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PECHENO ET GALLICO DIUIDUNDO
L'invio di nuovi coloni in questa regione aveva come scopo, non solo la distribuzione di terre (scopo interno allo Stato Romano) ma consentiva anche di sorvegliare meglio il corridoio Adriatico attraverso cui Galli potevano penetrare nell'Italia centrale. Non a caso lo storico Polibio afferma che questa legge destò l'allarme dei Galli Boi, la popolazione celtica che abitava le zone intorno all'odierna Bologna. Essa, secondo Polibio, fu una delle cause che portarono alla guerra che scoppiò poco dopo.
All'epoca questa guerra vide da una parte le due principali tribù celtiche della Gallia Cisalpina (Boi e Insubri) che ottennero appoggi da parte dei Gesati (galli che provenivano dall'odierna Valle del Rodano in Francia, in Gallia Transalpina). Questa Confederazione di Galli però non ebbe l'appoggio di tutte le popolazioni del nord, perché i veneti parteggiarono come sempre fatto con i romani e i.
Galli cenomanitra l'odierna Verona e l'odierna regione di Brescia, (popolazione celtica la Brixia) sischierarono anch'essi dalla parte dei romani.
In un primo momento i Galli riuscirono a penetrare aldilà degli Appennini, in Etruria mavennero sconfitti nel 225 a.C. presso Telamone nella BATTAGLIA DI TELAMONE.
A questo punto Roma capì che era necessario affondare il colpo ed entrare prepotentemente all'interno dei territori di queste tribù galliche.
Ci fu una campagna breve ma violenta da parte romana, che vide la sua conclusione nella BATTAGLIA DI CLASTIDIUM che tuttora si chiama Casteggio, nll'oltrepò pavese.
Essendosi visti sconfitti gli insubi e i cenomani, vedono anche la loro capitale sottomesso: Mediolanum, l'odierna Milano.
Roma, per rinsaldare la sua posizione sulla pianura padana, fonda le due colonie latine di Piacenza e a Cremona, nelle due sponde del Po e in una zona centrale (al fine di controllare il traffico anche fluviale).
nella zona).Nel 222 e manca poco alla guerra annibalica in Italia. Va tuttavia ricordato che nel 220 venne creata la VIA FLAMINIA, che da Roma giungeva a Rimini, la cui costruzione venne intrapresa da Caio Flaminio: divenuto un censore. È una strada importantissima che avrà delle ripercussioni importanti per il consolidamento della posizione di Roma nel nord Italia. Mentre Roma guadagna posizioni nell'Adriatico meridionale e nella transpadana; Cartaginesi era ripresa dalla guerra che l'aveva vista impegnata con i mercenari e aveva iniziato a ricostituire, come base della sua potenza, la Spagna (l'unico territorio al di là del mare su cui ancora aveva dei domini, dopo che aveva perduto la Sicilia e la Sardegna) In Spagna si vide impegnata in particolar modo la famiglia di Annibale, sia Amilcare (il padre) e il genero Asdrubale. I tre membri di questa imminente famiglia cartaginese avanzarono la presenza cartaginese in Spagna tanto da destare l'allarme.della città greca di Marsiglia, che aveva forti interessi commerciali con le coste spagnole, e che non poteva far altro che rivolgersi a Roma di cui era alleata. Tuttavia nel 226 a.C. un'ambasceria del Senato concluse con Asdrubale un trattato secondo il quale gli eserciti romani e cartaginesi non potevano oltrepassare il fiume Ebro. (Livio afferma che il fiume venne riconosciuto come confine tra le zone di influenza dei due stati: Cartagine e Roma, implicando pertanto che anche i Romani si fossero impegnati a non superare l'Ebro verso sud). Un potenziale e decisivo elemento di contrasto nella regione era però costituito da SAGUNTO (il casus Belli in questo caso della seconda guerra punica), che aveva stretto benché si trovasse a sud dell'Ebro, con Roma un trattato di alleanza, a sud di questo confine che sarebbe stato stabilito tra Roma e Cartagine al fine di spartirsi sostanzialmente la costa spagnola. Interviene qui Annibale, che aveva compreso che lasconfitta cartaginese della primaguerra punica non era dovuta per lo più alla grande strategia dei comandanti Romani, quanto all'immenso patrimonio umano e di materiali che Roma poteva trarre dai suoi alleatiin Italia. 48L'unico modo per poter vincere una guerra e per ridimensionare il potere di Roma era quellodi invadere il territorio italico per terra. Dopo la seconda e la prima guerra punica i cartaginesinon avevano più quella flotta che nel primo conflitto gli aveva assicurato la possibilità digareggiare con Roma.A questo punto la questione di Sagunto viene abilmente sfruttata da Annibale per faresplodere il conflitto, nel momento che lui riteneva più favorevole. Essendo lui in Spagnabene armato e con truppe addestrate, alle prime minacce di un attacco cartaginese, isaguntini cioè i cittadini di questa comunità, chiesero l'aiuto di Roma, ma la risposta delSenato non fu pronta e alcune ambascerie di protesta vennero inviate
presso Annibale,senza che avessero alcuna risposta.Annibale nel frattempo aveva già invaso Sagunto e si avviava a realizzare il suo disegno strategico: per quanto rischioso era meditato e andava a tentare di colpire Roma nel cuore delle sue alleanze italiche.Annibale partì nella primavera del 218 dalla sua base di Cartagonova (città di Cartagena) con un esercito piuttosto imponente, rafforzato da truppe spagnole e ben allenato alla disciplina e i celebri elefanti.Dopo aver valicato i Pirenei e giunto nella costa della Gallia, Annibale riuscì ad evitare tentativo di fermarlo di un esercito romano comandato da Publio Cornelio Scipione (che non è l'Africano) che era stato inviato in Spagna per intercettarlo.Tuttavia Annibale riesce ad evitare lo scontro e riesce nella nota e decantata TRAVERSATA DELLE ALPI CON GLI ELEFANTI, riuscendo a riscuotere dopo la calata nella pianura padana, l'appoggio e dei Galli Boi e dei Galli Insubri (sottomessi da 4 anni).
