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DANTE PADRE DELLA LINGUA ITALIANA

importanza che ha d per la lingua, d è riconosciuto come padre della nostra lingua.

quando d cominciai a scrivere la commedia (prim anni del 300), il vocabolario

fondamentale di quel tempo era gia costituito dal 60% e alla fine del secolo la percentuale

sale all81%-> cioè che l81% delle parole che oggi usiamo gia nel 300 erano inserite

dentro la lingua.

il vocabolario fondamentale dell’italiano è formato da circa 2000 parole di più largo uso,

quelle che vengono oppresse dal maggior numero di prsone. più di 1600 di queste parole

ci sono gia nella comemdia-> commedia considerata uno dei più importanti serbatoi da cui

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ha attinto la lingua comune e di tutti i giorni perche nella commedia c’è una varietà di toni

registri e linguaggi ampissima.

scritta in volgare-> scelta non scontata tanto che d si deve giustificare perche voleva

scrivere un poema,qualcosa di alto.

anche nel d volgari eloquenti dante si impegna a sottolineRE LE qualità positive del

volgare dimostrando che anche il volgare può sostenere un opera alta ed elevata.

una delle questioni aperte riguarda la datazione.

sappiamo che d comincio a scrivere quest’opera nei primi anni del 300, gia dopo l’esilio da

firenze e si dedico alla stesura della commedia fino alla morte, 1321. più difficile è capire

la stesura delle tre cantiche. le prime due circolarono gia durante la vita dell’autore forse

dal 1312 circa in poi. il paradiso invece d non riesci a rivederlo integralmente e diffonderlo.

diffuse dei gruppi di canti durante la sua vita. integramente invece circolo dopo il 1321.

le prime circolazioni sono manoscritte, le trascrizioni veniva fatto circolare in aree diverse.

a volte i copisti intervenivano sul testo, correggendo su quello che loro ritenevano un

errore e quindi corretta da colui che copiava il testo e poi c’era il fiorire di errori nelle

diverse copiature quindi noi lettori moderni non abbiamo la certezza di leggere la

commedia esattamente come dante la scrisse, dobbiamo tenere conto di questi errori e

della distanza temporale che sussiste.

un’altra question su cui viene da riflettere è quello che riguarda il titolo. dobbiamo essere

consapevoli che la commedia vine echamata DIVINA solo a partire dal 1555 quest’opera

viene indicata con questo aggettivo. il sostantivo invece è d stesso a definire la sua opere

come una commedia o anzi meglio una COMEDIa, la definisce cosi nella lettera a

CAGRANDE DELLA SCALE (pag 203), signore di verona nel momento in cui dantegli

invia alcuni canti del paradiso con intenzione di dedicarli.

lui non aveva in mente il genere drammatico che conosciamo noi oggi. comprendiamo

invece il significato che d da a questo temrine. ad un ceto punto della lettere lui scrive che

la parola comedia da COMOS= VILLAGGIO come se fosse un canto villareccio, ciò opera

scritta in uno stile e in una lingua del villaggio non troppo difficle.

la scelta del titolo dipende da una motivazione stilistica, di egistro. si tratta di una

commedia perche è una narrazione poetica in cui l’autore utilizza uno stile alternativo da

quello nobile e illustre della tragedia. questo deriva da una tripartizione di stili: uno stile

TRAGICO adatto per le opere più illustri, uno stile COMICO inferiore al primo e intermedio,

stil ELEGIACO che utilizza solo il registro più basso e umile. in questo senso la scelta del

titolo commedia serve ad identificare il registro e lo stile che verra utilizzato, toglie i due

estremi. questo deve anche a d come giustificazione delle variazione di registro. allo stile

comico infatti era concesso di mescolar i vari registri, avvicinandosi allo stile più basso o

più alto.

con la scelta del titolo commedia d sottolinea la sua liberta stilistica e sottolinea la

possibilità di alternare gli stili che possano adeguarsi ad una materia che alterna tra

personaggi bassi ed elevatissimi.

infatti pensando all’intera commedia noi andiamo dalla parte più bassa dell’inferno, le

malebolgie dove lo stile diventa mimetico di atteggiamenti più bassi mentre dall’altra parte

abbiamo la visione di dio dove i toni devono essere più elevati.

il itolo commedia pero può essere giustificato anche dal punto di visto dell materia perse

inizia dalla narrazione di situazioni difficili ma la sua materia finisce bene.

dal punto di vista narrativo invece possiamo riassumere brevemente quest’opera come il

racconto in prima persona di un viaggio nella’aldila. questo viaggio è voluto e permesso da

dio affinché venga mostrato a d il pellegrino l’effetto, la conseguenza del male e l’esito

positivo di una condotta che è rivolta al bene. 12

i vari livelli di significati: dobbiamo considerare la sori che ci viene considerata da dante, la

vicenda e i personaggi che incontra.

la vicenda di d intende assumere un valore universale per tutta l’umanità.

nella lettera a Cangrande della scala dice che questa commedia è polisemica=piu

significati infatti il primo significato è quello che si ha dalla lettere del testo-> significato

letterale, quello che le parole ci dicono, il secondo è quello che si tende a raggiungere

dalla lettera del testo-> significato allegorico, morale o analogico.

questi significati lui aveva gia trattati nel CONVIVIO -> opera che rimane incompiuta di

carattere filosofico. inizia quest’opera nel 300 e la comincia con una struttura simile alla

vn, opera di carattere filosofico ma nella forma di commento a delle canzoni dottrinali, di

argomento elevato.

