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Lezione del 1/11/2016 – Architettura greca parte III
Il regno ellenistico
Come già detto in precedenza, l'utilizzo dell'ordine dorico nei templi in epoca ellenistica andò via via a perdersi, poiché era ritenuto poco adatto a rispondere ai problemi compositivi come ad esempio quelli del triglifo ad angolo. Fino ad una certa epoca le regole generali degli ordini riguardarono esclusivamente gli elementi costitutivi dell'edificio e non l'intero organismo architettonico, ma da una certa epoca in poi, nell'età ellenistica (dal 323 a.C., morte di Alessandro Magno, e il 31 a.C, Battaglia di Azio) intervennero una serie di modifiche metriche che assumono un senso solo se si precisa la loro collocazione nel complesso dell'edificio e se sono vista da una certa distanza. Si tratta di correzioni ottiche, graduate e rese abilmente impercettibili, che, per sortire il loro effetto, richiedono una visione d'insieme. Processo di
Elaborazione delle arti: idea di unificazione tra mondo occidentale e mondo orientale
Tempio di Athena Polias a Priene, presso Mileto, Turchia (340 a.C.)
È un tempio ionico, monumento dell'Asia Minore, iniziato nel 340 a.C. circa e terminato nel 334 a.C. Fu uno dei progetti con il quale Alessandro Magno, giunto in Asia in veste di conquistatore dell'impero persiano, decise di identificarsi, proseguendone la realizzazione. Il progetto era impostato su una doppia maglia ortogonale, il cui rapporto tra lunghezza e larghezza era il doppio. Il crescente interesse per la regolarità planimetrica era tipica dell'architettura ellenistica. I capitelli ionici seguono il modello di eleganza greca ed ispireranno poi Sir Robert Smirke per il colonnato esterno del British Museum, seppur egli decise di correggerli sostituendo al basamento asiatico quello classico.
Tempio di Apollo a Dydima, presso Mileto, Turchia (300 a.C.)
L'ambizione quasi arrogante che diedero questi
templi asiatici troverò espressione ancor più magnifica nel colossale tempio di Dydima. Dydima fu, al pari di Delfi, la più rinomata stazione oracolare di tutto l'antico mondo ellenistico, menzionata dai Greci. Esso rappresenta uno dei più grandi templi dell'epoca antica, con colonne alte 19,40 m, le più slanciate di tutti i templi greci. Dal precedente arcaico riprendeva la pianta insolita, con un cortile a cielo aperto a sostituzione della cella, che conteneva un sacrario a forma di tempietto ionico. Il pronao con una profondità accentuata portava ad un vestibolo dove presumibilmente si pronunciavano gli oracoli, accostato da due strette rampe in pietra che portavano al piano superiore, e dotato sul lato occidentale, decorato con colonne corinzie, di una rampa di 24 scalini che portava alla grande corte scoperta. Le pareti della corte erano prive di ornamentazioni fino alla quota di 5,25 m, sopra la quale correva una serie di pilastri con
capitelli e fregi riccamente scolpiti. Questa decorazione era probabilmente tardo ellenica, a differenza delle basi delle colonne, o dei capitelli ad angolo ornati da teste di toro, busti di divinità e mostri alati, sicuramente risalenti all'epoca romana.
Tempio di Artemide Leucofriene a Magneria
Era un tempio ionico ottastilo di epoca ellenistica. Il tempio sorgeva su un basamento costituito da otto gradini, con il penultimo avente una pedata maggiore per consentire una sorta di percorso intorno al perimetro. Le colonne, 8 sul lato corto e 15 su quello lungo, sono snelle e slanciate e sono ravvicinate l'una con l'altra (intercolunnio ravvicinato). Il tempio era privo di colonnato interno. Si ha poi l'introduzione di aperture simili a porte o finestre nelle pareti che minimizzano la classica separazione greca dei frontoni. La finestra infatti non era una caratteristica dell'architettura monumentale greca, dato che i templi erano considerati come una
scultura a se stante, visibile dall'esterno. Alcune finestre erano comunque presenti già nell'eretteo e nei propilei di Atene. Gli elementi che costituiscono l'ordine presentano forme, decorazioni e proporzioni che divennero poi canoniche nell'architettura romana. Si ha grande distacco tra colonnato e cella con proporzioni totalmente nuove. Urbanistica L'attenzione dei greci per quanto riguarda l'architettura si era sempre posata sugli edifici pubblici, in particolar modo sul teatro. Tutte le funzioni pubbliche prendevano luogo nell'agorà, la piazza della città. All'interno di questa una tipologia molto interessante era la Stoà, un porticato che definiva degli spazi pubblici accostanti la piazza, in cui spesso si teneva il mercato. Questi elementi potevano fungere da collegamento tra le varie parti dell'agorà o tra edifici oppure come riparo contro le intemperie. La vita pubblica prevaleva sulla vitaprivata. L'adozione di elementi quali semicolonne o colonne collegate a pareti indicavano chiaramente la fine della concezione classica che dava importanza all'integrità della colonna e dei setti murari come elementi distinti. La nuova concezione nata in epoca ellenistica, spinta anche dalla fine dell'interpretazione del tempio come tipo edilizio dominante, stimolò gli architetti ad orientarsi verso una disposizione degli edifici in un certo senso più corretta, secondo un ordine geometrico e non più a concentrarsi sulla giusta adozione di uno stile in un monumento.
