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ARCHITETTURA DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR

Behrens Colonia, esposizione del Werkbund.

Gropius contemporaneo a Wright, anche se l’ultimo inizia un po’ prima.

Gropius si forma da Behrens con possibili collaborazioni con Le Corbusier e Mies nello studio di

Behrens.

Dopo l’esperienza nello studio, fonda con Meyer un importantissimo studio di architettura che

dura per 15 anni.

Insieme fanno le officine Fagus-Werk. Punto strategico perché visibile. Fabbrica che fa forme per

scarpe. (1911-1913)

In questi anni scrive dei testi che risuonano come dei manifesti.

Importanza di “arte e tecnica” e dello “stile dell’epoca”.

Quest’opera è il primo grande manifesto dell’opera di Gropius.

Loro realizzano delle aggiunte, un corpo interamente nuovo, mentre il resto sono aggiunte a

edifici esistenti.

Utilizzati i nuovi materiali (cemento armato, ferro, acciaio).

Pezzi realizzati ad hoc ma replicabili (era industriale).

Vicinanza con l’opera di Behrens a Colonia. -> a metà tra l’ammirazione e la critica.

Scomparsa di frontone, pilastri frontali pesanti. Rimane il vetro e la scansione sul lato lungo

(seppur qui i vetri non siano più inclinati -> prima differenza lampante tra portante e non

portante).

Ingresso in laterizio spostato sulla sinistra: sposta equilibri e pesi della composizione.

Qual è il lato che le accomuna? Qui lesene inclinate verso l’interno e finestre verticali; contrario

del primo. L’obiettivo solo in parte è lo stesso. Gropius vuole rendere lampante il fatto che non

c’è nessuna struttura portante in facciata, perché essa è tutta all’interno.

Lo spigolo è ora svuotato: manifesto di una logica costruttiva che prescinde dall’elemento

“facciata portante”.

Esposizione del Werkbund

Ripresa di Wright negli ingressi scavati e nelle coperture aggettanti.

Blocco delle scale vetrato e messo all’esterno dell’edificio: sembrano delle turbine, ripresa del

tema industriale.

Condivide diversi anni con Bruno Taut. (il nome Bauhaus probabilmente è stato suggerito da Taut

a Gropius).

Anche Taut fa un padiglione all’esposizione di Colonia. Opera sovvenzionata ma non prevista nel

piano generale dell’esposizione.

Opera molto particolare. Ha lo scopo di esibire le virtù del vetro (chi sovvenziona è un vetraio

tipo). È un percorso molto sofisticato: si entra da un podio con scalinata, il basamento è una sorta

di escrescenza del suolo, e poi si è obbligati a salire dalle scale interne per vedere come può essere

usato il vetro, per arrivare a una sala centrale con oculo in mezzo con una copertura in vetro

colorato (si parte dal blu per arrivare ai colori più caldi e vivaci).

Percorso di ascesa e discesa, per poi arrivare a un caleidoscopio.

Amici Taut e Scheerbart. L’architettura è l’arma per trasformare la città e la civiltà.

Grande cambiamento in questo periodo è la prima guerra mondiale.

1

La Germania post-bellica è in crisi. Tra il 18-19 è crollato il sistema politico ed economico e si ha

la sensazione che in questo momento si possa ripartire da zero per creare una nuova architettura.

Il Werkbund è morto, perché incarnava il tentativo di far collaborare l’intellettuale/architetto e

l’industria; tecnica e industria non devono essere viste come causa dei mali.

L’alleanza tra arte e tecnica è stata un errore.

Disegni con architetture utopiche: tanto non si può costruire, non ci sono soldi.

Tra questi c’è Taut. Scrive tra libri sulla Grande Guerra, pubblicate subito dopo.

1) La corona della città. Il meno fantastico dei tre. Proposta di città configurata come grande

distesa di città e con zona verde e industriale. Al centro parte nera, che è una sorta di

agorà al centro della città. “Un mondo nuovo sta sorgendo dalle ceneri della guerra”.

2) Architettura alpina. Distruzione della natura come fronte di guerra. Taut qui propone di

non farci una guerra ma di convogliare le energie umane nella direzione opposta: al

completamento in bellezza della catena alpina. La natura non è finita, la finisce l’uomo

con cime alpine architettoniche.

3) La distruzione della città. Qui si tratta di disperdere la popolazione umana nel territorio

facendo sorgere capillarmente una serie di piccoli abitati.

La Germania si rimette in moto dopo la prima guerra: ci avviamo verso il Nazismo. L’industria

comincia a ripartire, quindi tutte le fantasie sulla rottura con il passato in realtà vengono

riassorbite dalla normalità dell’andamento delle cose.

Gropius. Nasce la scuola statale tecnica (?), che nasce nel 19 a Weimar. Ci vivono Goethe e

Schiele, luogo di cultura. Scuola sperimentale.

Van de Velde costruisce la scuola, ma non è in Germania perché fu espulso o cacciato perché

belga. Il direttore diventa quindi Gropius di questa + quella di belle arti. Gruppo di docenti già

stabilito quindi. Gropius quindi non fa grandi rivoluzioni ma comincia a chiamare persone a lui

vicine e saranno i professori di prima a chiedere di andarsene via perché in disaccordo con la

nuova idea di architettura.

