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CAPPELLA DE PAZZI
Fu commissionata da Andrea de Pazzi, si rivela una riflessione più accurata alla precedente opera.
Ripropone quindi soluzioni già viste sofisticandole con numerosi tecnicismi. La facciata si presenta
in un primo registro porticato con grandi colonne corinzie, mentre il secondo presenta un muro
pieno cassettonato ed infine una loggia. L’arco monumentale anteriore supera il primo registro e
rimanda a soluzioni antiche. L’ambiente principale è un quadrato che si dilata e divine un
rettangolo. Il problema si creare un abside sopraelevato di qualche gradine ne fa nascere uno sulla
quota delle paraste delle restanti tre facce dell’edificio, risolta mediante una panca che corre a
perimetro.
BASILICA DI SAN LORENZO
La basilica risale al 1418 e concentra la sua riflessione per temi classici, si presenta in pianta come
l’intersezione di vari elementi geometrici. Possiede un forte strutture assiale e molte soluzioni
interne produco l’attenzione dello spettatore verso l’abside quindi verso l’orizzonte. Da qui la scelta
per una copertura a cassettoni nella navata centrale mentre a volte a vela nelle navate laterali.
Inoltre le arcate che separano navata centrale e laterali sono scanditi da archi a tutto sesto dove
sopra ai capitelli corinzi si posizione il dado brunelleschiano un elemento introdotto dall’architetto
come rimando alla tradizione classica che voleva sopra le colonne la trabeazione. In linea ad essi
la trabeazione vera e propria dei muri perimetrali presenta sopra di essa oculi centrati nell’arco.
BASILICA DI SANTO SPIRITO
Anche in questo progetto ci troviamo di fronte ad una croce latina, le navate procedono lungo il
perimetro dell’ edificio, le cupole laterali sono semicircolari pur innestandosi nella struttura in modo
squadrato e regolare. Le paraste qui sono sostituite da semicolonne quarti di colonne a seconda
della collocazione. Il progetto è postumo all’architetto ed infatti non seguì le sue scelte. Inoltre
seguendo la geometria delle cappelle si sarebbero aperti 4 ingressi sulla facciata, soluzione
inconcepibile per l’epoca.
CHIESA DI SANTA MARAI DEGLI ANGELI
La prima chiesa a pianta centrale di Brunelleschi, si ispira al tempio di Minerva Medicea a Roma.
All’esterno si presenta a sedici lati mentre all’interno a 8. Questa differenza di lati genera all’interno
otto cappelle a forma di ellissi. La cupola centrale ospitava nervature a ombrello con colonne
arcuate e trabeate che ospitavano sopra di esse lucernari tondi.
TRIBUNE MORTE o EDICOLE
Furono progettate nel 1438 e 1439 da Brunelleschi a fronte di evitare le prime crepe in
corrispondenza delle grandi nervature della Cappella della Chiesa. In pianta si presentano
semicircolari ma in prospetto sono arricchite da nicchie con colonne binate; invenzione
dell’architetto, dove la copertura è a semicalotta.
LA LANTERNA
Ci fu durante la progettazione della cupola un ulteriore concorso per la lanterna, il tempietto è alto
16 metri costruito mediante contrafforti, con archi romani semplici con volute sugli spigoli.
Brunelleschi partecipò anche al concorso per il Castel Sismondo di Rimini e quello del Palazzo
dei Medici a Firenze ma li perse entrambi.
PALAZZO DEI MEDICI
Brunelleschi elaborò un progetto molto bello ed elegante che fu rifiutato dai committenti perché
ritenuto troppo magnifico, questa decisione era motivata dalla volontà di non differenziarsi troppo
dalle altre famigli nobili fiorentine.
Il progetto fu affidato a Michelozzo che progetto un Palazzo ispirandosi all’antichità, recuperando
quindi la domus romana ma rendendola contemporanea, aprendola verso l’esterno e addizionando
2 altri piani. Il cortile interno è cinto da un colonnato che segue le regole di
Brunelleschi, inoltre la facciate si presenta secondo vari registri; il primo presenta un maestoso
bugnato per rimanda alla natura dei massi e della roccia; simbolo di solidità e potenza mentre il
secondo un oppus bugnatum più elegante.
BIBLIOTECHE
Le biblioteche edificate in questo periodo furono numerose, esse si ispirarono alla struttura delle
chiese, articolate in più navate; quella centrale fungeva da corridoio mentre quelle laterali
ospitavano panche per la consultazione dei volumi. Nella biblioteca cesenate di Matteo Nuti una
selva di colonne d’ordine ionico scandisce lo spazio, l’ordine ionico simboleggiava infatti la
sapienza e la cultura.
PALAZZO STROZZI
Il palazzo della famiglia Strozzi è praticamente coevo di quello mediceo e si ispira ad esso
fortemente, ripropone il bugnato su tre ordini, proponendo invece un cortile di forma rettangolare.
PALAZZO PITTI
Si ritiene che Brunelleschi possa essere stato l’architetto; il palazzo si articolare sempre in alzato
su tre registri bugnati mentre in pianta con 7 campate intervallate da ringhiere.
LEON BATTISTA ALBERTI
Un altro importantissimo architetto rinascimentale fu Leon Battista Alberti, un vero intellettuale che
scrissi manuali di pittura, scultura, architettura. Divenne Architetto solo a 50 anni, ma la sua attività
intellettuale già aveva influenzato anche questa disciplina. Rappresenta l’intellettuale di corte, colto
e raffinato egli si avvicina più di altri alla storia, da lui considerata come necessaria. La sua vita
progettuale si avvicina a quella del restauratore tanto forte e importante è la storia nel suo
pensiero. Egli è simboleggiato da un occhio alato; simbolo di intelligenza che si eleva e vola sulla
cultura.
