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Laurentiis, la Champion di Ponti, La Cineriz, la Vides di cristalli, la Fair Film di Cecchi Gori, la PEA

di Grimaldi. Sotto il profilo tecnologico l’Italia era il paese europeo maggiormente sviluppato per il

cinema, si assiste ad una sperimentazione continua che riesce a stare al passo con le continue

innovazioni del cinema americano, alzando gli standard spettacolari e aumentando le aspettative

del pubblico. La situazione legislativa è segnata dagli effetti della Legge del 1956 che prevedeva

limiti della diffusione del cinema americano e che regolava il contributo sulla base del doppio

meccanismo del “minimo garantito” e dei premi per i produttori, invitandoli a diversificare la natura

dei loro prodotti, impostandoli sotto un’etichetta di genere. Il cinema è sempre più concepito come

un’area a rischio dal punto di vista commerciale e il peso della censura è ancora molto forte. Con

l’arrivo del sonoro il cinema italiano tocca il massimo splendore del marketing, tuttavia a fronte del

numero in aumento delle produzioni, diminuiscono gli spettatori, nulla di ancora grave, poiché il

calo viene compensato con l’aumento dei prezzi dei biglietti. In questo periodo ci sono quattro

diverse categorie di autori che lavorano in contemporanea: i maestri del passato (Rossellini, De

Sica, Zampa, De Santis), autori affermati negli anni 50 nel pieno della maturità espressiva (Fellini,

Antonioni, Pasolini, Ferreri, Bertolucci),, figure che seguono un loro percorso altrettanto

caratterizzato e sotto il profilo autoriale ma nell’ambito dei generi (Serio Leone, Dario Argento), i

registi medi che possono essere definiti popolari (Risi, Monicelli, Comencini, Germi, Scola, Loy).

C’è poi il filone mainstream che comprende i ppplum e i western.

7- I tre sistemi

- il sistema mediale: i media hanno il compito di riflettere e indirizzare le relazioni tra i gruppi

omogenei di pubblico e i produttori e programmi, in mezzo c’è una core culture, quella di massa,

che si rivolge ad ogni strato sociale.

- il sistema cinematografico: prevede che questa core culture che rifletta una medietà ideale del

contesto di riferimento, registrando fenomeni già avvenuti e offrendoli all’interno diana cornice

rassicurante. Più un film si allontana da questo standard meno sarà commercializzatile

3

- il sistema dei generi: si coordinano tra loro costruendosi attorno a dei singoli aspetti del

mutamento, passandosi il testimone ogni volta che il fenomeno appare ormai affermato 8in tutto

in funzione di specifiche classi di pubblico).

8- Corpi in Moplen. L’ercole di Cottafavi, naturalmente artificiale

Gli Ercole e Maciste propongono allo spettatore italiano un universo completamente nuovo , dove

la malnutrizione e la povertà non hanno più diritto di cittadinanza e non sarà più possibile trovare

attraente l’uomo non muscoloso. L’inizio delle “Fatiche di Ercole” segna l’affermarsi di due

paradossi significativi: la nuova virilità dell’uomo autosufficiente che non vacilla nemmeno di fronte

alle donne. Una figura che afferma la propria virilità esattamente nel momento in cui si dimostra

capace di controllarla e incanalarla come una disciplina, a servizio della propria affermazione

personale. Il secondo è che questa naturalezza è in realtà ibridata con il suo esatto contrario, un

eroe che ha trovato la sua perfetta e panica collocazione nel mondo della natura grazie alla

crescita di una muscolatura non naturale.

Cottafavi si trova capo di una produzione dal budget basso, mal organizzata e praticamente senza

sceneggiatura, ma che segnerà il genere peplum, La rivolta dei gladiatori, personaggio qualsiasi

che si trova a fare i conti con dinamiche storiche attivate da personaggi tragici, in un mix tra il

dramma e la comicità. Cottafavi stabilisce la dicotomia tra un film per la televisione, analitico che è

sostanzialmente introspettivo, e per il cinema, sintetico che propone problemi di carattere

generale. Da qui le sperimentazioni sulle dimensioni sia del paesaggio che degli attori, ma anche

del tempo delle azioni.

In “L legioni di Cleopatra” rielabora in chiave peplum l’Antonio e Cleopatra di Shakespeare,

mettendo al centro Curdo, un uomo qualunque, e giocando su tre diversi piani: dimensione

quotidiana e bassa, tono comico grottesco, messa in scena disarmonica e un ritmo rapido nella

narrazione. Una dimensione epica con un tono didascalico e uno stile di regia piatto in dimensione

drammatica.

In “Messalina vergine imperatrice” l’ossessione per l’uso verticale del campo che si estende in

orizzontale è palese. Il film è estremamente curato, sia sul piano visuale che narrativo, ma

Cottafavi è ancor insoddisfatto.

“La vendetta di Ercole” è un film dalla struttura bizzarra che comincia con il culmine dell’azione e

prosegue verso ciò che accadrà nel sequel.

“Ercole alla conquista di Atlantide” colpirà la fantasia della critica dove Ercole disorienta le

aspettative dello spettatore: diventa un eroe saggio e ironico, anche un pochino pigro.

“I cento cavalieri” è l’ultima opera di Cottafavi e tratta della Spagna nell’anno Mille, un uomo del

popolo che si trova coinvolto nei moti della storia e nello scontro tra spagnoli e mori, grandissimo

umorismo, pare quasi che Cottafavi abbia voluto riconciliare le ragioni del film “sintetico” con quelle

della televisione.

