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GEOGRAFIA UMANA
Come disciplina nasce col Positivismo nell’800, come quasi tutte le scienze studiate, in seguito alla rivoluzione
filosofica del darwinismo. Nasce come scienza in Germania e ha due precursori: A. Von Humbolt e K. Ritter,
precursori della prima cattedra di geografia, che verrà poi affidata a Ratzel (deterministi). I due studiosi
andarono dove le condizioni ambientali erano più estreme. Von Humbolt va in Sud America. Ritter va nel Nord
Europa. Entrambi lasciano una serie di volumi, studi, ecc. enormi (descrivono, flora, fauna, società, ecc.). questa
è l’epoca dei grandi viaggi. Dopo la seconda metà dell’800 Ratzel avrà la prima cattedra di geografia a Berlino.
Egli sviluppò una teoria determinista, cioè sostiene che tra l’ambiente e l’uomo vi è un rapporto di causa effetto
e quindi i gruppi umani sono plasmati dall’ambiente, la società è un prodotto dell’ambiente. Questa teoria,
seppur superata, ha ancora un merito enorme perché forma l’ecologia, importanza dell’ambiente e del sistema
terra.
Qualche decennio dopo, P. Vidal de La Blache, era uno storico e si pone una domanda essenziale: se si vogliono
vedere gli effetti dell’ambiente sull’uomo e viceversa è necessario analizzare gli ambienti più sfruttati dall’uomo,
quelli più antropizzati, non quelli più estremi. Egli girò a piedi tutta la Francia e con i metodi dei geografi mappa
il proprio territorio alla ricerca di un ambiente che sia un “prodotto dell’uomo”, ne discende un’altra teoria che
ebbe molta fortuna. La scuola francese ha avuto più fortuna nel campo della geografia storia. Con Blache nasce
la scuola del Possibilismo geografico, “la natura permette e l’uomo dispone” era il motto di questa teoria.
Secondo lui l’uomo non è sottomesso alla natura, ma interferisce con essa, anzi spesso gli uomini sono causa di
fenomeni ambientali e non viceversa, nell’ambiente non c’è nessuna necessità ma solo possibilità. Possibilità
che gli spagnoli e gli europei trovarono quando arrivarono in Messico e in Sud America, hanno cambiato il
continente con le tecnologie occidentali, è cambiata la possibilità data dalle tecnologie, la terra rimane la stessa.
Non poteva studiare tutto il mondo, quindi bisogna concentrarsi sulla geografia storica e umana di un
determinato luogo, questo luogo di solito coincide con una regione (unità di ambiente, tradizione, clima, flora,
fauna, non quelle amministrative). 3
Esempi:
Pianura Padana
Acqua della Pianura Padana. Pianura alluvionale, frutto di milioni di anni di detriti portati a valle dalle montagne
dalle acque, i primi uomini che si erano stanziati vivevano in alto perché la pianura era ricoperta dall’acqua, che
man mano nel tempo viene ridotto grazie all’apporto di nuovi detriti e del lavoro dell’uomo che ha prosciugato
una terra piena d’acqua. L’acqua in eccesso servirà per coltivare la pianta del riso, che diventerà tipica della
pianura padana, sia per scopi alimentari, sia per il fatto che non ha bisogno della presenza dell’uomo sempre
i grandi latifondisti proprietari delle risaie e i contadini non risiedevano vicino alle risaie quindi non si creano
→
attaccamenti alla terra. Il grano al contrario ha bisogno della presenza costante degli uomini e quindi si crea un
lavoro comune, che necessità di comunità, laddove si coltiva il grano si sviluppano rapporti sociali più intensi,
anche una presenza più marcata del latifondista.
Arriva il momento della meccanizzazione dell’agricoltura e l’industrializzazione, che ha bisogno di energia
elettrica, costruzione di dighe, e bisogno di acqua per vari bisogni. L’acqua che era stata tenuta lontano viene
fatta riconfluire nuovamente verso Milano, dove si svilupparono i centri industriali posti al di fuori del centro
della città (Sesto primo centro industriale). L’acqua ritorna utile, viene fatta riaffluire a valle. Milano conosce la
deindustrializzazione a partire dagli anni ’80, non è più una città industriale. Le industrie non utilizzano più
acqua. La falda acquifera di Milano diventa altissima e crea grossi problemi.
Quindi a seconda delle necessità umane l’acqua viene spostata. Grazie ai Navigli Milano riesce a collegarsi con
il mare, una delle più grandi opere di canalizzazione. L’acqua è sempre la stessa ma cambiano le possibilità
umane, cambiano i mezzi.
Russia
La capitale si sarebbe dovuta sviluppare sul Mar Morto dove c’è l’Ucraina, per il clima e la possibilità di
coltivazione. La civiltà russa si sviluppa in una zona fredda, difficile, dove non cresce niente, questo perché la
zona dell’Ucraina è stata da sempre una zona di invasioni per la zona di ricchezza, di sbocco sul Mar Nero e
quindi è stata sempre invasa. Ancora adesso è una zona non facile. Non è stato possibile impiantare una capitale
che riuscire a resistere alle invasioni.
Mediterraneo
Braudell non crede nelle carte geografiche, ma questa carta è necessaria a capire la struttura comune del
Mediterraneo, mostra l’andamento orografico del Mediterraneo. La prima caratteristica del mediterraneo è
quella di essere un mare circondato quasi completamente da montagne, esclusa la parte del deserto del Sahara.
