Anteprima
Vedrai una selezione di 4 pagine su 15
Appunti Pedagogia speciale Pag. 1 Appunti Pedagogia speciale Pag. 2
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Pedagogia speciale Pag. 6
Anteprima di 4 pagg. su 15.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti Pedagogia speciale Pag. 11
1 su 15
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ES:

15:00 compiti

17:00 parco

17.30 merenda

ecc

Bisogna evitare parole come “dopo, tra poco, poi…” perché non avendo la concezione del tempo, non

riescono ad interpretare queste locuzioni temporali.

- Organizzazione dei sistemi e del materiale di lavoro: Risponde alla domanda “che cosa?” ed è importante

per organizzare il lavoro e le attività da svolgere.

Le attività vengono effettuate da sinistra verso destra, passando per il centro, in modo tale da:

sinistra: attività da compiere

centro: attività che si stanno svolgendo in quel momento

destra: attività compiute e terminate

Il tutto per capire cosa ancora c’è da fare e cosa invece è stato completato.

Questo è uno strumento evolutivo, cioè deve essere man mano ridotto, man mano che la persona autistica

raggiunge padronanza del proprio ambiente e vita.

-Programma ABA : E’ un programma utile ad imparare dall’ambiente, grazie all’aiuto di supporto ed

istruzione dell’operatore/tutore. Il fine è quello di aiutare il soggetto a vivere e funzionare nel suo contesto

di vita con 4 principi luogo; precoce intervento; tecniche e strategie comportamentali; enfasi e rinforzo.

Il principio fondamentale del programma ABA è sicuramente il rinforzo, ovvero un evento che, fatto seguire

all’emissione di un comportamento, ne rende più probabile la ricomparsa in futuro. Cioè quando il soggetto

compie un’azione correttamente, gli si da un rinforzo, in modo tale che si possa riverificare quell’azione in

modo corretto. Il rinforzo può essere:

-Tangibilecibi, oggetti

-Socialelodi, complimenti

-Dinamicoattività gradite

-Simbolicopunti, gettoni

-Informazionalifeedback

Quindi al compimento di un’azione corretta ricevono un rinforzo. Cioè un qualcosa che li motiva a

continuare a fare bene.

Come fornire il rinforzo?

Il rinforzo può essere fornito in vari modi:

CONTINUO: Rinforzo fornito ad ogni azione corretta.

INTERMITTENTE: Rinforzo solo in determinate occasioni. E’ quello più vantaggioso perché anche se lento,

dura di più, cioè ha effetti più lunghi ed è più resistente all’estinzione. Quindi non conviene usare quello

continuo, perché sentirsi rinforzati sempre, non porta vantaggi, dopo un po’ ci si stanca di sentirselo dire,

oppure può sembrare falso se viene detto sempre.

Bisogna ricordare che l’obiettivo è che il bambino mantenga il rinforzo, cioè deve essere più duraturo

possibile, e questo si ottiene con il rinforzo intermittente.

A sua volta il rinforzo intermittente può essere:

in relazione alle risposte esatte:

INTERMITTENTEA RAPPORTO FISSO: Rinforzo dato dopo un numero fisso di risposte esatte. E’ un

rinforzo uniforme, però è come quello continuo, cioè dopo un po’ il ragazzo capisce quando gli sarà dato il

rinforzo, quindi non ha lo stesso effetto di uno inaspettato.

INTERMITTENTE A RAPPORTO VARIABILE : Rinforzo dopo un numero variabile di risposte esatte. Cioè

non si segue sempre lo stesso ordine. (ogni 3 risposte esatte, poi ogni 2, poi ogni 4 ecc). Ovviamente varia

da persona a persona.

in relazione al tempo:

INTERMITTENTEA INTEVALLO FISSO: Rinforzo dato dopo un determinato tempo, segue intervalli di

tempo regolari. Anche questo non è vantaggioso.

INTERMITTENTE A INTERVALLO VARIABILE : Rinforzo che non segue un determinato tempo, dato ad

intervalli di tempo irregolari.

Quindi i più vantaggiosi sono quelli che non seguono sempre lo stesso intervallo/rapporto, in modo tale che

l’allievo non si aspetti il rinforzo. Questo serve a far continuare l’azione in modo corretto, perché non saprà

mai quando arriverà il rinforzo. DEFICIT VISIVO

Tiene conto dei visus (decimi) , ovvero l’acutezza visiva e ampiezza del campo visivo.

Il deficit si localizza in base alla cecità, che può essere:

-cecità sensoriale: cause periferiche vengono colpite vie ottiche e retina;

-cecità cerebrale: cause centrali vengono colpiti i lobi occipitali.

Inoltre è importante l’origine temporale:

-origine precoce: ovvero alla nascita.

-origine col tempo: Con il tempo si perde la vista, però la memoria visiva fa costruire una rappresentazione

diversa da chi non ha mai visto niente. (sono più “avvantaggiati” rispetto a chi è cieco dalla nascita).

Ci sono fattori eziologici come:

- malformazioni congenite

- lesioni dell’occhio

- lesioni vie ottiche

oppure legati ad infezioni/intossicazione:

- parti prematuriossigeno somministrato al neonato scatena reazioni alla retina

- malattie perinatali

- postnatali che colpiscono occhio e retina

- tumori all’occhio

- ferite oculari

- distacco della retina

- tumori cerebrali

Per quanto riguarda le patologie sono di quattro tipi:

1- Cataratta congenita: 10-24% delle cause. Dovuta alla rosolia della madre, che scatena anche sordità,

epilessia ecc.

2-Atrofia dei nervi ottici: con malformazioni dell’idrocefalo (valvola che cambia liquido cerebrale), se non

funziona si può avere cecità.

3-Glaucoma congenito: deformazione del bulbo oculare.