Il suo primo progetto fu un piccolo ingresso porticato presso che si affaccia sulla piazza centrale di
Ferrare per la famiglia Deste. Utilizza una struttura ad arco dove colloca all’apice una statua
equestre. Questa simbologia è recuperata dal mondo antico, non è scontato ricordare che non
veniva utilizzata dal tempo della Roma imperiale. I piccoli signori rinascimentali commissionano
all’architetto l’utilizzo di questo linguaggio come forma di analogia al potere romano.
CAMPANILE DI FERRARA
La prima grande opera dell’Alberti fu il campanile di Ferrara. Egli capì che per costruire in modo
classico edifici che si sviluppano su vari piani in altezza è necessario aggiungere strutture cubiche
l’una sull’altra, questo metodo riporta alla luce la sovrapposizione degli ordini classici. Nella
facciata grandi sistemi arcuati di colonne inquadrano due monofore.
TEMPIO MALATESTIANO
Il tempio malatestiano, commissionatogli dal duca Malatesta come mausoleo, fu la prima chiesa
rinascimentale, come riferimenti prese gli archi monumentali romani e la colonna traiana. Egli
dovette però confrontarsi con una chiesa già esistente a Rimini, decise di non distruggerla ma di
rivestirla di pietra d’Istria dandole un aspetto formale classico. La facciata si articola nel primo
registro con tre archi quello centrale più grande, a tutto sesto, inquadrati da lesene corinzie che
partono dal basamento. La cornice che separa primo e secondo ordine ospita un fregio dove
iscrizioni in latino riguardati la famiglia dei committenti fanno da perimetro all’edificio. Il secondo
ordine invece ospita in linea con l’arco centrale un maestoso arco scandito dal altre colonne
corinzie. Questa parte superiore però non fu mai realizzata. Le facciate laterali riprendono il ritmo
delle arcate a tutto sesto con oculi negli intramezzi; quest’ultime rimasero cieche come da
progetto. Purtroppo il progetto fu iniziato, ma non fu concluso.
PALAZZO RUCCELLAI
Il progetto fu commissionato dalla ricca
famiglia fiorentina ad Alberti che trovandosi un
edificio già impostato risalente al 1300 volle
modificare ed ampliarlo. Si presenta come un
palazzo medioevale con numerose citazioni
antiche. Lo zoccolo viene risolto con una
panca, il cui schienale recupera oppus
reticolatum. La facciata diviene una vera
maschera, divisa in alzato in tre ordini. Questi
registri recuperano la sovrapposizione degli
ordini come nel Colosseo, inoltre partono dall’
ordine dorico, poi ionico e corinzio. Le
finestre sono bifore nel secondo e terzo ordine
di questo medioevale. Le campate sono tutte
uguali ad eccezione di quelle d’ingresso, presenta quindi un ritmo ( a,a,b,a,a,b) che prende il nome
di travata ritmica.
SANTA MARIA NOVELLA
Nuovamente per la famiglia Ruccellai, recupera la chiesa di Santa Maria Novella, edificio
complesso che in parte già realizzato mise a dura prova l’architetto. Il compito più difficile fu
integrare gli ingressi già realizzati ed inserirne uno nuovo centrale rispetto alla struttura. Inoltre
Alberti progetta seguendo moduli geometrici, è possibile inscrivere la facciata in un quadrato
perfetto. La chiesa di ispira in maniera marcata a Mignato al Monte sia per i materiali che per le
volute laterali. L’ingresso centrale è generato da un arco a tutto sesto dove all’interno un registro
cassettonato rimanda al Phanteon. Inoltre fu recuperato anche il Battistero di San Giovanni specie
nella soluzione angolare, risolta con paraste corinzie.
CAPPELLA DEL SANTO SEPOLCRO
Sempre per la famiglia Ruccellai, Alberti progetto una cappella all’interno della chiesa di S.
Pancrazio. La cappella possiede una copertura a volta a botte con un estensione longitudinale,
ospita un edicola, una struttura in scala che doveva essere l’imitazione dell’ edicola del Santo
Sepolcro, rivisitata in chiave umanista. La struttura a base rettangolare è inquadrata nella cappella
presenta un ingresso trabeato e un abside semicircolare, la struttura è scandita da lesena corinzie
che generano 3 moduli nella facciata retta e 4 moduli in quella laterale. Le chiusure sono
ornamentate da motivi marmorei, tre per ogni modulo.
CHIESA DI SAN SEBASTIANO
Trasferitosi da Firenze arriva a Mantova dove il marchese Ludovico II Gonzaga, lo “assume” per
riammodernare la città in vista della Dieta del 1459 ( riunione per le spedizioni delle crociate) La
chiesa si presenta sobria ed è un vero caso di studio per Alberti, infatti recupera la pianta a croce
greca dove innesta quattro braccia coperta a volta a botte. L’ingresso appare scandito da un primo
registro, dove gradinate sopraelevate risalgono al 1925 ma volute dall’Alberti probabilmente ai lati
dell’edificio. Ne scandiscono lo spazio quattro grandi lesene doriche semplificate che culminano
con una trabeazione interrotta al centro da un arco a tutto sesto. La chiesa ospita una cripta
SANT’ANDREA
La pianta è longitudinale e presenta un'unica navata centrale in funzione di ospitare la grande
massa di pellegrini. In facciata riesce ad unire la facciata classica con l’arco di trionfo. Infatti tre
ingressi accedono alla struttura quello centrale è coperto da un arco a tutto sesto cassettonato
mentre quel