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Basilica di Santa Maria alle Carceri (Prato, 1485-1490)

Viene considerata un capolavoro architettonico del primo Rinascimento, tappa cruciale della riflessione sugli edifici a croce greca. Ispirata alla Cappella dei Pazzi di Filippo Brunelleschi fu completata esternamente solo nel 1506. Sangallo riprese questo modello come base per il proprio progetto della nuova basilica di San Pietro a Roma. La struttura è a quattro bracci uguali della croce greca - mezzi cubi sormontati da semicilindri - lasciano al centro un vano cubico, sul quale si imposta la cupola emisferica. Il rivestimento adotta la bicromia tipica dell'architettura pratese e del romanico fiorentino, in forme però originali: l'ordine inferiore suggerisce un classico telaio sorretto da slanciate lesene binate sugli spigoli, che doveva essere riprodotto nell'ordine superiore per concludersi con un timpano. Tutti gli spigoli sono segnati da una serie di membrature in pietra serena (lesene angolari con

Palazzo Gondi (Firenze, 1490)
Fu edificato in Piazza San Firenze da Giuliano da Sangallo nel 1490 prendendo come esempio altri importanti capolavori di edilizia signorile in città. Tra gli elementi mutuati da queste opere precedenti c'è la forma cubica impostata attorno a un cortile centrale, il bugnato digradante su ciascuno dei tre piani verso l'alto, finestre centinate sulle cornici marcapiano, il cornicione.
L'elemento più innovativo è il disegno delle finestre, con il profilo delle pietre disposto a raggiera. Le finestre del secondo piano inoltre vennero realizzate impercettibilmente più alte, per compensare otticamente lo scorcio prospettico.
Simone del Pollaiolo, detto Il Cronaca (1457-1508)
Capomastro degli scalpellini di palazzo Strozzi, seguì la copertura della sagrestia di Santo Spirito, la Saladel Consiglio Maggiore (salone dei cinquecento) in Palazzo Vecchio e lavortava all’Opera del Duomo. Secondo Vasari costruì anche San Salvatore al Monte (alcuni dicono che sia opera di Giuliano da Sangallo). San Salvatore al Monte (Firenze, 1475-1498) La facciata della chiesa, molto semplice e incorniciata dai tipici cipressi toscani, presenta superfici intonacate interrotte solo dal portale e dalle finestre a timpano. Queste presentano l'innovazione rappresentata dall'alternarsi di timpani semicircolari e triangolari, fin tutta la lunghezza della navata, caratteristica che sarà in seguito ripresa in molte chiese e palazzi italiani e non solo (per esempio nella corte degli Uffizi dal Vasari), ma già visibili nel secondo ordine del Battistero. L'interno, di elegante e raffinata semplicità, risente delle influenze classicheggianti dell'Alberti e di Giuliano da Sangallo: la bicromia dell'intonaco e della pietra forte rende più

Marcati gli elementi architettonici con una sobrietà in linea con i dettami francescani, come il tetto, a capriate. Sull'unica navata si aprono cinque cappelle per parte coperte da volte a botte, scandite da un doppio ordine di lesene in pietra forte di stile dorico. È l'unico esempio a Firenze di profilo basilicale contemporaneo alla monosala con cappelle laterali.

Salone dei Cinquecento (Palazzo Vecchio, 1495-1560) Savonarola dispose che fosse creato il Consiglio dei Cinquecento o Maggior Consiglio che dopo la cacciata dei Medici avrebbe offerto sede per il governo della Repubblica di Firenze. In linea con i principi di rigore savonaroliani, la sala era molto spartana e quasi priva di decorazioni, ma lo sforzo ingegneristico per la sua costruzione fu grande. Nel '500 poi, per volere del gonfalone Pier Soderini, il salone fu affrescato da Michelangelo e Leonardo, rispettivamente con la battaglia di Cascina e la battaglia di Anghiari, entrambi capolavori andati distrutti.

Con l'ascesa del Granducato di Cosimo I il Salone dei Cinquecento, da luogo di celebrazione della potenza della Repubblica, divenne allora il salone di rappresentanza del duca. Per accentuare l'imponenza della sala, il Vasari, che vi lavorò dal 1555 al 1572, innalzò il soffitto di ben 7 metri, coprendo il sistema di capriate concassettoni decorati. Alle pareti Giorgio Vasari dipinse con aiuti sei scene di battaglia che rappresentano i successi militari di Cosimo I su Pisa e Siena. Donato Bramante (1444-1514) Formatosi a Urbino, fu attivo dapprima a Milano, sotto Ludovico Sforza assieme a Leonardo, quindi a Roma, dove progettò la Basilica di San Pietro, la sua opera è confrontata dai contemporanei all'architettura delle vestigia romane. È massiccia l'influenza di Vitruvio (ordini vitruviani), Alberti (elaborazione plastica dello spazio), Brunelleschi (impiego dell'arco su colonne) e Francesco di Giorgio Martini (pilastri senzabase).
Santa Maria presso San Satiro (Milano, 1482-1486)
A causa di una profanazione l'antico sacello di San Satiro fu ristrutturato. Era una piccola costruzione a pianta centrale di origine carolingia con varie nicchie e colonnine articolato. Pur avendo a disposizione un'area di piccole dimensioni, costruì un edificio di respiro veramente monumentale: un corpo longitudinale a tre navate, sorrette da colonne di spoglio di altezze diverse, con uguale ampiezza tra navata centrale e bracci del transetto, entrambi coperti da poderose volte a botte con cassettoni dipinti che evocavano il modello di Sant'Andrea dell'Alberti. L'incrocio dei bracci presenta una cupola, immancabile motivo bramantesco, ma l'armonia dell'insieme era messa a rischio dall'insufficiente ampiezza del capocroce che, nell'impossibilità di estenderlo (per la presenza di una strada assai frequentata), venne "allungato" illusionisticamente, costruendo una finta.

