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COS'È LA CITTÀ?
Tutti sappiamo riconoscere una città da una non-città: strade commerciali (con negozi, bar, servizi...), servizi professionali (studi legali, studi tecnici/medici, enti, associazioni...). Non esiste una definizione valida ovunque nel tempo e nello spazio. La città è un agglomerato di persone: posso quindi pensare ad una soglia minima di abitanti. Quale? Secondo l'ONU si va da 200 a 50.000 abitanti (almeno 1.000 in Italia, Spagna, UK, Svizzera; 2.000 in Argentina e Portogallo; 50.000 in Sud Corea; 5.000 in Bangladesh, Belgio, Arabia; 1.000 in Irlanda; 200 in Danimarca; 2.500 in USA, Messico, Venezuela). Si può essere popolosi ma non città (es. Capannori, con 46.252 abitanti). Magari sono agglomerati di paesini sparsi, senza centri grossi. Ad esempio, possono non avere le scuole. Viceversa, si può essere città anche se piccoli: Castelnuovo Garfagnana (5.950). Per quanto piccola, ha tutto. Ci sono vari
criteri per definire una città:
- economico: la città è un luogo ove le attività sono extra-agricole
- edilizio: la città è un agglomerato di edifici (con o senza criteri di distanza, es. in Francia le case non possono distare più di 200 metri l'una dall'altra, mentre in Groenlandia si hanno città larghissime)
- legale: la città è tale in quanto definita per legge (Bulgaria, Ungheria)
- amministrativo: la città è tale in quanto coincide con un'unità amministrativa (es. comune)
Non esiste un criterio univoco e ciò crea caos. Tutte le città sono accomunate dall'offerta di servizi e funzioni non banali.
Negli ultimi 60 anni è cresciuta sempre più la popolazione urbana, non più solo nel Nord del mondo ma adesso anche (e soprattutto) in zona Equatore.
Una volta c'era rapporto fra crescita urbana e sviluppo, adesso no: spesso
città grandi non sono così sviluppate (es. favelas a Rio de Janeiro, slumsa Mumbai, banlieue a Parigi, Quarto Oggiaro a Milano). In 50 anni èaumentato il gigantismo, ossia la crescita di grosse città con più di 10milioni di abitanti. Le città, quindi, sono sempre di più e sempre piùgrandi.
Densità di urbanizzazione: popolazione urbana per comuni.
Secondo Bairoch la storia dell'urbanizzazione è da dividersi in quattro fasi:
- Proto-urbanizzazione (V millennio a.C.-I millennio a.C.)
- Città antica (metà del I millennio a.C.-Rivoluzione Industriale)
- Città moderna (Rivoluzione Industriale-XX secolo)
- Urbanizzazione del mondo povero
Cos'è che fa nascere la città? La scoperta dell'agricoltura, avvenuta nella Mezzaluna Fertile (dalla Siria alla Valle dell'Eufrate) nel 10.000 a.C. Primal'uomo viveva di caccia, pesca e raccolta: c'era
nomadismo; successivamente c'è sedentarietà, l'uomo addomestica gli animali. Con l'agricoltura cresce la produzione, c'è più cibo a disposizione => si possono nutrire più persone => crescita demografica. Posso scambiare il cibo in eccedenza => nasce il commercio. Si creano attività non più legate alla sopravvivenza, ossia i servizi urbani, fondamentali per l'essere città (e con essi ruoli come guerrieri, sacerdoti, artigiani).
La città notoriamente più antica è Gerico, sul Mar Morto, del 7/8.000 a.C. Invece la prima grande città è Ur in Assiria (nella zona dell'odierna Baghdad): aveva già migliaia di abitanti e una diversificazione interna di servizi (grande magazzino ~ piccolo negozio). Un altro esempio è Harappa, nella Valle dell'Indo.
Si hanno poi le metropoli egiziane (Tebe, Menfi) e successivamente la civiltà micenea (Creta, Micene).
città si perfezionano nella tecnica, nell'arte, nella cultura, nella politica (ad esempio con città edificate intorno al palazzo). Con le poleis greche c'è il salto di qualità: qui nasce l'idea di agorà, per esempio. La città è quindi luogo di confronto e discussione: caratteristiche culturali di chi le edifica. I Greci sono migratori commercianti e fondano città ad Est (Ponto, Mar Nero) e ad Ovest (Sicilia, Marsiglia). Le città neofondate diventano più potenti della madrepatria (es. Siracusa che sconfigge Atene). Roma soppianta il potere greco ma in realtà ne prende assai ispirazione. Roma fonda una serie di colonie tutte uguali entro i confini di Reno e Danubio (oltre i quali stanno i barbari). Cade Roma: il territorio si rimpaluda, viene meno la sicurezza, le città si ritirano sui monti, si arroccano (es. San Marino). Le mura sono strette, si costruiscono torri verso l'alto. Con la peste lecittà si svuotano, poi ricrescono. Non sono più medievali (comune+chiesa) ma rinascimentali (es. Mantova): si ha il palazzo del potere assoluto. La città umanista è luogo di bellezza e mecenatismo (es. Firenze). Si arriva alla Rivoluzione Industriale (Inghilterra): la città diventa luogo di produzione industriale. Nasce quindi nelle zone di materie prime o vede al suo interno industrie (Rosignano, Wolfsburg). Ha bisogno di manodopera, presa dalle sovrappopolate campagne. Le città sestuplicano gli abitanti. L'Europa diventa urbana, mentre prima aveva poche città chiuse. Le mura vengono abbattute. Il '900 si caratterizza di città di fondazione fascista (Latina <= Littoria): è l'ultima grande epoca di pianificazione urbana in Italia. Col successivo boom economico (anni '50/'60) nascono le periferie e le città si riempiono ancora di più. Iniziano a crescere anche le città dei paesi nonsviluppati poveri (Mumbai, Shanghai), e crescono più delle città del mondo ricco.
