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Testo in prosa interrotto da testi poetici
- Parodia delle relazioni che gli Arcipreti dovevano mandare al Vescovo della loro parrocchia.
Il problema principale è la datazione, non si sa quando venne ultimato. Si colloca il poema nel secondo quarto del XII
secolo. Nel verso 1690b venne citato “Gil de Albornoz” arciprete che venne eletto nel 1328 successivamente.
Il 1351 è un terminus ante que, in quell’anno l’arciprete di Hita fu Pedro Fernandez.
Di questo libro sono rimasti tre testimoni e un frammento in portoghese. Le tre copie provengono da:
- Salamanca 1343
- Toledo (no data)
- Gaioso 1330
La copia di T e G discendono da uno stesso manoscritto perduto. Tutte e tre le copie discendono da un archetipo pieno
di errori. La copia più affidabile è quella di Salamanca, poiché discende direttamente dall’archetipo . Dallo stemma
codicum si evince che dall’archetipo discesero molti errori.
Dopo questo poema la Cuaderna Via scomparse poiché si imbastardì:
- Non si ebbe più l’obbligo di dialefe
- Il 20% dei versi fu irregolare: invece che avere due emistichi, si ebbero versi di lunghezza variabile.
Il copista dell’archetipo modernizzò il testo originale. La lingua del ‘300 non era più quella usata da Berceo.
Il rifiuto della dialefe fu una grande rivoluzione.
Pita Pajas
Pag. 123
Storia di un vecchio pittore.
Pita allude al significato di “pene” e “pittore”
Pajas allude al significato di “paglia” ovvero qualcosa di inutile
Sexo bobo, illusione all’impotenza del pittore.
Pita Pajas decise di prendere in moglie una donna giovane e focosa. Dopo pochi mesi dal matrimonio fuggì nelle
Fiandre, e la donna si trovò un amante. Quando tornò il marito, la donna si scagionò in modo geniale e astuto.
Mistilinguismo persona che parla in lingua franca rimandando a tutte le lingue romanze
“Pagavas de compaña” è riferito alla moglie, ovvero bisognosa di compagnia
Prosa Castigliana
Il primo grande prosista fu Don Juan Manuel.
La Castiglia conquistò Toledo nel 1085: città ricca di biblioteche con una importante comunità sefardita. Grazie
all’invasione prima degli Almoravidi e poi degli Almohadi, Toledo divenne meta prediletta di cristiani mozarabi, ebrei e
musulmani eterodossi perseguitati in Al-Andalus. La scuola dei traduttori godette della protezione dell’Arcivescovo
toledano Raimondo di Agen. Studiosi occidentali si recarono a Toledo per conoscere la scienza araba. Cosi, per tacere
d’altro, venne recuperato Aristotele. Questa scuola traduceva “ad verbum” dall’arabo o dall’ebreo al castigliano, e
quindi dal castigliano al latino Funzione meramente veicolare del volgare. I testi erano diretti al mercato europeo.
Alfonso X El Sabio fu Re di Castiglia dal 1252-1284. Come principe ereditario conquistò la taifa di Murcia.
Sul piano politico: il suo regno fu costellato di insuccessi, si arrestò la Reconquista, si fece eleggere
Imperatore del Sacro Romano Impero nel 1257 ma non riuscì poi a farsi incoronare, dovette fronteggiare
numerose rivolte interne ecc.
Sul Piano culturale: dette un contributo fondamentale. Fu il promotore di una vasta opera (realizzata dal suo
atelier di storici, giuristi, poeti, musici ecc.). Le Cantigas de Santa María, le Siete Partidas, il Fuero Real, la
Estoria de España, la General e grand estoria, numerosi libri di magia, di astrologia, un libro sul gioco degli
scacchi, un “lapidario” ecc.
Don Juan Manuel (1282-1348)
Nipote di Alfonso X, fu signore di un vasto dominio da Peñafiel al regno di Murcia. Fu co-reggente del regno di
Castiglia durante la minore età di Alfonso XI. Volle far sposare sua figlio con il figlio Don Pedro del Re di Portogallo,
ma Alfonso XI aveva paura di questa unione e non permise ciò. Ci fu una guerra interna e nel 1337 la seguente pace.
Il Conte Lucanor
Fu terminato il 12 Giugno 1335. Il testo è composto da tre libri (50 exemplos/proverbi/Trattato di dottrina cristiana) che
disegnano il percorso ascensionale che deve seguire il perfetto cavaliere nel proprio processo di formazione; dal sapere
più concreto degli exempla a quello più astratto del trattato.
Testo composto da tre libri e cinque parti:
- 1° libro I parte: vi sono riportate 50 novelle
- 2° libro II III IV parte: proverbi 100 facili 50 medi 3 difficili
- 3° libro V parte: trattato di dottrina cristiana (testo teologico)
La sapienza è trasmessa via via più complessa (livello massimo di astrazione gradatio ascesa)
Le novelle sono caratterizzate da dei stilemi dell’autore, Don Juan Manuel ricorre alla tecnica della ripetizione
(sequenze narrative, frasi ed isotopie semantiche).
Pag. 243 Exemplo XI
Testo che serve a formare il perfetto cavaliere cristiano. Appartiene al genere di letteratura sapienziale.
Il testo dimostra come vi sia una fusione fra fonti semitiche-orientali e occidentali.
L’exemplo XI è il più famoso, derivato da fonti orientali sconosciute.
Nel testo si utilizza l’artificio del tempo magico, un personaggio sperimenta vicende per molto tempo, poi scopre di
essere stato ingannato, ed il tempo trascorso non è nemmeno un anno.
Si tratta di letteratura fantastica il lettore non può definire il mondo rappresentato. È un genere sospeso fra la realtà e
fantasia. Il lettore ha un disagio nel credere o meno ciò che legge.
