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RIFIUTATI
James Abbott McNeill Whistler, Symphony in White no 1. The White Girl - Portrait of Joanna Hiffernan, 1862. Olio su tela 214,6 x 108 cm. National Gallery, Washington D.C. Aveva come riferimento un romanzo di quel periodo.
Salon des Refusés 1863
Tre quadri Manet. I primi due coerenti con il suo amore per la Spagna.
1. Édouard Manet, Mademoiselle V. . . in the Costume of an Espada, 1862. Olio su tela 165,1 x 127,6 cm. Metropolitan Museum, New York. Una modella vestita da uomo, da torero, c'è una citazione a Goya.
2. Édouard Manet, Jeune Homme en costume de majo, 1863. Olio su tela 188 x 125 cm. Metropolitan Museum, New York. Viene indossato lo stesso vestito della Mademoiselle però dal fratello. Rispetto alla tradizione c'è una pennellata molto lustre. Dal punto di vista sono estranei alla società francesi, per l'accademia sono fattivelocemente e trascurati.
Édouard Manet, Cristo morto con angeli, 1864. Olio su tela 179,4 x ...
149,9 cm. Metropolitan Museum, New York
I lavori di Manet sono contraddittori. Ci sono quelle caratteristiche che hanno caratterizzato Manet. Ferita al costato sbagliata. Usa molto i bianchi e neri puri, che all'epoca venivano visti con sospetto, essendo due non-colori.
Édouard Manet, Paesaggio con pescatori, 1862-3. Olio su tela 76,8 x 123,2 cm. Metropolitan Museum, New York
Manet guarda al quadro di Rubens
Peter Paul Rubens, Schlosspark, 1632-5. Olio su tavola 52,5 x 97 cm. Kunsthistorisches Museum, Vienna
3. Édouard Manet, Le Déjeuner sur l'herbe, 1863. Olio su tela, 208 x 264 cm. Musée d'Orsay, Parigi.
Divenne la principale attrazione del Salon Refusées. Il soggetto è abbastanza strano: due fratelli, una donna nuda e un'altra con la vestaglia.
Fa riferimento a due opere:
- Tiziano, Il concerto campestre, 1510. Olio su tela 118 x 138 cm. Musée du Louvre Parigi;
- Raimondi Marcantonio, da un disegno di Raffaello, Il giudizio di Paride,
Questi due quadri sono mitologici quindi è legittima la donna nuda, perché non è qualcosa di terreno, è la perfezione. Nella colazione è solo una donna, non è la perfezione.
Il secondo scandalo è la sciatteria secondo l'accademia. La mano è ben fatta, mentre tutto intorno è molto provvisorio, tranne la cesta frutta.
"E, come il critico ostile Castagnary sottolinea, 'non ci sono dettali nelle sue forme finali precise e rigorose... Io vedo dita senza ossa e teste senza crani. Io vedo basette dipinte come due strisce di stoffa nera incollate alle guance'. Inoltre, lo spazio dietro alle figure in primo piano sembra che si muova verso di noi, così che la figura più piccola che sta guardando nella parte alta della composizione a triangolo, sembra quasi che raggiunga e tocchi la mano aperta in primo piano. Invero, più noi guardiamo questo dipinto"
e più la coerenza insita nelle sue fonti sparisce.” Ha smosso la generazione successiva, sono tutti artisti che hanno preso come spunto questo quadro. Il suo realismo era molto coerente, ma non molto diverso da Courbet o Millet. Claude Monet, Le Déjeuner sur l'herbe, 1865-66. Olio su tela 240 x 217 cm. (frammento centrale) Musée d'Orsay, Parigi. Jacques Josef (James) Tissot, Le Déjeuner sur l’herbe, 1865-8. Olio su tela 30 x 52 cm. Festa, 1876 circa Olio su tela 76 x 99 cm RealtàÉdouard Manet, Olympia, 1863. Olio su tela, 130.5 x 190 cm. Musée d'Orsay, Paris Altro scandalo, mette in difficoltà diverse persone. Si tratta di una prostituta. Vi è il fatto che c’è una donna di colore con un mazzo di fiori ricevuto da qualcuno, c’è anche un gatto nero. Tutto ci riporta a un bordello. Lo scandalo stava nell’atteggiamento della donna, non si vergogna di questo, e lei che domina la scena.Quel periodo c'era una pittura da nascondere. La sua mano è sul suo sesso, è lei che decide chi. Una sorta di contropotere, una prostituta che decideva chi entrasse. Ne fecero una caricatura su una rivista. Bertall, Passeggiata al Salon del 1865. Caricatura dell'Olympia di Manet. "Le Journal Amusant" 27 maggio 1865
Alexandre Cabanel, La nascita di Venere, 1863. Olio su tela 130 x 225 cm. Parigi Musée d'Orsay
Questa non faceva scandalo, una donna che si dona in questo modo era accettabile (carattere lascivo), era molto più seducente all'occhio maschile.
Ingres Jean-Auguste Dominique, La Grande Odalisque; 1814. Olio su tela, 91 x 162 cm Louvre, Parigi
Tiziano, Venere di Urbino, 1538. Olio su tela 119 x 165 cm. Galleria degli Uffizi, Firenze
Si può definire la sua precedente. Non c'è niente di prevaricante.
Francisco Goya, La maja desnduda, 1800. Olio su tela 95 x 190 cm. Museo del Prado Madrid.
Édouard
Manet, studio dalla Venere di Urbino, 1856. Olio su tela 24 x 37 cm. Collezione privata
Édouard Manet, Cristo deriso, 1865. Olio su tela 191 x 143 cm. The Art Institute, Chicago
Tocca temi religiosi. Cambiare il linguaggio pittorico confonde lo spettatore. C’è una frattura.