SITO: luogo geografico dove sorge qualsiasi città che ha caratteristiche naturali geomorfologiche, idrologiche, climatiche...
Al di là dell'unicità di ogni contesto urbano, la scelta del sito ha alle spalle una logica. Certe logiche presentano regolarità e analogie nel tempo e nello spazio.
Il sito spiega il paesaggio urbano e la vita della città. La scelta di esso è figlia delle esigenze del momento (es. siti di altura nel Medioevo). Ogni sito offre vantaggi e svantaggi a seconda della storia, della capacità umana di intervenire sull'ambiente e della posizione (ossia come la città si pone rispetto alle altre, ad esempio tramite le vie di comunicazione).
Es. Pisa ha un sito di pianura alluvionale ma è zona di contatto per diverse aree.
Es. Volterra ha un sito migliore ma non per le vie di comunicazione.
S>PL'ubicazione più semplice è la pianura. La città di pianura va però fortificata perché indifendibile altrimenti (es. Lucca). In pianura si hanno ad esempio siti fluviali (Budapest, Verona). Un sito di questo tipo porta acqua e può essere via di comunicazione. Le curve fluviali si chiamano anse, ma se sono lunghe e strette si chiamano meandri, e difendono su tre lati. Siti simili sono quelli lacustri o quelli costieri. Nelle città portuali si sviluppa l'industria pesante (Livorno), anche per agevolare i trasporti di prodotti di quel tipo. Il mare porta anche invasione: città come Alghero o Portoferrario sono fortificate. Esistono siti di altura, nati di solito per difesa (Orvieto, San Miniato). Esistono siti nelle valli (Merano). Sono buoni punti di comunicazione, nascono lungo le strade per motivi commerciali. La posizione è relativa, dipende dalle relazioni fra territorio e città. Cambia nel tempo e nella storia.
al mutare nel territorio: una volta una città aveva un pessimo sito, ora magari lo ha buono. Es. Siena una volta era attraversata dalla Via Cassia, ma ora con l'autostrada del Sole ad Arezzo è stata tagliata via dalle comunicazioni (è in un sito di altura e, non dovendosi più difendere, le è rimasto l'isolamento). Una città quindi può avere ottimo sito e pessima posizione (Siena) o viceversa. Forma della città Anche se molti caratteri mutano, spesso la forma persiste. L'analisi della pianta urbana ne permette il riconoscimento. Ogni città è qualcosa a sé (per sito, edifici, attività, caratteri mutevoli, abitanti). Nelle città antiche si incontra un continuo sovrapporsi di caratteri talora di difficile comprensione. Inerzia territoriale: nonostante tutti i cambiamenti, il territorio è difficile e lento da cambiare. Le città nate da colonie romane hanno visto cambiamenti, maLe forme delle città
Le città hanno spesso una forma quadrata, come ad esempio Firenze e Brescia. Tuttavia, la maggior parte delle volte si adattano a forme già esistenti. Ogni cultura dà forma alle sue creazioni in base alle proprie esigenze e ai propri valori.
Un esempio di città antica è Micene, che aveva un palazzo centrale e una serie di servizi e attività. Il sistema di governo era monocratico: il centro della città era il palazzo, non la piazza. Lo stesso valeva per Creta e Troia.
Il primo esempio di città diversa è Mileto, situata nell'odierna Turchia, sul Mar Egeo, durante la Grecia Classica. Dopo la distruzione, per ricostruirla si usò lo schema a quadrati. C'era uno spazio centrale per le attività di tipo civile, che è l'antenato dell'agorà e quindi delle poleis. A sud c'erano edifici più grandi per i ceti più importanti, mentre gli altri stavano a nord in edifici più piccoli.
Le città greche hanno nel centro l'agorà. Il modello
Greco viene esportato nel Mediterraneo, nel Ponto (Mar Nero) e in generale nella Magna Grecia (Sicilia, Calabria, Napoli, Cadice, Metaponto...). I Romani mutuano dai Greci questo schema e costruiscono il castrum, dove si poteva poi sviluppare una città. Preferiscono la pianura. I Romani esportano "in serie" questo modello di pianificazione oltre gli Appennini e le Alpi. I Romani bonificavano le paludi delle coste italiane; con l'invasione dei barbari crolla la manutenzione del territorio, c'è insicurezza negli spostamenti, anche le strade non vengono mantenute. Le città si svuotano o vengono modificate. Ci si arrocca per sfuggire all'ormai malsano ambiente o alla guerra. Non potendo riprodurre il quadrato romano, l'incastellamento porta alla compattezza e a pochi spazi verdi. Gli Ottomani conquistano Mediterraneo, Spagna, Costantinopoli. Le mura diventano strette ed alte, dato che adesso la guerra era fatta di scale, arieti, oli.