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SECONDA LEZIONE 24/09/2021
Tesina → come proseguire si chiarirà man mano che leggeremo Eco. Scelta di un testo che abbia attinenza, che sia analizzabile dal punto di vista della funzione del lettore. Va bene qualsiasi testo, quale sia la sua strategia narrativa e quali meccanismi narrativi generino effetti particolari sul lettore. L'analisi del sistema narrativo permette di capire come il lettore deve rapportarsi nei confronti del testo, analisi narratologica: prende in considerazione come il lettore gli effetti del lettore, cosa il testo propone al lettore e come il lettore risponde. L'idea è quella che ci sia un testo davanti a noi, il testo scelto (un romanzo), e a lato anche solo il testo di Eco che fornisce spunti e direzioni per capire quali sono gli elementi da considerare nell'analisi del testo in funzione del lettore. Bisogna trovare un testo analizzabile dal punto di vista del rapporto con il lettore.
SEI PASSEGGIATE NEI BOSCHI NARRATIVI
Umberto Eco
ENTRARE
NEL BOSCO Capitolo 11. L'inizio di queste conferenze "le 6 Norton Lectures" che ha tenuto ad Harward nel 92-93, iniziano nel ricordo di un altro grande letterato italiano che era stato invitato a tenere le sue Norton lectures nel 85-86 che poi non è potuto andare ovvero Italo Calvino. La prima Conferenza → inizia con il ricordo di Italo Calvino, non a caso perché Italo è stato un autore che ha approfondito in maniera diretta questo "Se una notte d'Inverno un viaggiatore" rapporto tra narratore e testo, proprio con il romanzo Se una notte d'inverno. Inoltre è del 1979; negli stessi mesi esce anche il libro Lector in fabula: i due hanno un po' scherzato, sembra quasi che l'uno sia il commento teorico al sistema letterario dell'altro, sembra Lector in fabula che Eco teorizza con il rapporto tra testo e lettore e Calvino lo metta in opera. → Eco spende qualche parola su questo testo, perchéqui si teorizza la sua analisi del rapporto testo e lettore. Spiega perché "lector in fabula: lector in fabula lupus insi" intitola richiama l'espressione "fabula" (che si usa quando arriva qualcuno di cui si stava parlando: nell'espressione italiana si evoca la figura popolare del lupo, che per definizione appare in tutte le favole), Eco rievoca quella citazione per mettere in ogni testo narrativo, il lettore. Ma il lettore a differenza del lupo c'è sempre, e non solo come componente dell'atto di raccontare storie, ma anche come lettore in fabula significa che il lettore è componente delle storie stesse: sempre presente nel testo. Il lettore nel testo è un elemento che c'è sempre, ma non solo come spettatore ma anche come componente delle storie stesse, come cooperatore. E per rendere omaggio a Calvino, Eco inizia la sua prima conferenza proprio con una citazione dalle fiabe italiane che aveva raccolto Calvino, ed è una prima analisi.Tecnica che viene effettuata sul testo per capire come il testo chieda al lettore di cooperare. Si tratta di un piccolo brano di una fiaba italiana dedicato alla rapidità (omaggio a una delle lezioni americane di Calvino):
Un re si ammalò. Vennero i medici e gli dissero: "Senta, maestà, se vuole guarire bisogna che lei prenda una penna dell'Orco. È un rimedio difficile, perché l'Orco tutti i cristiani che vede se li mangia."
Il Re lo disse a tutti ma nessuno ci voleva andare. Lo chiese a un suo sottoposto, molto fedele e coraggioso, e questi disse: "Andrò." Gli insegnarono la strada: "In cima a un monte, ci sono sette buche: in una delle sette, ci sta l'Orco."