Quando non c’erano i mezzi di trasporto attuali, passare dal mare all’entroterra significava affrontare delle
montagne. I rilievi ercinici sono i massicci, di antica formazione, quelli tratteggiati, il più importante massiccio
europeo è la Peseta spagnola. I rilievi alpini sono quelli in nero, sono più recenti, i tratti bianchi in mezzo indicano
l’andamento montuoso. Braudell apre il suo libro con un capitolo dedicato alla montagna, vuole descrivere un
ambiente a lungo trascurato, l’importanza era data alla pianura padana, lui vuole dare importanza alla
montagna perché:
1) la montagna rende liberi e eguali rispetto alla pianura, questo perché è difficile da raggiungere. Pensiamo
all’impero romano, gli interessava la montagna solo dove c’erano valichi o miniere di ferro, tutto il resto non
interessava. Nel periodo feudale e delle signorie, le guardie e il controllo dei signori era difficilissimo da
esercitare in montagna, la mano del potere fa fatica ad arrivare in montagna e proprio per questi rende liberi,
anche da tante convenzioni sociali che in pianura sono obbligatorie. Rende eguali perché le risorse sono scarse
e tutti devono lavorare. In pianura i nobili non potevano lavorare perché li vedevano, coltivare la terra era
perdita di status; in montagna anche i nobili dovevano lavorare, lo stesso vale per il clero, era obbligato a
lavorare, condivide la vita con gli altri montanari. In montagna fanno fatica però ad arrivare i credi filosofici,
quando arrivarono i credi religiosi si sono radicati e diventano molto più sentiti che a valle. La montagna rende
liberi e eguali. Le risorse sono scarse e bastano fino ad un certo punto, quando mancano e vi è crescita
demografica, la montagna si spostano, sono costretti ad emigrare. Braudell la definisce fabbrica di uomini, cioè
uomini per il lavoro. 4
Nel ‘500 vi era una corrente di migrazione, venivano chiamati “milanesi”, ma erano montanari e andavano a
lavorare a Napoli (aveva 400mila abitanti nel ‘500), un documento riporta come i milanesi non spendevano soldi
li a Napoli ma li portavano a casa, il meccanismo della migrazione è sempre uguale.
Venezia accettava migranti e lavoratori dal Friuli giudicandoli BRAVE PERSONE, aveva invece le guardie che
bloccavano i lavoratori che arrivavano dall’Emilia e dalla Marche definendoli delinquenti (storicamente i
delinquenti si nascondevano nella zona del delta del Po perché era una zona difficilissima da raggiungere).
Il fatto che il mediterraneo sia circondato da montagne contribuisce a sviluppare un clima comune in tutta la
zona. Questo vuol dire avere prodotti agricoli uguali. In tutto il mediterraneo si coltivano gli stessi prodotti,
principalmente tre (la trinità agricola): grano, vite, ulivo. Questo vuol dire che, soprattutto per il grano, ovunque
dove io andrò troverò gli stessi arnesi, le stesse costruzioni, un’unità sociale. Braudell dice che cambiare “riva”
o posto nel mediterraneo non è tanto migrare, ma traslocare. Questo deriva da un fattore geografico, cioè dal
fatto che il mediterraneo ha contribuito, grazie alla montagne, un clima comune che favorisce una società
comune.
Un mare circondato da montagne ha un clima comune. Le Alpi ad esempio creano un clima sulla pianura padana.
Le colture anche sono le stesse. L’olivo pare essere originario della Palestina. Il grano viaggiava più o meno da
Ovest a Est. La carta orografica insomma non solo ci dice la questione geografica ma un fattore culturale. Il
problema della malaria (vedi sopra) fu sconfitto solo nella metà del secolo scorso. Varie bonifiche (quella
toscana cominciò con i Medici). Tema dell’acqua. Campo del possibilismo. Milano, navigli, comunicazioni
idriche. Milano è un unicum al mondo: non dovrebbe esistere o quantomeno non dovrebbe essere così
importante dato che non ha un fiume né è in una posizione strategica di difesa (tipo in cima alle montagne.
Milano non ha un fiume. Caso di possibilismo. Milano si crea i navigli. Pavia sarebbe dovuta essere la capitale
lombarda. Inoltre Milano da sempre, in termini di forma urbana è un caso unicum. Non avendo alcun tipo di
difesa naturale, ha una forma radiocentrica. Tutto punta ad essere radiocentrico. Solo adesso si cominciano a
vedere dei poli che si distaccano dal centro fisico della città. È un’eccezione perché molte città nascono così ma
poi poche si sviluppano così. Unica grande eccezione è la sua conformazione (penso alle circonvallazioni). Una
concentricità che è un caso unico. Cosa ha saputo cogliere bene Milano? La sua posizione geografica. Milano ha
il crocevia est-ovest e nord-sud della pianura padana. Sia in termini di soldati in transito, sia di merci in transito.
Linee di comunicazione (anche mare-montagna). Dopo aver parlato di montagne e pianure si comincia a parlare
di mare nel Braudel.
Notiamo che il Mediterraneo è un mare piccolissimo eppure al suo interno ha una successione di mari, tagliati
da penisole. Altro tratto edificante del mediterraneo sono le penisole. Penisola iberica, italiana, greca
(dell’Egeo), balcanica, anatolica. Braudel le chiama “pianure liquide”, cioè i mari tagliati da penisole. Il mare è
innanzitutto tagliato in due: due bacini (a Ovest il Tirreno e l’altro verso Est). Poi c’è un mare a parte