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NASCITA UNIVERSITA'
modo di organizzazione dello studio del diritto
Nello studio del diritto didattica e studio vanno di pari passo, sono
sostanzialmente la stessa cosa.
La riscoperta di questi testi romani (Digesto e compilazione giustinianea) e la
lettura di questi volumi attira in brevissimo tempo una serie di persone che da
ogni parte d'Italia iniziano a confluire nella città di Bologna per ascoltare proprio
l'insegnamento giuridico.
Perchè giungono così tanti studenti?
Le ragioni sono sia di carattere ideologico-teorico, sia di carattere più pratico.
Da subito lo studio del diritto è inteso anche come studio dell'equo, del giusto,
per cui c'è questa fondamentale motivazione per cui si crede che scoprire la
legge e studiare il diritto significa anche scoprire l'ordine divino in terra. Quindi
c'è questa tensione di fondo.
Poi risulta abbastanza chiaro che avere un tale tipo di studio comporta anche un
aspetto importante di carattere sociale, innanzitutto una maggiore autorevolezza
poichè nel tempo i giuristi venivano convocati dall'imperatore, ma poi si vede che
il giurista fin da subito ha la capacità nell'esplicitare le norme di porsi anche come
mediatore, come interprete nel senso di giustizia sociale. Diventa un consulente.
Poi vi sono delle finalità più pragmatiche, poichè avendo una tale autorevolezza il
giurista viene ben pagato.
Quindi l'attività del giurista è un'attività lucrativa, attività che in qualche modo ha
un filo di contatto con una realtà che li supera, e attività di potere in quanto i
giuristi sranno i consulenti dei giudici comunali, col tempo ai giuristi si affideranno
proprio delle magistrature comunali, quindi col tempo si vedrà che ai giuristi
saranno demandati dei compiti fondamentali.
Il fondatore dello studio didattico scientifico del diritto è Irnerio.
In reltà l' insegnamento delle scuole si struttura nel tempo, a Bologna a partire
dal 1100.
Inizialmente lo studio del diritto avviene attraverso l'incontro spontaneo tra
persone che vogliono apprendere e della persona che insegna. Per cui il maestro
insegna a casa sua. Non c'è un ambito istituzionale, non c'è una scuola
all'interno della quale si esplicita questa attività didattica e scientifica.
Questa attività viene svolta dal magister che insegna a casa propria quelle
persone che hanno voglia di sentire il suo insegnamento.
Addirittura in casa di Bulgaro si collabora all'elaborazione di uno statuto
bolognese. Da questo si nota l'autorevolezza e l'importanza che veniva dato a
questi insegnamenti, nonostante l'assenza di una forma istituzionale.
Si formano delle scuole nel senso di modo di approcciarsi al testo, di esempi di
scienza di lettura del testo.
Questo insegnamento personale si tramanda di generazione in generazione nei
primi secoli e fanno nascere delle scuole che spesso sono in concorrenza tra
loro per i vari maestri che le gestivano.
Si vede affluire un esteso numero di allievi nella città di Bologna, perchè è lì che
nasce la scuola giuridica. Agli inizi del 1200 si possono registrare da alcune fonti
circa un migliaio di studenti provenienti anche da altri regni. Quindi significa che
c'erano più magistri. Si deduce dal modo in cu veniva strutturata la lezione che
non poteva essere svolta con un numero eccessivo di allievi. Se agli inizi del
1200 c'erano un migliaio di allievi, significa che c'erano tanti magistri in grado di
insegnare. Da tanta richiesta di un insegnamento giuridico derivano tanti maestri
capaci di insegnare.
es. a Bologna c'è Piacentino, che muore nel 1592, che viene da Piacenza e si
traseferisce a Bologna, prima come studente e poi come insegnante, è uno dei
migliori giuristi
Giovanni Bassiano è un forte innovatore dal punto di vista didattico e si pone il
problema di come insegnare con efficacia il diritto, quindi introduce le
quaestiones dentro la lezione e non lo considera più un'attività extraordinaria ma
un modo ordinario, normale di fare lezione.
Giovanni Bassiano opera a Cremona e muore nel 1193.
Già nell'arco di un secolo si hanno fiorenti scuole giuridiche con eccellenti giuristi
e un certo numero non indifferente di studenti.
Il flusso degli studenti cresce esponenzialmente, e molto velocemente, e questo
crea all'interno della città anche problemi di ordine pubblico.
La città è fonte di attrazione di tutte quelle nuove competenze, e quindi vertono in
queste città un numero elevato di giovani provenienti da regni e territori diversi,
che parlano lingue diverse, che hanno diversi modi di vivere.
La città per il giovane è un'attrattiva, una novità, ma anche fonte di pericolo, dove
rischiano la vita.
Nelle fonti si trova il racconto di un giovane che si sposta per studiare e viene
assalito dai briganti, e rimane senza più denaro nè vestiti, e viene soccorso da
un monastero, e da lì scrive lettera al padre per chiedere soccorso.
Questo dimostra la forza attrattiva che aveva l'insegnamento giuridico, perchè
questi giovani erano disposti ad affrontare un viaggio lungo e pericoloso per
arrivare a Bologna a studiare diritto.