dichiara che si può intendere e commentar eun testo scritto in 4 modi: LETTERALE che

non va oltre la lettera delle parole, ALLEGORICO che va a cercare il significato che sta

sotto il velo della narrazione, MORALE che è quello che i lettori devono andare a ricercare

per l’utilità morale, etica, spirituale del lettore, ANALOGICO definito anche come

sovrasenso quando c’è un altro senso che riguarda lo scopo e la finalità ultima dell’uomo.

questo viaggio è anche una trafroamzione del poeta e del personaggio da cui ottiene

inseganemtni morali, dove d ha la possibilità di incontrare i dannati e questo implica una

riflessione sul senso della vita, sulle sue scelte, sul libero arbitrio.

doppio piano del racconto: sviluppo letterale e sviluppo allegorico.

INTERPRETAZIONE FIGURALE-> si cerca di spiegare come questo meccanismo si attivo

nella commedia.

AUERBACH ci spiega che cos’è la figura-> che può essere definita una protezione reale:

quando in un racconto abbiamo un fatto reale.

i personaggi che d incontra nella commedia sono realmente esistiti ma nella commedia

risulta figura del personaggio che d incontra nell’aldila-> il carattere terreno non viene

soppresso, indebolito ma mantiene il grado più intenso del suo essere individuale, terreno

storico, reso perfetto pero nella sua sorte ultra terrena, eterna.

ex virgilio: secondo l’interpretazione figurale virgilio non è allegoria di una virtù o un

istituzione storica ma virgiio stesso. se dante ha scelto come propria guida proprio virgilio

è perche a quel personaggio ha voluto dare tutta la rilevanza e la forza di colui che per le

sue qualità potesse davvero essere guida e maestro. v non perde nulla delle figura terrena

ma per dante la ua figura terrena viene perfezionata nell’uomo che viene individuato

nell’eternita.

commedia= racconto in prima persona dove narratore e protagonista coincidono. la voce

di dante poeta e dante personaggio sono diverse.

il dante poeta è colui che utilizza tempi al presente per raccontare la storia, il dante

personaggio utilizza tempi al passato per raccontare la vicenda.

nel primo canto si vede il personaggio che dice di essersi ritrovato in una selva oscura,

luogo come luogo simbolico come la retta via o le fiere. questo smarrimento allude al

mondo terreno, dante ha perso la retta via ma in qualche modo riesce ad uscire da questa

selva e giunge ai piedi di un colle che è illuminato dal sole e cerca di avviarsi verso la

salita di questo colle-> ravvedimento e tentativo di avviarsi verso un esito più positivo

(simbolicamente)

appena dante si avvia appaiono tre belve ch impediscono il procedere e contengono dante

a riaccendere fino a che non appare una figura con dei contorni visibili e che si presenta

come virgilioe dante appare incredulo. V annuncia in tono profetico che giungerà poi un

veltro (cane da caccia) he possa eliminare le tre fiere. 13

V dopo questa perfeziona si presenta come guida e gli annuncia che farà un viaggio che lo

condurrà verso inferno, purgatorio e paradiso. potrà essere guida solo dei primi due regni

e altra guida sarà necessaria per accmagnarlo in paradiso.

d accetta il viaggio e su questa accettazione si chiude il primo viaggio.

queste anticipazioni vengono collocate da d in un preciso momento storico-> i sui 35 anni

quindi data del 1300, anno del primo giubileo cattolico voluto da bonifacio 8 e voluto dalla

cristianita.

NELLA SECONDA TERZINA dante afferma di non sapere e conoscere le modalità con i

quali è entrato inquesta sella poiché si sentiva pieno di sonno-> condizione di scarsa

lucidità, incapacità di comprendere.

dal verso 13 la dove terminava la valle guardo in alto e vide le sue spalle.

verbo principale-> GUARDAI

POICH’IO= dopo che

ma dopo ch’io fui arrivato, giunto, ai piedi di un colle la dove terminava quella valle che mi

aveva dato paura.

guardai in alto e vidi le spalle del colle (personificaizone del colle-> sommita, parte più alta

del colle), illuminate gia dai raggi (metafora), del pianeta che conduce giustamente

ciascuno da ogni via -> sole (perifrasi),pianeta che è in grado di condurre ciascuno

rettamente mercoledì 26 ottobre 2016

Fa degli incontri con le anime dei morti per capir dei proprio peccati, pentirsene e induce il

lettore a fare lo stesso.

altissima è l’ambizione da un punto di vista morale, etico. leggiamo di un credente che

racconta il suo peccato, smarrimento morale e intellettuale e poi la riconquista della fede->

questo percorso di conversione lo prodromo attraverso la sua opera a tutti i credenti e i

lettori. danno propone la purificazione, l’abbandono di certi vizi e peccati.

VERSO 8 (dante ambisce ad un messaggio più universale-> ruolo quasi profetico. nella

vita nova parlava solo a b qui invece parla a tutti per un messaggio di salvezza).

VERSI 13-15 dante racconta che all’uscita della selva che tanto dolore gli aveva causato,

d riesci a ritrovare la serenità-> D vede aprirsi la possibilità di una speranza, arriva ai piedi

di questo colle e solleva il suo sguardo.

perifrasi= indicare un oggetto con

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A.A. 2017-2018
40 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia96gallo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Apollonio Silvia.