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Estratto del documento

Hety-Schmitt-Maass, donna importante nel rapporto con Levi, legge SQU, più tardi del 1961.

Nel 1966 lei legge il libro e scrive a Levi una lettera lunghissima, in cui dice che lei è figlia di un disertore, si è sposata con uno che lavorava nella fabbrica dove Levi contribuirà nel periodo di prigionia.

La donna mette Levi in relazione epistolare con una serie di persone a patto che mandino tutte le loro lettere, vuole creare una specie di dibattito su certi temi.

Hermann Langbein, storico austriaco, presidente del comitato internazionale di Auschwitz, si era già sentito con Levi.

Ferdinand Meyer. Nel SP c'è una storia in cui ha un corrispondente tedesco, il cui personaggio reale è Meyer, in Vanadio, lavoro letterario.

HSM si mette in contatto con Meyer, perché Levi aveva nominato Panwitz (morto); HSM vuole uno scambio di lettere. Meyer era un civile, un ingegnere chimico che si alzava e andava a lavorare nella fabbrica all'interno.

di Auschwitz. (Vedi la lettera sugli handout). Da questa lettera Jean Amery accusa Levi di essere un perdonatore; l'obiettivo di Levi è conoscere un punto di vista sconosciuto, ovvero quello di un ingegnere chimico civile che lavorava in quell'ambiente, diverso dai diari dei militari tedeschi. La lettera di apertura di Levi va interpretata così; non ha sempre questo atteggiamento nei confronti di queste persone. Vanadio, penultimo racconto del Sistema Periodico, sul finire del 1974, problema di asciugatura di vernici, Muller fa un errore nella lettera, stesso errore che faceva il suo capo di laboratorio, sospetta che potrebbe essere lui, così fa delle ricerche. Levi dichiara che questo racconto è uno di quelli più falsi. Levi dice di essere simile a Funes, personaggio di un racconto di Borges; quindi Levi si vuole rappresentare come un personaggio di memoria maniacale, ci gioca su questa cosa. Nei Sommersi e Salvati riflette sulla memoria, qualcosa di.

fallace; negli ultimi anni capisce che la gioventù è molto lontana come contesto storico e sociale da quello in cui lui aveva vissuto. Elementi sono tipo dei funzionamenti, non delle metafore. Prima volta che menziona la zona grigia in Vanadio che viene dal carteggio con Meyer, importanza del carteggio, potenza creativa. 21/03/2019 Borowski autore conosciuto in Francia e in Germania, ma poco in Italia. Letteratura nei campi di sterminio: diari e opere sociologiche. Questo autore appartiene a tutte e tre le categorie, il primo racconto è stato scritto per la fidanzata, “Da casa nostra ad Auschwitz”. Lui fu prigioniero politico per due anni, sorte condivisa con la fidanzata, e ha cominciato a scrivere dopo la sua liberazione. Le sue opere sono state le prime scritte sono stati conosciuti fino al ’60 solo ai paesi aderenti al sull'argomento, per motivi geo-politici Patto di Varsavia. Borowski è stato per qualche mese a Monaco a scrivere

Un'esperienza incomprensibile e indicibile, in una lettera scritta da Monaco, egli ha dichiarato di aver visto la morte di un milione di persone. Un'altra testimonianza di lui. Problema dell'incomunicabilità. Lingua sconosciuta. Esperienza in un campo di sterminio ti trasforma o in una pietra o in un albero che non esprime parole. Quali sono gli espedienti narrativi a cui ricorre? [Guarda le sue opere]. Borowski, problema dell'autenticità, l'io narrante si assume la responsabilità della propria sopravvivenza. Nell'introduzione al Mondo di Pietra, specifica che non va confuso il personaggio con l'autore; Borowski non vuole descrivere ciò che ha provato, ma nel racconto finale, dice che ha visto il cielo, le donne e gli uomini del lager, senza aver mai visto se stesso. Borowski fu attaccato dall'aria cattolica e marxista di cinismo e nichilismo, accusato anche di essere stato un collaborazionista. "Sei sopravvissuto, sei colpevole".

La sua narrazione è stata descritta la conica gelida, ciò che preme a Borowski è descrivere l'omologazione rinunciando alle barbarie tedesche. Egli aveva bisogno di un personaggio che avesse libertà di movimento. Narrazione distaccata. Rovesciamento totale del mondo Auschwitz. Black humor fatto da Borowski, deriva dal volere nazista. Il Franceschini sta parlando di una donna livornese che a Birkenau cantava. 03/04/2019 La professoressa Grazzini. Peter Weiss, autore tedesco, sconosciuto. Teatro documentario; Peter è uno degli esponenti, ci pone la problematica dell'espressione creativa della lingua in rapporto con la storia. I documenti a disposizione dello scrittore; uno dei principi è la selezione, il poeta cerca di orientarsi e di costruire in una maniera non data. Come si scelgono i documenti? Come si collegano, non nega la presenza di un soggetto, è comunque un'interpretazione a monte di ciò che la storia mette a.

Disposizione.Processi di Norimberga, in cui vennero processati alcuni criminali di guerra, voluti dalle forze alleate, che ebbero un focus diverso da quello di Francoforte (1963-1965) a cui si riferisce Weiss; gran lavoro di documentazione, in cui si cercarono le testimonianze, i documenti, difficile in quanto si cercarono di distruggere tutte le tracce.

Processo ad Israele (1963), quello più spettacolare, confronto tra vittime ed imputato, sulla scia di questo, in Germania si comincia a pensare al passato. Particolarità della data, ci sono voluti diversi anni, e poi sono processi tedeschi, in Germania c'era l'idea di ricominciare da capo, ora zero.

