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Scienza delle Finanze - (Cap.1)

Ragioni dell'intervento pubblico

La scienza delle finanze studia il finanziamento delle attività dello stato volte a intervenire per limitare i fallimenti di mercato e il peggioramento del livello di benessere.

In sistema senza intervento pubblico si osservano comunemente picchi e ricadute sul livello di benessere, mentre l'intervento dello stato volto a efficientare e redistribuire mitiga questo fenomeno.

Sistema senza intervento pubblico, portando un trend crescente di benessere

Sistema con intervento pubblico che mitiga i picchi

L'intervento pubblico può essere misurato in termini di efficienza e di impatto redistributivo. La richiesta dei cittadini può finire per deviare stati che abbassano l'efficacia, ma aumentano l'equità.

Funzioni dello Stato - La triade di Musgrave

Secondo Musgrave, lo Stato deve assolvere a 3 fondamentali funzioni:

  1. Funzione allocativa
  2. Funzione redistributiva
  3. Funzione di stabilizzazione

Triade Musgraviana

Con la funzione allocativa, lo Stato cerca di correggere una allocazione di risorse non ottimale.

Attraverso la funzione redistributiva tenta di risolvere situazioni discriminanti per ricondurle a condizioni di tipo equilibrato.

La funzione di stabilizzazione viene utilizzata per contrastare gli effetti dei cicli del mercato, esempio per assicurare livelli di produzione che favoriscano il pieno impiego, adottando un comportamento anti-ciclico rispetto al mercato, investendo o indebitamento durante le crisi, recupero attraverso imposte durante le riprese.

Teoria della Public Choice

Il rapporto tra Stato e cittadini tuttavia ha diverse problematiche legate alle preferenze e agli obiettivi dei singoli (inclusi politici). In particolare queste preferenze possono risultare nascoste, difficilmente rilevabili, o eccessivamente onerose da rilevare.

La Public Choice studia le scelte collettive in relazione alla formazione delle volontà politiche, al fine di comprendere le configurazioni del sistema economico.

Una configurazione del sistema economico è data da una particolare allocazione di risorse cioè da una specifica combinazione di fattori utili a produrre un certo valore di beni e servizi allocati agli attori del sistema economico.

L'economia del benessere si domanda quali siano le configurazioni ottimali di un sistema economico al fine di definire un ottimo sociale, cioè la quantità di beni e la distribuzione che possono realizzare il massimo benessere collettivo.

Poter classificare le configurazioni ottimali in relazione a molteplici e differenti preferenze è tutt'altro che privo di una funzione (in quanto le configurazioni sono tante e continue): la funzione del benessere sociale.

Tale funzione dipende dai giudizi di valore dati dai soggetti di una società in merito alla distribuzione del benessere tra di essi.

È chiaro come il raggiungimento dell'ottimo sociale secondo il criterio di Pareto possa risultare difficile laddove c'è possibilità di confronti interpersonali e si parla di dotazioni iniziali diverse.

I due teoremi dell'economia del benessere

I due teoremi dell'economia del benessere mettono in luce proprio questo:

Il 1o stabilisce che solo un sistema perfettamente concorrenziale in un'economia decentralizzata può produrre un equilibrio paretiano ottimale. Giustifica quindi la prima motivazione dell'intervento pubblico: cioè quella di facilitare l'allocazione dei fattori produttivi e dei beni con una economia decentralizzata e in concorrenza perfetta.

Il 2o motivia la redistribuzione, quale strumento per spostare raggiungere una distribuzione un maggiore livello di benessere operando con spesa o prelievo pubblico. Il 2o teorema aggiunge che imposte e sussidi non dovrebbero avere effetti distorsivi, ossia non dovrebbero incidere su variabili rilevanti per le scelte economiche.

Le cosiddette lump sum tax dovrebbero essere definite cambiamente e in misura diversa per ogni individuo così da non produrre effetti distorsivi che possono allontanare (con un rientro) dalla frontiera del benessere sociale, con una penalità complessiva di benessere.

