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LE FONTI:
Esistono fonti primarie e fonti secondarie.
Le fonti della storia contemporanea sono le più numerose perchè studiando argomenti recenti c'è
un'abbonante letteratura scritta e oltre a essa si sono aggiunte nuovi tipi di fonti, tutte quelle che
provengono dai media, le così dette fonti di nuovo genere. Questo fa un'enorme differenza fra le
fonti della storia vecchia e la storia contemporanea.
Queste due caratteristiche (fonti di nuovo genere e abbondanza di fonti) portano a due effetti: il
primo è quello di voler vedere tutte le fonti: questo porta a non scrivere mai una tesi, perché non ci
sono mai abbastanza fonti. Il secondo effetto è quello di ridurre il numero delle fonti.
L'abbondanza di fonti, non vuol dire che le fonti siano tutte disponibili. Le fonti principali sono le
fonti scritte, presenti negli archivi pubblici e negli archivi privati. Gli archivi di stato, che sono
pubblici, dovrebbero conservare tutta la documentazione prodotta dall'amministrazione centrale
dello stato. Esistono poi gli archivi di stato locali che tengono i documenti statali locali (es.
Prefettura di Bergamo).
Un documento dopo 40 anni dalla creazione dovrebbe diventare consultabile. Però nascono due
problemi: il segreto di stato e la tutela della privacy. A causa di questi, da 40 anni la pubblicazione
potrebbe essere aumentata a 70 anni o più.
Gli avvenimenti e la letteratura sono molto vicini fra di loro nella storia contemporanea. Si scrive su
cose avvenute avvenute poco tempo fa.
Secondo Benedetto croce, ogni storia è storia contemporanea. Secondo lui la storia
contemporanea poteva essere equilibrata e legittimata quanto la vecchia storia. Visto che si agisce
su cose recenti lo storico ha maggiore responsabilità.
PERIODIZZAZIONE
In una concezione ciclica non ci sono problemi, ma la periodizzazione è un problema per la
concezione progressiva, perché ci sono cambiamenti. Questi cambiamenti sono periodizzati con
delle date, principalmente per comodità.
Nessun evento, neanche una rivoluzione, inizia e finisce con una data. Bisogna considerarli come
processi di transizione, più o meno lunghi.
Questi cambiamenti sono diversi a seconda del tipo di analisi che utilizzo e dal punto di vista
geografico. Le date da me importanti sono diverse da che abita in Cina o di chi si occupa di altri
ambiti.
Invece di parlare di periodizzazione sarebbe meglio parlare di evoluzione o transizione
multilineare.
Se prendiamo in considerazione invece la storia economica e sociale i passaggi sono più chiari,
come ad esempio la rivoluzione industriale.
Nel 1894 li termine rivoluzione industriale comincia ad essere usato con costanza nella letteratura
quando la prima rivoluzione industriale era terminata e iniziava la seconda.
In Inghilterra ci sono le condizioni per far partire la rivoluzione industriale. L'Inghilterra pur non
avendo una costituzione scritta è la prima ad avere ad avere una monarchia parlamentare
europea; mentre negli altri stati d'Europa si trovano delle monarchie assolute, dove il re è assoluto
in Inghilterra il monarca e i ministri devono rispondere al parlamento. Da questo discende anche
l'aristocrazia inglese che è una aristocrazia mercantile che investe i propri profitti nei commerci
coloniali e mercantili, fra cui anche il tessile. La rendite delle terre aumenta perché in Inghilterra si
passa dai sistemi di campi aperti in sistemi di campi chiusi, dove alcune terre erano lasciate all'uso
comune, dove si capì la possibilità di intensificare la produzione delle terre.
Con l'invenzione della macchina a vapore, la rivoluzione industriale fa partire anche la rivoluzione
dei trasporti. Tutti questi cambiamenti fanno capire l'evoluzione. Durante il periodo della rivoluzione
industriale in India crolla l'impero mugul, permettendo all'Inghilterra di effettuare commerci
coloniali.
L'Inghilterra, con la guerra di sette anni, mette in evidenza il suo potere rispetto alla Francia.
L'Inghilterra Africa rimane chiusa all'ingresso degli europei a causa di malattie come ad esempio la
malaria. Sarà con l'imperialismo che l'Africa viene colonizzata.
Nord America vi è un processo di rivoluzione e in sud America un processo di indipendenza.
Con gli effetti della prima rivoluzione industriale si entra in una fase di progresso e sviluppo. Negli
stessi anni si passa da una concezione ciclica a una concezione progressiva della storia.
Nella seconda metà dell'800 si sviluppa la seconda rivoluzione industriale che è una
modernizzazione più veloce della prima (che ci mise 80 anni), vedendo sviluppare i suoi effetti in
circa 40 anni. È una rivoluzione che tocca i principali stati europei industrializzati, tocca anche stati
extra europei (Giappone e Stati Uniti) da inizio a nuovi settori, fra cui chimica e siderurgia.
Toccando nuovi settori che necessitano enormi capitali entrano in gioco i ruoli delle banche in
maniera più forte della prima, ci sono inoltre scoperte scientifiche ancora più importanti della prima
e inizia lo sviluppo dei primi mezzi di comunicazione fra cui il telegrafo e la radio. Oltre a questi
principali cambiamenti, si nota la sensazione di accelerazione del tempo, dei ritmi di vita e della
trasmissione di notizie ed eventi rispetto alla prima rivoluzione industriale. La seconda rivoluzione
industriale è preparata dal trionfo del parlamentarismo con la formazione della monarchia
parlamentare.
