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THOMAS MALTHUS

Tra il 1600 e il 1700 in Inghilterra si ha la nascita delle enclosures, chiusura delle terre comuni o

demaniali che di fatto vengono acquisite dai baroni. Questo provoca il fatto che gran parte della

popolazione agricola venne spinta nelle città (questo perché le terre comuni permettevano una

sussistenza che dopo le enclosures non viene più garantita), da questo si ha la nascita

dell’urbanesimo (inurbazione di masse ingenti della popolazione). A questo si lega poi il fenomeno

del pauperismo (insieme di nuove povertà causate dalla spinta della popolazione verso le città le

quali non dispongono né delle strutture idonee per ospitare la popolazione, né delle strutture per

garantire ad essa di vivere in condizioni di sussistenza). In questa fase si ha anche la nascita del

fenomeno del MACCHINISMO, cioè l’applicazione al settore manifatturiero di nuove tecnologie

meccaniche che permettono di sviluppare la produzione ed aumentare la produttività.

Urbanesimo e pauperismo (generati dallo sviluppo inglese tra il 1600 e 1700), si legano in quanto,

tra il 1600 e il 1700 si verificò lo spostamento di grandi masse di popolazione verso le città alla

ricerca di sussistenza e lavoro, molti individui, spinti ad abbandonare le campagne, si trovavano ad

essere impossibilitati a raggiungere la sussistenza.

Il problema che si pone Malthus nel suo “saggio sulla popolazione”, riguarda quindi, il limite di

crescita che può raggiungere la popolazione senza generare insussistenza. Secondo lui la crescita

troppo rapida della popolazione non po’ essere retta da una proporzionale crescita dei mezzi di

sussistenza. Questo perché mentre la popolazione aumenta secondo una progressione geometrica

(2-4-6-8), le risorse aumentano secondo una progressione aritmetica (1-2-3-4), questo genera

quindi uno squilibro che prima genera un effetto illusorio, ma subito dopo effetti negativi che

porterebbero a eventi catastrofici che riporterebbero ad una situazione di equilibrio. Il cosiddetto

“Malthusianesimo”, cioè l’idea che il salario sia soggetto ad una legge bronzea o ferrea del salario,

cioè se si aumenta il salario, sia ha un effetto illusorio che porta ad un incremento della popolazione

non accompagnata da una proporzionale aumento delle risorse, causando quindi un ritorno alla

condizione di equilibrio.

Per Malthus è quindi necessario il mantenimento del salario sul livello di sussistenza al fine di evitare

l’effetto illusorio a causa del quale ci sarebbe stato un aumento della popolazione.

Questa tesi di Malthus resta in piedi, come sostiene Mill, solo se la produttività fosse rimasta sempre

la stessa (produttività statica), cosa che non è avvenuta, determinando l’inesattezza della teoria

Malthusiana.

Con Malthus non ci si occupa soltanto della produzione della ricchezza e della sua distribuzione nel

sistema economico, ma ci si occupa anche della CRISI del sistema economico. Il sistema economico

quindi deve essere studiato anche per comprendere i meccanismi che lo inceppano.

RICARDO

Ricardo da una spiegazione sulla duplicità della teoria del valore lavoro (contenuto e comandato).

Di questa contraddizione Smith non se ne era reso conto in quanto, Smith non è che non si accorge

della contraddizione ma la considera una differenza causata dal fatto che la società si è evoluta. In

una società in cui non vi è dipendenza del lavoratore rispetto al datore di lavoro vige il principio del

valoreo lavoro contenuto. In una società evoluto non c’è solo chi lavoro ma anche chi da lavoro,

quindi ci sono diversi ordini sociali che hanno bisogno di essere remunerati (profitti e rendite),

questi redditi possono nascere solo se vige il principio del valore lavoro comandato, in qui tutto il

valore non resta nelle mani del lavoratore, ma una parte di esso va a remunerare il profitto e la

rendita. Da qui nasce quindi la differenza tra le due teorie.

Ricardo però è maggiormente interessato a definire un sistema di valori relativi, e per far questo

rima di tutto deve definire una teoria univoca, un solo criterio. Nel fare questo ricardo è sempre

consapevole dei problemi che restano di volta in volta irrisolti, e delle ragioni per cui la soluzione

non può essere considerata soddisfacente.

Un punto in avanti è stato fatto da Malthus il quale indica di volta in volta i limiti delle teorie che

spingono Ricardo a cercare sempre nuove soluzioni e quindi cercare di trovare una soluzione

invariabile del valore lavoro.

Con Ricardo si mantiene lo stesso ordine di pensiero macroeconomico. A differenza di Smith, ricardo

evidenzia una serie di sotto casi.

Innanzitutto, in relazione alla teoria del valore lavoro. In questo caso l’approccio di ricardo è

totalmente differente. Fondamentale risulta inoltre essere il problema della distribuzione dei redditi

(salario, profitto e rendita). Infine, risulta essere fondamentale affrontare il problema del rapporto

tra la rendita e il profitto. Proprio in questo concetto ricardo sviluppa il concetto di “rendita

differenziale”. La rendita differenziale deriva dal fatto che le terre fertili messe a coltura siano

sempre più limitate, questo porta a mettere a coltura terre sempre meno fertili che fanno crescere

la rendita differenziale nelle terre più fertili (in quanto sono maggiormente richieste). A causa di ciò

ci sarebbe una riduzione del profitto e quindi limitare le possibilità della classe trainante l’economia

del paese. È proprio per questo che secondo Malthus anziché mettere a coltura nuove terre sempre

meno fertili, portando ad una riduzione dei profitti causata da un aumento delle rendite, conviene

importare i prodotti.

