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Kirchner e l'arte primitiva

Kirchner realizza anche sculture in legno, utilizzando un materiale "primitivo", rendendo tridimensionale il suo lavoro prima piatto. Queste sculture sono scolpite pensando alle forme semplici e primarie di Cézanne: cilindro, cono, ovale, sfera. L'arte primitiva non solo entra a far parte dei dipinti, ma diventa un modello di vita. Nelle case degli artisti erano presenti:

  • Tappezzeria esotica
  • Riproduzioni buddhiste
  • Sculture africane (es: Erna seduta e scultura, 1912, Kirchner)
  • Ombrelli giapponesi

Con il trasferimento a Berlino nel 1911, avviene un primo disfacimento della Brücke, in cui ogni artista prende una strada diversa e inizia ad indagare nuovi soggetti. Si impongono nei dipinti di Kirchner i soggetti urbani (già indagati in parte a Dresda):

  • Dresda, scene di strada (1908)
  • Edifici a Dresda (1909) - riferimento ai fauves e a Matisse
  • Potsdamer Platz (1914)
  • Cinque donne per strada (1913)

Scene di strada

berlinese- (1913) Dedica il suo ciclo pittorico e grafico (serie Scene di strada) ai luoghi ed ai soggetti della metropoli berlinese. Si tratta di tele di grandissimo formato, caratterizzate da forzature prospettico-compositive e colori dissonanti. Nel dipinto Scene di strada berlinese, sono rappresentati due uomini e due cocotte (prostitute d'alto borgo), che si incrociano. Le due donne sono vestite da abiti appariscenti e truccate vistosamente, e si guardano intorno alla probabile ricerca di clienti. I contorni sono neri, i volti appuntiti e la linea goticheggiante. Il ricorso al primitivismo non è soltanto formale e cromatico (la critica definirà queste opere come "brutali"), ma nel rappresentare il volto delle due prostitute Kirchner si richiama alle maschere africane esposte nei musei da quegli anni. La pennellata di Kirchner è rapida e dinamica, quasi a sottolineare la frenesia della vita cittadina, contrapposta ai paesaggi di campagna che caratterizzarono

Gli anni di Dresda. La strada è in realtà rappresentata solo in minima parte, con uno scorcio irreale. Kirchner è l'artista più noto e più prolifico all'interno della Brücke. Nonostante la sua triste fine, il suo lavoro ebbe fortuna negli anni successivi, testimoniata dalle numerose pubblicazioni ed esposizioni a lui dedicate.

Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), fu un gruppo di artisti formatosi a Monaco di Baviera nel 1911, confondatori Kandinsky, August Macke, Paul Klee e Franz Marc. L'input per formare questo gruppo arriva dal rifiuto di Composizione V (1911) di Kandinsky, da parte di una giuria conservatrice.

- Cavaliere: iconografia di San Giorgio che rappresenta la vittoria dello spirito sulla materia, ma recupera il medioevo e rappresenta soprattutto la lotta a favore dell'arte moderna

- Azzurro: il blu è il colore amato da Novalis, è l'azur di Mallarmé, è la mostra La

rosa azzurra del 1907, evoca un atteggiamento spiritualistico

Il Cavaliere Azzurro ha una storia di fondazione più lunga della Brücke, ed è intimamente connessa al percorso di Kandinsky, Marianne von Werefkin e Alexej von Jawlensky. Sono gli anni in cui Kandinsky ha lasciato la Russia e si è trasferito a Monaco, momento in cui inizia a maturare una "necessità interiore" che lo porta verso la definizione di una pittura non oggettiva da cui facciamo partire l'arte astratta. Kandisky, prima del Cavaliere Azzurro, dipinge scene e paesaggi Copertina dell'almanacco Der Blaue fiabeschi, su una sorta di avanzato post-impressionismo, tra Reiter (1911) simbolismo e jugendstil, fortemente condizionate dall'arte popolare russa. Sono dipinti a tempera su cartone nero che Kandinsky definisce "cartoni colorati": - Canto sul volga (1906) - Coppia a cavallo (1906) - La vita colorata (1907) Vediamo una serie di personaggi come: la coppia, il viandante,

la donna, la maternità. Le figure recuperano il periodo russo e momenti ricorrenti nella vita degli uomini, ma sono rappresentate senza alcuna relazione reciproca. Sulla cima della montagna è rappresentato una sorta di Cremlino che però rimanda ad una Gerusalemme celeste.

Cosa porta Kandinsky all'astrattismo del '10? Sono importantissimi i soggiorni estivi a Murnau, località di villeggiatura sulle alpi bavaresi. Qui, approfondisce una ricerca sul colore libero da qualsiasi vincolo naturalistico, avvicinandosi soprattutto alla pittura su vetro. Questa, permetteva la semplificazione, che porterà a lavori come: Montagna (1909):

  • Superfici luminose, ampie, piatte senza sfumature
  • Colori brillanti
  • Monte dalla sagoma triangolare
  • Progressivo allontanamento dalla rappresentazione del visibile e del reale per seguire una propria necessità interiore. Ogni colore rappresenterà un'emozione o una sensazione, come teorizzerà nel libro Lo

spirituale nell'arte(1910) 29 Alice Mezzani8/03 Jacques-Louis DavidDavid nasce nel 1748 a Parigi, ed è un lontano parente del pittore François Boucher. Si iscrive all'Accademia di Belle Arti, dipingendo quasi solo quadri di soggetto mitologico. I suoi dipinti giovanili (si veda Gli amori di Paride ed Elena, 1788) mostrano composizioni con poche figure al centro della scena e una costruzione dell'immagine in senso simmetrico. Compaiono varie citazioni ad elementi architettonici, che egli aveva imparato a conoscere durante un soggiorno a Roma, consentito grazie al Prix de Rome, un premio ambitissimo ottenuto in Accademia, all'interno della quale David si distinse. Nei 5 anni romani, il pittore conosce le antichità italiche e le opere del Rinascimento, nonché le ultime scoperte archeologiche (poco prima Winckelmann aveva pubblicato i disegni delle antichità romane). Mentre soggiornava a Roma, David realizzò vari disegni, da