Rawlsiana

Secondo cui il benessere aumenta se viene migliorata la condizione di chi sia peggio.

È una sorta di evoluzione della funzione egualitaria, sulla quale si sviluppano curve di indifferenza ad "L" per il fatto che si assume una medesima dotazione iniziale e medesimo livello di benessere anche con differenti allocazioni. Se cioè aumenta il benessere di chi sta peggio la funzione non cresce.

  • Ui = min (Ui) i = 1, 2, ...

Non c'è trade-off!

Efficienza/equità.

Il problema delle scelte pubbliche

Le decisioni pubbliche sono prese su base collettiva, diversamente dal settore privato.

L'ordine sequenziale delle votazioni può influire sul risultato finale

Il sistema di votazione può avere dei costi

  • Il sistema di voto può influire sulla rappresentazione della reale volontà della collettività.
  • Il voto può essere:
    • All'unanimità
    • A maggioranza semplice
    • A maggioranza qualificata

Esternalità

Le esternalità si generano in relazione ad aumenti o riduzioni (benefici/costi) nelle funzioni di utilità di consumatori o produttori, che impattano su altri consumatori o produttori, senza passare per il mercato. Possono recare effetti positivi o negativi e configurarsi in modo diverso.

  • Produttore +
  • Consumatore +
  • Produttore
  • Consumatore

Esempi di configurazioni

Le esternalità sono quindi costi/benefici non considerati o valutati a piano, perciò debbono essere internalizzati.

L'internalizzazione di una esternalità negativa produce un aumento dei prezzi - aumento di costi, che si traduce in aumento di prezzi.

Le soluzioni per correggere le esternalità possono essere:

  1. Produzione pubblica
  2. Fusione delle imprese
  3. Regolamentazione (tasse/sussidi)
  4. Politiche alla causa (ricorso al mercato)
  5. Imposte Pigouviane
  6. Diritti di inquinamento trasferibili

Esempio di esternalità negativa

Produzione ---> consumatore

La domanda si è dovuta spostare in D2 con perdita area triangolo.

Il costo esterno grava su consumatore.

Riduzione area di surplus del consumatore scaricandosi sullo stesso.

Costi complessivi (costi + esternalità)

Area di danno introdotto da esternalità

Q*

Q1

Costi esterni recati dalle produzioni (inquinamento)

LE IMPOSTE SI SUDDIVIDONO IN:

  • Generali: gravano su tutti i rami e tutti i contribuenti.
  • Speciali: gravano solo su alcuni o in misura diversa.

I PUNTI D'IMPATTO DELLE IMPOSTE POSSONO ESSERE DIVERSI. SE A PUNTI D'IMPATTO DIVERSI CORRISPONDE LA STESSA INCIDENZA SULLA BASE IMPONIBILE, LE IMPOSTE SI DICONO EQUIVALENTI.

ELEMENTI COSTITUTIVI DELL'IMPOSTA SONO:

  1. Il Presupposto: la situazione di fatto cui la legge ricollega l'obbligo di pagare l'imposta.
  2. Il Soggetto: le persone fisiche/giuridiche che ha l'obbligo di pagare. Passivo
  3. La Base: la traduzione quantitativa imponibile del presupposto.
  4. L'Aliquota: ciò che è dovuto dal contribuente per ogni unità di base imponibile.

Il prodotto fra aliquota e base imponibile a livello aggregato costituisce il gettito d'imposta.

L'aliquota può non essere unica, bensì può variare a seconda della base imponibile. Le diverse variazioni dell'aliquota possono rendere le imposte proporzionali, progressive, regressive.

In primis bisogna distinguerle:

  • Aliquota media = Debito d'imposta / Base imponibile
  • Aliquota marginale = ΔDebito d'imposta / ΔBase imponibile

Micro la variazione

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Publisher
A.A. 2018-2019
36 pagine
2 download
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher DLMMRC di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Polidori Paolo.