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Estratto del documento

DOPOGUERRA ITALIANO

L’Italia del dopo guerra ha subito molti danni, è in una situazione economica per

niente facile. Il problema, oltre alla crisi economica e ai danni strutturali, è

l’arretratezza del paese. Il fascismo ha sicuramente contribuito a non favorirne lo

sviluppo. L’economia italiana si reggeva principalmente sull’agricoltura.

Avviene lo spaccamento del fronte antifascista. DC dalla parte USA insieme ai

conservatori e PC (partito comunista italiano) e PSI (partito socialista) dalla parte

dell’URSS, con il tema delle appartenenze multiple.

Parti delle fonti energetiche italiane si è salvato. All’interno del fronte capitalista, in cui

le forze politiche che non hanno una visione rivoluzionaria per quanto riguarda il

capitalismo, c’è un’ala progressista e un’ala conservatrice.

In questo clima viene affrontato il tema della ricostruzione, i ceti filo-capitalisti hanno

due obiettivi:

1. Riprendere la piena opportunità dei luoghi di lavoro: fabbriche non in mano agli

operai

Alessia Di Leo – Prof. Colombo – A.A. 2017-2018

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2. Evitare la pianificazione statale

La DC era il partito egemone (nel ’48 ottiene la maggioranza) e si schiera nella parte

atlantista e sposa le cause dei ceti imprenditoriali, prima ancora di quelle dei ceti più

bassi. Aveva capito che classe media e classe imprenditoriale erano quelle che

potevano sostenere effettivamente un partito nel periodo del dopoguerra.

Le forze operaiste, PC e PSI, sposano la causa di raggiungimento di intese con le forze

contrarie. Leader del PC: Togliatti, crea una sorta di dialogo (e non di rottura) con le

forze socialiste. Non si schiera su posizioni radicali e rivoluzionarie.

C’è un problema grosso nel mondo operaio: le crisi economiche gravano sempre sulle

classi più basse. L’inflazione ha eroso i salari e coloro che ne risentono di più sono gli

operai. Il costo della vita è cresciuto di 23 volte.

L’arma più potente della sinistra era l’attivismo operaio: scioperi, manifestazioni,

opposizioni ma venne poco utilizzata. Ciò che invece spaventa le forze atlantiste (USA)

è l’enorme crescita del partito comunista.

I capitalisti avevano una strategia coerente, i comunisti no. La reazione alla crisi

bellica è che poi piano piano la situazione economica migliora per cui i prezzi si

stabilizzano ma l’Italia produce poco. Quello che ottengono gli imprenditori è la stipula

di accordi salariali nazionali, andando così a tagliare le gambe ai sindacati e alla

possibilità di ricatto delle forze operaiste che si vedono sottratto lo spazio di azione

nelle fabbriche e nelle aree locali. Non ci saranno, come chiedevano le sinistre, delle

trattative fabbrica per fabbrica o tra le diverse aree regionali, in cui le relazioni di

potere avrebbero avuto una forte influenza. Vengono stabiliti dei salariali a livello

nazionale.

In quegli anni, la politica italiana è caratterizzata dall’inizio della democrazia che

doveva ancora stabilizzarsi che viene definita “democrazia protetta” in cui, da più

parti, con più obiettivi e diverse modalità di azione, si pensa di predisporre una serie di

condizioni non necessariamente rispettose dei principi democratici che servano a

proteggere la democrazia che sta sbocciando e che deve crescere, fino a renderla

abbastanza salda da rimanere in piedi da sola. Leggi eccezionali restrittive della libertà

per tenere in piedi la democrazia.

La DC nel ‘53 fa passare in parlamento una legge elettorale perché si sta rendendo

conto che il risultato elettorale del 48 non riuscirà più ad averlo. La legge elettorale

era di tipo maggioritario, le sinistre provarono a fermarla ma non ci riuscirono.

Secondo questa legge, se qualcuno prende il 50+1% otterrà molto più del 50+1% dei

seggi. Le sinistre la definiscono “legge truffa”, gli ricorda la legge utilizzata dai fascisti

per ottenere la maggioranza.

Questa legge, però, non produrrà il risultato aspettato da De Gasperi per cui la DC non

ottiene il 50+1% alle elezioni e non ottiene il premio di maggioranza. De Gasperi esce

di scena e la legge truffa viene cancellata. La DC a quel punto dovrà fare i conti con il

problema di decidere con chi allearsi per arrivare alla maggioranza.

L’Italia avvalla la scelta europeista. Se volevano il piano Marshall dovevano accettare

le condizioni europeiste, scelta obbligata, opportunità internazionale molto grande per

l’Italia.

La DC ottiene successi elettorali, prendendo voti anche da altri partiti. Nel ’48, quando

ottiene la maggioranza, gran parte dei votanti sono monarchici che pensano a un

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fallimento della democrazia per cui votano il partito più conservatore. Nel ’53 viene

meno questo sostegno da parte dei monarchici che iniziano a votare i propri partiti.

Nel corso degli anni ’50 cambia la distribuzione italiana nei diversi settori economici.

Inizialmente erano tutti impiegati nell’agricoltura, poi negli anni ’60 si dedicano tutti

all’industria boom economico. Trasformazione molto accelerata. Il reddito italiano

cresce più di quanto succeda in tutti gli altri paesi europei, eccetto la Germania.

IL BOOM ECONOMICO E IL RUOLO DELLE DONNE E DEI GIOVANI

Dentro la società italiana compaiono due soggetti sociali, le donne e i giovani.

