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Volte a vela: Volte composte: Volta a schifo con padiglione: Cupola composta: Volta a crociera romanica: Volta a padiglione: Volta a botte lunulata o lunettata: Volta a schifo: Volta a crociera gotica:

Nel Romanico possiamo anche trovare una volta a botte rampante, ovvero con mezza volta a botte che serve per coprire il matroneo, oppure sono quasi sempre con arcate, vengono indicate delle unità spaziali di base nella volta a botte, le campate, tutta l'architettura Romanica è caratterizzata da queste unità, troviamo degli archi in corrispondenza dei sostegni. A Santiago de Compostela troviamo una cattedrale con volta a botte principale ed elementi in pianta che individuano le campate coperte da volte a crociera a tutto sesto che girano anche attorno all'abside, nel deambulatorio che presenta cappelle radiali, un'invenzione del Romanico, che poi furono riprese dal Gotico. Il matroneo presenta volte a botte rampanti, cioè mezza volta a botte che serve a...

sostenere la spinta della cupola. Se la volta pesa molto, ha bisogno di muri forti o contrafforti, ed in questi casi si hanno difficoltà con l'illuminazione, nel Romanico non c'era ancora un claristorio, erano cattedrali buie, la pietra non permetteva grandi finestre. La volta è sostenuta da una semivolta, la luce arriva solo dal matroneo. In alcune chiese la volta a botte si apre più in alto, ad esempio a Cluny la volta a botte è più alta dei matronei e permette la luce diretta. Nel Gotico gli elementi della volta a botte sono sostenuti all'esterno da archi rampanti e ciò permette l'apertura di finestre, perché gli elementi di spinta convogliano la forza sui contrafforti, e nel Gotico le pareti diventano vetri. Nell'Abbazia di S.Filibert (Francia, 960, qui sotto) la navata è formata da una serie di volte a botte trasversali affiancate, quindi possiamo aprire tutte le finestre che vogliamo, è un sistema.

in cui ogni campata ha la sua volta a botte, molto raro.

La Chiesa di San Pancrazio (Firenze, 931) ha una cappella ristrutturata da L.B.Alberti con una volta a botte semplicissima con però un'accentuazione dell'ordine architettonico che anche in questo caso non serve dal punto di vista strutturale. Nell'immagine accanto la volta a botte lunettata permette l'apertura di finestre nella volta a botte stessa.

La Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Calcinaio (Cortona, 1485, architetto Francesco di Giorgio Martini), presenta una volta a botte cassettonata. Nell'immagine accanto la Chiesa di Santa Maria del Popolo (Roma, 1510, Donato Bramante), presenta sempre una volta a botte cassettonata in cui uno dei cassettoni è sostituito da una finestra da cui entra la luce, una luce diaframmatica che illumina in modo asimmetrico l'abside, creando un effetto scenografico.

I PENNACCHI su cui poggia una cupola partono da pilastri che non hanno un angolo,

è un elemento architettonico che si trova spesso nelle costruzioni. Può essere di diversi tipi, come la volta a botte o la volta a crociera. La volta a botte è una struttura curva che copre uno spazio e può essere realizzata in diversi materiali, come la pietra o il cemento armato. La volta a crociera, invece, è formata dall'incrocio di due volte a botte e può essere presente in chiese o edifici religiosi. Entrambe le tipologie di volte possono essere decorate con affreschi o altre opere d'arte.ricorda quella della Grande Scuola di Atene di Raffaello, ma l'idea è che appoggia su dei muri di libri, diventati materiali dell'architettura. La volta a crociera è formata da 4 spicchi di vele ed unghie, creati dall'intersezione di due volte a botte intersecanti. È formata dalle 4 superfici ottenute eliminando le parti che rimangono al di sotto delle linee di intersezione di due volte a botte intersecanti. La volta a padiglione è ottenuta eliminando le parti che rimangono al di sopra delle linee. La volta a padiglione ha carico continuo, la volta a crociera ha carico puntuale. La volta a schifo è una volta a padiglione con la parte superiore tagliata da un piano (definizione geometrica). Nell'immagine vediamo la volta a schifo del padiglione di un Castello Piemontese, con affreschi e decorazioni. Ci sono diversi modi di incrociare le volte. Nelle Terme di Diocleziano (Roma, 298 d.C) troviamo grandi volte a crociera. Nel Goticocompaiono i costoloni nelle volte a crociera, che individuano le linee principali dellavolta e che sono staticamente indipendenti. Anche i pilastri sono importanti strutturalmente, e ciò permette l'apertura delle pareti. Qui di seguito vediamo una VOLTA A CROCIERA ESAPARTITA, ovvero divisa in 6 spicchi), ed accanto una VOLTA A CROCIERA TONDA, divisa in 4 elementi nella Basilica di S. Ambrogio (Milano 1099). L'alternanza di pilastri più grandi e più sottili forma campate quadrate che si succedono, oppure volte quadripartite rettangolari. Il Gotico Maturo (fine 1100) era caratterizzato dalla VOLTA QUADRIPARTITA, che ha una sequenza spaziale molto più serrata, forma campate rettangolari altissime, scompare il matroneo, ed il pilastro è incassonato. È detta anche volta tetrapartita. Queste campate permettono anche un telaio come struttura, baldacchini staticamente indipendenti, che creano la navata. Abbiamo vetrate enormi, pareti sottili.un’architettura meno classica e romana possibile. La VOLTA A VELA è una cupola tagliata da 4 piani verticali tangenti ai sostegni. La cupola può essere costruita sul cilindro oppure su dei pennacchi, quindi su uno spazio quadrato che con i pennacchi diventa circolare. Nella Basilica di San Lorenzo (Firenze, 1418, Brunelleschi) presenta nelle navate laterali le volte a vela. Accanto dei disegni di Filippo Brunelleschi che fa della volta a vela la sua unità spaziale di base per creare una sorta di baldacchino, elementi quadrati con 2 colonne da un lato e 2 dall’altro su cui si impostano degli archi ed abbiamo la volta a vela. In Brunelleschi tutte le misure sono proporzionate, vi è il rapporto 1:2, rapporti precisi, usa un sistema ad archi, una successione, e sopra gli archi mette il DADO BRUNELLESCHIANO che è una trabeazione virtuale, che ha architrave, fregio e cornice, si collega virtualmente e corrisponde alla trabeazione reale. Il rapporto tra

