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Il primo incontro tra Micol e Giorgio

Micol e Giorgio la prima volta si vedono a distanza senza scambiare parola: troviamo molti termini tecnici tratti dalla liturgia ebraica con una cornice di religiosità ebraica, ma c'è un ambiente anche più familiare a noi, ovvero quello della scuola, dove il liceo ginnasio Guarini ne fa da cornice.

L'azione nella Sinagoga

L'azione si sposta nella Sinagoga: in una particolare cerimonia, la famiglia deve mettersi sotto un manto per raccogliersi in una preghiera solenne e non lasciarsi distrarre, dove sotto il Taled il padre impone le mani sulla famiglia ripetendo la formula di preghiera del rabbino. A pagina 32 troviamo la disubbidienza del figlio, non casuale, ma indica un atteggiamento che il protagonista prende in uno scontro generazionale: i Finzi-Contini sono visti bigotti dal padre ma attraggono il figlio.

L'evasione è data proprio dal Taled, che dovrebbe rappresentare una barriera come molte figure del Bassani. Le donne si trovavano nel Matroneo, lontano dagli uomini, e troviamo una descrizione dei capelli di Micol per la prima volta quando viene descritta la sua venuta dal matroneo. L'attrazione tra Micol e Giorgio si determina al dispetto del veto paterno, un primo manifestarsi del dissenso tra Giorgio e il padre.

L'adolescenza di Giorgio e Micol

A 12 anni, i due passano allo step successivo: il nostro protagonista zoppica in matematica, viene bocciato, e teme sia gli esami a ottobre che la reazione del padre. Girovagando per le vie di Ferrara in bicicletta arriva all'altezza della villa dei Finzi-Contini, immergendosi in pensieri spiacevoli, persino idee suicide, non accorgendosi che una voce femminile lo chiama proveniente dalle mura di cinta della villa, la magna domus, ed è Micol.

Lui si avvicina a lei, mentre erano lontani, modifica la prossemica ma rimane inalterato il rapporto 'alto-basso', donna sopra e uomo sotto, una diversa maturità raggiunta in quella fase della loro vita: lei gli chiede un segno di maturità scavalcando il muro ma lui è impacciato e non ancora uomo, quindi non scavalca. Metaforicamente, sarebbe stato il passaggio dall'infanzia all'età adulta, un rito di passaggio che sarebbe stato scavalcare quel muro, ma Giorgio non è ancora pronto per questa prova e infatti resterà al di qua del muro.

Micol lo invita a lasciare la bicicletta in un sotterraneo lì vicino, molto simile ai montarozzi del prologo, e lì riesce a superare la prova lasciando la bici nell'oscurità, rilegandosi a una frase di Dante nell'Inferno. Micol diviene Virgilio in questo schema, e oltre al rito di passaggio troviamo la catabasi, la discesa nel regno degli inferi, da Omero in poi. Lui inizia a fantasticare una storia d'amore con lei, un primo bacio al buio.

Seconda parte: Il 1938

Si passa al 1938. La politica di Hitler entra nella politica Italiana: se nel 1929 hanno 12 e 13 anni i ragazzi, nel 1938 hanno 21 e 22. I ragazzi sono cresciuti, e dopo nove anni (Dante nella Vita Nova, Beatrice ha 9 anni nel primo anno e diciotto nel secondo anno). A pagina 65 c'è un cambio anche di stagione, dalle belle giornate di inizio estate del 1929 all'autunno del 1938. Il cambio di stagione indica l'ingresso nel tunnel della morte.

Le leggi razziali portano all'esclusione degli ebrei in tutti i campi politici e sociali e anche la comunità Ebraica di Ferrara ne viene colpita, persino Giorgio e i suoi amici, espulsi dal circolo del tennis. Intanto, il padre dei Finzi-Contini non prende bene l'invito a Giorgio e altri ragazzi Ebrei e non Ebrei, ma finalmente iniziano a entrare nella loro villa delle persone esterne e questa improvvisa apertura verso gli altri rispetto alla iniziale ritrosia risponde a una battuta precisa di Micol, a pagina 86, che dice "ormai siamo tutti sulla stessa barca, davanti a uno stesso pericolo, e fare distinzioni è ridicolo".

