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LA COMMEDIA
Lo stesso neorealismo intriso di disperazione e di povertà raccontò la voglia di rivalsa che
caratterizzava gli italiani: il desiderio di abbandonare il grigiore della miseria e degli anni
bui.
ERP: sotto le ceneri della povertà e della desolazione ardevano infatti già quei processi di
modernizzazione che nel giro di pochissimi anni daranno vita alla rivoluzione dei consumi.
Gli aiuti del EUROPEAN RECOVERY PROGRAM (il cosiddetto Piano Marshall), la nascita
del mercato unico europeo (MEC) e il business della ricostruzione accesero la minaccia
dell’imminente miracolo italiano che tramuterà la penisola in una delle principali potenze
industriali del pianeta. 16
un’esplosione della produzione, che porterà al
In Italia non ci sarà solo una rinascita ma
BOOM ECONOMICO. Lo scatto, avvenuto in pochi anni, fu davvero fenomenale e la
differenza venne percepita in maniera forte a causa della grandezza del cambiamento.
Il Piano Marshall consente:
la modernizzazione tecnologica del lavoro e degli impianti industriali
un’apertura delle frontiere ed una stabilità monetaria che valse alla lira il riconoscimento
di moneta più stabile dell’anno dal «Financial Times» nel 1960
basso costo del lavoro (o sfruttamento) l’avvento del boom economico sullo
Questi furono i principali ingredienti, fra i molteplici, per
scorcio degli anni cinquanta.
IL BOOM ECONOMICO
Fu una crescita da capogiro, milioni di italiani si spostarono in città: fra il 1955 e il 1970 i
cambi di residenza furono 25 milioni di cui 10 cambiarono pure regione.
La popolazione attiva infatti abbandonò progressivamente il settore agricolo (perdendo
Viceversa il settore dell’industria
quasi 4 milioni di lavoratori). e dei servizi aumentarono
vertiginosamente.
CRESCITA URBANA: Le città, soprattutto le metropoli, crebbero a dismisura di pari passo
ad uno sviluppo edilizio disordinato e scarsamente regolamentato.
INCREMENTO DEMOGRAFICO: Anche la popolazione decisamente in ascesa con circa 6
milioni di individui in più dal 1951 al 1971. La speranza di vita giunse a circa 72 anni nel
1970.
Il PIL aumentò costantemente fino a sfiorare un incremento del 8% nel 1961; il reddito
crebbe dell’84%
nazionale netto raddoppiò e la produttività industriale
I SALARI rimasero gli stessi, anzi diminuirono fino agli anni 60; successivamente con la de
mercificazione del lavoro e le continue proteste aumentarono.
MOBILITÀ:
Crebbe la produzione di auto, iniziano delle politiche legate alla produzione del carburante
italiano (ENI), viene inoltre incentivata la costruzione di strade.
Lungo le strade rimesse in sesto e sulla nuovissima A1, nel 1964 circolavano così ben 5
milioni di vetture accanto ai 4 milioni di mezzi a due ruote.
Il modo di spostarsi intervenne sul senso del tempo e dello spazio, basta pensare che fino
ai primi anni cinquanta gli italiani con l’orologio al polso erano pochissimi, adesso, con
l’accelerazione delle tempistiche si diffondono molti più orologi.
ELETTRODOMESTICI
La produzione di elettrodomestici made in Italy, altri oggetti simbolo del boom, assunse
dimensioni impressionanti: i frigoriferi le tv e le lavatrici quote molto alte.
ISTRUZIONE dell’istruzione: dai 500.000 iscritti complessivamente
Esplosiva la crescita fra scuola media
unificata e avviamento professionale nel 1947, al 1.600.000 del 1962, fino ai due milioni del
1968, complice anche la nascita della scuola media unica. 17
con la “CARTA viene creata la
Nel 1939 DELLA SCUOLA” SCUOLA MEDIA UNIFICATA,
un’aggregazione dei primi 3 anni delle scuole tecniche, magistrali e ginnasio. Essa era
caratterizzata dal rilascio della licenzia media alla fine e dalla presenza principale del latino
come materia. L’alternativa era o l’avviamento professionale (che non consentiva poi di
consentire gli studi però) o la scuola privata.
Con la con la legge n. 1859 del 31 dicembre 1962 viene inserita la SCUOLA MEDIA UNICA,
la quale metterà insieme la scuola media unificata e l’avviamento professionale. Non vi era
ingresso proprio per consentire l’istruzione di tutti, era uno strumento di mobilità
un test di
sociale. Nasce così la credenza che attraverso la scuola fosse possibile emancipare i figli
dal lavoro manuale al nuovo ceto medio (nato negli anni 60-70).
SECONDARIE SUPERIORI
Non furono da meno i numeri delle secondarie superiori: da 600.000 nel 1955 al 1.200.000
l’analfabetismo
del 1965. In calò quindi assestato sul 8,3 % nel 1961 e poi al 5,2% nel 1971.
Nasce quindi la cosiddetta “NUOVA GENERAZIONE”: un universo giovanile con
comportamenti e stili di vita autonomi scaturiti dall’incontro/scontro fra le rigidità e l’autorità
con l’approssimarsi del Miracolo economico
della società del passato e le libertà emergenti
PRIMA GENERAZIONE: Giovani che misero in discussione famiglia, stato, società civile e
lavoro, furono un vero e proprio soggetto sociale nel cui processo di crescita influiranno i
nuovi consumi: moda, musica e cinema.
NUOVI CONSUMATORI:
La nazione povera di qualche anno prima era irriconoscibile e parevano invece evidenti i
presupposti per la nascita di nuovi consumatori tanto che una parte della prudente élite
economica e politica del paese si aprì ai consumi.
