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CAPITOLO 5: PROCESSO LAVORATIVO E PROCESSO DIVALORIZZAZIONE
L'uso della forza lavoro è il lavoro stesso: l'acquirente della forza-lavoro la consuma facendo lavorare il suo venditore (attraverso tale processo, il venditore, che prima era solo potenza, diventa forza-lavoro in azione). Per rappresentare il suo lavoro in merci, deve rappresentarlo prima di tutto in valori d'uso, cose che servono alla soddisfazione di bisogni di una qualche specie: dunque quel che il capitalista fa eseguire all'operaio è un valore d'uso particolare, un articolo determinato.
Il lavoro è un processo che si svolge tra l'uomo e la natura, nel quale l'uomo, per mezzo della propria azione, media, regola e controlla il ricambio organico tra sé stesso e la natura: egli mette in moto le forze naturali appartenenti alla sua corporeità, braccia e gambe, mani e testa, per appropriarsi dei materiali della natura in forma usabile per la propria vita.
momenti del processo lavorativo sono: il lavoro stesso, l'oggetto del lavoro e i mezzi di lavoro. La terra (nella quale dal punto di vista economico è inclusa anche l'acqua) si trova ad essere, senza contributo dell'uomo, l'oggetto generale del lavoro umano: i pesci, l'acqua, il legname che viene abbattuto nella foresta vergine, il minerale strappato dalla sua vena sono tutti oggetti di lavoro che l'uomo si trova davanti per natura. Se invece l'oggetto di lavoro ha già subito un cambiamento mediante lavoro precedente lo chiamiamo materia prima (es. il minerale sottoposto a lavaggio). Il mezzo di lavoro è una cosa o un complesso di cose che il lavoratore inserisce tra sé e l'oggetto del lavoro, che gli servono da conduttore della propria attività su quell'oggetto: immediatamente, quindi, non s'impadronisce dell'oggetto del lavoro, ma del mezzo di lavoro. L'uso e la creazione dei mezzi di lavoro,quando l'oggetto di lavoro ha raggiunto il suo scopo finale o quando l'attività umana cessa. Durante il processo lavorativo, l'uomo utilizza strumenti e mezzi di lavoro per trasformare l'oggetto di lavoro e renderlo utile o adatto al suo scopo. Le condizioni oggettive necessarie per il processo lavorativo includono non solo gli strumenti e i mezzi di lavoro, ma anche l'ambiente fisico in cui avviene il lavoro. Ad esempio, un edificio o un'area di lavoro adeguati, canali o strade per il trasporto dei materiali, ecc. Queste condizioni sono essenziali affinché il processo lavorativo possa svolgersi in modo efficace e completo. In conclusione, il processo lavorativo umano si distingue per l'uso di strumenti e mezzi di lavoro, che consentono all'attività umana di trasformare l'oggetto di lavoro. Tuttavia, per garantire il corretto svolgimento del processo, sono necessarie anche le condizioni oggettive adeguate.nelprodotto: il suo prodotto è un valore d'uso, appropriato a bisogni umani mediante cambiamento di forma. Il lavoro si è combinato col suo oggetto: il lavoro si è oggettivato e l'oggetto è lavorato. L'operaio ha filato e il prodotto è un filato.
La materia prima può costituire la sostanza principale di un prodotto, oppure può entrare nella sua formazione soltanto come materiale ausiliario. Il materiale ausiliario viene consumato dal mezzo di lavoro, come il carbone dalla macchina a vapore, l'olio dalla ruota, il fieno dal cavallo da tiro; oppure viene aggiunto alla materia prima per operarvi un cambiamento materiale, come il colore che viene dato alla lana; oppure può aiutare a compiere il lavoro stesso, come per esempio i materiali adoprati per l'illuminazione e il riscaldamento del locale di lavoro.
Un prodotto che esista in forma finita e pronta per il consumo può tornare a divenire materia prima di un
altro prodotto, come l'uva diventa materia prima del vino. In altri casi il lavoro può congedare il suo prodotto in forme nelle quali esso sia usabile soltanto, ancora, come materia prima. La materia prima in questo stato si chiama semilavorato, come il cotone e il filo. Il lavoro consuma i suoi elementi materiali, i suoi oggetti e il suo mezzo, se necessario, ed è quindi processo di consumo. Tale consumo produttivo si distingue dal consumo individuale per il fatto che quest'ultimo consuma i prodotti come mezzi di sussistenza dell'individuo vivente, mentre il primo li consuma come mezzi di sussistenza del lavoro. Il capitalista, dopo aver acquistato sul mercato tutti i fattori necessari al processo lavorativo (mezzi di produzione e forza-lavoro adatti per le operazioni da compiere), si mette a consumare la merce che ha comprato, cioè fa consumare i mezzi di produzione all'operaio, attraverso il suo lavoro. Il processo lavorativo su base capitalistica hadue peculiarità: 1) l'operaio lavora sotto il controllo del capitalista che sta attento a che il lavoro si svolga per bene e che i mezzi di produzione vengano impiegati appropriatamente; 2) il prodotto è proprietà del capitalista e non dell'operaio, poiché il capitalista compra la forza-lavoro e i mezzi di produzione e ha incorporato il lavoro stesso: dal momento che il possessore della forza-lavoro è entrato nell'officina del capitalista, il valore d'uso della sua forza-lavoro, cioè il lavoro, è appartenuto al capitalista. Dal suo punto di vista il processo lavorativo è semplicemente il consumo della forza-lavoro da lui acquistata, merce che egli tuttavia può consumare soltanto aggiungendole mezzi di produzione. Il processo lavorativo è un processo che si svolge tra cose che gli appartengono: dunque il prodotto di questo processo gli appartiene. Il capitalista, in primo luogo, vuole produrre un valore.d'uso che abbia un valore di scambio, un articolo destinato alla vendita, una merce; e in secondo luogo vuol produrre una merce il cui valore sia più alto della somma dei valori delle merci necessarie alla sua produzione, i mezzi di produzione e la forza-lavoro, per le quali ha anticipato sul mercato il suo denaro. Ma il capitalista non pretende il valore d'uso in quanto prodotto per sé, bensì in quanto depositario del valore di scambio e specialmente del plusvalore.
