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SCENA II
Nell'introduzione si trova scritto "Fabrizio e detti" e ciò vuol dire che in scena c'è Fabrizio con i due precedenti personaggi già presenti sulla scena. Il testo è interamente scritto, non si improvvisa nulla.
Fabrizio si rivolge al marchese chiamandolo "signore" e quest'ultimo si offende chiedendogli chi gli abbia insegnato la buona educazione. "Signore" è un titolo che si dà anche alle persone del popolo e quindi per lui non basta.
Il conte chiede di Mirandolina e Fabrizio chiama il marchese "illustrissimo" prima di essere rimproverato dato che quel titolo era riservato ai borghesi e non agli aristocratici a cui era riservato il titolo "eccellenza".
Fabrizio dice che chiama così entrambi e il marchese continua a dire che tra loro c'è una differenza per cui Fabrizio dice che se ne rende ben conto. Per Fabrizio la differenza tra i due è...
che il marchese non paga, perché lui sono semplici clienti, non gli interessa della loro nobiltà. "Eccellenza, si. Ho fallato questa volta?": Fabrizio fa anche ironia sui due. Il conte per mostrargli la differenza tra i due gli dona del denaro e dice al marchese di fare lo stesso: il marchese, offeso, afferma che non getta il suo denaro in giro come se niente fosse. Sa che non ha i beni di cui dispone il suo interlocutore. Fabrizio fra sé e sé dice che fuori dal paese per farsi portare rispetto non servono i titoli ma i soldi. SCENA III Restano sulla scena il marchese e il conte. Il marchese dice che se il conte pensa di superarlo con tutti i regali che offre, sbaglia perché non è ciò che conta la vera nobiltà. Il conte è molto legato ai beni materiali e con il denaro pensa di ottenere tutto quindi non gli interessano i valori astratti, bensì quelli materiali. Il conte è convinto che per ottenereL'apprezzamento di Mirandolina sia necessario il denaro e non serva a niente la "gran nobiltà" mentre il marchese pensa che sia più importante poter fare un favore in qualsiasi situazione. Hanno priorità diverse.
SCENA IV
Abbiamo il cavaliere di Ripafratta oltre al conte e al marchese. Il cavaliere è misogino, dice di non essere mai stato innamorato, è avverso alle donne, non ha il desiderio di avere degli eredi ma Mirandolina riuscirà a conquistarlo. Il cavaliere dalla sua camera sente questo battibecco e chiede cosa stia succedendo. Il marchese ironicamente (presente in una didascalia) dice che il conte pretende di parlargli di valore ma lui non ha dubbio sul fatto che non ci sia niente di più importante. E cosa può saperne il conte che la nobiltà l'ha acquistata?
Il conte non nega l'importanza del valore ma sa che è necessario avere denaro. Il marchese non ha argomenti per difendere la sua tesi.
preferisce ignorarla. Il cavaliere afferma che non ha mai avuto interesse per le donne e che non capisce come possano essere la causa di tante dispute. Per lui, le donne sono solo una malattia insopportabile per gli uomini. Il cavaliere si chiede cosa abbia di speciale Mirandolina per suscitare tanto interesse, ma afferma di non aver notato nulla di particolare in lei nonostante sia nella locanda da qualche giorno. Man mano che la storia si sviluppa, i personaggi si rivelano complessi e iniziano a evolversi attraverso le loro battute. Il conte invita il cavaliere a prestare attenzione a Mirandolina e al suo comportamento, ma quest'ultimo continua a ignorarla.vedecome tutte le altre. Il marchese dice, con orgoglio, di aver frequentato le dame migliori ma nessuna è come Mirandolina. Vanno ad affrontare il modo in cui questa donna si comporta: è seria. Il cavaliere dice che hanno provato a far di tutto per farlo sposare ma lui non ha mai voluto: avrebbe anche voluto dei figli ma ciò avrebbe voluto dire sopportare una donna e per lui non c'era cosa peggiore. Non ha intenzione di condividere i suoi beni con una donna, preferirebbe condividerli con i suoi amici. Dice il cavaliere che non lavorerebbe neanche se fosse più bella di Venere. SCENA V Entra in scena Mirandolina, donna concreta, astuta, vivace che approfitta delle debolezze di questi uomini. Goldoni riporta nel testo modi di fare, abitudini, mentalità, classi sociali tipiche di quella realtà. Il marchese dice di aver bisogno di Mirandolina nella sua camera ma lei gli dice che può rivolgersi al cameriere. A questo punto il marchese si rivolgeal cavaliere per sottolineare il comportamento serio della donna. Il conte le fa vedere degli orecchini di diamanti e sottolinea il fatto che siano di grande valore, fa tutto in maniera plateale per mostrare la sua ricchezza e per mettere in difficoltà il conte che non ha la sua stessa possibilità di fare questi grandi regali. Il conte continua dicendo che quegli orecchini sono speciali perché sono incastonati alla moda. Lei li accetta perché il conte le aveva detto che altrimenti si sarebbe offeso e il cavaliere vede in lei soltanto furbizia. Il marchese ritiene che queste esibizioni pubbliche del conte siano inutili mentre lui è elegante quindi vuole parlare con Mirandolina a 4 occhi. Il cavaliere dice alla locandiera che la biancheria che ha trovato nella sua stanza non gli piace, disprezza sia la biancheria che la donna e lei risponde che potrebbe esprimersi in modo più gentile. Lui è duro nei suoi confronti. C'è questo confronto.tra diverse classi, c'è realismo e i personaggi sono verosimili, contestualizzati.LEZIONE 19.04.21
