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Manierismo romano all'inizio del Seicento
Alcune intuizioni sembrano anticipare le ricerche barocche sul tema della visione e del rapporto con il contesto urbano. L'elemento che più colpisce l'osservatore è il tema del graduale avanzare verso l'esterno della facciata nella sua parte centrale, una sorta di anticipazione del tema della facciata sinusoidale borrominiana, ottenuta qui attraverso passaggi non concavo-convessi, ma attraverso scatti successivi degli elementi strutturali, tesi a rafforzare l'asse centrale del tempio. Al primo ordine si passa infatti dalle lesene singole e poco rilevate, poste agli estremi della facciata, ad un primo avanzamento ottenuto con una colonna quasi in alveolo e infine con l'accostamento di due colonne, la prima in alveolo e la seconda a tutto tondo, che delimitano il portale disposte in modo gradualmente emergente verso il centro. Al contrario volendo si potrebbe leggere la facciata come un processo di rifrazione.
degli elementi architettonici dal centro all'esterno. Lo stesso processo si evidenzia in una lettura dal basso verso l'alto, in quanto al secondo ordine le colonne lasciano il posto a lesene molto meno rilevate, mentre il timpano si conclude con un coronamento a balaustra che lascia intravedere il cielo. Non si può ancora parlare di ricerca dell'infinito, ma gli spunti potrebbero essere stati importanti per gli allievi di Carlo Maderno. L'interno della chiesa è a navata unica con una cappella laterale in prossimità della balaustra del presbiterio.IL 1600 BAROCCO è una continuazione del linguaggio classico, il taglio è stato dato dai Neoclassici che condannavano il Barocco e le sue curve, ma si lavorava con gli stessi materiali, ordine architettonico e spazi legati ad una concezione Vitruviana legata alle leggi di Vitruvio. All'interno del Barocco ci sono declinazioni differenti. Due avversari sono GIAN LORENZO BERNINI (Napoli 1598-
1680 Roma) e FRANCESCO BORROMINI (Bissone 1599-Roma 1667). Il primo morirà ricco ed il secondo morirà suicida, sono due opzioni che partono dall'ammirare Michelangelo e l'architettura classica e antica. La diversità è che Borromini faceva architetture chimeriche, parte da un'astrattezza e geometria, e non dalla proporzione. Delle tradizioni Borromini cerca la parte più nuova. Villa Adriana è innovativa. Anche Michelangelo inventa un ordine ionico alla moderna, è un innovatore, crea nuove modanature, Borromini è un grande inventore di decorazioni spaziali.
Il Barocco crea un linguaggio più movimentato. È fondamentale l'idea del MOVIMENTO DELLA FACCIATA, lo schermo. Fino a Carlo Maderno lo spazio interno preme verso quello esterno. Il rapporto diventa una membrana e si muove verso avanti, si concentra sull'asse centrale, finché la facciata non si incurva. Uso di concavo e convesso.
uno sviluppo dell'architettura precedente. Bernini le monta in modo diverso.Piazza S. Pietro (Vaticano 1657) di Bernini, colonnato all'antica che si allarga a creare un'idea, un luogo della presentazione scenica in cui esprime dei concetti dati dalla storia, pittura, scultura. La piazza è completamente priva di edifici tranne la Chiesa. Notevole esempio di architettura ed urbanistica barocca, lo spazio della piazza è formato da due parti: la prima a forma di trapezio rovescio il cui lato maggiore corrisponde alla facciata con specifiche motivazioni prospettiche (annullare la grande distanza tra la piazza e la basilica) e la seconda, un ovato tondo (costruzione geometrica elementare che Borromini studia da S. Serlio, il quale a sua volta riprende dal suo maestro B. Peruzzi) con l'obelisco Egiziano al centro. I due grandi spazi sono unificati da 4 colonnati di 284 colonne e 88 pilastri che sorreggono un architrave, aventi 96 statue in marmo. Nella situazione attuale,
davanti alla piazza vera e propria troviamo un altro spazio che funge da vestibolo (Piazza Rusticucci, oggi piazza Pio XII). È solo dal Seicento che si pone la questione della piazza. Infatti papa Paolo V, nei primi decenni del secolo fa costruire da Maderno il corpo longitudinale della chiesa rinunciando definitivamente al progetto a pianta centrale di Michelangelo. È in questa situazione che si passa dalle annose questioni relative all'impianto planimetrico della chiesa, alle questioni relative alla sua facciata ed alla definizione dello spazio antistante, da trasformare in uno spazio monumentale e rappresentativo, direttamente funzionale alla basilica, ed era voluta e pensata come una piazza chiusa. Maderno realizzò la facciata riproponendo il prospetto disegnato da Michelangelo compreso l'ordine gigante, reinterpretandolo però su un unico piano prospettico, senza l'avanzamento del pronao centrale. Si ottenne così una facciata piùlarga che alta. Dopo che fu sostanzialmente finita si decise di costruire anche due campanili affiancati alla facciata. La loro costruzione si interruppe nel 1622 e le due torri rimaste incomplete al primo ordine, finiranno per aumentare le dimensioni orizzontali della facciata.