Weiss di origine ebrea, che viene scoperta durante il nazismo, è un non ebreo, non ha radici profonde culturali. Peter Weiss, sorta di epifania, quando scopre di essere ebreo, lui sceglie di stare dalla parte della vittima, vive le conseguenze del nazismo, in quanto emigra, impossibilità di sentirsi appartenente.

A qualcosa, sulla base di ciò fa una scelta di scrittura. Non riuscirà più a tornare in Germania, rimane in Svezia, continuando però a scrivere in tedesco. Consapevolezza se si è trovato dalla parte della vittima per caso. Con le leggi di Norimberga, molti ebrei (poco pratici con l'ebraismo) sanno che hanno un'identità che viene attribuita; linea di demarcazione tra carnefici e vittima non è molto marcata. Letteratura attenta ai rapporti di forza di una società, a quali sono gli elementi di debolezza, perché mettere in scena i processi di Francoforte? Momento traumatico nella storia della coscienza della nazione, sia per gli uni sia per gli altri.

Il testo venne messo in scena nell'ottobre del '65, in 16 teatri nella Germania dell'est e dell'ovest, evento di una memoria collettiva, anche a Londra. Questo testo ebbe molte critiche sia dalla parte occidentale, orientale (non sufficientemente politico).

ed ebraica. LaGermania dell'est era la Germania anti-nazista, forma più feroce del capitalismo il nazismo, riferimento al capitalismo non sufficienti. Dall'altra parte era troppo espliciti per la Germaniadell'ovest, si fanno nomi di industrie attive in quel tempo; da parte ebraica, non emerge la dimensione dello sterminio di un popolo. Testo strutturato in 11 canti, diviso in 3 blocchi. I personaggi sono il giudice, il rappresentante dell'accusa, la difesa, i testimoni 19 e gli imputati 18. I testimoni non hanno nomi, gli imputati si; i processi di Francoforte (riguardano Auschwitz) furono carichi di emozioni e quindi furono messi in pausa più volte. Le persone rivedono per la prima volta i loro violentatori. Weiss elimina la dimensione emotiva, anche perché siamo in un tribunale. Il testo di Weiss è eccellente, non c'è espressione di emotività, sentimento, narrano e rispondono a domande, struttura è quella del giudice.

che fa delle domande e loro rispondono. Emerge il fatto che arrivano diretti, testimone reso anonimo. 409 testimoni su 1500, persone che facevano parte del lager, che non sono gli imputati, sono una ventina di persona, quelli ritenuti responsabili, mentre gli altri hanno solo agito, confessione di tante testimonianze. Lui richiama il tribunale di Francoforte, mette in scena il campo di concentramento, qualcosa di infattibile, noi ci creiamo l'idea grazie alla testimonianza, si comincia con l'arrivo, porta in senso dantesco. Comincia con la selezione, con i testimoni che accoglieva i treni; molti canti riguardano la vita nel campo, cosa si faceva. Lui da un sacco di numeri, che sono dati, a volte prendono parola anche gli imputati, ogni tanto ridono, sghignazzano, anche all'interno c'è una forza collettiva. Creatività artistica superata dalla realtà. Weiss fu anche pittore, ispirato al surrealismo, in cui parla al passaggio con il film documentario. Ci

Parla del libro di una realtà inconcepibile, si concentra sui fatti. Due riferimenti non espliciti agli ebrei. La Germania dell'est si è sempre rifiutata di pagare risarcimenti alle famiglie ebree, in quanto si è sempre dichiarata non nazista. 20 anni dopo, molti nazisti occupavano posti di rilievo nella Germania. 08/04/2019 Se questo è un uomo, pagina 31. Dopo la judenrampe c'è lo smistamento e Levi viene fatto salire su un autocarro, con altre 30 persone. Andare giù, discesa nel mondo infernale dal quale nessuno torna, pagina finale in cui attinge a Dante, "guai a voi anime prave", citazione esplicita, l'autore segnala al lettore che le parole che ha usato e sono contenute nelle virgolette non sono parole proprie, ma di un altro scrittore: citazione del verso 84 del III canto dell'Inferno. Poi citazione indiretta, Caronte, quello che pronuncia "guai a voi anime prave" = tedesco. I deportati sono dannati.

Anime che per aver commesso in vita colpe per le quali non esiste redenzione. Gli haftlinge subiscono le pene dell'inferno pur essendo ancora vivi. Haftlinge vivi e haftlinge innocenti (lezione precedenti). Capitolo "Sul fondo".

Se noi andiamo al terzo capoverso, questo è l'inferno, poi il quarto, non siamo morti. Questo è l'inferno, ma noi non siamo morti; non siamo ancora morti, infatti più tardi specificherà che non avevano alcuna speranza.

Questo capitolo prende il nome del titolo che Levi avrebbe voluto dare al libro, poi cambierà con l'edizione De Silva. "Sul fondo" è un'espressione che lui utilizza con una certa sistematicità nel libro.

Citazione di una porta. Levi non dice subito la destinazione dalla Judenrampe e il luogo dove viene portato dall'autocarro, lo dirà dopo, pagina 39.

Come per tutti i 40 campi di sterminio, all'ingresso c'era un cancello che dava accesso al campo e per

ma dal significato profondo e sinistro. Questa frase era incisa sui cancelli di molti campi di concentramento durante l'era nazista. Era un modo cinico per ingannare e illudere le persone che venivano imprigionate, facendo loro credere che attraverso il lavoro avrebbero ottenuto la libertà. In realtà, era solo una menzogna crudele e disumana. La scritta diventa quindi un simbolo di inganno e oppressione, un ricordo doloroso di un periodo oscuro della storia umana.
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A.A. 2018-2019
26 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mfilosa98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Riccucci Marina.