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USA URSS

6. la costruzione di un sistema mondiale sotto l'egemonia europea conclusasi con il pro-

cesso di decolonizzazione dopo le guerre mondiali imperialismo

Asia

• Africa

un'altra caratteristica di tutte queste trasformazioni :

si passa da una dimensiona accumulativa ad una produttiva(protoindustrializzazione). Il

• mercante-imprenditore reinvestiva solo una parte di ciò che guadagnava e tesaurizzava il re-

sto o comprava terreni e beni voluttuari, simbolo di ricchezza.

L'industriale invece tende a reinvestire il suo profitto nell'azienda, al fine di renderla più

• forte. (dimensione produttiva)

Si pone nell'800 il problema di cosa sia il profitto.

Vi sono varie risposte:

risposta dei liberisti: è la remunerazione del rischio dell'imprenditore ,“il rischio d'impresa”.

➔ risposta dei marxisti: è il plusvalore, cioè il risultato dello sfruttamento che l'imprenditore

➔ attua nei confronti del proletario. Per i marxisti il valore della merce è dato dal lavoro di un

operaio, il profitto nato dallo sfruttamento è il plusvalore.

nell'800 gli strati più dinamici della borghesia sono i capitalisti che investono il proprio capitale in

attività produttive. Questi ceti borghesi, a differenza di quanto avveniva nell'antico regime, chiedo-

no anche una rappresentanza politica---> la costituzione di regimi politici sul modello della monar-

chia parlamentare inglese, fondata sulla divisione dei poteri, i cui parlamenti,eletti a suffragio ri-

stretto,danno rappresentanza ai ceti produttivi che hanno i requisiti di censo. I rappresentanti devo-

no produrre delle leggi che vadano incontro alle esigenze economiche di questo ceto. Es leggi che

controllino le associazioni sindacali operaie e limitino il diritto di sciopero.

Subito dopo la stessa esigenza, con la nascita del movimento socialista, si pone anche dalla parte dei

lavoratori che cominciano ad organizzarsi in partiti o sindacati. (1885 partito socialdemocratico te-

desco).vogliono anche loro una rappresentanza politica per temi come il lavoro minorile,le ore lavo-

rative,un'assicurazione sugli infortuni...

Un'ultima conseguenza,dal punto di vista culturale, di queste rapide trasformazioni, tocca un dibatti-

to antichissimo:

la superiorità degli antichi o dei moderni

Fino al 500 gli intellettuali erano convinti della superiorità degli antichi. Il loro modello e l'antichità

classica rappresentavano per loro la perfezione sotto tutti i punti di vista. Era dunque loro(degli illu-

ministi) compito recuperare quella perfezione spirituale, estetica,artistica dopo il medioevo. Ber-

nardo di Chartre disse “Siamo come nani sulle spalle di giganti(se ci basiamo sui loro insegnamen-

ti), così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'altezza del nostro corpo,

ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti.”

Questa concezione cambia tra 600 e 700 in conseguenza della rivoluzione scientifica(che precede

quella industriale inglese del 1750). Le scoperte di questi uomini e l'elaborazione del metodo scien-

tifico(basato sulla razionalità) convinsero gradualmente i colti della superiorità dei moderni sugli

antichi. Gli illuministi poi arrivano a teorizzare che dovesse mutare il rapporto tra ragione e realtà e

che fosse possibile sottomettere la realtà ai lumi della ragione.

Kant , alla domanda che “cos'è l'illuminismo?”, rispose: “L'illuminismo è dunque l'uscita dell'uomo

dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di valersi del pro-

Giorgia giangregorio 24

prio intelletto senza la guida di un altro, Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa

non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del

proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua

propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo”.gli illuministi portano agli estremi il meto-

do scientifico. Secondo Kant si assistette alla liberazione, attraverso i lumi, dalla inferiorità intellet-

tuale a cui l'uomo era relegato dalla superstizione. Questa nuova concezione si lega allo sviluppo

del concetto di progresso: “l'uomo, liberatosi dai propri pregiudizi, ora è in grado di governare la

realtà,per lui si apre la via di un continuo progresso scientifico,intellettuale, sociale e politico(rivo-

luzione americana e francese)”.

Il mondo dell'ancien regime era stabile perché si basava su certezze antiche( il diritto divino del re).

Il dinamismo di carattere culturale e scientifico in Inghilterra e Olanda mette in crisi.

In questo frangente storico nasce il liberalismo,come culto dei diritti dell'individuo. Da questo punto

di vista i liberali moderati apprezzano alcuni risultati della rivoluzione francese ma ne temono gli

eccessi---> democrazia

ecco perché sono a favore di un suffragio universale ristretto poiché si tratta di un diritto dell'indivi-

duo e non delle masse.

Constant

➢ Tocqueville--->viaggiando negli stati uniti iniziò a temere la società di massa.

Per questi due liberali i diritti dell'individuo corrono un rischio enorme con la società di massa.

I diritti, secondo la loro opinione, più importanti sono:

libertà di proprietà

• libertà di impresa

• libertà della propria vita privata

In una democrazia lo stato si sente legittimato ad intervenire. Se si estendono i diritti a tutti si limi-

tano qualitativamente i diritti individuali.

la sovranità, per questi filosofi, va limitata a chi ha un interesse nella gestione della cosa pubblica.