Sono difficili le scansioni cronologiche, si tratta di un fenomeno più che di un periodo.

1951: 7,4% delle case con acque potabili, servizi igienici interni, elettricità.

Trasformazione italiana:

Crescita del commercio internazionale

 Stabilità monetaria, lira che si consolida come moneta, tanto stabile che nel ’60

 riceverà un oscar come moneta dell’anno

Fordismo + consumismo + fine protezionismo

 Basso costo del lavoro che garantisce lo svilupparsi del boom economico

Alta disoccupazione, dalle campagne ci si trasferisce in città.

La produzione cresce, raddoppia tra il ’58 e il ’63. Effetto del Mercato Comune, cambia

il tipo di merce esportata: piccole e medie imprese, come la Olivetti (macchine da

scrivere), la Vespa, nuove tecnologie e, in particolar modo, l’industria automobilistica.

Carattere “spontaneo” del boom: fallimento piano Vanoni (piano decennale per

l’economia italiana che aveva l’obiettivo di produrre piena occupazione, ridurre lo

squilibrio tra il Nord e il Sud dell’Italia, e risanare il Bilancio dello Stato) e distorsione

dei consumi.

In questa fase nasce il familismo amorale, non la costruzione del bene pubblico, ma

interesse del bene privato.

Cambiano i dati dell’economia italiana, le ricchezze vanno in consumi di beni durevoli

ma privati, carenza di valori collettivi, consolidamento dell’idea di famiglia che si basa

su sè stessa.

Cambia il modo di progettare il futuro, i cambiamenti toccano ogni aspetto della vita

quotidiana, rapporti di genere, rapporti sessuali, consumi, si pensa a un futuro diverso

per i figli, non più limitati a continuare le orme del padre. È diffuso il declino nei

confronti della religiosità, ci sono meno praticanti, declino delle vocazioni, vuol dire un

clero sempre più anziano, clero molto rigido, non propenso ai cambiamenti.

Vi è, inoltre, un declino nei confronti della famiglia tradizionale. Prima vi era la pratica

delle festività in cui riunirsi tutti insieme, vi erano rapporti con il vicinato ma, quando

la famiglia va a svilupparsi in un contesto urbano, i rapporti con il vicinato diventano

quasi nulli, si sgretolano i modelli della famiglia patriarcale, il rapporto tra giovani e

vecchi va in crisi.

Il modello diventa la donna casalinga: icona di benessere e rispettabilità della

famiglia, dalla casa di campagna all’appartamento di città. Mentre prima la donna

faceva duro lavoro di campagna, adesso c’è un salto di qualità della vita. Dal punto di

vista sociale, la donna diventa l’icona della rispettabilità della famiglia. La donna

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diventa soggetto di consumo, i beni di consumo che si vendono sono beni per la casa,

e le donne decidono cosa di debba consumare. Sono le donne che hanno determinato

il boom economico, perché riguarda le loro scelte.

Compare la pubblicità come fattore di creazione di desideri collettivi; la

pubblicità esisteva da molto prima, ma non è mai stata così persuasiva (ora passa

attraverso la televisione); si guarda la televisione in gruppi ristretti.

Nasce un meccanismo di formazione alla consumazione giovanile (si inizia a diffondere

il concetto di consumazione tra i bambini).

Si assiste a una rappresentazione del corpo della donna attraverso i media, che da un

lato influenza il consumo e i media, dall'altro ne è frutto in quanto la definiscono.

L'idea della bellezza femminile degli anni ‘50 è l'idea che rappresenta le abitudini

consumistiche degli italiani di quegli anni, in primis le abitudini alimentari. Si sta

affermando un nuovo tipo di consumismo: in questi anni nasce la moda pret-à-porter,

la moda a livello industriale.

Un'altra profondissima trasformazione è la motorizzazione, la sua assenza

significava che il 90% degli italiani conosceva solo il posto dove era nato. Inizialmente

si diffondono i motorini (come la Lambretta e la Vespa), poi le auto a basso costo, che

venivano acquistate attraverso il pagamento a rate, pagare a rate significa che si

acquista al di sopra delle proprie possibilità: questo significa che gli italiani consumano

e hanno uno stile di vita al disopra delle proprie possibilità.

C'è una grande accelerazione della diffusione di auto: 700.000 nel 1954, 5 milioni nel

1964, 18 milioni nell’80, 21 milioni nel 1985. Fanfani inaugura il primo pezzo

dell'autostrada del sole, che porta a Riviera, dove gli italiani andranno a passare le

vacanze. Si diffondono i mezzi di trasporto, si costruiscono infrastrutture, gli italiani

iniziano ad avere tempo libero e a trascorrere le vacanze.

A ideare il progetto (i lavori iniziano nel 1956) sono Fiat, Pirelli, Agip ecc: le imprese

vogliono costruire autostrade in modo da motivare l'acquisto di auto da parte dei

cittadini italiani.

Si diffondono anche il ballo e i diversi generi musicali.

La moda e lo stile che le persone assumono in quel tempo, danno un'idea di

trasgressione e rivoluzione, indicano come si vuole essere percepiti.

Assume un’importanza diversa il mondo giovanile. Prima, appena si poteva, i

bambini venivano mandati subito a lavorare, non vivevano la gioventù ma

diventavano immediatamente merce lavoro; ne

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
58 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aleppia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Colombo Paolo.