramite il fatturato. Tale indicatore è tanto più positivo quanto più
alto è.
Da questa relazione si comprende che per aumentare il ROI non è possibile utilizzare entrambe le
leve una fra le quali è l’aumento del fatturato, il che può avvenire o aumentando le vendite o
aumentando i prezzi (cosa che porta nel breve termine comporta delle perdite). o
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Il ROI, rispetto al ROE, ha al numeratore l’EBIT grandezza che rispetto al reddito netto è meno
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manipolabile. La valutazione di questi indicatori deve essere effettuata considerando la media di
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Si definiscono Windows dressing tutte quelle tecniche che cercano di rendere il bilancio più attraente.
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settore , il tasso di congrua remunerazione per il ROE e il costo medio ponderato del capitale
(WACC) per il ROI. Queste valutazioni sono fondamentali per il management in quanto permettono
di capire se l’andamento dell’azienda è in linea, peggiore o migliore di quello di settore.
2.5 Indicatori di performance finanziaria
Primo indicatore - Un altro importante indicatore è ottenuto come rapporto fra reddito operativo
(EBIT) e oneri finanziari (OF). Questo prende il nome di indice di copertura degli oneri finanziari
(Interest Coverage Ratio):
Tale indicatore permette di determinare la capacità dell’impresa, attraverso la gestione operativa, di
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coprire la gestione finanziaria . Maggiore è tale indicatore più l’azienda riesce a coprire
quest’ultima con EBIT. 5
Secondo indicatore - Importante è anche il rapporto fra il margine operativo lordo (EBITDA ) e i
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debiti finanziari (DF) ed è detto indice di copertura dei debiti finanziari:
Questo indicatore è importante perché permette di valutare in maniera approssimativa lo stato di
salute da un punto di vista finanziario dell’azienda.
2.6 Effetto leva
L’effetto leva o effetto laverage è il nome che si dà alla relazione fra ROE e ROI:
ROE = f(ROI)
Questa relazione viene presentata facendo delle ipotesi semplificatrici che possono essere
sintetizzate come segue:
: Gestione extracaratteristica pari a zero
H 1
H : Non ci sono proventi finanziari ma solo oneri finanziari;
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H : Gestione straordinaria pari a zero;
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Uno studio di Baruch Lev, professore dell’università di New York ha mes