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IL TEMPO

Tutti i rapporti giuridici sono inseriti in un contesto spazio-temporale. Mentre le coordinate spaziali creano dei problemi in larga parte risolti con strumenti materiali (es. in Italia si applica il diritto italiano); per i casi più complessi c'è il diritto internazionale che si occupa di profili legati a elementi e caratteristiche stranieri.

La coordinata temporale è fondamentale nella comprensione del rapporto giuridico. Per valutare tutti i termini ci si avvale del calendario:

  • Non si considera il giorno in cui si inizia il conteggio, ma quello finale previsto si;
  • Valgono principi legati al nome più che al conteggio stretto (es. un mese non viene contato come 30 giorni, ma come mese effettivo);
  • Se la scadenza è un giorno festivo, si considera il primo giorno feriale successivo.

Queste sono alcune regole che dal punto di vista pratico risolvono dei problemi. Il passaggio del tempo può precludere la possibilità di esercitare

un diritto. L'istituto che colloca il diritto nel tempo è la prescrizione, viene ritenuto da alcuni l'istituto più importante proprio perché pone in relazione l'esercizio del diritto e il tempo. I termini di prescrizione, con il passare degli anni, si riducono sempre. All'inizio sia il modo di acquistare un diritto che il modo di perdere la possibilità di esercitarlo si chiamava prescrizione. Quest'ultima era la prescrizione estintiva e la prima prescrizione acquisitiva (attuale usucapione). La nostra società si è sviluppata e velocizzata, e anche i rapporti giuridici hanno avuto bisogno di regole modificate e sempre più specifiche. La prescrizione è un istituto posto a tutela, e trova il suo fondamento, nell'inerzia del titolare. Cioè si vuole evitare di attribuire un certo diritto a qualcuno che resta inerte, che non vuole esercitare un diritto. Per questa ragione si pone un termine entro il

Quale il diritto deve essere esercitato. La regola generale è che i diritti sono prescrittibili. Vi sono però dei casi in cui ciò non avviene: es. il diritto di proprietà è imprescrittibile. Io se sono proprietario legittimo di un bene ho sempre diritto ad agire in giudizio per rivendicarne la proprietà. Questi casi sono limitati perché la prescrizione è un istituto a tutela della certezza del diritto. I rapporti giuridici creano relazioni anche tra i soggetti, e se queste relazioni vengono perennemente messe in dubbio, si deve essere certi che lo si possa fare entro un termine di tempo ragionevole e nell'ipotesi di inerzia del titolare.

Prescrizione estintiva estingue la possibilità di esercitare un certo diritto. Bisogna considerare diversi profili:

  • Termine: esiste ordinario, che è il termine di prescrizione decennale; poi esistono dei termini più lunghi (es. con riferimento all'esercizio dei diritti

reali il termine èventennale). Esistono termini più brevi: in seguito alla responsabilità extra-contrattuale è di 5 anni; vi sono contratti commerciali il cui termine è di un anno. Il termine varia in base a quanto l'ordinamento ritenga stringente quell'esigenza di certezza rispetto a specifiche situazioni. La dinamica dipende dal fondamento della prestazione legata all'inerzia del titolare e dal passaggio di questo termine.

Sospensione o interruzione: ciò avviene per cause diverse. Nell'ipotesi della sospensione si avrà una causa soggettiva che non rappresenta un impedimento assoluto all'esercizio del diritto, ma si limita a sospenderlo. Il tempo trascorso prima della causa di sospensione e l'eventuale tempo trascorso successivamente a essa, decorre (i periodi si sommano).

Nell'ipotesi di interruzione l'impedimento è una soluzione definitiva. Avviene per esempio:

  1. Perché si
esercita il diritto, il che vuol dire che non si deve ottenere necessariamente il soddisfacimento del diritto ma basta l'atto che dimostri il venir meno dell'inerzia; 2. Viene esplicitata la volontà di non esercitare un certo diritto; 3. L'altra parte decide di riconoscere di avere un debito. Sospensione temporanea Interruzione definitiva Il tema della prescrizione è posto nell'interesse generale di un'esigenza di certezza. Questo riguarda la prescrizione estintiva, che fa venir meno l'interesse all'esercizio di un diritto. Le prescrizioni presuntive non fanno venir meno di per sé un certo diritto, ma si limitano a presumere che il diritto sia già stato soddisfatto. Non si presume l'estinzione con un adempimento, ma se l'altra parte non ha richiesto l'esercizio di un determinato diritto, dopo un tempo (molto più breve) si presume che sia stato esercitato il diritto. A livello pratico significa che,siccome parliamo di una presunzione, non viene meno la possibilità di esercitare il diritto (come la estintiva) ma si presume che l'interesse sia stato soddisfatto. Si può quindi dimostrare il contrario (sempre entro il limite della prescrizione) con due strumenti: giuramento decisorio e confessione. Si applicano in casi eccezionali. Infine le prescrizioni presuntive in generale non si applicano con i contratti conclusi per iscritto, sono degli strumenti che consentono una massima tutela della certezza del diritto. Ad esempio, se tizio esercita il diritto in un tempo molto breve il problema non si pone, se non lo esercita in un tempo molto breve, con riferimento ad accordi e affari che reputo di livello economico poco elevato, presumo che trascorso un tempo breve sia stato esercitato il diritto. I termini sono solitamente fra 6 mesi e un anno. Data una prescrizione presuntiva, si deve avere una prova che l'interesse non sia stato soddisfatto, se la prova non c'è,

L'ordinamento presume che il diritto sia stato esercitato. Per invertire questa presunzione in assenza di prova, deve accadere che l'altra parte confessi di non aver adempiuto.