Si hanno due livelli di cornice:
1° cornice: Il discepolo Conte Lucanor e il maestro Patronio conversano, e quest’ultimo gli risponde narrando una
storia. Patronio rappresenta il sapere, il Conte Lucanor rappresenta la ricchezza e nobiltà
2° cornice: L’autore implicito (rappresentato all’interno della storia) riassume con un distico la morale, si lega ad una
vignetta.
Tema:
- Ingratitud o prova di gratitudine: Il maestro sottopone l’allievo ad una prova, dimostrandogli la sua
ingratitudine grazie alla negromanzia riceve il beneficio di aspirare a cariche ecclesiastiche sempre più
importanti e per provare la sua bontà d’animo, il maestro gli chiede di restituirgli il beneficio, ma lui pur di non
farlo, lascia in eredità ai suoi parenti le cariche da lui rivestite, dimostrando la sua avidità d’animo.
20.10
Il Tiempo Magico si apre e si chiude con lo stesso simbolo: viene chiesto alla cuoca di cucinare le pernici per cena.
La pernice veniva utilizzata come valore simbolico dell’inganno diabolico.
Il simbolo delle pernici ricorre sia all’inizio del tempo magico che alla fine.
Solo quando il tempo magico finisce Déan si accorge di essere stato inganato.
La storia narrata da Patronio, inizia quando Déan si reca a Toledo per iniziare lo studio della negromanzia, dopodiché
venne eletto Arcivescovo di Santiago, poi Vescovo di Tolosa, Cardinale quindi si trasferì ad Avignone e per ultimo vestì
la carica di Papa.
Toledo, all’epoca, era considerata la capitale della negromanzia.
La ragione per cui venne scelta la carica di Vescovo di Tolosa e non Arcivescovo, fu perché Tolosa intorno al 1320
venne promossa in arcidiocesi, poiché il arcivescovo divenne cosi ricco da dover compensare la carica ecclesiastica. Nel
1317 Gailhard de Pressac, vescovo di Tolosa, fu arrestato perché coinvolto in una congiura di negromanzia al fine di
uccidere il Papa.
All’inizio della narrazione il tempo magico scorre lentamente.
Tecnica del rubato man mano che la storia scorre il tempo si dilata
⇒ Tres o cuatro días; moraron ý un tiempo; dos años; moraron ý muy grand tiempo
La storia ruota intorno al numero tre, stadi del cammino iniziatico.
Anacoluto cambio brusco di soggetto in una frase
Le locuzioni “e dende” “e desque” introducono il tempo magico
Poesia del ‘400
Il quattrocento è un’età diversa, la cultura spagnola ha un forte cambiamento. I legami con la cultura semita si spezzano,
nel 1492 i Giudei vennero espulsi, si hanno nuovi modelli modello italiano.
Sotto il regno di Juan II approdano i modelli italiani, i più importanti poeti di quest’epoca furono il Marchese di
Santillana (íñigo López de Mendoza) e Juan de Mena.
Juan de Mena
Ha origini irregolari, nacque da giudei conversi nel 1411 a Cordoba. Si formò a Salamanca dove a 23 anni ottenne il
titolo di Maestro des Artes. Trascorse vari periodi in Italia (Roma e Firenze) dove ebbe contatto con l’umanesimo e
perfezionò il latino. Nel 1443 venne nominato segretario di Cartas Latinas a corte, e l’anno successivo Cronista ufficiale
del Regno di Castiglia.
De Mena scrisse opere in arte menor (testi scritti con metro breve, ovvero ottonari-esasillabici utilizzati per poesia
lirica, raffinata e ripetitiva; divulgata attraverso i Canzonieri) e in arte mayor (metro lungo, poemi didascalici ed epici).
L’arte mayor trattava di materia elevata, il cui metro era lontano dalla lingua colloquiale. Il metro utilizzato dava
sfoggio ad un sapere autoritatis.
Arte Mayor
Quest’arte voleva riprodurre il dattilo greco-latino (1 sillaba lunga 2 brevi) nella lingua castigliana. Per riuscire a fare
ciò si utilizzarono due emistichi formati da due piedi, che riproducessero la musicalità del dattilo originario.
Ovvero una sillaba tonica seguita da due atoniche. È un metro artificioso
OOÓOOÓOOÓOOÓOO
Coaccion del ictus
All’inizio si poteva avere 0,1 o 2 toniche come alla fine.
Al|muy|pre|po|ten|te| Don| Juan| el| se|gun|do
26.10.15
Juan de Mena appartenne al movimento pre-rinascimentale spagnolo. Nella sua scrittura introdusse numerosi latinismi.
Fu un poeta di transizione fra il medioevo e il rinascimento. Il suo corpus di opere è formato da: 50 poesie in arte menor
(testi brevi con temi amorosi) 3 poemi in arte major ( narrativi “Coronación del Marquez de Santillana” e “ El
Labirinto de fortuna”; morale “Coplas de los pecados mortales.
p.297 Donde yago en esta cama
Poesia astratta, non si ha uno scenario. Il locutore è ammalato e si sente solo, si lamenta delle sue pene d’amore.
Il lamento d’amore è espresso con parole povere (tecnicismi amorosi). Povertà sul piano retorico, vengono utilizzate
solo 3-4 tipi di figure retoriche: si ha un abuso di ossimori e antitesi nella descrizione della lacerazione amorosa;
poliptoto e anafora per descrivere gli effetti ovvero la follia e malinconia.
El labirinto de fortuna
Si ispira alla Divina Commedia di Dante Alighieri. È un poema allegorico-narrativo, che all’inizio circolava con il nome
di “Las Trecientas” poich&eac