vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
PRINCIPIO DEI CODICES PLURIMIS
Scelgo la lezione in base alla maggioranza dei codici
PRINCIPIO DEL LODEX OPTIMUS
Scelgo il testo che ritengo essere il codice migliore per completezza o strutturazione sintattica. Variante : più che
all’Optimus si pensa al Vetustissimus, in riferimento alla copia più vicina all’epoca in cui il testo originale è stato
scritto: METODI PRESCIENTIFICI (prima di Karl Lachmann, 1700 )
Si sottolinea la differenza tra cui l’opera è stata composta e il tempo in cui è stato redatto il codice.
Nel caso di codices plurimi, se io ho di fronte più testimoni (copie conservate di un’opera) nel caso di un’anomalia,
esamino le varie differenze e opto per la lezione rinvenuta nella maggioranza dei codici esaminati.
Si tratta di un principio assurdo e sbagliato: non bisogna valutare i testimoni in modo assoluto, bensì analizzare i
rapporti intercorrenti fra loro (se su 10 testimoni, 7 sono copie del medesimo, dovrebbero valere come 1.)
Privilegiavano quindi erroneamente ciò che i testi avevano in comune.
In questa sede non siamo interessati alle lezioni non problematiche, ma ci riferiremo agli ERRORI per stabilire i
rapporti fra i testimoni, presupponendo che ogni copia esistente-codice-testimone contenga almeno un errore.
Si distinguono:
ERRORI POLIGENETICI, comuni a vari copisti non in contatto;
ERRORI MONOGENETICI, con una sola causa d’errore.
Karla Lachmann (fine 1700-1851), frequentatore dei fratelli Grimm, fu uno dei primi studiosi ad interessarsi di
Filologia Germanica che all’epoca non aveva ancora un nome. Siamo nel pieno del Romanticismo Tedesco, nel quale si
riscoprì il gotico medioevale del medioevo in generale, cercando un’unità identitaria e nazionale non nella cultura
classica, ma in quella successiva alle invasioni barbariche.
Tornare alle origini per ritrovare valori perduti, attraverso l’analisi di tradizioni folkloriche (folklore come scienza del
popolo) utili nella determinazione dell’origine dei testi antichi. Lachmann non andava alla ricerca dell’origine assoluta,
ma della copia piu attendibile, capace di riprodurre la stessa forma mentis alla base dell’originale. Ciò che conta sono
gli errori. IL METODO DI LACHMANN
Definito anche metodo stemmatico, è, in filologia, lo strumento indispensabile ai fini della pubblicazione
dell'EDIZIONE CRITICA di un testo. L’edizione critica di un testo risponde al problema di fornire un’edizione
comunicabile del testo stesso, che per sua natura versa in condizioni gravi, perché non immediatamente disponibile né
leggibile.
Fu sinteticamente teorizzato dal filologo tedesco Karl Lachmann a metà dell'800: il primo testo per il quale si
utilizzarono le procedure successivamente definite come "metodo lachmanniano" fu una pubblicazione del 1852 del De
rerum natura di Lucrezio (I secolo a.C.).
Codice/testo manoscritto - copia/testimone
Il metodo lachmaniano mira alla definizione, attraverso 3 step principali, di un albero genealogico dellaTradizione
manoscitta/stemma codicum votato alla ricostruzione della tradizione di trasmissione/percorso di diffusione di un testo
originario, con tanti rami quanti sono stati i suoi testimoni nel corso del tempo.
Da non dimenticare che dall’insieme dei testimoni utili/da considerare, valutati a seconda degli elementi
differenziali/errori che li distinguono, vanno escluse le copie certamente riconducibili ad una stessa copia di cui si è già
in possesso; vanno dunque escluse le copie apografe del medesimo testo antigrafo, dopo un’accurata analisi delle
caratteristiche fisiche, tecniche e formali dei manoscritti considerati, per accertarne l’indubbia derivazione.
Banalmente, nella definizione dei rami di una tradizione sono da considerare solo i codici/testimoni copiati dal testo
originale, o la prima copia di ciascuna copia originaria, non tutte le copie esistenti di ognuna, che agli errori del testo di
partenza potrebbero aggiungerne altri, i propri (cioè quelli del terzo/quarto/quinto copista?).
La recensio si suddivide in una serie di operazioni successive:
individuazione dei testimoni
L'insieme dei testimoni che trasmettono l'opera in forma integrale o parziale costituisce la tradizione di un'opera. La
tradizione si distingue in:
tradizione diretta: complesso di manoscritti e stampe che trasmettono l'opera in quanto tale
tradizione indiretta: versioni in altre lingue utili per ricostruire un testo lacunoso (non integrano
formalmente ma chiariscono il significato), citazioni esplicite o implicite dell'opera, commenti antichi
dell'opera che presentano un lemma che riporta la lezione genuina della tradizione, imitazioni o parodie,
allusioni che possono conservare lezioni genuine o (molto alla lontana) modelli.
recensio (o censimento delle copie conservate e valutazione): raccolta e valutazione dei testimoni, che
possono essere integrali o parziali, diretti o indiretti.