ingresso.Tribuna di Santa Maria delle Grazie (Milano, 1463-1490)

L'architetto impostò due nuovi absidi laterali grandi il doppio rispetto alle cappelle preesistenti e un coro molto allungato terminante con un'altra abside. La differenza di scala la si può notare anche in sezione: infatti il progetto bramantesco è alto il doppio rispetto a quello precedente e termina con una cupola semisferica che è la più alta costruita dopo quella di Santa Maria del Fiore. La tribuna venne completata dopo la partenza di Bramante; questo si può notare dalla contrapposizione tra l'ordine geometrico tipicamente rinascimentale e l'eccesso di decorazioni tipicamente lombardo.

Duomo di Pavia (dal 1488)

Il progetto prevedeva un corpo con tre navate, affiancate da nicchie semicircolari, nell'asse longitudinale, innestato su un corpo centrale triabsidato, 60 con transetto a tre navate, e dominato da una grande cupola, raccordata mediante

pennacchitriangolari all'ottagono irregolare dei pilastri. Completavano l'impianto vani ottagonali absidati postitra i bracci della croce e destinati a sagrestie. La pianta è costituita da una croce greca imperfetta, inquanto il braccio d'ingresso, a ovest, risulta più lungo degli altri in quanto ha una campata in più deidue bracci del transetto, a nord ed a sud, e di quello del presbiterio. Al di sotto della chiesa si trovaun livello interrato con una cripta voltata attribuita a Bramante, oltre a resti medioevali.

Piazza Ducale (Vigevano, 1492-1494)
La sua costruzione iniziò nel 1492 per volere Ludovico il Moro come anticamera del castello ormaitrasformato in palazzo ducale, e fu ultimata nel 1494. È edificata su tre lati (il quarto è occupatodalla Chiesa Cattedrale di Sant'Ambrogio) con edifici omogenei con facciata e portici uniformi acontorno di un foro che ricalca il modello romano descritto da Vitruvio. I prospetti

sopra il porticato sono tutti allineati e hanno gronda continua.

Chiostro di Santa Maria della Pace (Roma, 1500-1504)

L'architettura presenta un linguaggio severo e privo di decorazione; in questo Bramante si distacca dal periodo milanese, durante il quale, forse per influenza delle maestranze locali, realizzava opere con un ricco repertorio decorativo.

Il chiostro, su pianta quadrata, è realizzato utilizzando elementi architettonici e compositivi ripresi dall'architettura romana. Il primo ordine presenta archi a tutto sesto poggianti su pilastri ed inquadrati da paraste e dalla soprastante trabeazione: si tratta di una delle prime applicazioni seriali di tale soluzione architettonica. L'ordine superiore è altrettanto innovativo nel mancato uso di strutture ad arco: infatti è costituito da pilastrini e colonne alternati che sostengono la trabeazione.

Lo schema del chiostro mostra la sovrapposizione degli ordini classici: il dorico per i pilastri del piano terreno,

lo ionico per le paraste, l'composito nel loggiato superiore, secondo una caratteristica ripresa dall'osservazione di monumenti classici come il Colosseo.

Cortile del Belvedere (Roma, 1506)

I lavori iniziarono tra il 1504 ed il 1505 ed erano inizialmente finalizzati alla sistemazione dell'area a giardino e alla realizzazione di uno spazio adeguato per la collezione di sculture antiche di Giulio II. Il progetto ebbe un'evoluzione a causa del desiderio del papa di raggiungere il Belvedere dai suoi appartamenti. Bramante propose due corridori paralleli. Il grande spazio che risultò tra i due corpi di fabbrica, fu diviso in tre terrazzamenti a quote differenti, destinati ad accogliere giardini e collegati da scale e rampe. Si formò così un grandioso cortile rettangolare organizzato su tre livelli; in seguito lo spazio unitario fu interrotto da corpi di fabbrica trasversali, alterando il progetto bramantesco e creando tre cortili separati.

Evidenti nel progetto

a Primigenia, il tempio di Apollo a Delphi e il Pantheon a Roma. Bramante era noto per la sua abilità nel combinare elementi classici con nuove idee architettoniche, creando così uno stile unico e innovativo. Le sue opere sono caratterizzate da una grande attenzione ai dettagli e da una perfetta armonia tra forme e proporzioni. La sua influenza si estese anche oltre l'architettura, influenzando anche altre forme d'arte come la pittura e la scultura. Bramante è considerato uno dei più grandi architetti del Rinascimento italiano e il suo lavoro ha lasciato un'impronta indelebile nella storia dell'arte e dell'architettura.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
71 pagine
25 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher TheLibrarian di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Pacciani Riccardo.