Nella prima metà del Seicento anche Bernini provò a delimitare la cupola con due campanili, per dare un maggior rilievo assiale all'edificio, ma le critiche ed il cedimento delle fondamenta gli impedirono di procedere con la costruzione. Immaginerà poi una diversa soluzione, legata alla risistemazione complessiva della piazza. Bernini, dopo un primo progetto di piazza trapezoidale, opta per una piazza ad ovato tondo, unione di due semicirconferenze che si intersecano nei rispettivi centri unite da due archi di cerchio, inoltre Bernini sosteneva che la Chiesa di S. Pietro doveva avere un portico che dimostrasse di ricevere a braccia aperte i fedeli, gli eretici e gli infedeli, maternamente.
scelta del "triplo portico" era legata all'uso processionale. E la concavità della piazza produce l'effetto "teatro": quando è piena di gente, permette alla folla di veder se stessa, come in una cavea. Il grande ordine continuo della piazza è dorico nei sostegni verticali - colonne, pilastri e lesene - e più o meno ionico (privo di triglifi) nella trabeazione. La giacitura curva implica però l'espediente di aumentare gradualmente il diametro delle colonne dalla prima alla quarta fila per compensare l'aumento dell'intercolumnio. Ciò comporta che le proporzioni delle slanciate colonne e degli intercolumni sul lato interno della piazza sono vicine a quelle del corinzio, mentre all'esterno - più massicce - sono compatibili col dorico; lo scarto proporzionale sarebbe risultato evidente soprattutto nei triglifi, che vengono soppressi anche per questo motivo. Edifici sulInoltre studiava l'antico, edifici complessi spazialmente emurariamente (Villa Adriana), era attento alle pubblicazioni sui tempi romani. È un architetto puro che inventa un modo di progettare differente, viene detto eretico, architetture chimeriche, natura geometrica è la partenza. Mentre gli altri partono dal rapporto tra uomo e spazio, Michelangelo è uno dei suoi studi. Incontra Maderno e collabora al Baldacchino di Bernini in S. Pietro. Ha 25 anni e prende ispirazione dal Tempio Salomonico. Disegna in modo rivoluzionario a matita, disegni complessi e dettagliati. Tema delle volute a dorso di delfino. Scala Regia-Vaticano (1663 Vaticano) collegamento tra Piazza ed appartamento del Papa, organizzato con un espediente prospettico. La scala sembra più monumentale perché si stringe e si abbassa in prospettiva. Palazzo Barberini (1625 Roma) Bernini e Borromini lavorano insieme nello studio di Carlo Maderno ed il Pontefice gli affida il Palazzo Barberini.
Maderno poi muore e lo continua Bernini. Borromini invece è un costruttore, si forma nei cantieri, dirige i lavori. Era talmente attento al cantiere che se si accorge che sono stati sottratti materiali e a Bernini lo ammazza di botte. Borromini e Bernini litigano su questo cantiere e si dividono. Ampliando il precedente edificio della famiglia Sforza, creano una struttura ad acca, caratterizzata da un atrio a ninfeo, diaframma fra il loggiato d'ingresso e il giardino sviluppato sul retro. Dopo la morte di Maderno il cantiere passa dal 1629 sotto la direzione di Bernini sempre con la collaborazione di Francesco Borromini, cui si devono numerosi particolari costruttivi e decorativi quali l'elegante scala elicoidale nell'ala ovest del palazzo, con la quale dialoga lo scalone d'onore berniniano a pianta quadrata nell'ala est. La facciata ha due elementi preesistenti in un colle di Roma, Maderno decide di unirli attraverso una loggia, pianta a C usata per le ville.