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Il nazismo e la sua differenza rispetto al comunismo e al fascismo
Però è d'altra parte evidente che anche in questo contesto di abitudine alla violenza che caratterizza la Prima Guerra Mondiale, l'idea che un'intera razza (quella ebrea) dovesse essere vista come nemico da eliminare completamente, dai bambini ai vecchi, rappresenta qualcosa che caratterizza il nazismo rispetto sia al comunismo che al fascismo (dove almeno all'inizio ci saranno oscillazioni tra un'anima più rivoluzionaria e una più animata), ma anche ai vari regimi che si modellarono sul fascismo (in Austria, Francia, Ungheria e Polonia), ossia i "fascismi".
Va però anche sottolineato quello che abbiamo detto prima, cioè il fatto che Hitler aveva preso anch'egli Mussolini come suo modello dichiarato, almeno fino alla metà degli anni 30. Dalla metà degli anni 30 in poi, dopo i contrasti che si erano verificati nel 1934 tra Hitler e Mussolini a proposito del tentativo nazista, fallito nel 1934.
E riuscito nel 1938, di annettersi l'Austria. Dalla seconda metà '30 sarà Mussolini che si ispirerà al nazismo, ammagliato da Hitler. D'altra parte, questa reciproca replicazione di questi due regimi si basa sull'indubbia affinità delle due ideologie e sulla comune aspirazione al rovesciamento degli equilibri internazionali che erano usciti da Versailles. Anche da questo punto di vista, l'introduzione anche in Italia nel 1938 di una legislazione antisemita sul modello tedesco si spiega sia con il tentativo di imitare l'alleato nazista, ma è anche vero che già in Etiopia (conquistata nel 1936), l'Italia fascista aveva introdotto una legislazione razzista con la quale si tendeva a creare una rigida divisione tra bianchi e neri. Già prima, in Libia, aveva represso violentemente i tentativi di ribellione delle popolazioni locali giudicate come popolazione inferiori (caratteristiche tipiche del nazismo unite aLe caratteristiche autonome dello stesso fascismo). Tutti i totalitarismi sono un frutto dell'epoca della nazionalizzazione delle masse, e quindi della società di massa. In questo senso i totalitarismi non sono un residuo del passato, ma sono un frutto della modernità. Si pensi anche all'utilizzo fatto da questi totalitarismi degli strumenti della propaganda (ci sono anche dei ministri della propaganda, Goebbels in Germania). È anche una prova della loro modernità il fatto che questi regimi si basino sull'uso del partito, cioè sullo strumento principale della partecipazione delle masse alla vita politica. La funzione del partito viene però stravolta dalla sua funzione originaria: i partiti politici nascono alla fine dell'Ottocento nell'ambito dei movimenti socialisti, come modo per far partecipare le masse alla vita politica (forma di partecipazione democratica), differenziandosi dalle istituzioni politiche liberali, dove il
Partito non c'era, ma lo scontro era tra personalità politiche. La funzione dei partiti nel nazismo viene stravolta in chiave antidemocratica, parliamo di partiti unici. Nei partiti dei regimi totalitari non esiste alcuna logica democratica, nessuna forma di controllo dal basso o di dissenso. Anzi, quando all'interno di questi partiti nascono delle forme di dissenso, chi porta il dissenso viene duramente colpito, processato, condannato e ucciso. Pensiamo alla "Notte dei lunghi coltelli", dove Hitler uccide coloro che cercavano di fare un colpo di Stato ai suoi danni, oppure pensiamo alle cicliche "purghe staliniane", con cui Stalin elimina fisicamente i suoi avversari politici. Questo perché i regimi totalitari si fondano su un rapporto diretto tra il capo e le masse in una forma quasi di mistica obbedienza (pensiamo ai dialoghi e ai rapporti che Mussolini instaura con le)
Quando Mussolini verrà ucciso, si assisterà ad una cosa tipica delle manifestazioni di massa, ossia ad un capovolgimento di questo rapporto tra il capo carismatico e la massa. Tra i testimoni di piazzale Loreto c'è la folla, ma c'è un capovolgimento totale (anche fisico, visto che Mussolini viene "appeso" a testa in giù).