Eco nota che Calvino non dice di che malattia soffre il re, oppure non spiega perché l'orco può avere le penne ecc.. ci sono una serie di elementi che non sono contemplati nella narrazione: ogni narrazione è necessariamente
rapida, perché costruisce un universo narrativo, ma di questo universo narrativo non può dire tutto, si limita ad accennare. (Inferenze che il lettore è chiamato a fare verso il testo: se è irrilevante chiedersi il colore degli occhi di Don Abbondio, e il fatto di chiederselo non è pertinente) (in questo caso chiedersi di che malattia si trattasse). 2. L'autore afferma che queste sue sei conferenze saranno dedicate alla situazione del lettore nei testi narrativi. Inizia con l'osservazione che in ogni testo narrativo il lettore è sempre presente, anche come componente della storia stessa. Ogni finzione narrativa costruisce un mondo, ma di questo mondo non può dire tutto (il testo è una "macchina pigra"), perché se tentasse di farlo non finirebbe più: dunque è il lettore che deve colmare i vuoti: il lettore in un testo c'è sempre, e non solo come componente dell'atto di raccontare storie.ma anche come componente delle storie stesse. Inoltre una storia può essere più o meno rapida, ovvero più o meno ellittica, ma la sua ellitticità deve essere valutata rispetto al tipo di lettore a cui si rivolge. Ogni testo è una macchina pigra che chiede al lettore di fare parte del proprio lavoro: molte delle cose il testo non le dice, le omette (testo rapido) e le lascia alla discrezione del lettore, alcune cose sono piuttosto intuitive e sono delle scelte, delle domande a cui il lettore deve rispondere basate su elementi comuni (bosco di cappuccetto rosso: non si dice molto del bosco, perché ce lo sappiamo immaginare benissimo). Eco sottolinea che ci sono delle cose intuitive e scontate che non è necessario sottolineare "se prendo l'autostrada e arrivo tra 1 ora è ovvio che prenderò la macchina anche se non l'ho detto. La rapidità è essenziale per un'efficacia della narrazione stessa. LaLa scelta di essere rapidi è una scelta che ha un effetto sul lettore ma anche la scelta di indugiare lo avrà, infatti anche scegliere di soffermarsi su qualcosa di inutile è un meccanismo che chiede al lettore di fare qualcosa, provoca un effetto sul lettore stesso: ogni soluzione narrativa del testo produce una conseguenza nel lettore stesso. Quando Eco dice che il testo accenna e chiede al lettore di collaborare colmando gli spazi vuoti (Iser--> il testo lascia degli spazi di indeterminatezza che il lettore deve colmare). Nella fiaba di Calvino il testo non dice molte cose e le lascia alla discrezione del lettore. Agosto, moglie mia non ti conosco Eco fa un altro esempio citando di Achille Campanile, due personaggi che devono prendere una carrozza: Gedeone fece gran gesti di richiamo a una carrozza che stazionava in fondo alla strada. Il vecchio cocchiere scese di serpe a fatica e venne premurosamente, a piedi, verso i nostri amici, dicendo: "In che
"Posso servirli?"
"Ma no," gridò Gedeone impazientito "io voglio la carrozza!"
"Oh," fece il cocchiere, deluso "credevo che volesse me."
Tornò indietro, rimontò in serpe e chiese a Gedeone, che aveva preso posto in vettura con Andrea: "Dove andiamo?"
"Non glielo posso dire" esclamò Gedeone, che voleva mantenere il segreto sulla spedizione.
Il cocchiere, che non era curioso, non insisté. Tutti rimasero per qualche minuto a guardare il panorama, senza muoversi.
Alla fine Gedeone si lasciò sfuggire un: "Al castello di Fiorenzina!", che fece trasalire il cavallo e indusse il cocchiere a dire: "A quest'ora? S'arriva di notte."
"È vero," mormorò Gedeone "ci andremo domattina. Vieni a prenderci alle sette in punto."
"Con la carrozza?" chiese il cocchiere. Gedeone rifletté qualche istante. Alla fine disse: "Sì,"
sarà meglio." Mentre si dirigeva alla pensione, si volse di nuovo al cocchiere e gli gridò: "Ohè, mi raccomando; anche col cavallo!" "Ah, sì?" fece l'altro, sorpreso. "Come vuole, del resto." → testo che fa ridere perché prima non si dicevano le cose, poi si sente il bisogno di dire anche le cose scontate (cavallo). In questo caso vediamo come il testo presenta degli effetti particolari diversi anche nel caso di un'informazione non necessaria, vedremo che questa storia del cavallo la ritroveremo in un altro testo in cui ci sono dei punti di un universo narrativo che vengono dati per scontati (Eco), chiedersi se l'assenza di una di questi elementi sia rilevante, significa farsi delle domande non pertinenti. Ma in un altro testo considererà proprio la presenza o meno di un cavallo in una narrazione. Questo testo aveva la finalità di ottenere un effetto comico. Però ci sono altri casi in cuil'effetto di ridondanza non è comico ma è semplicemente parte di un linguaggio specifico (effetto di dire più di quello L'albergo del Delitto, che si dovrebbe dire). Lui cita l'inizio del romanzo di Carolina Invernizio:
La sera era splendida, sebbene freddissima. La luna, alta nel cielo, illuminava le vie di Torino come pieno giorno. L'orologio della stazione segnava le sette. Sotto l'ampia tettoia si udiva un rumore assordante perché due treni diretti s'incrociavano: l'uno in partenza, e l'altro in arrivo.
non è necessario che uno è in partenza e l'altro in arrivo per dire che si incrociavano, è un'informazione superflua, fa parte di un linguaggio un più riempitivo, più portato a sottolineare l'ovvio. "Destandosi Subito dopo Eco cita un altro inizio, della metamorfosi di Kafka un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un
enorme insetto" → il lettore si comincia subito a fare delle domande su tutti i buchi, spazi, lacune, che questa frase può generare. Eco cita poi il critico Alfred Kazin → statunitense, aveva raccontato che una volta Thomas Mann aveva prestato a Eistein un romanzo di Kafka che ha affermato che non è riuscito a leggerlo perchè il cervello umano non è complesso fino a questo punto (=per indicare come la gestione del testo da parte di Kafka fosse problematica per le informazioni che venivano richieste da parte del lettore). Roger Schank → psicologo cognitivo racconta una storia per far capire che i lettori sono diversi e l'interazione tra testo e lettore si basa non solo sulle informazioni sul testo dà o non dà, ma anche sulla competenza del lettore stesso. Schank fa alcune domande a una bambina in merito a una piccola storiella:
- Come mai Gianni ha ucciso il drago?
- Perché era cattivo.