Un altro elemento molto importante da analizzare riguarda il fenomeno del “macchinismo”, ovvero

il rapporto tra introduzione di processi di produzione e livelli occupazionali.

Un altro aspetto rilevante riguarda la teoria del commercio estero espressa secondo il criterio dei

vantaggi comparati.

In generale quindi l’approccio di ricardo è un approccio macroeconomico ma nella sua opera si ha

una presa di distanza con Smith.

Detto questo quindi il problema di base per ricardo non è più la ricchezza delle nazioni, il problema

consiste nell’analisi della distribuzione del surplus, e dei modi in cui questo può essere impiegato

per incrementare la produzione economica. Tenendo conto di due fattori:

- La presenza della legge bronzea del salario

- L’assunzione di un livello tecnologico dato.

Ricardo quindi non mette al centro della propria analisi gli effetti della divisione del lavoro.

La prima obbiezione da fare è che se consideriamo, la tecnologia data, salari dati e produzione data,

come possiamo considerare la struttura dinamica del sistema economico analizzato da ricardo?

Dobbiamo tener conto di della legge economica di SAY ovvero che la concorrenza opera in modo

tale da escludere una sovrapproduzione generale per qui l’offerta trova sempre compensazione

nella domanda. Questo significa che per ricardo in ogni momento il livello della produzione è dato

da quello che l’accumulazione di capitale rende possibile.

Altro elemento fondamentale risulta essere quello della rendita differenziale.

Ogni terreno ha una certa fertilità. Detto questo è naturale che gli individui andranno prima a

coltivare i terreni con una più alta fertilità e via via gli altri. I costi di produzione dei terreno più fertili

sono molto più bassi rispetto a quelli dei terreni meno fertili. Man mano che si espande una rendita

differenziale dovuta a queste differenze, maggiore sarà la quota di surplus assorbita dalle rendite e

poiché vale il principio della legge di Say, la riduzione del profitto in quel settore, su ha una riduzione

del profitto in generale (le rendite mangeranno una parte maggiore di surplus a danno del profitto),

questo va quindi a danno dell’accumulazione in quanto questo deriva dal profitto e non dalla

rendita. Ricardo quindi dice che è meglio aumentare le importazioni anziché coltivare nuove terre.

Questo principio però vale solo se il livello di tecnologia è dato.

Un’altra teoria fondamentale della riflessione ricardiana riguarda la teoria del commercio estero.

Per Smith vale il principio dei vantaggi assoluti, ogni volta in cui la produzione di una certa merce

costa di più rispetto alla sua importazione, conviene importare, ma come abbiamo visto per questa

teoria basata su vantaggi assoluti vi è un paradosso secondo il quale per un certo paese potrebbe

risultare conveniente importare tutto, il che non è possibile.

Per ricardo quindi questa teoria non si deve basare sul principio dei vantaggi assoluti ma sui vantaggi

relativi, in base alla quale ogni paese concentrerà risorse in quei settori dove in termini comparati il

vantaggio è maggiore.

Tutto questo quindi rende sconveniente qualsiasi ipotesi autarchica, incentivando il commercio

internazionale.

Punto fondamentale dell’analisi economica di ricardo è rappresentato dalla teoria del valore lavoro.

Il criterio di ricorrere al lavoro (lavoro contenuto) è seguito da ricardo solo dopo aver sperimentato

(senza fortuna) un modello chiamato “modello grano” che sarà smentito da Malthus. Questo primo

tentativo sarà seguito dal secondo tentativo, cioè di riprendere la teoria Smithiana del valore

contenuto e di risolvere in questo modo il problema (anche se ricardo non sarà soddisfatto della

soluzione trovata). Ricardo non riuscirà a trovare una soluzione in quanto non si riuscirà a definire

un sistema di prezzi relativi sulla base di un sistema di prezzi relativi rispetto al lavoro (dibattito tra

la trasformazione in prezzi, risolto solo nel 1960 da Piero Sraffa, il quale metterà in opera un sistema

di equazioni simultanee che permetterà in termini classici, di giungere ad una definizione di prezzi

relativi, la quale però non era basata sulla struttura del valore lavoro. Questo perché partire da una

teoria del lavoro per definire prezzi relativi è analiticamente impossibile. Questo perché, per

ragionare in termini di teoria del valore lavoro, occorre assumere troppe semplificazioni troppo

distanti dalla realtà economica. Ad esempio, innanzitutto occorre dire quale lavoro, con quali

tecnologie, esiste un solo saggi di profitto o diversi ecc. a causa di questo si abbandona il criterio del

valore oggettivo e si ragionerà in termini di preferenze).

MODELLO GRANO: il saggio di profitto è il rapporto tra il profitto e il capitale anticipato, posso

calcolare questo saggio solo se le quantità sono espresse con unità di misura omogenee. Se

consideriamo quantità di grano ragioniamo in termini fisici aggirando il problema

Dettagli
A.A. 2017-2018
58 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/04 Storia del pensiero economico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carlo.pert1998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del pensiero economico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Zanini Adelino.