Vi è la vittoria del liberalismo con l'evoluzione dell'Illuminismo e dei diritti della libertà del l'uomo,
libertà economica ecc.
I liberali sostengono che la sovranità è nelle mani dei cittadini che poi la delegano a, parlamento, ai
ministri e al re. Il concetto di cittadinanza però, per un liberale, è molto ristretto. Non godono di un
diritto di cittadinanza e voto le donne. Per esercitare la sovranità del voto bisogna essere istruiti e
benestanti. Bisogna avere delle caratteristiche ben specifiche.
Secondo Marx bisognava avere una uguaglianza formale e materiale.
È qui che nascono tre tipi di ideologie che arrivano fino ai giorni nostri: liberalismo democrazia e
socialismo.
Le sei caratteristiche della prima rivoluzione industriale:
- processo di industrializzazione
- Organizzazione capitalistica della produzione: si passa dal lavoro a domicilio al lavoro nelle
prime industrie nella creazione di grandi industrie (nella seconda rivoluzione industriale). Per
creare queste grandi industrie servono i capitali, quindi nascono le borse e le banche; Nasce il
fordismo, ovvero la catena di montaggio e il lavoro viene parcellizzato e ripetuto.
- Rivoluzione democratica parlamentare: cambiamenti di carattere economico e politico (vedi
sopra)
- Affermazione dello stato-nazione e identità nazionale: nasce prima la nazione, ovvero la
collettività che ha comunanza di storia, lingua, cultura. Lo stato è l'organizzazione politico-
amministrativa su quella nazione. Nasce lo stato-nazione quando decade il feudalesimo, inizia il
lungo periodo della dissoluzione feudale. Per governare uno stato ha bisogno di tre
caratteristiche: amministrare la giustizia, fare la guerra, riscuotere le tasse.
- Creazione di un sistema internazionale (globalizzazione)
- Primato dell'Europa
Processo di modernizzazione e processo di secolarizzazione
Nei processi di modernizzazione rientrano quei ore requisiti che hanno portato alla rivoluzione
industriale: conoscenza e scoperta scientifica, creazione della tecnologia, struttura economica
capace di assicurare il dominio dell'uomo sulla natura.
Da un punto di vista culturale questa somma di fenomeni si può definire secolarizzazione. La
maggiore autonomia e indipendenza dell'uomo rispetto alla tradizione. Si passa dall'ipse dixit di
Aristotele a una maggiore autonomia.
Liberalismo = politico
Liberismo = economico
La seconda metà dell'800 viene anche definita età dell'ottimismo borghese, età di grande sviluppo.
Viene superata la nostalgia del periodo classico e si sviluppa la fede nella speranza e del
progresso.
Pio IX scrive Quanta cura un elenco di quello che vengono definiti gli errori dell'età moderna.
Leone XIII scrive la rerum novarum, dove condannava gli eccessi del cspitalismo e la
proletarizzazione che privava l'uomo dalla sua devozione spirituale.
MOSSE NAZIONALISZAZIONE DELLE MASSE
Il termine è stato coniato da un tedesco George Mosse e si riferisce ad un particolare fenomeno di
carattere politico-culturale. Il pensiero liberale dell'800 riteneva che la sovranità non discendesse al
monarca per volere di Dio ma spettasse la sovranità la monarca per il consenso della nazione e
coloro che la componevano cioè i cittadini; da qui le monarchie dovevano essere parlamentari e
non assolute. Il Parlamento doveva essere eletto ma il diritto di voto, sia nella sua forma attiva e
passiva. Però il diritto di voto era ristretto e bisognava avere i requisiti minimi di censo e istruzione.
Fatta l'Italia bisogna fare gli italiani.
Il concetto di nazione è un concetto ambiguo: concezione volontaristica (grande nazione,
rivoluzione francese, mi riconosco con un atto di volontà negli ideali di rivoluzione francese, anche
se non sono francese l'esponente è Renan) e concezione naturalistica della nazione (esponente
Herder).
Per i socialisti una uguaglianza doveva essere non solo considerando i diritti ma anche una
uguaglianza economica.
Il partito politico moderno dei socialisti nasce dalla seconda metà dell'Ottocento e nascono in una
ventina d'anni. Nel 1875 nasce il primo partito: PSD (partito socialista democratico)" nel 1892 PSI
(partito socialista italiano), nel 1983 nasce in Inghilterra il Labour Party, nel 1898 in Russia nasce il
PORS, nel 1905 nasce il SFIO.
I partiti socialisti diventano degli altri stati perché adottano gli stessi meccanismi nelle varie nazioni
europee per legare le masse, anche loro si dotano di feste (1 maggio), bandiere, inni. Come una
nazione si crea una propria simbologia anche i partiti socialisti se ne creano una.
I partiti socialisti però, si proclamano internazionalisti, con l'ultima frase del partito comunista di
Marx "Proletari di tutto il mondo, unitevi." Vi è una forte appartenenza di classe.
Secondo Marx bisogna comunque partecipare alla vita politica per poi fare una rivoluzione mentre
secondo kunin no, ed è questo che fa cessare la prima internazionale.
Anche nella seconda internazionale vi fu una rottura, secondo Berudtein "il fine è nulla, il
movimento è tutto" quindi secondi lui il socialismo si costruisce gradualmente nel movimento, nella
politica di ogni giorno. Di fronte a questo movimento il fine ha una importanza meno rilevante. I<