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Edmondo De Amicis
“La vita militare. Bozzetti” è un’opera accolta con molte polemiche dagli Scapigliati. Si
tratta di un autore piemontese nato nel ’46 che si forma in ambienti liberali moderati e
che vede la carriera militare come sbocco quasi spontaneo (in parte anche come
Tarchetti all’inizio). De Amicis come Tarchetti ha un’esperienza di repressione dei
fenomeni della seconda stagione del brigantaggio meridionale e nel 1866-67 viene
chiamato a Firenze come redattore di un periodico “l’Italia militare” di cui diventa
subito direttore. Nel ’67 comincia a scrivere sul giornale delle brevi narrazioni, i
bozzetti, genere tipico della seconda metà dell’Ottocento in cui si rappresenta un
episodio, un pezzo di vita, commissionati dalla rivista stessa. Come mai un giornale
militare? E come mai affidarla a un giovane che ha interessi di tipo letterario? La
risposta la si trova in quella crisi che nasce attorno alla polemica antimilitare del ’66.
L’esercito deve presentarsi sotto una veste più credibile. Con lo strumento del giornale
deve presentarsi in modo più accattivante e credibile, per fare emergere quegli aspetti
su cui si investe per farlo apprezzare nuovamente. In questo l’uso del racconto appare
particolarmente funzionale: la narrativa diventa lo strumento per far transitare
concetti che altrimenti non sarebbero stati diffusi. La narrativa può essere uno
strumento più utile rispetto ad esempio al saggio grazie anche al linguaggio più
semplice (letteratura al servizio di un’ideologia ben precisa). Quest’opera ha un
successo notevole e sono numerose le edizioni. Questo successo convince l’autore ad
abbandonare la carriera militare per intraprendere quella di giornalista e di scrittore. È
uno di quegli scrittori che percepiscono il mutamento del pubblico che sta diventando
per la prima volta di carattere nazionale, si sta allargando, perché le riforme
scolastiche che il nuovo stato promuove sono tutto sommato efficaci. Egli è veramente
un giornalista nel senso moderno del termine, sa cavalcare le mode (il resoconto di
viaggio è un genere che si diffonde in questo periodo e De Amicis lo abbraccia
pienamente), è un genio del consumo ed è anche uno dei letterati più attenti
all’appetibile mercato della scuola dell’Unita d’Italia (mancano i libri di testo). Egli
scrive il capolavoro di questa letteratura: “Cuore”. Da un punto di vista professionale
(gli scapigliati non volevano che si parlasse di professione ma di arte) egli trova
mestieri nuovi: il giornalismo già esisteva ma diventa ora industriale e dà spazi nuovi a
chi li sa sfruttare come appunto De Amicis. Anche il genere dei bozzetti rientra in un
genere molto utilizzato. Nei bozzetti emerge l’idea che l’esercito unisca e l’autore ha
varie chiavi di lettura: il primo è quello della scuola – l’esercito unisce più di quanto
faccia la scuola perché si basa su una patria comune: la scuola è un microcosmo come
la caserma in cui bambini di zone diverse dell’Italia si uniscono. Tarchetti contesta
l’istituzione unitaria facendo leva sulle sofferenze del soldato, ne descrive le pene.
Quello del soldato è per lui un martirio privo di fine. Anche De Amicis descrive le
sofferenze dei soldati ma le santifica, le rende eroiche, le rende sublimi, descrive con
realismo il dolore ma lo lega ad un’idea superiore. Compie un’operazione importante
nella descrizione delle vicende militari: riconduce quelle manifestazioni belliche ad una
sorta di patetismo familiare che produce una sorta di patriottismo domestico, degli
affetti. L’interlocutore dei due scrittori è lo stesso, il popolo, ma l’esito ideologico è
differente. Il soldato è un cittadino per Tarchetti e questo parallelismo è presente
anche in De Amicis ma per lui non c’è alcuna apologia bellica, nessun apprezzamento
del genere eroico, c’è piuttosto la consapevolezza dell’inevitabilità del sacrificio e
quindi la necessita di esaltare moralmente questo stesso sacrificio. Tutto questo è
presentato sempre in una dialettica per cui i cardini dei valori su cui si basa l’universo
di De Amicis sono sostanzialmente sempre gli stessi: la famiglia, l’esercito, la scuola.
Questi tre elementi sono rappresentati sempre con caratteristiche molto prossime. Il
confine tra famiglia ed esercito è infatti molto labile. Questi bozzetti in fondo sono uno
strumento di formazione per fornire ai nuovi lettori le ragioni per cui si dovrebbe
apprezzare la carriera da militare. Manca nei bozzetti il ruolo della religione: la sua è
una linea molto laica e c’è una ragione che ci permette di riflettere ancora una volta