La città ha una forte attrattiva sul giovane anche perchè appunto è molto vivace,
ha un modo di vivere diverso da quello delle campagne, dai rapporti feudali.
Da una parte è molto stimolante, dall'altra parte può essere fortemente
disorientante.
Questo si ritrova nelle fonti.
La città viene stravolta da questo afflusso per ragioni pubbliche: c'è un problema
di trovare case a questi giovani.
Molto spesso nella fase iniziale gli studenti dormono e risiedono nella stessa
casa del magister, tanto è vero che nelle fonti per indicare la comunità di studio-
il magister che insegna e gli allievi che imparano- si usa il termine famiglia.
La terminologia non è causale e fa vedere che si trattava di un rapporto di fiducia
e confidenza molto più simile alla famiglia, rispetto al lavoro di bottega che
prevedeva che l'apprendista risiedesse presso il proprio maestro d'arte o di
mestiere.
Questo ha comportato anche la nascita della universitas, poichè di necessità gli
studenti si coagulavano tra loro secondo la propria natio, in quanto avevano
stessa lingua, stessa provenienza, stesso modo di vivere. Era normale che
all'interno della stessa città si incontrassero sulla base della propria provenienza
geografica e politica.
Quindi incominciano a essere intessuti legami fra individui della stessa
provenienza, si parla di natio.
Una problematica dell'epoca:
vigeva la regola secondo la quale se un mercante bolognese avesse avuto un
rapporto commerciale con un mercante parigino, e il mercante parigino che ha
ricevuto la merce dal mercante bolognese non l'ha mai pagato.Quindi si ha il
mercante che vanta un credito nei confronti di una persona della città di Parigi.
Vigeva la regola che era legittimo chiedere il pagamento di questo credito non
solo all'effettivo debitore ma ai connazionali.
Quindi questi giovani francesi che si trovavano a Bologna per studiare potevano
vedersi richiedere il pagamento di questo credito secondo regola
consuetudinaria, che ricorda la regola tipica dei popoli barbarici della
responsabilità familiare per gruppo.
Questo significa che nel 1100 c'era ancora questa regola.
Quindi c'era il rischio che studenti che arrivavano a Bologna si vedevano
spogliati dei propri beni per pagare un debito non proprio.
Si tratta di una norma dell'epoca alto-medioevale che vige ancora in questo
periodo.
Federico I con una costituzione apposita (1255-1258) riconosce agli studenti
l'esenzione da questa regola, per cui gli studenti vengono lasciati liberi e non gli
veniva richiesto il pagamento di eventuali debiti dei connazionali; quindi è una
forma di privilegio che l'imperatore riconosce agli allievi, perchè l'imperatore
capisce subito l'utilità per il suo potere dello studio del diritto.
L'insegnamento del diritto è diventato una presenza forte non solo a Bologna ma
anche in altre città.
Sostanzialmente Federico I dice hce non può essere richiesta la rivalsa dei
debiti, gli studenti hanno questo privilegio, e sono anche esentati da alcune tasse
per non intaccare quel patrimonio che gli serve per vivere. E inoltre se gli
studenti dovessero incorrere nel compimento di un reato o avessero delle
controversie da risolvere potevano chiedere di essere giudicati dai loro magistri.
Questo è tipico della mentalità medievale di individuare giudici speciali per
categorie di soggetti, non c'è l'idea di un giudice generale.
Se Federico I è venuto incontro agli allievi e ha riconosciuto un'autonoma sorte
agli allievi, significa che l'insegnamento del diritto si è radicato in modo forte.
In questa primissima parte la scuola è compresa nell'ambito di un gruppo di
studenti che pagano il magister non solo per la lezione che seguono ma anche
per l'alloggio.
le scuole nascono spontaneamente dall'incontro spontaneo dlla voglia di
insegnare e di imparare, per cui gli allievi concordano direttamente con i maestri i
compensi di tali insegnamenti; solitamente si tratta di un compenso annuale, e si
accordano direttamente quando intendano partecipare a questi insegnamenti,
poichè gli allievi non solo ascoltano ma parteciapano alle discussioni ponendo
domande.
Coltempo questo compenso del magister viene identificato con il termine
collecta, che con l'andar del tempo si articola in più voci:
-una parte di questo importo versato al maestro per l'attività didattica
-un'altra parte per l'occupazione dell'aula
-un'altra parte eventualmente per l'attività comune o i libri di testo
-un'altra parte per la struttura (problematiche di pulizia e di gestione della casa)
Quando comincia ad essere una maggiore strutturazione con più maestri e più
allievi, anche il compenso pattuito è riservato anche ai bidelli, deputati alla
conservazione dei documenti, alla gestione delle aule, della struttura.
Come si svolge concretamente questa prima fase della lezione:
durante le prime lezioni gli studenti sono pochi, ma poi aumenteranno di numero
succede che il magister al centro della stanza con in mano la pergamena che
contiene il testo di legge, e gli allievi che quasi mai posseggon un loro testo
(perchè costosissimo) si pongono per riuscire a vedere quel testo stesso tutto
intorno al maestro.
Quindi non si ha inizialmente la tipica posizione