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INTERVENTI: AZIONI E RIFLESSIONI

Constatiamo che è pertinente indagare in merito all’influenza dell’ansia sulla metacognizione in

matematica non limitandosi esclusivamente agli aspetti negativi di questa dimensione dell’affettività.

Riteniamo che gli alunni che vivono negativamente le proprie reazioni di inquietudine o le proprie paure

potrebbero sfruttare queste emozioni trasformandole in eccitazione nella risoluzione di problemi

matematici. In questo senso, pare essenziale sviluppare in essi la metacognizione, per aiutarli a prendere

coscienza della loro ansia nei confronti della matematica e poterla trasformare in una reazione positiva. Le

soluzioni proposte sono incentrate sugli alunni, ma riguardano anche gli insegnanti.

A proposito degli alunni

Una soluzione potrebbe essere quella di far redigere o illustrare agli alunni (tramite disegni o modelli) la

loro storia di vita matematica, con la presentazione del percorso di apprendimento in questa materia. Per

preparare gli scambi su queste rappresentazioni, si potrebbe chiedere loro di parlare soprattutto delle

soluzioni che ritengono efficaci. Questi scambi li aiuterebbero a capire i propri disagi, riconoscere le

strategie valide per loro o migliorare quelle che già adottano. Inoltre, questa potrebbe essere la giusta

occasione per poter esprimere le loro difficoltà e rendersi conto che anche gli altri le provano.

 sensibilizzare i genitori rispetto alle reazioni affettive dei loro figli (in quanto i figli non dichiarano il loro

disagio ai genitori) Quindi per assicurare il monitoraggio scolastico a casa, proponiamo di utilizzare delle

attività interattivo-riflessive. Queste attività sono diverse da quelle abituali e non sono esercizi da fare a

casa in cui l’alunno deve rifare quello che è stato fatto a scuola, ma propongono delle riflessioni

matematiche da compiere con i propri genitori. Es. alunno che spiega un problema a un membro della sua

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Psicologia dell’educazione

famiglia, per poi descrivere in classe le difficoltà che hanno incontrato.

 Tra le caratteristiche di un approccio metacognitivo-costruttivista alla matematica, Lafortune suggerisce

di utilizzare l’autovalutazione per favorire lo sviluppo delle abilità metacognitive. Se vogliamo che i

procedimenti autovalutativi siano presi in considerazione, dobbiamo spronare gli insegnanti a dedicare loro

del tempo e ‘’retroagire’’ o far riflettere gli alunni sul modo di applicarli. Infatti, anche se il personale

insegnante riconosce la pertinenza dell’autovalutazione per favorire l’apprendimento della matematica, la

utilizza poco e con poca continuità. Invece, essa dovrebbe essere sempre tenuta in considerazione e

sfruttata.

 TALMAN sottolinea che, allo stesso titolo dell’autovalutazione, l’utilizzo di un diario delle riflessioni

incoraggia la comunicazione discente-insegnante e crea un clima in cui gli alunni non possono evitare di

approfondire le questioni attinenti alla matematica. Scrivere a proposito di essa, soprattutto per quanto

riguarda la dimensione affettiva, favorisce una presa di coscienza delle emozioni provate (da cui l’ansia). È

un primo passo verso la verbalizzazione e la condivisione delle soluzioni, che favoriscono la consapevolezza

dei propri processi mentali.

Approccio verso la matematica di Lafortune e Mongeau che combina il disegno e la discussione, costituito

da 4 fasi pag. 145

A proposito degli insegnanti

MARTINEZ E MARTINEZ (1996) propongono dei mezzi per scoprire l’ansia del personale che insegna

matematica. Secondo questi autori è necessario riconoscere le proprie paure per potervi fare fronte e

scoprire il tipo di problema che le provoca. Presentano un approccio metacognitivo finalizzato ad

analizzare i propri processi di pensiero rispetto alla matematica, che favorisce un’immersione nella materia

e una migliore comprensione dei processi di apprendimento a suo tempo messi in atto.

Gli autori descrivono anche i comportamenti e gli atteggiamenti degli insegnanti che creano ansia negli

alunni. Ad esempio, quando l’insegnante si gira verso la lavagna per dare spiegazioni con un tono

monotono e quando descrive una tecnica in via teoria, molto spesso gli alunni si domandano che cosa stia

facendo o che cosa voglia dire. L’ansia sale quando l’insegnante pone un problema a un alunno e gli chiede

di andare alla lavagna a spiegare in modo dettagliato il procedimento di risoluzione. È molto sentita dai

ragazzi anche quando il docente esprime un giudizio negativo sulle domande che pongono o sulle risposte

che forniscono.

Gli autori aggiungono che l’obiettivo non è quello di eliminare gli insegnanti che provano ansia nei confronti

della matematica (visto che nella ricerca quasi il 60% mostrano molta ansia). Ciò che si deve fare è evitare

comportamenti e atteggiamenti che provocano lo sviluppo dell’ansia negli alunni.

Alcuni docenti si domandano se valga la pena tralasciare una parte del contenuto curricolare per

intervenire in modo esplicito su aspetti affettivi e metacognitivi. Si sentono insicuri all’idea di tentare nuove

esperienze senza avere il controllo degli esiti e temono le reazioni degli alunni. Alcuni hanno addirittura

paura di dover affrontare i colleghi e forse anche se stessi per difendere i loro nuovi modi di procedere,

rimettendo in discussione la propria immagine, i metodi di valutazione e le pratiche.