La copia originale: il western Italian Style

Gli “spaghetti western” nascono in Germania e si sviluppano in Spagna nel 1962 per la possibilità

di ridurre il budget, non dovendo importarli dall’America. Nel 1964 con “Per un pugno di dollari”

Leone incontro inizialmente la resistenza dei distributori, ma dalla prima proiezione il film diventa

un grandissimo successo, anche se venne condannato per plagio da Kurosawa. Il film di Leone è

innovativo sotto diversi aspetti: sfrutta le suggestione del formato panoramico, montaggio atipico

con campi lunghi e primissimi piani, ritmo molto intenso, musiche di Ennio Morricone, effetti di

contrazione e dilatazione dei tempi dell’azione, Leone inoltre non si confronta unicamente con la

storia ma anche con la sfera mitica. I suoi eroi sono archetipi, personaggi senza tempo, manieristi,

tensione tra il western classico e il suo superamento. Il vero nucleo tematico attorno al quale

sembrano ruotare tutti i suoi film è costituito da una riflessione sulla colonizzazione

dell’immaginario compiuta dalla cultura americana attraverso il più potente dei suoi apparati di

propaganda, rivela dinamiche complesse di questo processo deostruendo il meccanismo sul quale

si basa l’esportazione del mito imperiale, proclamando la consapevolezza da parte dei destinatari

rispetto alla natura fittizia del discorso. I produttori si gettano subito su questo nuovo genere

4

cercando di sfruttare il filone d’oro. Il tema del wilderness appare esorbitante rispetto a qualunque

altro elemento, eroi tutt’altro che senza macchia e senza paura e le donne con ruoli puri di vittime.

Tra la fine degli anni 60 e inizio 70 il genere western è decisamente saturo, slittando piano verso la

commedia. Mario Girotti, Terence Hill, segna uno dei massimi tentativi di ibridazione che il genere

abbia mai subito in Little Rita del West, ma il vero successo lo otterrà affiancato a Bud Spencer,

Carlo Pedersoli, diventando una vera e propria coppia comica affiatatissima e ontologicamente

maleducata (Lo chiamavano Trinità).

La conseguenza di una simile e paradossale scelta è duplice: si ottiene un pubblico di famiglie e

nei processi indennitari che i film attivano c’è anche quello di riconciliare legalità e controcultura.

La narrativa è molto fluida, mantiene l’equilibrio perfetto tra comicità e avventura. Il film che

sancisce la fine simbolica degli spaghetti western è “Il mio nome è Nessuno” di Valerii che vede

Terence Hill affiancato a Henry Fonda

La commedia agra: ridere della tragedia

La vita agra è un film di Lizzani del 1964 basato sull’omonimo romanzo di Bianciardi, Ugo Tognazzi

è la riduzione cinematografica dell’autore stesso, l’origine del racconto và ricercata in romanzi

precedenti, quando Bianciardi credeva ancora di poter produrre effetti sulla società grazie al suo

lavoro. Il fatto che Tognazzi guardi direttamente in camera interpretando lo spettatore è

probabilmente legato al io narrante dell’autore. La vita agra si fa commedia nel momento in cui il

soggetto eroico si scopre soggetto “qualunque” invischiato in una vita qualunque. La società nella

commedia è un aggregato di malesseri individuali da esorcizzare più che da castigare attraverso il

riso.

Italians do it worse. La crisi della mascolinità, da Brancati a Buzzanca

Lattuada nel 1967 gira “Don Giovanni in Sicilia” con Vitalino Brancati, un momento di grande

transizione per l’attore. Lattuada è colui che riuscì meglio a fondere il neorealismo con i ritmi serrati

del racconto, si batte per un’apertura maggiore alla sensualità al cinema. Gli italiani si voltano

sembra un saggio teorico sulle relazioni ambivalenti fra sguardo maschile e corpo femminile dove

le ragazze non sono un soggetto passivo di tutta la rappresentazione ma appaiono piuttosto

consce del processo nel quale vanno a inserirsi e sembrano condurre il gioco. Si avverte

comunque un vertiginoso senso di disparità, anche se a rendere così irresistibili per gli uomini è

proprio la loro modernità. Buzzanca è destinato ad affermarsi in un periodo rispetto che và dal 67

al 75 con un grandissimo numero di film, grazie ai quali diventerà l’emblema della crisi, commedia

erotica degradata. Il merlo maschio è la sua ultima opera scritta da Bianciardi. Con il tema dello

sguardo Lattuada individua un efficace equivalente formale nella moltiplicazione di inquadrature

soggettive che frappongono una distanza incolmabile fra il soggetto e l’oggetto. Ciò che sancisce

la differenza è l’elessi con cui si passa dall’incontro alla promessa di matrimonio. Il discorso sulla

speculari tra il film e il romanzo si fa poi ideologico venendo fuori la struttura del boom economico,

e resta il fatto che il film percorre il libro come un canovaccio.

Quello sessuale è probabilmente il tema attorno al quale ruota la maggior parte dei film dopo il

boom economico, e darà vita al circuito a luci rosse, e con questa rivoluzione sessuale si assiste

anche alla morte degli equilibri culturali attorno ai quali fin lì si erano costruite le identità di genere.

Il Casanova di Fellini è un individuo che accumula conquiste amorose senza nessun

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A.A. 2015-2016
6 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dilettadan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del cinema italiano e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Manzoli Giacomo.