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Nasce nelle isole Ionie ma dubito si trasferisce con la famiglia a Spalato dove frequenta il seminario
arcivescovile. Dopo la morte del padre per via delle difficoltà economiche i fratelli vengono divisi e
affidati a diversi parenti fino a quando la madre riesce a riunire la famiglia a Venezia.
Nonostante Foscolo parli meglio il greco dell’italiano riesce a farsi ammettere nei salotti
dell’aristocrazia. In questi anni legge classici italiani, greci e latini, e la letteratura illuminista.
Frequenta l’Università di Padova e compie i suoi primi tentativi poetici.
Politica aderisce a idee rivoluzionarie e mette in scena la tragedia Tieste proprio sul modello
alfieriano, pervasa di spirito antitirannico.
A Milano conosce Parini ed entra in contatto con gruppi giacobini, a Bologna scrive per il Genio
democratico e qui inizia la pubblicazione del romanzo epistolare le Ultime lettere di Jacopo Ortis.
Emigrerà a Londra in cui incontrerà molte difficoltà per il suo carattere difficile ma anche
economiche, tanto da finire in prigione per debiti. Muore in Inghilterra.
Ultime lettere di Jacopo Ortis
Il principale modello è I dolori del giovane Werther di Goethe, ma ci sono reminiscenze anche ad
altre opere di Rousseau, Sterne, Richardson.
Il romanzo si ambienta tra l’ottobre del 1797 e marzo del 1799, narra la vicenda di Jacopo Ortis che
finisce suicida per amore e per ragioni politiche. È costituito da lettere inviate da Jacopo all’amico
che le pubblica corredandole di alcune note esplicative.
Si innamora di Teresa che però è promessa e nonostante ricambi l’amore decide di non
contrapposti alla volontà del padre, così a Jacopo non resta che allontanarsi da lei viaggiando per
l’Italia.
Tra le tappe più importanti vediamo:
Le tombe dei grandi italiani a Firenze;
● L’incontro con Parini a Milano;
● La riflessione a Ventimiglia sui destini politici dell’Italia;
● La sosta a Ravenna sul sepolcro di Dante.
●
Venuto a conoscenza del matrimonio della donna, Jacopo si suicida.
Ha una matrice autobiografica frutto delle esperienze sentimentali e politiche del giovane Foscolo,
del quale costituisce un ritratto giovanile.
Nel romanzo il tema politico, gli ideali di amore di patria e libertà, si fondono con il tema amoroso.
Entrambi destinati al fallimento e alla disillusione.
A questi temi se ne intrecciano altri come il mito della bellezza serenatrice e il sepolcro come
strumento di corrispondenza tra vivi e morti.
La scrittura è specchio dello sperimentalismo del poeta, che presenta numerose influenze nella
narrativa francese e inglese e altre poetiche europee, fino allo Sturm und Drang tedesco, che
ritroviamo nel dissidio tra ideale e reale, l’abbandono alle passioni, il ribellismo orgoglioso, etc…
Dei sepolcri
“Epistola” sul tema dei sepolcri che trae origine da una conversazione avuta dal poeta riguardo
all’editto napoleonico di cui era prevista l’estensione in Italia, e che imponeva determinate azioni
riguardo al seppellire i defunti fuori dalle città e parametri per le lapidi.
Celebra il valore delle sepolture in funzione civile e politica, individua il valore delle sepolture nel
legame che essere contribuiscono a mantenere tra vivi e morti.
Il carme ha una struttura complessa a causa dell’andamento desultorio dell’argomentazione e dei
molteplici riferimenti a fatti non perspicui, è stato quindi giudicato “oscuro”.
Foscolo inoltre rivendica il profondo legame con la poesia degli antichi. L’adozione
dell’endecasillabo sciolto come equivalente moderno dell’esametro ne sancisce la classicità.
Esprime in maniera più compiuta la concezione materialista e la tensione civile del poeta, e al
tempo stesso celebrano uno dei temi più chiari del Neoclassicismo, la funzione eternatrice della
poesia. Sono il capolavoro più maturo di Foscolo e uno dei vertici della poesia neoclassica italiana.
800
Contesto storico
Nel 1814-5 il Congresso di Vienna stabilisce un nuovo assetto politico dell’Europa, basato
sull’equilibrio dei poteri. Inizia la cosiddetta età della Restaurazione che coincide con lo sviluppo
economico, civile e culturale.
In antitesi al cosmopolitismo proprio della cultura illuminista, si impone l’idea di nazione in quanto
comunità che comprende la totalità del popolo.
In questo contesto nasce il movimento del Romanticismo che ha una dimensione prettamente
europea ma che evolve in correnti molto diverse da paese a paese, sulla quale comunque ci sono
presupposti teorici comuni a tutti:
La creazione artistica è vista come manifestazione di uno stato d’animo e dell’individualità,
● della libertà assoluta svincolata dai canoni tradizionali e rispondente all'originalità
individuale.
A livello ideologico-filosofico arriva la coscienza dell'avvenuta scissione fra l’io e il mondo,
● che rende impossibile riprodurre i modelli armonici della poesia antica.
Un Irreversibile discontinuità tra passato a presente che si manifesta nel sentimento dello
● “struggimento”, spia dell’inquietudine e dell’insoddisfazione dell'uomo moderno, in tensione
verso l’ideale.
