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L'ARCHETIPO DI MEDINA
Lezione 18 novembre
Nazra Amihd Abu Zayd, egiziano, accademico e teologo.
Nato nel 1943 e deceduto nel 2010. Famoso per avere teorizzato un approccio originale all'ermeneutica del Corano. Da lui definita umanistica e democratica.
L'ermeneutica umanistica e democratica
Il teologo egiziano Abu Zayd è autore di una nuova lettura del testo coranico basata sul dialogo interculturale. Il testo cardine del suo pensiero è stato pubblicato nel 1990 e conteneva un'analisi di quei versetti che sono di più difficile traduzione e interpretazione. Questi versetti nel corso del tempo hanno dato origine a diverse dispute all'interno della tradizione musulmana. L'obiettivo è quello di mettere in luce alcune di queste controversie che nel corso del tempo sono diventati dogmi religiosi per la comunità islamica. Il suo scopo è quello restituire al Corano il suo ruolo di mezzo di progresso per le società musulmane.
Per fornire questa nuova interpretazione, Zayd si appoggia al concetto di ermeneutica. Un'ermeneutica che lui stesso definirà umanistica e democratica. Egli considera il Corano innanzitutto un prodotto linguistico storico-culturale che, in quanto tale, necessita di continue interpretazioni e di un rapporto dialogico fra testo e lettore. Il messaggio divino infatti non è altro che un atto comunicativo tra Dio e Maometto e la Umma islamica, un emittente e un ricevente. Hans-Georg Gadamer parla di "fusione di orizzonti". L'approccio dei maestri fondamentalisti invece è il contrario; procede dal presente verso il passato. Secondo Abu Zayd questo approccio porta il testo sacro a diventare strumento di giustificazione del reale che non permette alle società islamiche di progredire. Viene adattato affinché lo stesso termine "progresso" venga associato al passato, a un ritorno alle origini = fondamento teorico su cui si basa il
fondamentalismo islamico. La definizione del termine "ermeneutica": "arte, tecnica e attività di interpretare il senso di testi antichi, leggi, documenti storici e simili". Dio, Corano e comunità DIO CORANO MAOMETTO E LA COMUNITÀ - Emittente del messaggio: Dio - Mezzo di comunicazione: Corano - Destinatari del messaggio: la comunità - Non può essere oggetto di analisi scientifica, poiché vincolato dalla nozione di spazio-tempo. - Può essere oggetto di analisi scientifica, poiché eterno e universale, non vincolato dalla nozione di spazio-tempo. L'islam come risposta sociale Per comprendere il testo sacro del Corano, Abu Zayd ritiene fondamentale considerare il profeta Maometto come un uomo che apparteneva in una società e agiva all'interno di uno specifico momento storico attraverso la lingua araba. Ritiene importante.considerare il corano come prodotto linguistico e storico-culturale. Attraverso questo presupposto è possibile individuare il vero messaggio della parola di Dio. Prima di Maometto, la penisola arabica era abitata da tribù pagane in perenne conflitto fra loro. Vi era una grande crisi economica che portò inevitabilmente a tensioni e rivalità che sfociavano in conflitti civili per rotte commerciali. Vi era inoltre minacce comuni come la Persia. Le tribù infatti avevano messo da parte le loro rivalità per concentrarsi contro i persiani, che saranno sconfitti nella battaglia di Dhu Quar (611), oggi nell'attuale Iraq. A quel punto serviva solo un'ideologia comune che spingesse gli uomini a creare una propria identità, per resistere e sopravvivere. In quel momento Dio entra nella storia. Si tenta di portare gli uomini del tempo alla rinuncia dei diversi culti frammentati. Era necessario costituire un'ideologia comune. Unareligione unificatrice. Questa eterogeneità, secondo Abu Zayd, è la motivazione del successo dell'islam. Maometto si è posto delle domande e ha dato delle risposte a una società in forte crisi. Le prime sure sono più semplici e diventano gradualmente più difficili per permettere una corretta accettazione del messaggio divino. È stato Dio stesso a mandare i profeti e farne parte storica. Nel caso del corano abbiamo un testo storico e un'interpretazione che dovrebbe essere influenzata storicamente. Per comprendere il vero significato del corano è necessario soffermarsi su senso e significato. Per differenziare gli insegnamenti che sono considerati storici (senso) e quelli che invece possono essere considerati universali (significato) è necessario effettuare una contestualizzazione. Alcune pratiche del corano come la schiavitù o le pene inflitte non hanno una validità universale, perché erano caratteristiche dellasocietà per-islamica e vengono inserite nel Corano per far sì che risulti credibile e affidabile per quel tempo. Universali sono invece le regole generali (chi commette un crimine deve essere punito). Se si analizza solo il senso del Corano, cioè l'interpretazione immediata della struttura del corano dei primi recettori, non si fa un'opera di contestualizzazione ma lo si cristallizza al tempo in cui è stato scritto.