In effetti dal 1950 al 1970 i consumi triplicarono e la spesa alimentare calò progressivamente
risorse da impiegare in altri beni come l’auto e gli elettrodomestici, ma anche nei
liberando
servizi e nella cura personale.
Mano a mano nacque così un MERCATO INTERNO e i frigoriferi e i televisori entrarono
anche in molte case. Gli italiani iniziarono a spostarsi in lambretta, in vespa o in automobile.
Nacque la pratica delle gite familiari domenicali e delle vacanze.
i “MITICI e i “FAVOLOSI che a lungo, e
Arrivarono ANNI CINQUANTA” ANNI SESSANTA”
forse ancora oggi, hanno popolato l’immaginario collettivo degli italiani. Anche il miracolo
un’ascesa costante e regolare delle spese private;
dei consumi non fu però riguardò in
particolare i CETI MEDI, il quale stava crescendo a ritmi sostenuti per effetto della
burocratizzazione.
DIFFUSIONE DEGI ELETTRODOMESTICI:
La televisione si diffuse lentamente: nel 1958 la possedeva solo il 12% delle famiglie, il 25%
nel 1961 e il 49% nel 1965.
Il frigorifero fu il primo elettrodomestico ad entrare nelle case perché permetteva di
risparmiare tempo e soprattutto soldi conservando i cibi. Era posseduto dal 13% delle
famiglie nel 1958, dal 24% nel 1961 e il 55% nel 1965, in quasi tutte nel 1975. 18
L’introduzione della lavatrice fu meno urgente, coerentemente alle diseguaglianze nei ruoli
familiari di allora, lo subordinò agli altri elettrodomestici. Nel 1958 così solo il 3% delle
famiglie la possedeva, 6% nel 1961, 23% nel 1965 e 76% nel 1975.
Il bucato riguardava le donne e quindi per automatizzarlo si poteva aspettare; peraltro una
volta introdotta la lavabiancheria il lavoro domestico femminile diminuì lasciando spazio
semmai a nuove mansioni domestiche femminili
GRADUALITÀ NEI CAMBIAMENTI
degli acquisti degli elettrodomestici fu viziato dalla
L’andamento indisponibilità
dell’energia elettrica presso molte abitazioni, nel 1961 elettricità, acqua potabile, wc e
bagno erano presenti contemporaneamente solo nel 28,3% delle case.
generalizzata un’attitudine al consumo,
Non fu immediatamente un benessere per tutti. Fu
un desiderio non necessariamente seguito dall’acquisto, perché finalmente certi oggetti e
un nuovo stile di vita, moderno e più comodo, divennero possibili anche se non sempre
raggiungibili
La speranza pareva esser diventata il motore della società e i nuovi consumi fecero la loro
parte. Emerse una pedagogia del consumo, e per certi versi della speranza, che lottò e
convisse con quella del risparmio.
LA PEDAGOGIA DEL CONSUMO:
Fra gli anni cinquanta e sessanta gli italiani crederono nel futuro e consumare significò
evadere arcaici bisogni materiali, ma pure sposare uno stile di vita moderno al passo con
l’Italia della dolce vita, libera, spensierata e colorata che voleva dimenticare il grigiore degli
anni passati.
La crescita reale e il clima di entusiasmo furono di per sé modelli educativi con una forte
presa, ai quali però si saldarono varie ed efficaci strategie per favorire la crescita dei
l’American
consumi, ad esempio: Way Of Life, imposto e diffuso dagli USA.
attraversarono l’oceano fin dall’inizio
Molti migranti italiani infatti del 900. Fu un modello
prepotentemente rilanciato dall’invasione alleata durante il conflitto e con le note influenze
dirette sulla politica italiana sull’onda del Piano Marshall.
un’attrazione irresistibile
Il modello americano esercitò soprattutto sulle donne, era fornita
un’immagine della casalinga contornata dalle nuove tecnologie.
vennero condizionati dall’influenza americana dei jeans e della musica
Anche i giovani
rock’n roll. di massa dilatò i tempi della gioventù e liberò i ragazzi dal lavoro precoce per
L’istruzione
donare loro abbondanti dosi di tempo libero, novità fondamentale per lo sviluppo dei nuovi
I pedagogisti dell’epoca però non vedevano
consumi legati alla musica e al divertimento.
bene il “tempo libero” il quale era considerato in modo negativo.
Non a caso i giovani diventarono presto oggetto del marketing e di indagini di mercato e
“nuovi” consumi furono un’occasione in più per rompere con
furono consumatori entusiasti. I
i modelli educativi autoritari, familiari e non, del passato.
ISTRUZIONE E CONSUMI
I consumi immateriali, radio, cinema, stampa e TV, furono il vettore trainante per i consumi
materiali di massa. 19
Vi era un consumo in particolare “sensoriale” perché prima dell’avvento dell’istruzione non
si sapeva leggere e scrivere, e si preferiva quindi il grande schermo, i manifesti, le copertine
illustrate, la musica (da ascoltare e ballare ovunque).
CINEMA
La frequenza delle sale cinematografiche fu in grande crescita fino al 1955. Gli italiani
amarono il cinema e soprattutto i più giovani coltivarono questa passione più volte a
settimana sfruttando la rete capillare delle sale.
La portata del modello educativo incarnato dal cinema acquistò poi un peso specifico
maggiore, perché buona parte di quel pubblico impegnò le deboli risorse economiche di cui
disponeva per comprarsi meno di due ore di evasione.
Nel corso degli anni cinquanta i film americani invase