Durante questa conversazione escono fuori degli argomenti politici, il padre ricorda a pagina 51 le restrizioni previste dalle leggi razziali quali l'esclusione di ogni giovane ebraico da tutte le scuole statali di qualsivoglia ordine e grado: tuttavia, il papà di Giorgio difende Mussolini, rappresentando il punto di vista nella comunità ebraica che sottovaluta il pericolo del Fascismo, facendo apparire l'apertura dei Finzi-Contini come presa d'atto di un pericolo sottovalutato da molti altri: Mussolini non arriverà a misure estreme come Hitler, dice.

Giorgio risponde in collisione col padre dicendo che sbaglia di grosso: il figlio invita il padre ad aprire gli occhi e gli occhi al figlio erano stati aperti da Troskiij, in un saggio da lui letto, che diceva a pagina 52 che in fase di espansione imperialistica, il capitalismo non può che mostrarsi intollerante verso le minoranze come gli ebrei, minoranza per antonomasia. Il piano storico e storiografico tramite questi dialoghi sono vere e proprie lezioni di storia.

Le leggi razziali che portarono una vita da reclusi per gli ebrei porta alla solitudine della famiglia dei Finzi-Contini, e l'apertura della famiglia verso gli altri Ebrei, anche giocando a tennis: oltre ai protagonisti, troviamo la coppia di Bruno Lattes e Adriana Trentini (ebreo e ariana) dove lei farà soffrire lui dopo un breve flirt, troviamo Gianpiero Malnate che sarà un nemico in amore di Micol, avendola conosciuta a Ingegneria a Milano (Alberto lascerà gli studi), non è di Ferrara ma da chimico si ci trasferirà e ha idee politiche forti essendo portatore di un ideale comunista marxista.

Una citazione dantesca a pagina 34 ci ricorda l'avvicinamento a Dante, mentre nei diari di Ermanno scopriamo che lui ha conosciuto la sua amata nel cimitero, molti hanno conosciuto la moglie a un funerale, mentre lui deve decifrare gli epitaffi sulle lapidi nel cimitero ebraico-Israelitico del Lido di Venezia.

I cimiteri sono una costante nei Finzi-Contini, dalla necropoli etrusca al mausoleo nel giardino della famiglia fino a questo cimitero del professor Ermanno, che ci fa capire che la sua concezione della letteratura è una concezione di tipo erudito: lui scava nei documenti, riporta alla luce dagli archivi e commenta le epigrafi del cimitero in un libricino che regalerà anche a Giorgio, studierà poi una poetessa vissuta nel 600 e identica a questa la sua passione letteraria.

Il giardino come infero dantesco

Mentre Micol e Giorgio sono nel giardino, paragonato all'infero Dantesco con lei a testimoniare la guida che fu Virgilio per Dante, quando lei andrà a Milano sarà il professor Ermanno a fare la guida, e il suo compito è fargli visitare diverse realtà di questo giardino in ''Pii Pellegrinaggi'' poiché sono sentimentali ed esplorando diversi lati anche di sé stesso: Micol, a esempio, parla con gli alberi come fossero persone.

Una delle tappe di questo pellegrinaggio, la terza dopo la casa di Perotti, rappresenta i luoghi che li videro insieme anni fa, come quando parlarono per la prima volta davanti a quel muro: il poeta citato qui, invece, è Baudelaire (Verdi paradisi dell'infanzia ne ''I freddi Umani'') e la rimessa, dove c'è la famosa carrozza che portava i ragazzi, Alberto e Micol, accompagnati dal buon Perotti, pensando a ciò che non era accaduto. Si ruppe così l'incantesimo e finì l'estate di San Martino che aveva portato un'illusione di estate nel pieno dell'autunno. Le cose è meglio lasciarle andare se devono morire.