Paul Cézanne, Una moderna Olympia, 1873-4. Olio su tela 46 x 55 cm. Parigi Musée d’Orsay.
C’è una bottiglia di liquore. È un borghese, si intravede dal cappello.
Édouard Manet, Il funerale, 1867. Olio su tela 72,7 x 90,5 cm. Metropolitan Museum, New York
Si accentuano il vuoto, ma anche l’episodio è importante (il funerale di Baudelaire). È come se sentisse il vuoto e lo accentuasse.
Édouard Manet, Le fifre, 1866. Olio su tela 160 x 97 cm. Musée d’Orsay, Parigi
Ricorda la pittura spagnola. L’ombra è solo iniziate non completa.
La pittura di Manet si evolve a una realtà che va oltre le figure.
Manet scrive nel
1865 da Madrid: "Velázquez da solo vale il viaggio. È il pittore dei pittori, non mi hastupito, ma rapito [...] Presso di lui ho trovato la realizzazione del mio ideale in pittura; la vista di questi capolavori mi ha dato grande speranza e piena fiducia" Édouard Manet, L'esposizione universale, 1867. Olio su tela 108 x 196,5 cm. Nastionalgalleriet, Oslo. Nella scena metta il pallone per ricordare la realtà. "Nel 1867, al tempo della seconda Esposizione Mondiale di Parigi, Manet invece di esporre al Salon, seguì l'esempio di Courbet del 1855 e organizzò, a sue proprie spese, un padiglione dove egli mostrò circa 50 dipinti. Nella prefazione al catalogo, forse scritta con l'aiuto di Zola, Manet scrive di sé stesso con il distacco prevedibile della terza persona, e spiega, di fatto, che l'artista contemporaneo non vuole protestare, ma 'è la sincerità che dà'."All'opera il carattere di una protesta, mentre il pittore vuole solo esprimere la propria impressione. Egli spiega anche che la cosa più importante, per un artista, è di esporre, perché "dopo che si guarda qualcosa per un po' di tempo, ciò che prima ci sorprendeva o perfino ci scandalizzava, diventa poi familiare". Con tali commenti, Manet va incontro a molti pittori dell'Ottocento e del Novecento che volevano sperimentare qualcosa di nuovo, e si trovarono costretti a dipingere in un modo inconsueto che strideva contro le convenzioni accettate, e che, spesso scoprirono, dopo anni e decenni, che la loro arte, inizialmente oscura, sarebbe stata assorbita in tradizioni compressibili. Al Salon del 1881, persino l'ultraconservatore Cabanel avrebbe riconosciuto, ufficialmente, il genio di Manet accordandogli la medaglia di seconda classe".
Édouard Manet, il balcone, 1868-9. Olio su tela 170 x 125 cm.
Musée d'Orsay, Parigi
Spicca un'altra modella sempre usata da lui e prende d'ispirazione
Majas on a Balcony, attribuito a Goya. 1810
Olio su tela 195 x 126 cm. Metropolitan Museum New York
Pur rifacendosi molto a Goya non lo nomina mai.
Édouard Manet, Ritratto di Berthe Morisot, 1872.
Olio su tela 55 x 38 cm. Musée d'Orsay, Parigi
È la cognata di Manet
Édouard Manet, Il riposo, 1870.
Olio su tela 148 x 113 cm. Museum of Art, Providence
È la figura che riprende più spesso.
Édouard Manet, La colazione nello studio, 1868.
Olio su tela 118 x 153 cm. Neue Pinakothek, Monaco.
Altra figura che ricompare sempre è il figlio. I due personaggi nella scena hanno stili diversi a sottolineare il fatto che sono nella stessa stanza ma su piani diversi.
Manet riempie i quadri con persone a lui care, e si può fare una seconda lettura.
Édouard Manet, Emile Zola, 1868.
Olio su tela 146,5 x 114 cm. Musée d'Orsay
In alto a destra c'è una citazione, c'è un quadro di Velasquez, uno di Olympia e c'è una stampa giapponese. C'è anche un paravento giapponese. Il soggetto ha in mano un libro.
Francesca Castellani in: "Manet e le origini dell'Impressionismo": "Prima di giudicare gli artisti ammessi, mi sembra bene giudicare i giudici", così apre l'articolo sulle pagine dell'Evénement, ed è un irreversibile capovolgimento di fronte. A stretto giro, il 4 maggio, il critico prepara il terreno di scontro annunciando la visita all'atelier di Manet, e il 7 maggio esce il resoconto, orchestrato sulla descrizione di Le Fifre: "Su un fondo grigio e luminoso si staglia il piccolo musicista, in tenuta modesta, pantaloni rossi e berretto da polizia. Soffia nel suo strumento, si presenta di faccia. Dicendo prima che il talento del signor Manet è fatto di giustezza."
semplicità, mi ricordavo soprattutto dell'impressione che mi ha lasciato questa tela. Non credo sia possibile ottenere un effetto più potente con mezzi meno complicati. E ancora: "il posto del signor Manet è al Louvre [...] è impossibile - impossibile, capite - che Manet non abbia un giorno il suo trionfo". Il dibattito sull'artista cambia così di segno, passando dall'isolamento e dall''umor nero' baudelairiano ai valori obiettivi del naturalismo nascente."
Édouard Manet, L'esecuzione di Massimiliano, 1868. Olio su tela 252 x 305 cm. Städtische Kunsthalle, Mannheim
Avvenimenti accaduti in Messico. Riferimento al Francisco Goya, El tres de Mayo, 1