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A B
PARENCHIMA: tessuto di riempimento che possono avere tante funzioni, come
quella di fotosintetizzare, accumulare amido, creare degli spazi intercellulari, …
meristematica in via di differenziamento.
Nell’immagine B ci sono delle cellule completamente differenziate, infatti sono delle
cellule fotosintetizzanti del parenchima clorofilliano. Si trovano nelle foglie e sono
caratterizzati dalla presenza di un grosso vacuolo e tanti cloroplasti (si riconoscono
perché hanno membrane interne che sono il sistema tilacoidale).
RIASSUMIAMO
Vacuolizzazione centrale: unico grande vacuolo centrale (la troviamo nelle cellule
parenchimatiche che costituiscono il mesofillo fogliare, parenchimi acquiferi,
parenchimi dei frutti, cellule epidermiche, cellule ad accrescimento apicale).
Vacuolizzazione diffusa: numerosi piccoli vacuoli distribuiti uniformemente nel
citosol (cellule meristematiche, cellule parenchimatiche dello xilema e del floema,
cellule del periciclo-> strato di cellule che delimita internamente la corteccia, cellule
secretrici).
Alcune cellule possono avere sia la vacuolarizzazione centrale sia la vacuolarizzazione
diffusa in periodi differenti, oppure in risposta a degli stimoli. Alcune cellule
meristematiche, per esempio le cellule meristematiche del cambio cribro-vascolare
(saranno cellule meristematiche che produrranno lo xilema e il floema secondario, cioè
quello che permetterà alle piante erbacee di diventare legnose) producono xilema e
floema durante la primavera e l’estate. Durante questo periodo hanno una
vacuolarizzazione centrale, durante l’inverno quando sono metabolicamente inattive
hanno una vacuolarizzazione diffusa. Altre cellule rispondono a stimoli e cambiano la
loro vacuolarizzazione anche in tempi brevissimi da una vacuolarizzazione diffusa a
una centrale e viceversa. Ad esempio la bizia o la mimosa pudica che basta toccarle e
si chiudono, perchè esistono delle regioni che si chiamano pulvini che sono sensibili al
tocco, all’interno dei pulvini le cellule motrici nel momento in cui vengono toccate
passano da una vacuolarizzazione centrale a una vacuolarizzazione diffusa e
permettono il movimento rapido di chiusura. Questi movimenti si chiamano
MOVIMENTI NASTICI. Alcuni movimenti nastici sono sensibili a stimoli esterni, altri
hanno un ritmo circadiano (giorno/notte).
Cosa succede se si passa da una vacuolarizzazione centrale a una vacuolarizzazione
diffusa?
Il vacuolo perde acqua, per passare da una vacuolarizzazione diffusa a una centrale il
vacuolo assorbe acqua. E perché assorbendo o cedendo acqua parti della pianta si
muovono? Perché perdono turgore, il vacuolo è responsabile del turgore cellulare.
Quando innaffiamo le piante sono erette, se ci dimentichiamo di dare l’acqua per
qualche giorno si abbattono questo avviene perché le cellule perdono turgore.
Movimenti nastici guidati da transizioni da una
vacuolarizzazione centrata a una diffusa e
viceversa, sono anche quello che permettono alle
piante carnivore di effettuare movimenti
estremamente rapidi per catturare le prede.
Perché le piante carnivore si mangiano gli
insetti?
Le piante carnivore sono piante adattate a
terreni estremamente carenti di azoto. Quindi
prendo l’azoto dalle proteine degli animali e le
digeriscono.
Il tonoplasto è una membrana lipoproteica, asimmetrica (le proteine possono essere
disposte in modo differente all’interno e all’esterno del tonoplasto) ha uno spessore di
7-10 nm e le proteine sono maggiormente presenti nella parte rivolta verso il citosol
rispetto a quelle presenti all’interno del lume. È costituita da fosfolipidi, che
rappresentano dei componenti minoritari, è ricca di glicolipidi (galattolipidi e
glucocerebrosidi) e steroli.
Contiene tante proteine, responsabili della funzionalità del tonoplasto, quindi ci
saranno:
- pompe protoniche (H+ atpasi e H+ pirofosfatasi);
- proteine carrier e proteine canale di diverso tipo perché all’interno di questo
organello si possono accumulare tanti ioni organici e inorganici, proteine,
sostanze di rifiuto, sostanze di riserva... tutte queste cose devono essere
portate all’interno del vacuolo;
- enzimi coinvolti in reazioni di ossido riduzione;
- enzimi coinvolti in vie metaboliche.
La maggior parte delle proteine del tonoplasto sono glicosilate e la glicosilazione è
rivolta sempre verso il lume del vacuolo stesso. Le proteine presenti sul plasmalemma,
quelle glicosilate, rivolgono i gruppi oligosaccaridi verso l’esterno, verso l’apoplasto. Le
proteine che fanno parte del tonoplasto si rivolgono verso l’interno del vacuolo. Questo
fa capire che l’interno del vacuolo è assimilabile all’esterno della cellula vegetale,
perché ciò che sta all’interno del vacuolo viene confinato come se fosse stato buttato
all’esterno. Ed è per questo che il vacuolo può contenere sostanze di rifiuto. Se il
vacuolo si fonde con il plasmalemma riversa tutto il suo contenuto all’esterno, questa
fusione è il meccanismo di difesa delle piante contro organismi patogeni.