La presenza di eroi negativi che rappresentano un'anomalia e condannati alla distruzione al
● fallimento.
Ciò orienta tutte le esperienze artistiche in due direzioni:
1. L’inesausta tensione all’indefinito;
2. O verso il rimpianto di un’armonia ormai perduta.
In questo movimento l’artista è l'espressione di una coscienza comune che si fa portavoce o
critico della società. Il culto dell’individuo, esaltato dalla prospettiva sentimentale, e il recupero dei
valori anzionali, delle tradizioni popolari, della storia. Così il Romanticismo evolve in un senso
realistico e critico-sociale.
Infatti, quell’idea di nazione si trasla in ambito romantico, diventando “organismi viventi” come la
natura, sviluppatisi intorno all’azione di una forza superiore, “lo spirito del popolo”.
Parallelo e complementare è il concetto di genio, inteso come esaltazione dell’unicità e della
creatività dell’individuo. L’artista moderno appare spesso in conflitto con la società, questo è il
dissidio di cui parlano, fra uomo e natura, io e mondo. La condizione di moderna si identifica con
quella di sradicata, isolata, scissa.
Un altro tema è quello dell’amore in quanto mezzo privilegiato per tentare il superamento della
scissione. Da qui l’idealizzazione della donna angelo discesa per purificare il cuore dell’amante. Il
contrasto ideale-reale assume la forma quindi di contraddizione tra passione e leggi sociali.
L’amore può realizzarsi solo oltre l’esperienza terrena, qui nasce il connubio con la morte e in
questa chiave distruttiva la donna diventa diabolica, strega, ammaliatrice, negativa.
Nell’ambiente capitalistico e di forte urbanizzazione anche la città diventa tema, come mito
moderno disarmonico e contradditorio, scenario per eccellenza della vita. E in questo ambiente si
afferma anche la figura dell’intellettuale borghese che vive dei proventi del suo lavoro come
conseguenza della mercificazione del mondo e anche dell’arte, producendo un confitto tra
profondità dell’anima ed esistenza sociale e materiale.
Il capitalismo viene combattuto.
Due filoni
Filone realistico: le tensione crescenti all’interno della civiltà capitalistica portano
● all’abbandono dell’individualismo sentimentale per una rappresentazione della vita
contemporanea che parla di dinamiche sociali e politiche.
La scissione tra io e mondo viene interpretata come contrasto tra ideale e reale e
denuncia della mancata corrispondenza fra valori e società. Viene indagato l’uomo
borghese nelle sue virtù e storture. Nei romanzi si delineano protagonisti negativi,
personaggi in crisi, individui ambiziosi che puntano solo sul proprio ingegno.
Filone fantastico: va verso la dimensione del fantastico in forza del quale è avvertita la
● percezione della frattura fra l’io e l’universo dei sensi. Si fonda sull’interesse per le teorie e
le applicazioni della medicina psichiatrica e criminale, ma anche per fenomeni paranormali
e gli effetti onirici delle droghe.
In Italia
Il Romanticismo italiano si delinea soprattutto come spinta allo svecchiamento della cultura
nazionale in continuità con la tradizione precedente.
Assume un indirizzo pratico-politico sempre maggiore che porta con sé il problema dell’unità della
patria, e che si riflette anche nei generi, con per esempio la fortuna del romanzo storico dopo il
successo dei Promessi sposi.
I Romantici italiani concepiscono l’arte come strumento di azione politica e operano quindi una
selezione di temi e topoi europei in senso razionalistico, escludendone le varianti più estreme e
dirompenti.
Di fatto accogliendo quasi soltanto la figura del ribelle di matrice byroniana, comunque volta a
dipingere un'identificazione collettiva piuttosto che esaltandone il mondo interiore.
Sul piano stilistico c’è un forte aggancio al repertorio stilistico-formale della tradizione.
Dopo la metà dell’800 la dedizione dei romantici italiani si sposta verso una più diretta
partecipazione della vita presente, testimoniata dall’abbandono di principi astratti e indefiniti verso
problemi concreti. Quindi passano dalla storia alla cronaca, dalla filosofia alla politica.
Difatto tutte le parti più estreme dell’immaginario romantico confluiscono nel melodramma italiano
che ha quindi anche una diffusione importante continentale.
Poesia
Se si escludono i grandi esempi di Manzoni e Leopardi, la produzione di questo periodo è
qualitativamente e quantitativamente modesta.
Fino alla metà del secolo prevale la lirica patriottica che esalta la storia e la gloria nazionali
celebrando eroi politici del passato - specie medievale - o del presente attraverso l’impiego di
forme come l’inno, la ballata e la novella in versi. Scandite da metri parisillabi più adatti a
manifestazione l’atmosfera epica-narrativa e la spontaneità, e la ricchezza sentimentale confacenti
al gusto del nuovo pubblico borghese e popolare.
Non riesce tuttavia ad affrancarsi dagli schemi e moduli tradizionali, derivandone in un eccesso di
oratorio che finisce per approssimare il linguaggio a quello del melodramma.
Con la svolta di metà secolo i poeti italiani abbandonano il binomio letteratura-politica per
riscoprire temi della letteratura europea, svuotati della loro matrice estetico-idealistica. Si apre il
“secondo romanticismo" nel quale c’è pi&ugrav