Pensare come appunti e bozze, di bassorilievi, vedute di architetture e meraviglie dell'antichità. Inserendo all'interno dei suoi dipinti elementi architettonici classici, riprende la tradizione del paesaggio con rovine. Il giuramento degli Orazi (1784)

Il fondo tripartito di questo dipinto, sembrerebbe essere ispirato alla corte di Palazzo Vecchio, che David aveva osservato e ricopiato durante il suo soggiorno romano. Alle tre aperture del fondo, corrispondono altrettanti gruppi di figure: i tre Orazi (sinistra), il padre (centro), le donne preoccupate per il destino dei figli (destra). Come teorizzò il filosofo francese Denis Diderot, Il giuramento degli Orazi è un dipinto "ben riuscito" perché di estrema leggibilità, basato su un episodio che espone ideali di virtù ed eroismo ed esprime passioni e sentimenti contrastanti. Infatti, se nella parte destra del dipinto prevale la determinazione dei soldati che stanno per battersi

Contro i Curiazi, alla parte sinistra è riservata l'incarnazione del dolore e della preoccupazione. Il quadro fu commissionato da Luigi XVI e inizialmente doveva avere una forma quadrata. Tuttavia, per lo sviluppo di una scena di genere, David necessita di un quadro che permetta un andamento narrativo da sinistra verso destra, con tre elementi figurativi diversi scanditi dalle tre aperture.

I littori riportano a Bruto i corpi dei suoi figli (1789)

L'interno riprende un ambiente romano, probabilmente copiato da qualche basso rilievo. La scelta di David di riprendere elementi tratti dall'antico, diverrà poi una moda: in tutta Europa infatti, si cominciarono a realizzare arredi ispirati all'antico e si adottarono pettinature "alla Bruto". La scena è drammatica, e vede in alto a sinistra i corpi dei figli giustiziati, mentre a destra la madre e le sorelle disperate. In primo piano a sinistra, Bruto pensoso col volto in ombra.

1789 scoppia la Rivoluzione Francese, a cui David aderisce, prendendo parte agli scontri politici. Durante la sua carriera politica (1789-1795), si affianca ai Giacobini (Robespierre), gestendo gli interrogatori dei prigionieri. Sarà lui a firmare la condanna a morte per Luigi XVI. A seguito della caduta di Robespierre, finirà in prigione.

Deposizione di Marat (1793)

David vede la scena del crimine di Marat dal vivo, perciò il suo ritratto è realistico. Dall'osservazione dal vero deduce l'inserimento della cassa di legno utilizzata come tavolino, che assume qui l'aspetto di una stele funeraria antica. Il quadro venne tenuto dall'artista fino agli ultimi anni, quando David venne esiliato a Bruxelles.

Jacques-Louis David, Le Sabine (1794-99) - 3,8x5 m - Louvre, Parigi

David, dopo dieci anni dallo scoppio della Rivoluzione, tenta di pacificare la società francese e creare un senso di armonia. L'episodio fa riferimento a un fatto antico.

Leggendario di Roma: Romolo, dopo aver fondato la città, cercò alleanze con i popoli vicini per trovare donne da unire ai romani. Dopo il rifiuto dei Sabini, Romolo organizzò il rapimento delle fanciulle. David sceglie di non raffigurare il più noto episodio del Ratto delle Sabine, ma il momento in cui, 2/3 anni dopo il rapimento, i Sabini tornano a riprendersi le proprie donne. Il violento combattimento tra Sabini (sinistra) e Romani (destra), capitanati dai loro ufficiali, occupa il centro del dipinto. In mezzo alle due fazioni, una Sabina, con altre donne e bambini, cerca di dividere i due contendenti. La battaglia si estende anche sullo sfondo, dove vediamo una Roma abbastanza immaginata. In uno studio preparatorio avanzato, vediamo nel gruppo delle donne Hersilia in ginocchio, circondata da diversi bambini in basso, mentre dietro di lei alla sua destra, un'altra Sabina mostra un bambino ai soldati, per intimarli a smettere. Il condottiero di destra, reca uno scudo.

Con l'alupa di Roma. Lo scontro, da poco iniziato, mostra già alcuni morti sulla destra, calpestati da cavalli imbizzarriti. Il personaggio sull'estrema destra mostra un berretto frigio, simbolo della Rivoluzione Francese. Affrontando la progettazione dell'opera, David elabora la teorica del puro greco, ritornando alla rappresentazione degli eroi nudi, come avveniva nelle statue classiche. La luce, nel dipinto, inonda la scena della battaglia, creando contrasti intensi e ombre profonde.

Ispirazioni:

  • Medaglia cosiddetta di Faustino (copia da un marmo antico), nella quale si vedono le schiere di Romani e Sabini
  • Disegni fatti a Roma
  • Incisioni di Agostino Veneziano Incisione da Deposizione, Mantegna
  • Incisione dalla Deposizione (1470 ca) di Mantegna, nella (dettaglio), 1470 ca.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
95 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/03 Storia dell'arte contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alicemezzani di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Bignami Silvia.