In questo schema vediamo quali sono le principali proteine presenti sul tonoplasto:
- H+ atpasi di tipo V-> utilizzano l’ATP citosolico per pompare protoni all’interno
del vacuolo, i quali acidificano il vacuolo;
- H+ pirofosfatasi di tipo V-> idrolizza il pirofosfato per portare all’interno protoni;
- ABC transporter queste proteine sono delle pompe che permettono l’ingresso
all’interno del vacuolo di una serie molto variegata di molecole;
- Tanti canali: per il cloro, potassio, calcio, anioni. Un canale particolare e
abbondante sul tonoplasto sono le ACQUAPORINE che permettono l’ingresso e la
fuoriuscita dell’acqua, perché presentano dei filtri di selettività;
- Altri trasportatori che possono funzionare in simporto o antiporto e possono
trasportare tanti ioni come calcio, sodio, magnesio. Il vacuolo è uno degli
organelli che interviene nell’omeostasi del calcio;
- Il calcio può essere pompato all’interno del vacuolo dal calcio atpasi.
Il gradiente protonico prodotto dall’H+ atpasi e dalla pirofosfatasi viene anche
sfruttato per l’ingresso contro gradiente di altri ioni. Molti ioni vengono trasportati
all’interno del vacuolo utilizzando la forza protonica (gradiente di concentrazione)
generato dalla V H+ atpasi e V H+ pirofosfatasi che trasportano all’interno protoni e il
gradiente protonico permetterà l’ingresso di altri ioni.
Il succo vacuolare è solitamente acido, in media può andare da 4,5-6,5 però ci possono
essere degli estremi, per esempio nel vacuolo del limone si ha un pH estremamente
acido perché si accumula acido citrico. Nel citoplasma il pH di solito è neutro.
Cosa contiene oltre ai protoni il succo vacuolare? Grande quantità di acqua che passa
attraverso le acquaporine, però nell’acqua sono solubilizzati tantissimi ioni e altre
sostanze in soluzione, ci sono delle sostanze in sospensione colloidale e ci sono inclusi
solidi. Alcuni inclusi solidi formano dei cristalli minerali (come cristalli di ossalato di
calcio). Nel vacuolo possiamo trovare:
- Ioni inorganici (potassio, cloro, azoto, solfato…);
- Acidi organici (citrico, succinico, fumarico, malico, ossalico, ecc.);
- Zuccheri (glucosio, fruttosio, sorbitolo, saccarosio, fruttani, mannani,
mucillagini);
- Aminoacidi (arginina, lisina, istidina, ornitina, ecc.);
- Enzimi;
- Proteine di riserva;
- Metaboliti secondari (glicosidi, glucosinolati, alcaloidi). Le piante producono una
vasta gamma di metaboliti secondari, cioè sostanze che non sono indispensabili
per la sopravvivenza della pianta, ma la aiutano soprattutto nel rapporto con
altre piante o altri animali;
- Pigmenti (antocianine, tannini).
Tutte queste molecole che troviamo all’interno del vacuolo vengono trasportate
attraverso il tonoplasto dalle proteine presenti sul tonoplasto, fatta eccezione delle
proteine che arrivano al vacuolo attraverso un traffico vescicolare. I soluti presenti nel
vacuolo sono importanti anche per il trasporto dell’acqua, l’osmosi è quel fenomeno
per cui si assiste al movimento di acqua da una soluzione meno concentrata a una
soluzione più concentrata, attraverso una membrana semipermeabile, in questo caso
la membrana è il tonoplasto. Il vacuolo assorbe acqua, si ingrandisce fino ad un certo
punto, poi inizia a premere contro la membrana plasmatica e la membrana plasmatica
inizia a premere contro la parete, questa da una contropressione che resiste alla
pressione vacuolare. La contropressione che la parete mette in atto per contrastare la
pressione osmotica vacuolare prende il nome di PRESSIONE DI TURGORE.
Solitamente la pressione osmotica vacuolare e la pressione di turgore si annullano,
infatti in condizione di turgore la risultante tra pressione di turgore e pressione
osmotica vacuolare è 0.
Durante l’accrescimento per distensione delle cellule succede che alcuni enzimi
presenti nella parete allentano, in modo molto localizzato e specifico, la capacità della
parete di resistere alla pressione osmotica. La pressione osmotica prevale sulla
pressione di turgore, perché la parete è stata indebolita, e la cellula si può espandere.
Quali sono le funzioni svolte dal vacuolo?
Funzioni sia fisiche (mantengono il turgore delle cellule e quindi mantengono erette le
piantine erbacee) e funzioni metaboliche. Però tutte queste funzioni possono essere
ricondotte a 5 aspetti fondamentali:
1) FUNZIONE OSMOTICA-> il vacuolo regola l’economia dell’acqua nella cellula
vegetale e permette lo stato di turgore;
2) FUNZIONE DI CONTENITORE POLIVALENTE-> nel vacuolo sono presenti tante
sostanze differenti, ma non è qualcosa di inerte (cioè la cellula ci butta qualcosa
e queste sostanze rimangono lì), ma è sede di un’intensa attività metabolica,
quindi alcune delle molecole presenti all’interno del vacuolo vengono
metabolizzate;
3) FUNZIONE LITICA->i vacuoli litici hanno una funzione molto simile ai lisosomi
animali, hanno un pH acido e all’interno sono presenti numerose tipologie di
enzimi idrolitici (proteasi, fosfatasi, nucleasi, glicosidasi). Questi vacuoli litici
fagocitano parti di citoplasma, organelli che ormai sono senescenti o proteine
che devono essere degradate e permettono il normale ricambio di tutte queste
strutture cellulari. I vacuoli litici intervengono durante le fasi di sviluppo e
differenziamento di alcune cellule, alla loro senescenza e successiva morte
programmata. Nelle piante alcune cellule funzionano quando sono morte come
le fibre, le trachee, le sclereidi sono cellule morte a maturità. Queste cellule si
accrescono, f