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ALL’ANTROPOCENTRISMO

Genio segno di discontinuita’ e non di continuita’ col

secolo; la sua e’ una poesia intrisa di filosofia ( ‘’Pensiero

dominante puo’ essere considerato una filosofia

dell’amore), e cosi’ nelle Operette Morali c’e’ una filosofia

essenzialmente morale, ovvero una filosofia che riguarda

gli usi e i costumi della vita ( mentre la filosofia teoretica si

occupa dei massimi principi della vita). La filosofia morale

assiste l’uomo nel difficile cammino della vita ( c’e’ un

esistenzialismo antico). Il linguaggio nelle Operette e’

volutamente arcaico, c’e’ un’arcaicita’ voluta, un richiamo

al modello classico. Leopardi non e’ un neoclassico, la

classicita’ e’ un qualcosa che non torna piu’ nel fiume del

tempo, si puo’ tornare alla classicita’ solo attraverso

l’esercizio e la memoria. La letteratura nel moderno e’

entrata in un’area storia non totalmente compatibile e in

armonia con la tensione letteraria e la fatica della

letteratura. Quella delle Operette e’ una prosa intrisa di

pensiero, la difficolta’ e’ una difficolta’ sintattica, sintassi

ipotattica e con diramazioni sintattiche derivate dai periodi

reggenti, il pensiero come filosofia e’ il nutrimento della

prosa. Con Leopardi comincia una tradizione di scrittura

filosofica e di riflessione, di meditazione, di fiosofia morale

non esclusivamente speculativa, ovvero speculano in

piena, investono un capitale di pensiero sulle tematiche

che sono la teoria del piacere, felicita’ infelicita, amore e

noia, intensita’ dl tempo. La filosofia non ha posto la

questione dello stil in primo piano, la trattatistica filosofica

e’ tecnica, mentre con Leopardi la filosofia diventa parte

integrante della letterature, diventa parte delle ‘’belle

lettere’’, lettere non piu’ belle ma anche pensose, di

pensiero, speculative. La filosofia nelle operette diventa

piu’ bella, filosofia che nutre la prosa e prosa che

estetizza la filosofia. Il pensiero come stile, protagonisti

della filosofia italiana, libro pubblicato da

Mondadori,2008, e’ una storia originale della filosofia non

fatta attraverso i filosofi tradizionali ma attraverso gli

autori, la filosofia dantesca. Ci sono parole che creano un

vero e proprio campo semantico, come ad esempio il

termine Natura, benefica prima e malefica poi, natura che

mutua significato nel corso dell’opera. Operette che

presentano un pensiero negativo sul presente, ecco

perche’ dispiacciono all’ambiente di riferimento, al punto

da produrre reazioni non sempre eleganti e cortesi

( Tommaseo ad esempio e’ uno dei grandi detrattori di

Leopardi): secondo Leopardi non c’e’ progresso, c’e’

valore di decadenza, le Operette dimostrano che il tempo

presente e’ decrepito ( magnifiche sorti e progressive

e’ una citazione parodica che Leopardi prende dal filosofo

spiritualista Terenzio Magnani, parente del poeta che ha

un pensiero diametralmente opposto, il pessimismo di

Leopardi e’ frutto di un’osservazione della decadenza dei

tempi.

Il suo atteggiamento e’ un atteggiamento che disturba,

Leopardi non e’ consapevole che la societa’ si e’

modificata, ora i letterati devono tradurre il sapere in

qualcosa che abbia a che fare con il mestiere. Visseux,

uomo svizzero e fondatore del circolo fiorentino, capisce

che il libro puo’ essere fonte di denaro, anche se

Leopardi, da aristocratico, interpreta la letteratura non

come fonte di denaro ma come privilegio(i rapporti con

Visseux erano dunque diffidenti)

*Circolo fiorentino:

Capponi,Lambruschi,Tommaseo,Pietro Colletta( storico

napoletano), Rosini( professore a Pisa e scrittore di un

racconto sulla monaca di Monza). Abbiamo aristocratici,

proprietari terrieri, un mondo che Leopardi definisce e

ritiene troppo ‘’realistico’’, al punto che nelle Operette usa

come arma di difesa la bellezza della letteratura e la

sontuosità della prosa. Le Operette vengono lette con

smorfie di sofferenza, per molti costituiscono un qualcosa

di inaccettabile, il pessimismo non viene ne’ compreso ne’

gradito.

Il linguaggio nelle Operette si presenta spesso

tanatologico, sono presenti punti in cui l’autore si

confronta con lo status della morte( come nel dialogo di

Ruisch); i temi fondamentali sono 1) la decadenza del

mondo moderno ( considerato il tempo nella storia ) 2)

la caducità della creatura umana ( considerato il tempo

nella creatura), non c’e’ religione umana ne’ alcuna

ipotesi di trascendenza. Un chiaro segno di tale tema e’

l’operetta sulla Moda e la Morte: La Moda e’ l’emblema

della caducita’, e’ un giocattolo dell’eleganza, un qualcosa

di ingenuo, l’estetica dell’effimero e del provvisorio,

termine che etimologicamente e’ legata a Mo’ ( Moda). La

morte a propria volta e’ campionessa della caducita’, si

riconosce parente della Moda ( che si presenta

superficiale, mentre la Morte appare vestiva con un

abbigliamento che chiaramente desta terrore) Il dialogo di

Ruisch e le mummie e’ un’idea straordinaria a partire

dall’idea dell’imbalsamatore, idea dei morti he si

risvegliano e tornano alla vita. Nell’idea del caduco c’e’ un

senso di preziosita’, la vita e’ caduca e per questo e’

apprezzabile( se la vita fosse infinita sarebbe meno

preziosa). Gli dei si annoiano, escono dall’Olimpo alla

ricerca di qualche diversivo, sanno che vivranno in eterno

e ingannano gli umani con la virtu’, la giustizia e l’amore.