L'ermeneutica sottolinea l'importanza della comprensione, come dialogo tra interprete e testo. Martina Cargiolli
È stato quindi introdotto il concetto di Significato che prende in considerazione il contesto e ciò che è scritto, mettendo in evidenza i concetti universali. Questo significa mediare tra il presente e il passato.
L'espressione "ermeneutica democratica e umanistica" del Corano si riferisce alla duplice natura del testo sacro. Divino: per la tradizione islamica in quanto manifestazione di
Dio universalmente valida, ma anche umana perché il destinatario ultimo è l'uomo. La sura delle donne Il corano è suddiviso in 114 Sure, che a loro volta sono divisi in ayyat (versetti) tutti preceduti, ad eccezione della 9° dalla formula dettabasmala ossia "in nome di Dio clemente e misericordioso". La struttura del corano non segue l'ordine cronologico di rivelazione, bensì durante la stesura a opera di Utman le sure sono state collocate a seconda dalla loro ampiezza, dalla più lunga alla più breve, a eccezione del primo capitolo. Gli studiosi sono soliti distinguere due grandi periodi della vita di Maometto e di conseguenza due periodi nel testo sacro. Il periodo meccano che va dal 609 al 622 e il periodo medinese che va dal egira fino alla morte del poeta. La sura A-Nisa, detta sura delle donne è composta dalla 4° sura coranica ed è composta da 176 versetti. Secondo la tradizione è stata rivelata durante il periodo.medinese. Abu Zayd ha iniziato a interessarsi alla sura femminile a partire dal 1970, una data spartiacque per gli studi del teologo. Infatti è l'anno in cui le autorità egiziane avevano incominciato a incolpare le donne della crisi economica che vi era nel paese. Infatti grazie alla rivoluzione del 1952, le donne avevano ottenuto il diritto di accedere all'istruzione e al lavoro. Le autorità religiose facevano così leva su quei versetti che interpretati in modo letterale davano il diritto di escludere nuovamente le donne dalla sfera pubblica. Le donne essendo inferiori agli uomini non dovevano occupare posti di lavoro.
Sia Abu Zayd sia la studiosa Amina Wadud hanno iniziato così a studiare la sura delle donne e accorgendosi come questa veniva strumentalizzata dai tradizionalisti, attraverso una lettura travisata.
Nel Corano la donna viene nominata, in quanto destinataria del messaggio divino e posta sullo stesso piano dell'uomo. Non sappiamo
chein realtà questa è stata una scelta ben precisa del profeta Maometto. (non era costretto a farlo in quanto nella lingua araba la declinazione maschile indica anche quella femminile, quando si parla di uomo si parla di essere umano) Nel corano invece viene esplicitamente nominata. È un elemento di avanguardia. "ai credenti e alle credenti" "uomini e donne". Ha voluto segnare attraverso il linguaggio un rottura con il passato.Martina Cargiolli
La donna viene nominata nelle sure che riguardano il monoteismo, l'unità di Dio, ma non viene più menzionata nelle sure che concernono le questioni sociali e le norme giuridiche.
Una studiosa afroamericana Amina Wadud si è dedicata allo studio del corano dal punto di vista femminile. In molti casi si è ritrovata sulla stessa linea di pensiero di Abu Zayd. Secondo lei occorre riscoprire un'ermeneutica capace di riconoscere lo spirito del testo e analizzarlo tenendo presente il suo
Il significato ultimo e più profondo. Secondo Amina Wadud l'islam e il corano non sono responsabili del maschilismo che vi è nel mondo musulmano. Il maschilismo ha origini storiche, mentre il corano fa dell'uomo e della donna due esseri equivalenti.
Si sono soffermati sulla sura delle donne che concerne la creazione dell'essere umano da parte di Dio. Il corano diverge leggermente per quel che riguarda la creazione degli esseri umani dalla bibbia. Il corano non fa riferimento alla creazione della donna dalla costola di Abramo, ma pone l'uomo e la donna sullo stesso piano. Si parla di un'unica creazione.
Abu Zayd Amina Wadud sostiene che concentra invece uomo e donna sulla radice zawg, che sullo stesso piano, poiché si rispettivamente parla di nafs, "coppia" e ossia un essere "anima". Sulla base di queste radici linguistiche, non è la donna la studiosa che nasce categorizzata.
dalla ad affermarecostola dell'uomo l'assoluta paritàcome avviene di genere.nella Genesi.Le tribù preislamiche erano soggette a una società patriarcale ed eranosoggetta dal molte lotte. Il guerriero in questo mondo era la figura cadine della società. La donna che invece era relegata allo spazio domestico non contribuiva né alla difesa né alla crescita economica.112Martina CargiolliPer questo per la società preislamica non rientrava nell'asse ereditariaAbu Zayd fa notare In aggiunta a ciò,che nella società Amina Wadud segnalapreislamica, la figura anche i non-detti. Ossiaproduttiva era quella il fatto che non ci siade