Una tradizione può essere rappresentata da più testimoni o da un testimone solo. Se c'è un solo testimone il
procedimento è relativamente più semplice. In presenza di una tradizione a più testimoni, si procede con:
La collatio (confronto, sulla base di un esemplare di collazione), operazione che fa ancora parte della recensio;
Lachmann applicava a questa fase il concetto del recensere sine interpretatione, ossia un procedimento meccanico di
confronto, mentre i suoi successori e l'esperienza generale dimostrano come sia necessario già da questa fase compiere
un tentativo di comprendere il testimone, giudicando le lezioni corrette, sospette o erronee. Comparare significa
confrontare i testimoni parola per parola.
Il risultato di questo confronto è la registrazione delle differenze dei vari manoscritti. Tale confronto può essere
condotto:
per saggi (loci critici)
per tutta l'opera (molto difficile per un'opera imponente);
idealmente la scelta migliore è la collazione integrale.
È utile ricordare alcune premesse fondamentali della filologia:
la testimonianza di tutte le copie (o apografi) di un unico testimone (antigrafo) conta per uno, ai fini della
ricerca, fatti salvi naturalmente i casi di contaminazione.
la norma generale lectio difficilior potior, cioè, a parità di condizioni, la variante più difficile ha più
probabilità di essere originaria.
la norma prudenziale recentiores non deteriores, ovvero un testimone cronologicamente tardo non è
necessariamente meno affidabile di uno più antico.
eliminatio codicum descriptorum (eliminazione delle copie apografe);
Vengono eliminate dai testimoni utili le copie di un originale conservato. Non è però sempre evidente che un codice sia
copia di un altro, e tale relazione va provata (es: buchi, macchie nell'originale e lacuna in corrispondenza nella copia;
medesima omissione di una riga che faccia sì che venga a mancare il senso compiuto, tranne che in caso di omoteleuto,
caso in cui la lacuna non può essere ritenuta dell'originale e non si può determinare se il codice sia una copia:
l'errore non determina che si tratti di una copia, e altresì lezioni migliori non provano l'indipendenza di un codice da un
altro perché possono essere frutto delle decisioni del copista). Il criterio della eliminatio codicum
descriptorum ("eliminazione dei codici copiati") consente di lasciare da parte, sulla base di analisi delle caratteristiche
fisiche del manoscritto, i testimoni apografi verosimilmente copiati da codici antigrafi di cui disponiamo; ai fini della
sola constitutio textus, infatti, tenere in conto un codice copiato da un altro posseduto risulterebbe poco utile perché
questo apografo conterrebbe certamente tutti gli errori presenti nel suo antigrafo, più altri di propria innovazione.
Eccezioni possono verificarsi quando ad esempio un codex descriptus (copiato) riporta porzioni di testo perdute
nell'antigrafo. In quel caso bisogna presumere che abbia copiato da qualche altra fonte, e che cioè gli antigrafi siano più
di uno. Solitamente in questa fase è possibile ridurre il corpus della tradizione recensita, scartando molte stampe che
seguono la vulgata stabilita dalla editio princeps, facendo attenzione comunque a possibili varianti autorali (vedere per
approfondimento postillato d'autore) inserite in ristampe e nuove edizioni.
determinazione delle relazioni tra i testimoni
per stabilire come si raggruppano i testimoni non bisogna fondarsi sulle lezioni che hanno in comune (concordanze):
mentre le parti uguali possono essersi mantenute indipendentemente nei diversi rami, è improbabile che certi tipi di
errori si siano prodotti indipendentemente. Bisogna perciò basarsi sugli ERRORI
significativi/MONOGENETICI/GUIDA che possono essere separativi o congiuntivi.
1)ERRORI CONGIUNTIVI (Bindefehler): "La connessione fra due testimoni (B e C) contro un terzo (A) viene
dimostrata per mezzo di un errore comune ai testimoni B e C, che sia di tal natura, che secondo ogni probabilità B e C
non possano essere caduti in questo errore indipendentemente l'uno dall'altro".
2) ERRORI SEPARATIVI (Trennfehler): "La indipendenza di un testimonio (B) da un altro (A) viene dimostrata per
mezzo di un errore di A contro B, che sia di tal natura, che, per quanto ci è dato sapere riguardo allo stato della critica
congetturale nel tempo intercorso fra A e B, non può essere stato eliminato per congettura in questo spazio di tempo".
Lo stemma codicum della tradizione delle opere di Plauto secondo il filologo classico Cesare Questa
Tale operazione conduce alla compilazione di uno stemma codicum (albero genealogico della tradizione manoscritta) in
cui si individuano:
un archetipo, cioè il capostipite dell'intera tradizione posseduta, solitamente indicato con la lettera Ω, la
cui esistenza è dimostrata dalla presenza di almeno un errore congiuntivo comune a tutta la tradizione;
uno o più codices interpositi, cioè testimoni interposti tra l'archetipo e i manoscritti posseduti, solitamente
indicati con lettere dell'alfabeto greco;
uno o più codici posseduti, solitamente indicati con lettere dell'alfabeto latino.
Si giunge così alla individuazione di più classi (o famiglie o rami) della tradizione: laddove una lezione sarà attestata
nella maggioranza delle classi (e NON nella maggioranza dei codici posseduti), questa, secondo il metodo meccanico
lachmanniano, sarà verosimilmente la lezione corretta.
Criteri interni
Non sempre la ricostruzione dello stemma codicum permette una adeguata selezione delle lezioni: se ci si trova di fronte
a una recensione aperta, o orizzontale, e cioè se l'intera tradizione non deriva da uno e unico archetipo, è necessario
ricorrere a strumenti c