Goldoni cerca un equilibrio tra la vecchia tradizione e la riforma che vuole attuare. Nei Mémoires a proposito dei suoi primi lavori scrive: "il mio stilo non era elegante, la mia versificazione non tendeva al sublime, ma era precisamente quello che ci voleva per ricondurre alla ragione un pubblico abituato alle iperboli, alle antitesi e al ridicolo del gigantesco e del romanzesco" "vi è chi dice bisogna elevarsi, bisogna rispettare il pubblico, io credo di rispettarlo presentando qui la verità nuda e senza belletto" "ho imparato, volendo render utili le mie commedie, a regolare qualvolta il mio busto su quello dell'universale, a cui debbo principalmente servire"
discute sul processo di involuzione della commedia, il pubblico era abituato all'esagerazione (iperbole) mentre l'autore cerca l'aderenza
dell'opera al reale-l'autore vuole educare il pubblico, l'opera deve essere anche istruttiva non può essere soltanto divertimento ed evasione-universale = gran parte del pubblico-riprodurre la realtà creando situazioni verosimili, i personaggi hanno uno spessore ed un'autonomia espressiva(non sono tipi fissi ma dinamici)-cala la scena anche negli ambienti popolari che sono più spontanei - le persone che si muovono tra i le calli e i cappieti (stradine e piazzette).-mercante come portatore di valori borghesi positivi (uomo attivo che produce) intorno agli anni 60 questa figura entra in crisi deludendo l'autore (per lui avrebbe dovuto rinnovare la società): ciò si rispecchia anche nelle opere-destinatario principale di queste opere è la borghesia che spesso è anche protagonista di queste commedie -essi vogliono che in queste opere venga rappresentata la loro vita, la loro realtà (VEROSIMILE DEL(REALE)-Cambia modo di rappresentazione: prima la rappresentazione avveniva nelle piazze, mentre adesso nel 700 abbiamo la costruzione dei teatri stabili (che diventano una impresa commerciale dove investono molti patrizi veneziani). Adesso si paga per vedere lo spettacolo. Ci sono capocomici, imprenditori ... . La scena è nettamente separata dallo spazio riservato al pubblico (platea, galleria, palchi - che rispecchiano le nuove gerarchie sociali basate sul censo, sulla ricchezza economica)
-eliminare le maschere
-problema linguistico: Goldoni usa anche il dialetto veneziano, alcune commedie sono scritte anche in dialetto, in francese - il dialetto nelle sue commedie acquista dignità di lingua parlata. Lo stile adottato è medio, colloquiale e contrapponendosi alla crusca, privilegia l'aspetto comunicativo non quello letterario (non sceglie la lingua codificata della nostra tradizione letteraria) andando alla ricerca della lingua della conversazione (tra borghesi, popolo).
Usa quindi una lingua che non è quella lingua letteraria tanto lontana dal parlato (che offriva un modello di perfezione non adatto però a veicolare i nuovi contenuti), porta sulle scene l'italiano dialettizzato dellaborghesia settentrionale veneta e lombarda (ha bisogno di una lingua concreta, usata e parlata quotidianamente)- questo italiano è una sua creazione.
I tratti sintattici sono quelli del parlato: ipotassi (reggente subordinata di 1 grado poi di secondo ecc) sostituisce laparatassi, periodi che riproducono modi e ritmi del parlato, registri diversi a seconda del personaggio (lingua nobili diversa da quella del popolo - lingua adeguata al personaggio). Privilegia quindi l'aspetto comunicativo della lingua.
Scrive oltre 200 testi (non solo commedie, melodrammi, tragicommedie)
COMMEDIE tipi diversi: carattere, ambiente, corali (dove vengono messi in evidenza più personaggi), di satira sociale ecc ...
VITA SUL LIBRO: Goldoni nasce nel 1707 a Venezia,
Primogenito di un medico ma studierà contrariamente al volere del padre in giurisprudenza. Si laurea a Parma del 1731 esercitando poi l'avvocatura per poi darsi totalmente alla sua vocazione teatrale.
FASI DELLA RIFORMA (graduali per preparare pubblico e attori)
Con Goldoni il teatro acquista la dignità di opera letteraria (non è più solo un mestiere)
- 1730-38 PERIODO DI FORMAZIONE E APPRENDISTATO NEL TEATRO
- 1738-48
Riflette sul teatro, esordisce con degli intermezzi "il buon padre","la cantattrice" 1734 assume gli impegni per il teatro veneziano San Samuele del capocomico Imer
Rappresentazione del Momolo (Girolamo) al San Samuele : la parte del protagonista è interamente scritta = novità - primo tentativo di dare una forma stabile alla forma teatrale - ma c'è ancora molto compromesso con la vecchia commedia dell'arte
Nel 42-42 con la "donna di Garbo" abbiamo un intero testo redatto