l'ordine maggiore e l'ordine minore è 1:2, la colonna è alta la metà dell'interasse. Il rapporto tra gli elementi dell'ordine architettonico fu uno studio tipico del Rinascimento, perché tutto si faceva partire dalla misura dell'uomo. Il soffitto è piano ma pensava ad una volta a botte. La Nuova Basilica di S. Pietro presenta una CUPOLA A COSTOLONI (Michelangelo 1588) su un grande tamburo: Il Pantheon (27 a.C) è inscrivibile in un cerchio, poggia sul tamburo ottagonale. La volta è autoportante e si alleggerisce in alto con un oculo aperto. La Basilica di S. Sofia (Istanbul, 537 d.C) presenta una cupola su di uno spazio quadrato, grazie ai pennacchi. La cupola è poi controspintata da semicupole laterali. La cupola centrale è sostenuta da 4 grandi piloni a baldacchino, piloni svuotati, ci puoi stare dentro, e su questi poggia tutta la struttura della chiesa. La Basilica di S. Marco (Venezia 1063) presenta

Un sistema vario di 5 cupole. Accanto la cupola della Cattedrale di S. Maria del Fiore (Firenze, 1471 Brunelleschi) è una volta a padiglione ottogonale. Le cupole moderne arrivano a grandi dimensioni e la centina era un problema per cupole così grandi, dovevano essere sistemi autoportanti. Nella la Sagrestia Vecchia di S.Lorenzo (Firenze, 1422, Brunelleschi) troviamo una cupola ombrelliforme. Queste cupole hanno una struttura a costoloni, mentre quelle più antiche sono a cassettoni, divise in meridiani e paralleli. Nella Basilica di Superga (1717, Filippo Juvarra) troviamo una cupola ovale con sia costoloni che cassettoni, Barocca. Nella Chiesa di S. Andrea al Quirinale (Roma, 1658 Bernini) troviamo una cupola ovale a spicchi. Nella Chiesa di S. Carlo alle 4 Fontane (Roma, 1644, Borromini) troviamo una cupola ovale con ottagoni e croci, simboli dell'ordine che commissionò la chiesa, la cupola si imposta su un ovale perfetto. Guardando gli interni di 4 chiese

di periodi diversi (Basilica di S. Croce Firenze 1294, Basilica di San Lorenzo Firenze, 1418, Brunelleschi, Basilica del Redentore Venezia 1577 Andrea Palladio, Chiesa in Germania) vediamo che i pilastri man mano scompaiono, e cresce l'idea di accentrare uno spazio. COLONNE ALTARE DI S. PIETRO (Bernini 1633): sono colonne tortili che sono state reimpiegate e rifatte in bronzo da Bernini, che ricita e ripropone questo tipo di colonne che erano presenti nella primitiva basilica Costantiniana. Erano 12 colonnine tortili di marmo, che erano appartenute al Tempio di Salomone a Gerusalemme. Di queste, quando fu costruita la nuova Basilica, 8 furono tolte dall'altare e messe in alcune nicchie, 2 in ognuna delle logge delle cappelle delle reliquie, nei pilastri che sorreggono la cupola. Altre 2 sono nella cappella del Santo Sacramento. Un'altra, detta "santa", stava accanto alla cappella della Pietà. Dell'ultima pare che se ne sia persa ogni traccia. La

Colonna detta "santa", custodita da un'inferriata, ricevette questo nome perché su questa, secondo la tradizione, soleva appoggiarsi Gesù Cristo quando predicava nel tempio. E per questo motivo era oggetto di venerazione. La colonna è stata traslata una serie di volte nello stesso edificio, con diverse funzioni. Non si sa da dove vengano o di che materiale siano, è come se fosse la prima colonna comparsa di quel tipo nella storia dell'architettura. Si sa solo che vennero regalate nel 300 d.C. da Costantino, e la leggenda dice che queste colonne vengono dal Tempio di Gerusalemme e che guarissero dalle malattie, ci si poggiava Gesù mentre predicava, guariva i malati di mente, la colonna veniva messa al centro e circondata da una recinzione con i malati e li chiudevano là dentro finché non guarivano. Cominciò poi ad essere chiamata "degli ossessi" o "degli spiritati" perché anticamente

vi si legavano gli ossessi mentre erano esorcizzati. Dal 1965 questa colonna si trova nel Tesoro della basilica, nella Sala della Colonna. E' molto probabile che queste colonne siano servite da ispirazione al Bernini per quelle che
Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
70 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Argot di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Bari o del prof Consoli Gian Paolo.