Altare di Zeus (197-156 a.C.)
È uno degli edifici più famosi nell'arte ellenistica. Presenta dei principi compositivi che si focalizzano nel rapporto tra l'oggetto centrale e il tutto. È costituito da una grande scalinata centrale con due avancorpi a formare in pianta una forma a "U", che poggia su di un basamento costituito da altri gradini.
La facciata è insolita, diversa da quella classica dei templi greci. La caratteristica principale è il "grande fregio" continuo con la Gigantomachia. La scalinata centrale portava ad un grande vano, alto circa sei metri, circondato da un colonnato ionico continuo, che proseguiva anche lungo gli avancorpi. All'interno del vano correva lungo tutte le pareti un secondo colonnato, fatto a coppie di colonne unite da un'anima muraria. L'altare vero e proprio si trovava al centro e su di esso si trovava il "piccolo fregio", con le Storie di Telefo, figlio di Eracle e mitico fondatore della città.
Il fregio, lungo ben 120 metri, rappresenta la mitica battaglia condotta dalle divinità dell'olimpo contro i Giganti, esseri mostruosi figli del Cielo e della Terra che avevano osato sfidare la sovranità di Zeus dando l'assalto alla dimora divina.
Lezione del 3/11/2016 - Architettura romana
parte I- Linea temporale
Romolo dal 753 al 716 a.C (FONDAZIONE DI ROMA: metà VIII sec.)
Numa Pompilio dal 715 al 672 a.C.
Tulio Ostilio dal 672 al 640 a.C.
Anco Marzio dal 640 al 616 a.C.
Tarquinio Prisco dal 616 al 579 a.C.
Servio Tullio dal 578 al 535 a.C.
Tarquinio "Il Superbo" dal 534 al 509 a.C.
REPUBBLICA dal 509 al 30 a.C.
AUGUSTO PRIMO IMPERATORE dal 27 a.C. Al 14 a.C.
Con l'architettura romana si assimila una nuova percezione dello spazio. Una prima differenza che si può scorgere con l'architettura greca è proprio la diversa percezione dello spazio, mentre con l'architettura greca si prediligeva sfruttare gli ambienti esterni l'architettura romana si focalizza invece negli ambienti interni, utilizzando nuovi materiali e sfruttando tecniche costruttive, alcune già note, ma mai pienamente adoperate.
Il territorio
È importante introdurre l'argomento parlando del territorio in cui tale architettura si sviluppò.
Il territorio di Roma presenta caratteristiche morfologiche particolari, come ad esempio i 7 colli, la vicinanza al mare e la presenza di laghi e corsi d'acqua, tra cui il Tevere, che i romani seppero sfruttare al meglio. Da essi fu possibile prelevare l'acqua per soddisfare le esigenze primarie del popolo e portarla nelle città.
Importanti erano anche le mura Serviane che circondavano Roma. Le mura definivano lo spazio della città, separando quest'ultima dalla campagna, ma avevano anche uno scopo difensivo e di definizione di tutta una serie di fattori importanti per la civiltà di Roma come ad esempio la delimitazione e la separazione di luoghi e spazi diversi come i cimiteri e le tombe, che non potevano essere all'interno delle mura, almeno fino al medioevo. Con l'architettura romana cambia anche la composizione dell'architettura. Con il costruito in età ellenistica, inizia una serie molto
Importante di esperienze che porteranno ad una diversa composizione di architettura che si focalizzerà in età repubblicana sulla costruzione di santuari localizzati in diverse zone di Roma. Sidelinea così il concetto di simmetria e assialità, la grandezza definisce e contribuisce ad identificare la monumentalità dell'edificio. Importante per capire l'architettura romana sono i fori romani, i luoghi dove convergevano le funzioni che in Grecia erano divise, vale a dire quelle civili e religiose, il fulcro sociale per eccellenza.
Lezione del 8/11/2016 – Architettura romana parte III
Il teatro greco e romano
Ogni città di medio grandi dimensioni si dotava di almeno un teatro di modeste dimensioni che in genere era in grado di ospitare tutto il popolo della città. Inizialmente gli spettacoli erano a scopo religioso e costituiti da cori e musiche che dovevano rappresentare un tentativo di instaurare un legame col divino. In genere lo
Lo spettacolo iniziava con musica e cori per poi passare a spettacoli recitati. Le parti recitate potevano inscenare commedie, tragedie, ecc. Nel tempo, il teatro si evolverà accompagnando di pari passo l'evolversi della società e della letteratura. Gli spettacoli potevano essere religiosi, spesso a cadenza annuale, ma col tempo divennero sempre più frequenti spettacoli di intrattenimento. I materiali da costruzione erano essenzialmente lignei, poiché inizialmente il teatro era concepito come una struttura temporanea e solo successivamente diventerà stabile.
Il teatro greco era solitamente situato in mezzo alla natura, spesso chiuso intorno a colline o con l'affaccio sul mare, ma comunque in zone facilmente accessibili, ed era solitamente a semicirconferenza. La scenografia era molto importante ed era costituita per la maggior parte dall'ambiente naturale stesso, per cui gli spettacoli avvenivano in determinate ore della giornata.
Potevano esser disposti alcuni teli o pannelli per completare la scenografia ma comunque non andavano a coprire la visuale dell'ambiente circostante, che appunto era la scenografia vera e propria. Dunque il teatro greco era concepito con questa particolare caratteristica.