Nelle Operette inoltre e’ presente una critica al finalismo

antropocentrico ( mettere al centro di tutto l’uomo ): fin

dagli inizi la cultura tolemaica ha sempre messo al centro

l’uomo, sbagliando, infatti Copernico ‘’sfratta’’ l’uomo, e

cosi per Leopardi l’uomo non e’ al centro del mondo, e

cosi non e’ al centro del progetto misterioso del destino,

prevale l’anti antropocentrismo, spesso le Operette

stesse sono ambientate in spazi siderali e non nella

dimensione terrestre, non c’e’ realismo, quello di Leopardi

e’ un mondo ‘’sanza gente’’. Critica al progressismo, se

l’uomo non e’ al centro del mondo, il suo progresso e’

essenzialmente inutile ed effimero, Leopardi non vede il

progetto uomo e questo da’ enorme fastidio al suo

secolo.

ZIBALDONE

La data viene dopo, quando l’appunto vuole ancorare al

tempo la sua scrittura. 1817 data iniziale. Temi riguardano

la questione degli stili, prosa e poesia, quali sono i

problemi che la letteratura pone a un letterato per la

riforma degli stili, che necessita’ ha la poesia e la prosa di

essere riformata, Leopardi si pone scientemente la

possibilita’ di migliorarle, per la poesia l’amplissima

annotazione con cu Leopardi accompagna i suoi versi, e’

un quaderno in cui il teorico della lingua si annota la

sua lingua, con un numero molto cospicuo di variabili

( Zibaldone pieno di variabili, opera compiut1a deve darsi

un termine, le Operette sono geometricamente

disegnate, testo che ambisce alla perfezione, mentre

lo Zibaldone e’ volutamente imperfetto, contiene gli

sperimenti del pensiero, mentre le operette

geometricamente disegnate, sono sostenute dalle tesi. Il

massimo obbiettivo dell’essere umano e’ la felicita’,

termine che andrebbe adoperato con prudenza, per

Leopardi e’ l’obbiettivo ma la felicita’ non e’ conseguibile ,

si rende conto che c’e’ un errore di progetto ( non divino ).

Temi esposti attraverso il narrasi, ‘’e’ tradizione’’, leopardi

costruisce una storia mitica dell’uomo, la storia del genere

umano e’ l’operetta piu’ lunga che sta li’ da preludio. Poi

prevale il modello dialogico( MODA MORTE,

COLOMBO GUTIERREZ). Nello Zibaldone Leopardi ha

un dialogo con se stesso, Leopardi forse pensava ad un

lettore futuro, aveva una scarsa considerazione dei lettori

contemporanei ( per il pesante giudizio del conformismo

dell’800 ) ; nella letteratura francese introdotti alcuni

modelli come i saggi di Montaigne, che hanno rispetto allo

Zibaldone la caratteristica di riguardare l’io, mentre nello

zibaldone c’e’ poco nulla della biografia privata di

Leopardi, che invece si ritrova preferibilmente

nell’Epistolario, mentre nello Zibaldone il privato e’

espunto in favore di un privato mentale. Qualcosa

come lo Zibaldone non c’e’ in Italia, ma in Francia, in

Leopardi la privatezza e’ mentale in cui scatta una

specie di desiderio di lasciar correre liberamente il

pensiero, nella sua progressione e nella sua regressione,

contiene una serie sismica di pensiero, Leopardi dice e

si contraddice, in un’opera destinata al pubblico non

sarebbe consentito. Leopardi annulla tutto, il mondo e’

niente ed e’ male, asserzioni assolute ( tutto e’ male,

Bologna 1826), ma non c’e’ solo quello, e’ un errore

stabilire un’identita’ Leopardiana, c’e’ un Leopardi poeta,

un Leopardi dei pensieri ( Zibaldone) e un Leopardi delle

operette morali, a tal proposito e’ inerente introdurre

‘’Incanto e disinganno, Leopardi poeta, filosofo,

scienziato’’: sbagliato definire Leopardi pessimista, tropo

stereotipo, lo spirito di Leopardi e’ contraddistinto dalla

Malinconia ( cosi come i grandi scienziati che si rendono

conto che la scienza e’ arrivata fino a un certo punto, la

malinconia e’ lo spirito della ricerca, linguaggio di

Leopardi e’ telescopico, astronomico, la descrizione della

Luna del dialogo di Galileo scopre che nella Luna ci sono

imperfezioni e i cieli non sono puri). Nelle prime cento

pagine dello Zibaldone il tema che gli sta a cuore, in

epoca razionalistica, e’ la distruzione delle favole, la non

credenza degli dei, la Natura parla con il linguaggio della

Natura, il linguaggio della natura e’ atlantico. Leopardi fa

suo questo dettame galineniano, la natura si esprime

con il linguaggio della scienza ,della ratio, questo e’ il

punto cruciale dell’argomentare Leopardiano. Ideale

razionalista, si e’ formato sui grandi temi della filosofia, ha

concezione ateo materialista della natura, ha letto

Voltaire, Rousseau. La razionalita’ umana, che ci dice che

non ci sono piu’ impronte degli dei ( dissolto tutto ) , la

ratio umana e’ smas

Dettagli
A.A. 2016-2017
59 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alessandroderozan di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Biondi Marino.