Come la merce è unità di valore d'uso e valore di scambio, così anche il processo di produzione della merce deve essere unità di processo di produzione e processo di formazione di valore da cui scaturisce un plusvalore, un'eccedenza rispetto al valore del capitale anticipato.
Noi sappiamo che il valore di ogni merce è determinato dalla quantità di lavoro materializzato nel suo valore d'uso, dal tempo di lavoro socialmente necessario per la sua produzione.
produzione di essa. Questo vale anche per il prodotto che il nostro capitalista ha ottenuto come risultato del processo lavorativo: si deve quindi calcolare per prima cosa il lavoro che è oggettivato in questo prodotto.
Il processo di valorizzazione del capitale è possibile solo se il lavoro necessario alla reintegrazione del valore della forza-lavoro, che fenomenicamente si manifesta nel salario, corrisponde solo a una frazione della giornata lavorativa. In altre parole, il processo di creazione di valore è possibile se nell'equivalente pagato per l'uso giornaliero della forza-lavoro sono oggettivate un numero di ore di lavoro inferiore alla durata della giornata lavorativa prevista contrattualmente. I mezzi di produzione divengono quindi capitale non in virtù delle loro proprietà naturali ma del rapporto sociale che si instaura fra chi li possiede e il lavoratore.
Infatti, il lavoro latente nella forza-lavoro e il lavoro vivente che può
fornire laforza-lavoro, cioè i costi giornalieri di mantenimento della forza-lavoro e ildispendio giornaliero di questa, sono due grandezze del tutto distinte. La primadetermina il suo valore di scambio, l'altra costituisce il suo valore d'uso. Che sianecessaria una mezza giornata lavorativa per tenerlo in vita per 24 ore, nonimpedisce affatto all'operaio di lavorare per una giornata intera: dunque ilvalore della forza-lavoro e la sua valorizzazione nel processo lavorativo sonodue grandezze differenti. A questa differenza di valore mirava il capitalistaquando comperava la forza-lavoro.Il possessore del denaro ha pagato il valore giornaliero della forza-lavoro;quindi a lui appartiene l'uso di essa durante la giornata, il lavoro di tutto ungiorno. La circostanza che il mantenimento giornaliero della forza-lavoro costisoltanto una mezza giornata lavorativa, benché la forza-lavoro possa operare,cioè lavorare, per tutta una giornata, e che quindi ilvalore creato durante una giornata dall'uso di essa superi del doppio il suo proprio valore giornaliero, è una fortuna particolare per il compratore, ma non è affatto un'ingiustizia verso il venditore. Il capitalista ha preveduto questo caso, che lo mette in allegria: quindi il lavoratore trova nell'officina non solo i mezzi di produzione necessari per un processo lavorativo di sei ore, ma quelli per dodici ore.
Il denaro si è trasformato in capitale e le leggi dello scambio delle merci non sono state violate: si è scambiato equivalente con equivalente, il capitalista, come compratore, ha pagato ogni merce al suo valore e poi ha fatto quel che fa ogni altro compratore di merci, ovvero ha consumato il loro valore d'uso. La trasformazione in capitale del denaro del capitalista avviene e non avviene nella sfera della circolazione: avviene attraverso la mediazione della circolazione, perché ha la sua condizione nella compera della forza-lavoro.
sul mercato delle merci; non avviene nella circolazione, perché questa non fa altro che dare inizio al processo di valorizzazione, il quale avviene nella sfera della produzione. Confrontiamo ora il processo di creazione di valore e il processo di valorizzazione: quest'ultimo non è altro che un processo di creazione di valore prolungato al di là di un certo punto. Se il processo di creazione di valore dura soltanto fino al punto in cui il valore della forza-lavoro pagato dal capitale è sostituito da un nuovo equivalente, è un processo semplice di creazione di valore; se il processo di creazione di valore dura al di là di quel punto, esso diventa processo di valorizzazione. Inoltre, se confrontiamo il processo di creazione del valore col processo lavorativo, quest'ultimo consiste nel lavoro utile, che produce valori d'uso: qui il movimento viene considerato qualitativamente. Il medesimo processo lavorativo si presenta invece solo dal suo latoquantitativo nel processo di creazione del valore