Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Composizione e schemi del bilancio d'esercizio
Le indicazioni presenti all'art. 2423 ter valgono sia per lo stato patrimoniale, sia per il conto economico.
Poi vi è lo schema dello stato patrimoniale all'art. 2424.
All'art.2424 bis abbiamo invece delle indicazioni specifiche sullo stato patrimoniale.
Lo schema del conto economico invece lo troviamo all'art. 2425.
All'articolo 2425 bis vi sono alcune indicazioni specifiche sul conto economico.
Quindi vi sono 2 articoli per lo stato patrimoniale, 2 articoli per il conto economico e un articolo per entrambi.
Sono schemi obbligatori, il redattore di bilancio non può modificarne la struttura.
Non si può cambiare quindi né lo schema dello stato patrimoniale, né lo schema del conto economico.
Bisogna rispettare in particolare l'ordine e la denominazione delle voci e l'articolazione interna prevista dal legislatore.
Sono degli schemi che sono stati introdotti nel 1991.
all'epoca fu una rivoluzione. Gli schemi poi sono stati parzialmente modificati, ma non di natura sostanziale. Il legislatore prevede all'interno del 2423 il patto che qualora che esigenze aziendali rendessero necessarie aggiungere delle voci non presenti il redattore di bilancio può aggiungere delle ulteriori voci. È una situazione piuttosto rara, perché già le voci sono tante, aggiungere altre voci renderebbe ulteriormente appesantito lo schema di sp e di ce. All'interno degli schemi il dettaglio è rappresentato da denominazioni di voci precedute da numeri arabi (1,2,3...). Qualora ci accorgessimo che una voce di dettaglio, con numeri arabi non fosse sufficientemente rappresentativa siamo autorizzati a modificare il nome e la descrizione della voce. Per ogni voce di sp e ce dobbiamo indicare in una colonna affiancata il corrispondente valore dell'esercizio precedente, perché così facendo semplicemente guardando sp eCe possiamo individuare il valore dell'esercizio precedente. Altra indicazione che vale sia per sp e ce: sono vietati i compensi di partite, ossia non possiamo operare delle operazioni algebriche tra valori positivi e negative (esempio: ho interessi attivi pari a 6000, e interessi passivi pari a 4000 e indico come saldo 2000).
Schema stato patrimoniale
Ovviamente deve essere uno schema rigido, così come lo schema del conto economico. In modo specifico lo stato patrimoniale è ancora a sezioni contrapposte che vuol dire a sinistra indico le attività contrapposta alle passività. Andremo poi a indicare il patrimonio netto, il fondo rischi oneri, il trattamento di fine rapporto e i debiti degli importi esigibili. Sia all'attivo che al passivo andremo poi indicare i ratei e risconti attivi e passivi. Ovviamente facendo la somma di tutti i valori presenti in dare e avere avremo la quadratura contabile del prospetto di stato patrimoniale.
SP ATTIVO
Come ulteriore
L'elemento da ricordare è che il criterio di classificazione delle voci è "ibrido", nel senso che per la sezione dare dello stato patrimoniale dove andiamo indicare gli investimenti in essere, il totale delle mie attività, il criterio di classificazione è il criterio della destinazione economica dell'elemento attivo considerato e questo criterio che guida la ripartizione interna delle voci è un criterio che si basa sulla distinzione tra l'attivo immobilizzato e l'attivo circolante. Quindi il criterio di attribuzione, classificazione delle voci per quanto riguarda le attività è la regola che mi dice come faccio a distinguere quello che va nell'attivo immobilizzato rispetto a quello che va indicato all'interno dell'attivo circolante. L'attivo dello stato patrimoniale è grossomodo diviso in 2: l'attivo immobilizzato e l'attivo circolante.
Sono quindi le 2 macro-classi in cui è diviso lo stato patrimoniale attivo. Le macro-classi all'interno dello schema sono precedute dalle lettere B (immobilizzazioni) e C (attivo circolante). Ovviamente se non rispetto questa divisione violo il principio della chiarezza, perché forniscono un'informazione sbagliata a chi quello schema lo sta leggendo. Andrò a scrivere un elemento nelle immobilizzazioni ogni qual volta quel bene attivo sia destinato ad essere utilizzato durevolmente all'interno dell'azienda considerata (siamo al primo comma del 2424 dove troviamo la risposta all'interrogativo: "quando devo mettere una voce nell'attivo circolante? Quando nelle immobilizzazioni?"). Tutto il resto sostanzialmente fa parte dell'attivo circolante, oppure rappresenta un rateo o risconto attivo (macro-classe D), oppure rappresenta il valore del capitale sociale che deve essere ancora versato dai soci rispetto all'ammontare.
Il testo formattato con i tag HTML sarebbe il seguente:con cui i soci si sono obbligati a versare a titolo di capitale sociale.
