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FRANCESCO SAVERIO NITTI

Molto importante è il discorso pronunciato in Parlamento l'8 maggio 1907 da Nitti.

"In Italia la popolazione scolastica è così scarsa, dopo 50 anni di unità e dopo 30 anni di istruzione obbligatoria, si può dire che lo scopo della legge del 1877 non fu mai realizzato. Vi sono almeno 4 milioni e mezzo di bambini che avrebbero l'obbligo di seguire le scuole, ma sono appena 2 milioni e 700 mila che le frequentano. Si i Comuni dovrebbero fare, ma se i Comuni non fanno, vi è forse il Governo che li spinge?"

PRIMA GUERRA MONDIALE

La prima guerra mondiale è la prima grande guerra della storia, la novità è la modernità. Fino a quel momento le guerre si erano combattute per posizioni frontali, in cui gli eserciti si mettevano gli uni di fronte agli altri e si affrontavano a viso aperto. Viene chiamata grande guerra, il massacro, perché l'avanzamento della tecnologia entra anche

nelle macchine di morte, come le mitragliatrici, i gas asfissianti. È l'irruzione della modernità all'interno di un mondo che è ancora abituato a degli schemi mentali che non gli consentono di realizzare quella realtà. È un'esperienza traumatica dal punto di vista fisico, perché la maggioranza dei soldati che combatterono la Prima Guerra Mondiale tornarono a casa con traumi fisici (mutilati, ciechi). Questo vuol dire aver annientato una generazione, i pochi uomini che tornano dalla guerra si trovano in queste condizioni, e questo va a gravare anche sulle donne, che non possono sposarsi. È una vittoria mutilata per l'Italia perché con essa punta a completare il processo di unificazione nazionale, che non è stato ancora completato con la terza guerra d'indipendenza (1866), infatti mancavano il Friuli e il Trentino. L'Italia riesce a conquistare questi due territori infatti la prima guerra mondiale.

È anche chiamata quarta guerra d'indipendenza, perché avviene il compimento del processo risorgimentale. Nel 1918 prendiamo il Friuli e il Trentino, il processo di annessione del Trentino è stato un processo traumatico per le popolazioni, che si sentivano austriache. Rimane il problema dell'Istria e della Dalmazia (territori che l'Italia vorrebbe conquistare perché molto presenti gli italiani quindi si parla italiano), che erano state per molto tempo sotto la Repubblica Veneziana, ed essendo essa italiana, l'Italia rivendica queste due terre. Alla fine della guerra vengono stipulati i trattati internazionali, ma si decide che per evitare la reazione etnica dei Balcani (ex Jugoslavia) per la separazione socio-politica, Istria non viene data all'Italia. Gabriele D'Annunzio, detto vate, oltre ad essere un poeta, è un interventista convinto, durante la Prima Guerra Mondiale è entrato in guerra, e si occupa anche di politica.

Sostiene Mussolini e il Fascismo, cerca di contrastare il mito della vittoria mutilata con l'impresa su Fiume, occupa la cittadina istriana, in contrasto con quello che era stato deciso dalle grandi potenze che avevano partecipato ai trattati di pace dopo la Prima Guerra Mondiale. È un tentativo di sovvertire militarmente l'equilibrio che si era creato dopo la tragedia della Guerra, comporta molti rischi perché rischia di nuovo di accendersi uno scontro armato. Poi l'impresa di Fiume viene abbandonata e D'Annunzio torna in patria ad occuparsi di poesia, e da sempre più marginalità alla vita politica.

LEGGE DANEO-CREDARO

Il Ministro della pubblica istruzione Daneo presenta un disegno di legge sull'istruzione elementare, che non poté essere discusso alla Camera per la caduta del governo, ma che viene poi ripreso dal suo successore Luigi Credaro e diventa legge nel 1911. Per questo motivo la legge divenne nota come legge Daneo-Credaro.

Con essa lo Stato assumeva la titolarità gestionale dell'istruzione primaria, ponendo a proprio carico il pagamento degli stipendi dei maestri elementari e lo sviluppo dell'edilizia scolastica. Le grandi innovazioni introdotte da Daneo e Credaro sono:
  • passaggio delle scuole alle dipendenze dirette dello Stato
  • distribuzione dei provveditorati agli studi (oggi chiamati edifici scolastici territoriali). Il provveditorato è l'ufficio provinciale del Ministero, cioè il ministero da delle disposizioni e il provveditorato deve fare in modo che all'interno della sua provincia le scuole mettano in atto queste disposizioni.
  • istituzione dei patronati scolastici, obbligatori in tutti i Comuni. Il patronato è un'istituzione assistenziale che, nel caso della scuola, ha un obiettivo principale: aiutare i bambini poveri a frequentare la scuola con le stesse possibilità di quelli ricchi, quindi ad esempio il patronato compra libri,

quaderni, penne e li distribuisce ai bambini nullatenenti.

• istituzione di scuole carcerarie e reggimentali

La legge Orlando aveva istituito scuole serali per gli analfabeti, coloro i quali non avevano avuto modo di frequentare la scuola da piccoli potevano farlo da grandi, quindi la sera o nei giorni di festa andavano a scuola. Lo stesso ruolo viene svolto dalle scuole carcerarie e reggimentali, le prime davano un'istruzione alle persone in carcere, le seconde erano istituite dell'esercito, ce n'era una per ogni reggimento per i militari analfabeti.

• stanziamento di fondi per biblioteche popolari, scolastiche e magistrali e per l'edilizia scolastica.