Gli autori ritengono che se un insegnante presenta alla lavagna un procedimento perfetto e senza sbagli,

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Psicologia dell’educazione

lascia supporre che la matematica sia una pratica esatta, che si dipana senza dubbi, interrogazioni, ricerche

ed errori di percorso. Gli alunni che devono cercare di ripetere quel procedimento, soprattutto se

complesso, vivono un sentimento di incompetenza che può far emergere in loro un’ansia più o meno

intensa e più o meno controproducente.

L’ANSIA A SCUOLA

- In psicologia dell’educazione i primi studi sulle emozioni vertevano su ansia e insuccesso

scolastico.

L’ansia è un’emozione che ha origine dalla paura.

Moderati livelli di ansia sono confacenti all’apprendimento

Elevati livelli di ansia ostacolano l’apprendimento

Gli studi recenti svolti nell’ambito delle neuroscienze evidenziano che le emozioni possono essere

alleate nei processi di apprendimento.

NEUROSCIENZE E EMOZIONI

- Le emozioni hanno luogo nel sistema limbico, in particolare nell’amigdala, e hanno funzione di

allerta per l’organismo e sopravvivenza.

L’attivazione dei centri sottocorticali dell’encefalo determina la componenete fisiologica

(sudorazione, tachicardia ecc).

Contemporaneamente lo stimolo viene valutato anche dalle cortecce associate che mettono in

moto i processi di valutazione cognitiva.

Se uno studente apprende sperimentando la paura di sbagliare, il suo sistema di sopravvivenza si

attiverà in futuro con l’evitamento di situazioni analoghe.

Emozioni e cognizione sono due facce della stessa medaglia.

- Se una nozione è stata appresa sperimentando paura, ogni qual volta verrà ripescata dalla

memoria si attiverà nuovamente il vissuto emotivo corrispondente poiché apprendimento ed

emozione hanno tracciato lo stesso percorso sinaptico, viaggiando insieme. (Lucangeli 2017).

LA WARM COGNITION

- La warm cognition è un filone di ricerca attuale che tiene conto delle emozioni sottostanti il

processo di apprendimento e didattico.

La Prof.ssa Lucangeli sottolinea che letteralmente si può tradurre come ‘’emozione calda’’ e

antidoto a questi cortocircuiti emozionali.

Perkrun sottolinea la necessità di far sperimentare successi per facilitare un ricordo affettivo

positivo e il piacere di apprendere.

Fare in modo di tracciare gli apprendimenti con delle emozioni POSITIVI e ciò può accadere

soltanto se si instaura un’alleanza con il bambino, in cui l’errore è il nemico da sconfiggere.

Insegnanti come alleati e non come giudici. 154

Psicologia dell’educazione

ANSIA NELLA METACOGNIZIONE E APPRENDIMENTO DELLA

- MATEMATICA

Lafortune e Pons si focalizzano sull’ansia nell’apprendimento della matematica.

Essi sottolineano il ruolo degli aspetti affettivi che interferiscono sulle conoscenze metacognizione

e sul problem solving.

Nell’insegnamento della matematica ci si focalizza invece esclusivamente sui contenuti

disciplinari tralasciando: emozioni, misconcezioni, atteggiamenti, strategie sbagliate, lacune,

difficoltà di concentrazione, esperienze traumatiche precedenti, ecc.

Si tralascia inoltre l’effetto delle correzioni del docente: le grandi X, le scritte: ‘’NOI’’, l’uso del

rosso, dell’errore-orrore.

Lucangeli e Cornoldi (1999) sottolineano inoltre la presenze di diverse credenze e pregiudizi degli

studenti.

GRADI DELL’ANSIA

- Inquietudine: predisposizione negativa iniziale che deriva da esperienze negative precedenti

Disagio: porta ad impegnarsi poco nell’attività è interferisce sulla scelta delle strategie

Paura: sentimento di maggiore intensità rispetto ai precedenti che porta all’evitamento del corpo.

In certi soggetti può manifestarsi anche come SFIDA

La valutazione personale influisce sulla stato dell’ansia.

Interferisce sulle capacità di panificare, monitorare, valutare e sulle conoscenze metacognitive (su

di sé e sul compito).

EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA (ELLIS)

- Per Ellis le emozioni non sono determinate da ciò che accade all’individuo, ma dalla

rappresentazione che lo stesso ha della realtà.

Le nostre emozioni sono la conseguenza di ciò che noi pensiamo più che da ciò che realmente

succede attorno a noi.

I pensieri che tendono a produrre emozioni negative vengono chiamati ‘’irrazionali’’ perché sono

legati a ragionamenti distorti, indimostrabili e rigidamente assoluti (ibidem).

I pensieri che producono emozioni positive vengono chiamati da Ellis ‘’razionali’’, poiché

rappresentano un modo di ragionare realistico e logico.

- ESEMPIO

Viene riportato il pensiero di un alunno sul fatto di non piacere all’insegnate, di non essere

considerato positivamente; questo ha prodotto in lui strumenti di rabbia e di ostilità. A loro volta,

questi sentimenti hanno prodotto un comportamento problematico e sgarbato in classe. Il risultato

finale è che l’insegnante ha punito l’alunno. Tutto questo ha rinforzato la convinzione dell’alunno di

non piacere all’insegnante. L’alunno ha dimostrato le sue ipotesi.

1. Pensiero: non piaccio all’insegnate

2. Sentimenti emozioni: rabbia, ostilità 155

Psicologia dell’educazione

3. Comportamento: distruttivo, sgar

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Publisher
A.A. 2017-2018
204 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher adele.massa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Pedditzi Maria Luisa.