Accanto alla prescrizione esiste un altro elemento rilevante che valorizza il trascorrere del tempo: la decadenza. Riguarda il trascorrere del tempo in ottica più oggettiva e non dell'inerzia. È prevista nell'interesse delle parti. Esistono casi di decadenza legale (in un ipotetico interesse generale), ma solitamente è una decadenza convenzionale, in cui le parti si accordano sui termini.

Per prevedere un termine di decadenza deve esserci un diritto disponibile (es. diritto alla vita non è disponibile). Siccome si tratta solitamente di interessi personali, non sono previste cause di sospensione e interruzione della decadenza.

I DIRITTI REALI

Sono i diritti che riguardano le cose. Si distinguono dai diritti di credito, dai diritti relativi, che riguardano il rapporto con le persone.

Si caratterizzano per: - Immediatezza: si può esercitare il diritto direttamente sul bene, senza necessità di intermediazione; - Assolutezza: si può esercitare un diritto nei confronti di tutti; - Inerenza: il diritto comporta un rapporto con la cosa, inerisce al bene. I diritti reali sono considerati tipici, ovvero sono un numero chiuso: si ritiene tradizionalmente che siccome il diritto reale pone un vincolo importante sul bene e può essere fatto valere rispetto a tutti, per valorizzare la circolazione della ricchezza sia opportuno non dare la possibilità all'economia privata di creare sempre nuovi diritti reali. Questo principio rappresenta un dogma del diritto privato, che è in corso di superamento, è sempre più messo in discussione: è oggetto di dibattito in quanto ci sono sempre più autori che dicono che attraverso l'economia privata si possano immaginare nuove forme di diritti reali. I diritti reali possono

essere di diverso tipo:

- Su cosa propria: quello per eccellenza è il diritto di proprietà, che si caratterizza per due grandi facoltà: il diritto di godere e disporre del bene.

- Su cosa altrui: si distinguono in diritti reali di godimento e diritti reali di garanzia, a seconda che comprimano il diritto di proprietà con riferimento al profilo di godimento del bene o di disponibilità del bene.

Un esempio di diritto reale di godimento è il diritto di usufrutto, ovvero è il godimento di cosa altrui, con il quale ho il diritto di godere dei frutti del bene del proprietario: comprimo la sua facoltà di godere del bene.

Un esempio di diritto reale di garanzia è il pegno (beni mobili) e l'ipoteca (beni immobili), comprimono la facoltà del proprietario di disporre del bene e assicurano delle garanzie attraverso esso, limitandone però la circolazione.

Lez.6 del 13.03.19

Il diritto di proprietà è il principale

diritto reale su cosa propria. Lo Statuto Albertino, che era la cartacostituzionale e che disciplinava i rapporti privati prima che entrasse in vigore laCostituzione, prevedeva che la proprietà fosse inviolabile. Il 1800 era il periodo del pensieroliberale. La proprietà assume un ruolo fondamentale perché nell’ideale liberale questa è unostrumento che permette al soggetto di essere libero in quanto individuo singolo, privato.Altre carte costituzionali in Europa parlavano di diritto di proprietà come sacro. Questavisione è mutata nel tempo con l’introduzione del codice civile, ma è rimasta molto forte.

Art. 832 - Contenuto del diritto
Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro ilimiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico.
Godere trarre utilità dalla cosa
Disporre possibilità di cedere la cosa
Pieno usare e abusare

Esclusivo possibilità di escludere gli altri dalla cosa

Entro i limiti previsti dall’ordinamento giuridico: individuarli diventa nei fatti il terreno di confronto delle diverse visioni del diritto di proprietà. Infatti una visione più liberale tenderà a considerare eccezionali questi limiti, mentre una visione più volta all’uguaglianza tenderà a considerarli più diffusi a beneficio della comunità. Nell’idea originale del codice la visione era più la prima, mentre con il passare del tempo si è passati più verso la seconda.

Il codice stesso con l’art. 833 inizia a considerare i limiti al diritto di proprietà. Gli articoli successivi specificano come in realtà la disciplina del diritto di proprietà possa essere varia.

Non esiste una sola proprietà ma ne esistono tante. Il codice prevede una definizione generale e poi diverse regole specifiche per ogni tipo.

io è un diritto fondamentale riconosciuto dalla legge. Esso garantisce ad una persona il controllo e l'uso esclusivo di un bene o di un'opera. La proprietà può riguardare beni materiali come case, terreni, veicoli, ma anche beni immateriali come brevetti, marchi o opere artistiche. Il diritto di proprietà è protetto dalla Costituzione e dalle leggi nazionali e internazionali. Esso implica il diritto di godere, disporre e difendere il proprio bene. Ciò significa che il proprietario può utilizzare il bene come desidera, venderlo, affittarlo o concederlo in uso ad altri. Inoltre, il proprietario ha il diritto di difendere il suo bene da eventuali violazioni o intrusioni. Tuttavia, il diritto di proprietà non è assoluto. Esistono delle limitazioni imposte dalla legge per tutelare l'interesse pubblico o il diritto altrui. Ad esempio, il proprietario di un terreno non può costruire un edificio che violi le norme urbanistiche o ambientali. Inoltre, il diritto di proprietà può essere limitato per motivi di interesse generale, come nel caso dell'esproprio per pubblica utilità. In conclusione, il diritto di proprietà è un diritto fondamentale che garantisce ad una persona il controllo e l'uso esclusivo di un bene. Esso è protetto dalla legge, ma può essere limitato per tutelare l'interesse pubblico o il diritto altrui.
Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
45 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CorinaChicu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto privato e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Tuccari Emanuele.