giù).https://teams.microsoft.com/l/file/1a9a7ab1-e412-49d5-a35e-9e7ee59586ed?tenantId=4f0132f7-dd79-424c-9089-b22764c40ebd&fileType=pdf&objectUrl=https%3A%2F%2Funibgit.sharepoint.com%2Fsites%2Fmsteams_6503f8%2FShared%20Documents%2FGeneral%2FSchiefer.pdf&baseUrl=https%3A%2F%2Funibgit.sharepoint.com%2Fsites%2Fmsteams_6503f8&serviceName=teams&threadId=19:8fa991c2ec2e4584af14d65c6c05109f@thread.tacv2&messageId=1617978207983&groupId=dc7e7230-5e2e-4d9e-b829-2e97d86d6243Tra i vari testimoni si dice che, mentre Mussolini penzola, alcuni gli dissero “fai il discorso adesso”. È unamassa di tipo diverso, un vero e proprio rovesciamento. La massa prima ti esalta e poi ti abbatte. Anche ilnazismo nelle adunate di Norimberga vede riti di questo genere.https://www.youtube.com/watch?v=sGHQGBuQmqYSono riti di massa e moderne. Il popolo, e soprattutto i giovani, viene messo sotto il regime: non è un caso cheuno degli inni più famosi
del regime fascista si chiamasse "Giovinezza", che il fascismo tentò di sostituire all'inno ufficiale. Sono giovani che vengono inquadrati rigidamente attraverso tutta una serie di organizzazioni, dalla scuola elementare (balilla, giovani italiani...) all'università (guffi, gruppi universitari fascisti...). Si sancisce la presenza obbligatoria dei giovani e della popolazione alle manifestazioni di regime e poi, accentuandosi questo carattere di controllo totale, si prescrivono i comportamenti e le parole (uso del "voi" al posto del "lei", ritenuto francesizzante; abolizione della musica e delle parole straniere). La popolazione italiana reagisce positivamente ad alcune di queste iniziative, meno ad altre. Risponde favorevolmente all'organizzazione del tempo libero con l'organizzazione dei "dopolavoro". Questi tentativi di controllo della gioventù sono l'unico vero motivo di contrasto.tra il regime fascista e l'achiesa cattolica, che aveva visto in Mussolini l'uomo della provvidenza perché era riuscito con il concordato del 1929 a chiudere il decennale contrasto tra Chiesa e Stato italiano (che secondo la Chiesa è nato a danno della Chiesa). Il riconoscimento della Chiesa dello Stato italiano avviene sotto il fascismo. La Chiesa aveva fornito anche il suo completo supporto a Mussolini con l'istituzione dei "Patti Lateranensi", in cui venne anche deciso che la religione cristiana cattolica doveva essere considerata come religione ufficiale della nazione italiana, da insegnare anche nelle scuole. In quest'ottica, fino all'introduzione delle leggi raziali, la Chiesa vede il fascismo favorevolmente. Il momento di contrasto sta nei due tentativi compiuti dal fascismo nel 1931 e nel 1938 di controllare totalmente la gioventù, abolendo le organizzazioni giovanili della Chiesa cattolica, cosa a cui la Chiesa si.Fascismo e nazismo sostengono dunque di avere un carattere popolare, e anzi, in un’epoca dominata in parte, almeno apparentemente, dalla grande utopia comunista e dall’altra parte dalla crisi del capitalismo (del 1929), fascismo e nazismo tentano di presentarsi come una terza via tra comunismo e capitalismo. Essi nascono come polemica sia al liberalismo individualista sia al collettivismo comunista. Da un punto di vista ideologico, in particolar modo il fascismo, la terza via fascista sarà quella di introdurre il corporativismo, che è nell’ottica fascista un sistema di organizzazione delle forze del lavoro e di quelle imprenditoriali, superando la lotta di classe. Il richiamo è alle corporazione del Medioevo, in cui i lavoratori di uno stesso settore produttivo, sia che fossero operai sia che fossero datori di lavoro, si ritrovavano su base settoriale in corporazioni interclassistiche per decidere i vari aspetti dell’organizzazione del
lavoro in quel determinato settore. Sono proibiti gli scioperi, perché viene negata qualsiasi forma di conflitto e contrasto, nocivo per la salute del corpo principale dello Stato. Per risolvere delle possibili controversie viene istituito nel 1927 la magistratura del lavoro. Ad un certo punto, ma siamo già nel 1939, si prova ad elevare questo sistema di conduzione della vita economica a sistema di conduzione della stessa vita politica (o meglio, quello che rimaneva della vita politica, tenendo conto del fatto che il regime abolisce nel 1926 i sindacati e dal 1929 si vota "per finta", ossia sono dei plebisciti dove si mette un sì e un no su una lista costituita da fascisti). Però, nel 1939, ma questa riforma non avrà mai attuazione poiché siamo al principio della guerra, la Camera dei deputati viene sostituita da una Camera dei fasci e delle corporazioni, cioè il principio della rappresentanza elettiva (già abrogato) viene.Rimosso in maniera ufficiale. I membri di questa Camera sono nominati dal governo direttamente da membri della democrazia del partito delle corporazioni.
Ci sono degli studiosi che sostengono che, quando parliamo di totalitarismi, parliamo solamente del nazismo e del comunismo bolscevico, mentre invece dovremmo parlare di "regimi autoritari" per i vari fascismi e di un "totalitarismo imperfetto/non compiuto" per il fascismo. Questo perché, a fianco della figura di Mussolini e del partito fascista, in Italia sopravvivono delle istituzioni della società civile diverse dal fascismo: la Chiesa cattolica, che riesce ad impedire nel 1931 e nel 1938 che Mussolini sopprima l'azione cattolica; la monarchia, e rimane anche il Senato (di nomina regia, ma sottratto di qualunque potere).
L'importanza della sopravvivenza di queste due istituzioni si vede nel momento del crollo del regime. Il 19 luglio 1943, siamo nel corso della Seconda guerra mondiale che
sta andando malissimo (infatti gli alleati angloamericani il 10 luglio sbarcano in Pantelleria, vanno in Sicilia, e risalgono la penisola), Mussolini si reca ad un colloquio con Hitler in cui tenta o di ricevere qualche aiuto dal dittatore o di ottenere la possibilità di staccarsi dalla guerra, ma Hitler non lo lascia neanche parlare. Mentre è a colloquio, a Roma c'è un terribile bombardamento e, quando i rappresentanti del partito rimasti a Roma e lo stesso re si recano sui luoghi dei bombardamenti, vengono contestati per la prima volta al grido di "pace", l'unico che viene applaudito alla richiesta di pace è il papa Pio XII. Sei giorni dopo, nella notte tra il 24 e il 25 luglio, Mussolini convoca il principale organo del Partito, il Gran Consiglio del Fascismo istituito nel 1923, e durante questo viene presentato l'ordine de