Viene fatto un volantino con illustrazione di Feininger da distribuire in scuole e città: trasferitevi

al Bauhaus! L’illustrazione rappresenta la cattedrale del futuro che non c’entra nulla con l’idea di

architettura del Bauhaus. Di fianco c’è scritto “Il fine ultimo (irraggiungibile, perché ideale) è

l’architettura” -> nella scuola non viene insegnata architettura, ma i mezzi per arrivarci. I vecchi

istituti artistici non sono stati in grado di unificare le arti, perché l’arte in quanto tale non si può

insegnare (non posso insegnare a Picasso ad essere Picasso)

Architetti, pittori e scultori devono tornare all’artigianato.

Ciò che si può insegnare è l’artigianato, e lo si insegna nel Bauhaus. L’artista è un artigiano a un

livello superiore.

Non è quindi un manifesto in cui si insegna la tecnica e l’industria (no prototipi), si insegna a usare

le mani.

Organizzazione concentrica: gli studenti sono obbligati solo a fare il primo livello, il Vorlehre

(corso preliminare), dopo di che ognuno sceglie il suo indirizzo.

Il corso preliminare ha un maestro, mentre i laboratori hanno due maestri (quello della forma,

tipo Kandinskij, e l’artigiano).

Grande maestro del corso preliminare è Itten, che ha fatto il pedagogo (l’unico architetto della

scuola era Gropius). Insegna l’empatia: liberare gli studenti della loro formazione scolastica e fare

in modo che ritornassero bambini nell’atto di creare (con esercizi di respirazione, ad esempio).

Studi sulle forme e i materiali, fatti utilizzando materiali da ricavo con colori primari. Viene

educata la sensibilità dell’allievo su forme, colori e texture.

L’unico laboratorio che parte velocemente è quella di ceramica, che si trovava fuori Weimar, di

cui abbiamo diversi prodotti che non rispecchiano l’idea di arte e architettura che ci

aspetteremmo dalla Germania. 2

Klee e Kandinskij vengono chiamati come professori, e ci vanno malgrado l’ubicazione e lo scarso

stipendio. Figure fondamentali nel salto di qualità del Bauhaus. Scrivono i loro libri in questi anni.

Gropius costruisce architetture, tipo Casa Sommerfeld, solo per accumulare soldi per il Bauhaus.

Casa interamente in legno, il proprietario lavora il legno. Qui Gropius fa fare le prime esperienze

agli allievi del Bauhaus, tipo Breuer che realizza un mobilio.

Teatro municipale di Jena.

Gropius accoglie alcuni allievi nel suo studio.

Gropius e Itten si confrontano su alcuni temi. Itten: bisogna progettare una scuola separata dal

mondo e da ciò che viene insegnato al di fuori.

Gropius capisce che sarebbe la strada sbagliata; bisogna aprirsi alla società.

Nel 23 mostra del Bauhaus: arte e tecnica, una nuova unità. -> Basta cattedrali, ma macchine per

abitare! Itten viene cacciato dalla scuola in favore di qualcuno di più concreto.

Visto che si credeva che all’interno del Bauhaus non si facesse nulla, chi sovvenzionava chiede

una mostra per capire se continuare a dare soldi o no.

C’era una parte dei maestri e una degli allievi. C’è anche la prima mostra internazionale del

modernismo degli anni 20. Anche Le Corbusier ci andò, e anche Mies. Entrambi furono critici, ma

ci andarono.

Altro motivo per cui manda via Itten è che è nazi. Viene sostituito da Moholy Nagy. Cambia

completamente l’estetica dei prodotti. Ritorniamo all’universo dell’industria e della fabbrica:

ritorniamo al mondo della macchina.

Lampada da comodino che fa guadagnare un sacco di soldi al Bauhaus.

Breuer inizia a produrre le sue sedie.

Ora non si hanno più un maestro artigiano e uno della forma, Gropius ne vorrebbe uno solo che

incarni le due figure: questa cosa è possibile solo se ad insegnare ci sono gli ex allievi.

Bauhaus diventa il bersaglio dell’estrema destra, ma non c’era un’idea comunista di fondo nel

Bauhaus.

Il Bauhaus non può più stare a Weimar e viene trasferita a Dessau, città industriale molto diversa

dalla prima, che invece era attaccata al passato. -> Rapporto con il comune e con l’industria: la

scuola potrà produrre per l’industria. Ambiente ricco di stimoli.

Gropius realizza il suo ultimo progetto di valore: la sede della scuola.

Secondo lui è da guardare con vista aerea. Concepisce l’edificio come un insieme di blocchi,

ognuno con la propria funzione. In basso non è Bauhaus ma una scuola di arti applicate; in alto

blocco dei laboratori, completamente vetrato; nel nodo ci sono la mensa e il teatro. A sx ci sono

le residenze degli allievi. Il ponte è il luogo di amministrazione e dello studio di Gropius.

Ponte metafora di città che passa attraverso l’edificio.

La scuola inizia sempre di più a mantenersi con i suoi soldi.

Teatro del Bauhaus punto importantissimo: attività stimolanti anche al di fuori dell’orario

scolastico.

Con i soldi riesce anche a costruire le case per direttore e tre case doppie per i maestri.

Costruisce un quartiere residenziale popolare a Dessau. Primo esperimento di prefabbricazione.

1928: Gropius si dimette, teoricamente per dedicarsi al suo studio.

Il nuovo direttore scelto da lui, Hannes Meyer (non è lo stesso di prima), il Bauhaus diventa scuola

di architettura. Kandinskij e Klee non sono più importanti.

Lui è comunista: via l’arte, pro industria. 3

1930: elezioni comunali. Vince un nazional socialista. Meyer obbligato a dimettersi e viene

chiamato un arch

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A.A. 2017-2018
59 pagine
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SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher brambi.simo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura 2 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Pisani Daniele.