La rimessa dentro cui sta la carrozza può ricordare la necropoli etrusca vista a inizio libro, con gli oggetti della vita quotidiana che nella tomba etrusca si conservano ma qui si consumano, sono oggetti ridotti male e quindi quasi distrutti dal tempo, dalla forza del tempo. ''Bisogna che le cose Muoiono'' dice Micol, e in fondo Micol è una creatura estremamente viva e vitale che nello stesso tempo sa di dover morire, come se presagisse il suo destino tragico ovvero l'impossibilità di sottrarsi a questa morte incombente e inevitabile, che tanto vale quindi aspettare.

Terza parte: I sentimenti di Micol

Micol ammette che ha avuto una cotta per Giorgio, chiamandolo Celestino (come il papa che abdicò) come soprannome, ed è lei che rifiuterà Giorgio, non il contrario, ma in realtà le cose sono diverse. Micol da piccola si girava perché aveva una cotta, dice di essersi innamorata e forse si sono innamorati insieme, e ci sorprende nell'alterà Micol questa sua uscita essendo lei austera in tutto il libro. Nella Rimessa, c'era un momento propizio dove Giorgio avrebbe potuto baciare la ragazza, ma lui non era consapevole di essere innamorato e non la bacia, tanto è vero che se ne pente e ha un rimpianto per l'occasione sprecata, rifiuto dovuto a una immaturità sentimentale e si mostra inadeguato.

D'inverno, Micol è a Venezia intendendo sviluppare la sua tesi su Emily Dickinson e laureandosi in letteratura straniera: tramite il telefono fisso, siamo negli anni '30, riesce a far sentire meno la sua assenza. Il cambio di stagione verso l'inverno (pag 107) porta nel 1938-1939 diversi cambiamenti che presagiscono la distruzione in arrivo: l'impossibilità di vedersi dei due ragazzi al campo da tennis e la distanza di lei è colmata tramite le conversazioni telefoniche. Lei risponde immediatamente, e se non è lei uno della famiglia che passa il tutto direttamente a lei, e la voce di Giorgio così facendo entra nella stanza di Micol in modo metaforico, in questo angolo privato della villa, prima tramite la voce e poi successivamente nella villa.

Nella sua villa troviamo i Lattimi, oggetti d'antiquariato solitamente piccoli soprammobili la cui caratteristica è la materia con cui sono costituiti ovvero il vetro (a esempio i vetri di Murano), e questa mania di collezionare gli oggetti va in contraddizione con ciò che lei disse nella rimessa, ovvero che tutto deve morire, perché questi oggetti fatti di vetro sono estremamente fragili e potrebbero essere una allegoria estremamente fragile e vulnerabile degli ebrei.

La notte prima della partenza di Micol, Giorgio ha degli incubi frequenti (pag 101) e Bassani si ispira al pittore Morandi per riprendere la suggestione emotiva che il lavoro onirico crea nei sogni del protagonista: i lattimi diventano bottiglie, e una interpretazione univoca a questa trasformazione non c'è. L'ipotesi che usiamo, legata alla marea che sta per invadere la stanza della ragazza o alla bufera che il giorno di pasqua evoca l'imminente tragedia storica e si lega sia alla storia dei due ragazzi sia alla Storia.

Intanto, Bruno e Adriana continuano la loro storia: entrambi sono non fatti per fidanzarsi, lei è vuota come donna, ricordando Senilità, e le Leggi Razziali cadono a fagiuolo evitando che questa coppia si crei ed entri in crisi. E in fin dei conti ''un po' di sofferenza non gli farà male''.

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lollo_raiaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana moderna e contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Calabria o del prof Pupo Ivan.
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