La macro-classe A comprende invece i crediti verso i soci, cioè la parte di capitale sociale che ancora non è stato versato, mentre la macro-classe D i ratei e i risconti attivi.
Queste sono 2 macro-classi che hanno un peso meno rilevante rispetto all'attivo immobilizzato e circolante.
Quindi nella sezione dare troviamo...
- MACRO-CLASSE A (crediti verso i soci)
- MACRO-CLASSE B (attivo immobilizzato)
- MACRO-CLASSE C (attivo circolante)
- MACRO-CLASSE D (ratei e risconti attivi)
Ora cominciamo a distinguere alcuni particolari e dettagli di ogni macro-classe, ossia le cosiddette classi (raggruppamenti intermedi delle segmentazioni all'interno delle diverse macro-classi in B e C).
In B e in C abbiamo quindi una macro-classe, così come anche una classe.
All'interno della macro-classe B il legislatore identifica 3 classi specifiche individuate dai numeri romani:
- Immobilizzazioni immateriali
- Immobilizzazioni materiali
- Investimenti immobiliari
Immobilizzazioni materiali
III. Immobilizzazioni finanziarie
Le partizioni interne invece della macro-classe C sono:
- Rimanenze
- Crediti (la voce più importante è crediti vs clienti)
- Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni (investimenti di natura finanziaria a breve termine, di natura non strategica)
- Disponibilità liquide (es. la cassa)
La macro-classe A e D invece non hanno delle ripartizioni interne.
A loro volta le classi indicate con numero romano sono ripartite internamente con le voci dello stato patrimoniale, quelle precedute dai numeri arabi.
Fino a qualche anno fa la numerazione era progressiva, mentre oggigiorno troviamo "bis, ter...".
La partizione interna delle immobilizzazioni immateriali (BI) è la seguente, la quale rappresenta parti intangibili (costi pluriennali capitalizzati all'attivo come il numero 1 o 2, beni liberamente negoziabili come il numero 3 e il numero 4, oppure l'avviamento come
Il numero 5, 6 e 7):
- Costi di impianto o di ampliamento
- Costi di sviluppo
- Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno
- Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
- Avviamento
- Immobilizzazioni in corso e acconti
- Altre
Stessa cosa per BII, anche qua vi è una ripartizione interna:
- Terreni e fabbricati
- Impianti e macchinari
- Attrezzature industriali e commerciali
- Altri beni
- Immobilizzazione in corso e acconti
In BIII invece troviamo in particolare le partecipazioni detenute da altre imprese aventi natura strategica:
- Partecipazioni in imprese controllate, imprese collegate, imprese controllanti, imprese sottoposte al controllo delle controllanti e altre imprese
- Crediti verso imprese controllate, verso imprese collegate, verso imprese controllanti, imprese sottoposte al controllo delle controllanti e verso altri
- Altri titoli
- Strumenti finanziari derivati attività
Se è maggiore l'attivo
immobilizzato si dirà che l'impresa è particolarmente rigida, al contrario diremo che l'azienda è particolarmente flessibile.
Ora passiamo all'attivo circolante, anche qui vi sono delle ripartizioni interne.., CI è ripartito in:
- Le rimanenze
- Materie prime, sussidiarie e di consumo
- Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
- Lavori in corso su ordinazione
- Prodotti finiti e merci
- Acconti
CII è ripartito in:
- Crediti
- Verso clienti
- Verso imprese controllate
- Verso imprese collegate
- Verso controllanti
- Verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti
- Crediti tributari
- Imposte anticipate
- Verso altrimenti
CIII è ripartito in:
- Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
- Partecipazioni in imprese controllate
- Partecipazioni in imprese collegate
- Partecipazioni in imprese controllati
- Partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti
- Altre partecipazioni
Strumenti finanziari derivati attivi
6. Altri titoli
BIV è ripartito in:
- Depositi bancari e postali
- Assegni
- Denaro ed altri valori in cassa
SP PASSIVO
Qui il criterio utilizzato non sarà più quello della destinazione economica e si dice che nella sezione del passivo e del patrimonio netto il legislatore adotta un criterio di classificazione in base al soggetto nei confronti del quale abbiamo un'obbligazione di pagamento.
L'aggregato A si intitola Patrimonio netto (sono i mezzi propri dell'azienda) ripartita in 3 voci:
- Capitale sociale complessivo della società (quello che i soci conferiscono nel momento in cui viene costituita la società)
- Riserve
- Risultato
L'aggregato B si intitola Fondo per rischi ed oneri (qui vanno inserite le passività potenziali o le passività certe ma di cui non è sicuro l'ammontare o la cadenza come nel caso del fondo concorso a premi).
È un aggregato che
rispetta il principio della prudenza. Suddiviso in:- Per trattamento di quiescenza e obblighi simili
- Per imposte, anche differite
- Strumenti finanziari derivati passivi
- Altri