4-Aplasia retinica: assenza del disco ottico / vasi retinici/ nervo ottico e non si percepisce la luce.

SVILUPPO BAMINI CON DEFICIT VISIVO:

Udito: la loro organizzazione percettiva è diversa, cioè se è cieco dalla nascita, sviluppa l’udito e lo usa di

più di un normotipo. Questo crea: comportamenti stereotipati, minore interesse alla realtà che tende ad

isolarlo, maggiore interesse al proprio corpo.

Tatto: e’ molto importante, perché se non fa esperienza tattili, tutto rimane astratto. Quindi è utile

stimolarlo facendogli toccare gli oggetti.

Udito e tatto devono essere combinati per la conoscenza dell’ambiente. Udito per quanto riguarda

l’orientamento, mentre il tatto per quanto riguarda la forma degli oggetti.

Linguaggio: Sembra un linguaggio corretto ma il concetto non lo è. Inoltre non conviene utilizzare parole

come “colori, forme …” o fare paragoni visivi, perché per loro sono privi di significato.

Area motoria: Presentano carenze nell’orientamento e nel muoversi nello spazio. Bisogna lavorare sui

prerequisiti in modo da fargli acquisire sicurezza nello spostamento.

La cecità può riguardare anche gli atleti. Anche i bambini con deficit visivo possono diventare atleti,

lavorando con voce-posizione dei numeri dell’orologio-segnali acustici. Il tutto per migliorare la

consapevolezza direzionale e compiere qualsiasi esercizio. L’atleta è aiutato e accompagnato da un tutore

che si affianca utilizzando una cordicella, fungendo da guida.

ADHD

Deficit d’attenzione e iperattività. Presente da 6 a 12 anni. Si hanno:

1- Problemi d’attenzione: presenta difficoltà nel: Selettività (selezionare gli stimoli). Vigilanza

(mantenere attenzione) . Shift (salti da un pensiero all’altro). Capacità (concentrarsi su più stimoli

contemporaneamente).

2- Alti livelli di attività motoria (iperattività): divisa in agitazione, irrequietezza e iperattività che

aumentano se le attività sono poco motivanti.

3- Impulsività cognitiva e comportamentale: sarebbe una risposta data velocemente dopo lo stimolo,

ma non coerente con il contesto. Molto spesso si risponde anche prima che finisca la domanda.

Questo è dato dal fatto che non hanno la capacità di concentrarsi sugli stimoli (come detto nel

punto 1 ).

L’impulsività può essere:

- Comportamentale: si agisce senza pensare a ciò che si fa;

- Cognitiva: salti di pensiero senza filo logico;

- Emotiva: repentini cambi di umore in situazioni frustranti.

PRINCIPI D’INTERVENTO

Per l’intervento è utile la predisposizione di programmi educativi, per favorire lo sviluppo di prerequisiti. I

principi che si usano sono:

1- Organizzazione e conduzione dell’attività: Utile per programmare il compito secondo polivalenza

(sviluppo di tutte le aree); multilateralità (ampia base motoria); partecipazione (ogni allievo ha il suo

spazio).

2- Progressione di lavoro: Si cerca una giusta forma di coordinazione di più distretti, affiancata da

coordinazione oculo-manuale, per migliorare la destrezza.

3- Importanza del gioco: Si parte sempre dal gioco per lo sviluppo dei prerequisiti. Si parte dal gioco

perché esso è spontaneo-libero-aumenta la concentrazione su ciò che si sta facendo. Inoltre è utile

per socializzare, educare e formare il ragazzo.

Il gioco è progressivo:

- D’esercizio: ripetizione esercizi con e senza scopo;

- Simbolico: per nuovi stimoli;

- Con regole: per rispettare regole.

L’intervento si divide in due fasi:

-Fase di assessment: evidenziare deficit ma anche abilità emergenti per poterci lavorare su.

-Fase di intervento: per migliorare e potenziare.

COMPORTAMENTO

Molto spesso risultano aggressivi nel periodo scolastico.

Con aggressivi si intende l’infrazione di regole e l’aggressività per condizioni inadeguate.

L’aggressività è intesa anche come:

- Motoria comportamento aggressivo

- Verbale con parole

- Danno a persone/oggetti/cose

Ci sono 4 approcci all’aggressività:

1- Descrittivo: attivo (con colpi fisici) o passivo (non aiutare chi è in difficoltà) / diretto (picchiare) o

indiretto (comportamento ostile) / auto lesivo o lesivo verso gli altri;

2- Funzionale: dare un comportamento adeguato da sostituire a quello problematico;

3- Psicopatologico: con aggressività nascosta (rubare) o manifesta (atti fisici e verbali);

4- Evolutivo: precoce , oppure cumulativo nel periodo preadolescenziale.

LIBRO A SCELTA: PSICOMOTRICITA’

“Apprendere

Cap.1: gli schemi del movimento”

Ci sono 3 fasi relative all’apprendimento di abilita motorie:

-fase cognitiva l’allievo mette a fuoco l’obiettivo e prende decisioni sulle prime esecuzioni del movimento (permette di memorizzare il movimento

da acquisire.

-fase associativa l’allievo grazi a varie ripetizioni costruisce un programma motorio, che organizza dei sottoprogrammi (trasferisce abilita di

movimenti già appresi in altri non appresi).

-fase di automatizzazione il movimento può essere eseguito senza un controllo attentivo.

Lo schema motorio

Non e la rappresentazione mentale di un singolo movimento, ma contiene condizioni comuni a una categoria di movimenti (forza, ampiezza)

Lo schema permette un’interpretazione dell’apprendimento motorio che

Dettagli
A.A. 2018-2019
15 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francescokikko.92 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Didattica e Pedagogia Speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Bonci Benedetta.