Il problema del rapporto tra liberalismo e democrazia.

Questa nuova società liberale sa che tra i più accaniti nemici alla libertà e al progresso c'è la chiesa

cattolica, pilastro dell'antico regime,legato alla fede ( monarca di tipo divino).

Già nel 1832 Gregorio XVI in un'enciclica ,che si chiamava Mirami Vos, condannava il principio

della libertà di coscienza e di stampa.

Nel 1864 Pio IX aggiungeva all'enciclica Quanta cura quelli che riteneva gli errori della società

moderna.--->socialismo,liberalismo,autonomia della coscienza...

Nel 1891 Leone XIII con l'enciclica Rerum Novarum aggiunge la propria critica nei confronti del li-

beralismo. Non è solo una condanna ideologica ma una critica degli eccessi sia del capitalismo (pri-

vare l'uomo dei mezzi di sussistenza e della sua libertà spirituale)che del socialismo(mobilitazione

operaia,lotta di classe). Da qui partono quei movimenti cattolici di ispirazione sociale che iniziano a

costituirsi in sindacati e partiti.

Il pensiero liberale nell'800

il diritto di essere politicamente attivi spettava ad un' élite di ricchi e colti che potevano sfruttare

nella maniera migliore la propria libertà. Chi non era ricco e istruito non avevano gli strumenti adat-

ti per sfruttarla. Nella seconda metà del secolo ci fu la proposta di ammettere anche altri strati della

popolazione all'esercizio di questa libertà. L'ottenimento del suffragio universale favorisce lo svi-

luppo dei movimenti alternativi a quelli liberali come ad esempio i socialisti.

Nonostante la dinamica politica dei vari paesi europei seguisse delle traiettorie differenti l'una dal-

l'altra c'è un elemento che li accomuna e cioè l'adozione del modello politico dello stato-nazione.

Cioè di un assetto politico istituzionale all'interno del quale la nazione, la comunità dei cittadini ma-

schi viene chiamata a partecipare, prima o dopo, alla vita dello stato (vita pubblica). Essi vengono

coinvolti nella vita pubblica ispirata dai diritti della nazione che erano al centro dei discorsi degli

Giorgia giangregorio 25

uomini di governo. Si parlava spesso anche di politica estera. Si affermava che la nazione aveva il

diritto di trovare il proprio benessere anche conquistando altre terre (quando si voleva fare un'altra

guerra o si dovevano fare delle scelte di politica economica). La nazione aveva la propria base fon-

dante sul principio di territorialità.

Una nazione era distinta dalle altre attraverso i confini. L'esistenza della nazione, nel corso dell'800,

è il fondamento dello stato e laddove vi erano nazioni che non avevano ancora uno stato, si afferma-

va che “tutti i mezzi erano validi per ottenere la costruzione di uno stato-nazione”.

Il criterio di nazionalità , come principio fondamentale della vita politica,nasce tra 700 e 800, con la

rivoluzione francese e i suoi avversari.

le due principali concezioni della nazione sono 2:

1) volontaristica 1882 Ernest Renan---> “la nazione è il plebiscito di ogni giorno”

(non ha molta importanza l'essere nato nel territorio ma riconoscerne le leggi ogni giorno)

2) naturalistica 1806 Johann Herder---> “per appartenere ad una nazione bisogna

essere nati in quel territorio e parlarne la lingua” (appartenenza naturale,di suolo e sangue.

Ius soli=legge del territorio e ius sanguinis )

1)la concezione volontaristica è implicita negli ideali della rivoluzione francese di eguaglianza, li-

bertà e fraternità. Si diffonde l'idea che ,per essere cittadini francesi, basta riconoscersi, con un atto

di volontà, in questi principi. A questo si lega la concezione napoleonica della grande nazione.

Quando Napoleone si espande in Europa ci si può riconoscere negli ideali della grande nazione pur-

ché si accolgano quelli della rivoluzione francese. Ecco perché la Francia smantella il suo impero

coloniale più tardi e con più fatica.

GUERRA DEL VIETNAM/INDOCINA ANNI 50

GUERRA D' ALGERIA 1962

i territori d'oltremare erano parte integrante del territorio francese perché l'importante era ricono-

scersi nello stato nazione.

2)in netta contrapposizione ed in chiave antifrancese c'è la concezione naturalistica. Nata , non a

caso, durante il periodo delle guerre napoleoniche, in Germania. (1806 battaglia di Jena).

Dopo il congresso di Vienna, nel 1830 , si aprì un dibattito “il futuro stato tedesco doveva abbrac-

ciare tutti i territori dei popoli di lingua tedesca (ipotesi grande Germania)o bisognava arrivare ad

un'ipotesi di “piccola Germania”, di cui l'Austria(è ancora impero asburgico) non facesse parte ?”

ebbe la meglio la seconda ipotesi.

Questa questione della lingua si ripropose anche in Italia dove non tutti parlavano la stessa lingua e

che nel 1861 non era ancor

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A.A. 2015-2016
54 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giada.giada. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Scirocco Giovanni.