Nelle biblioteche popolari le persone potevano prendere in prestito libri per esercitarsi nella lettura, le biblioteche scolastiche erano per i bambini che non potevano permettersi dei libri, le biblioteche magistrali servivano per far aggiornare i maestri con letture specifiche per la loro formazione professionale.

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in modo che siano sempre più aggiornati e sempre più in grado di svolgere correttamente il compito al quale sono chiamati.

  • Un ulteriore miglioramento delle condizioni economiche e giuridiche dell'insegnante, che sta facendo un'opera di potenziamento dell'istruzione pubblica. Viene fondata l'Unione Magistrale Nazionale, un'enorme associazione di maestri che comincia a organizzare i maestri, emuovendone una grande quantità insieme ha un enorme potere politico e un enorme base elettorale, infatti Credaro viene eletto e rieletto per tantissimi anni, perché conta su un appoggio politico ed elettorale fortissimo, che lo interpreta come colui che porta avanti gli interessi della categoria degli insegnanti.

COSTRUZIONE EDILIZIA DELLE SCUOLE

Ci sono 3 periodi importanti per l'edilizia scolastica: il primo è con la legge Credaro-Daneo, il secondo con il fascismo e il terzo con il secondo dopoguerra.

Durante il Fascismo vengono

costruzione di scuole soprattutto rurali, all'interno delle quali c'era un'aula grande (in cui c'erano tutti i bambini, che non erano divisi in classi) e un appartamento per la maestra annesso, in cui si trasferiva per tutta la durata dell'anno. L'obiettivo era portare all'interno dell'ambito della campagna la "luce" dell'istruzione, in realtà con precisi scopi politici perché c'era una campagna di ruralizzazione che il Fascismo portava avanti per il rischio della deruralizzazione, cioè lo spopolamento delle campagne. Nel secondo Dopoguerra (tra gli anni 50 e 60), lo Stato riceve tanti soldi dalle tasse che derivano dal sistema di produzione che riparte, quindi può di nuovo investire nella costruzione di scuole.

CHIUDIAMO LE SCUOLE DI PAPINI (1919)

Papini sostiene che le scuole dovrebbero essere chiuse perché improntate su un modello didattico-pedagogico fortemente antiquato. Parla del tema.è che la scuola deve essere un luogo di trasformazione e di crescita, non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti stessi. Per fare ciò, è necessario che le leggi e le riforme siano effettivamente applicate e che le teorie e le nozioni insegnate durante la formazione degli insegnanti vengano messe in pratica nella scuola reale. Papini critica l'idea che la scuola sia solo un luogo di trasmissione di conoscenze, sostenendo che essa debba essere un luogo di emancipazione e di liberazione. Egli mette in evidenza come la scuola, così come altri istituti sociali come carceri, manicomi e ospedali, possa diventare un mezzo di controllo sociale e di rimozione del pensiero critico. In conclusione, Papini sostiene che è inutile migliorare la scuola solo sulla carta, se poi non si traduce in un cambiamento concreto nella pratica. La scuola deve diventare un luogo in cui gli insegnanti e gli studenti possano sviluppare il loro potenziale e contribuire a una società più giusta e equa.

è l’immobilità forzata che si vive all’interno di questi luoghi di controllo sociale crea problemi a livello anatomico, e intellettuale. La conoscenza che viene trasmessa all’interno di questi luoghi è una conoscenza pietrificata. Allo stesso modo all’interno delle scuole si sviluppa un sapere pietrificato, statico, immobile. Tra le malattie scolastiche, cioè i problemi di carattere anatomico provocati dalla scuola, c’erano la miopia. Si osserva un calo importante della vista nei bambini dai 6 ai 14 anni causato da un utilizzo massiccio dei libri di testo, scritti in modo molto piccolo, e da una scarsa illuminazione dei luoghi scolastici. Infatti le aule scolastiche erano luoghi non adibiti all’uso scolastico, c’erano delle piccole finestrelle con vetri scuri. Questo era un problema soprattutto per i bambini delle classi popolari, abituati a vivere all’aria aperta. Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900

Molte bambini che raggiungevano l'età della leva obbligatoria, sottoposti alla visita di leva, non venivano dichiarati abili ad entrare all'interno dell'esercito perché avevano difetti alla spina dorsale. Molti avevano difetti all'apparato muscolo-scheletrico (soprattutto alla spina dorsale), anche dovuti al fatto che lavoravano in campagna, quindi sforzi non adatti alla loro età, ma non è un evento traumatico a modificare l'apparato, ma piuttosto la postura scorretta, che tenevano nelle aule, nei banchi rigidi, inchiodati a terra, in cui lo spazio di movimento è ridotto al minimo, in cui i bambini stanno per molto tempo in posizioni scomposte. Crescendo il numero di bambini che frequentano regolarmente la scuola, aumentano i casi con queste malattie dell'apparato muscolo-scheletrico. Sui giornali dell'epoca escono articoli di medici che denunciano quanto la scuola faccia male, iniziano quindi dibattiti.

sull'organizzazione dello spazio scolastico. Nel 1909 Maria Montessori all'interno del suo saggio introduce un articolo interamente dedicato alla contestazione dell'organizzazione tradizionale delle aule scolastiche. Montessori sostiene che l'ambiente scolastico deve essere pensato in modo da favorire l'autonomia e l'apprendimento attivo degli studenti. Secondo la sua visione, le aule dovrebbero essere spaziose e ben illuminate, con mobili e materiali didattici accessibili e disposti in modo ordinato. Inoltre, Montessori suggerisce di creare degli angoli specifici per diverse attività, come la lettura, la scrittura e l'arte, in modo da stimolare la curiosità e l'interesse degli studenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
21 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giuliacorazza di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Meda Juri.