da Roma nellabattaglia di clastidium)Roma non può far altro che inviare gli eserciti consolari nell'Italia del Nord in Transpadana, per cercare di fermare al più presto Annibale, appoggiato dai Galli. Qui inizierà la serie di vittorie che porterà Roma a un passo dalla sconfitta e Annibale dalla vittoria.
Annibale giunse in Nord Italia dove intraprese la lunga campagna che lo vide rimanere nella penisola per oltre 15 anni, una campagna che nei primi anni fu senz'altro vincente, tanto è che si temette per la stessa sorte di Roma. Mentre negli ultimi anni la fortuna fu alternata, fino alla necessità di tornare in Africa.
All'inizio della sua campagna nel 218 a.C. fu sempre uno Scipione che si vide protagonista delle sorti di Roma. Roma era ben consapevole del fatto che Annibale avesse attraversato le Alpi e quindi inviò nella transpadana nord-occidentale, sopra del Po, degli eserciti per fermarne l'avanzata.
Il PRIMO
SCONTRO DECISIVO avvenne presso il fiume Trebbia, dove Annibale sconfisse Scipione Publio, padre del futuro africano, e il suo collega vinse nel Consolato: Tiberio Sempronio Longo.
Fu una sconfitta inattesa all'epoca perché era da tempo che due eserciti consolari Romani non erano sconfitti allo stesso tempo da un nemico.
L'anno seguente, riorganizzatosi e dopo aver portato dalla sua parte i galli Boi e Insubri, Annibale proseguì nella sua marcia verso sud.
Dopo aver eluso il tentativo da parte di un esercito romano che cercava di bloccare il passaggio degli Appennini, sorprese le truppe del console Caio Flaminio (console, all'epoca tribuno, ad aver promosso la distribuzione delle terre del lager Gallico) sul lago Trasimeno, dove l'esercito Romano venne completamente annientato.
Lo stesso Flaminio, che era console, fu tra le vittime.
Furono 2 disfatte assolutamente inattese e dagli esiti anche drammatici, tanto è che a Roma nell'anno 217 inizia a...
serpeggiare la convinzione che fosse impossibile cercare una vittoria sul campo contro un avversario tanto temibile. Come in altre occasioni, si decise di nominare un dittatore: QUINTO FABIO MASSIMO che era già stato console. Questo dittatore rimaneva in carica sei mesi. Secondo la strategia di Fabio Massimo era inutile tentare una sortita militare, era necessario limitarsi a controllare le mosse dello stesso Annibale e impedire che da Cartagine o dalla Spagna vi giungessero aiuti di ogni sorta (sia di uomini, che di mezzi). Secondo tale strategia che valse a Quinto Fabio Massimo il soprannome di TEMPOREGGIATORE, questo controllo a distanza di Annibale, avrebbe portato nel medio-lungo periodo i suoi frutti, costringendo Annibale o ad arrendersi alle superiori forze romane, oppure a tornare in Africa, laddove fosse stato impossibilitato a proseguire la sua campagna militare in Italia. La strategia di Fabio Massimo significava però che nel breve termine Roma dovesse controllare a distanza.ma allo stesso tempo assistere alla devastazione dell'Italia da parte dell'esercito di Annibale, che difatti attraversò l'intero Centro Italia in modo del tutto incontrastato, per giungere in Apulia.
Annibale aveva promosso una politica piuttosto dura nei confronti dei prigionieri romani, i quali vennero giustiziati; mentre vennero liberati gli alleati italici che combattevano a fianco di romani.
Questa era una politica che mirava alla disgregazione dell'intreccio di alleanze su cui si basava la forza di Roma in Italia.
Giunto in Apulia, si decise a Roma di dismettere la politica di Quinto Fabio Massimo, il quale aveva terminato i suoi 6 mesi di dittatura.
Si decise di passare nuovamente all'offensiva, pensando di mettere la forza militare al servizio dei due Consoli nell'anno 216: Marco Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo.
Quest'ultimi si diressero con un esercito molto cospicuo (due eserciti consolari con decine di migliaia di soldati) contro Annibale,
Il quale si trovava in Apulia.
LA BATTAGLIA DI CANNE DEL 216 A.C.: Quella battaglia fu ricordata come la più nota sconfitta romana di ogni tempo e come uno dei più riusciti esempi di manovra di accerchiamento compiuto da un esercito numericamente inferiore: Disfatta di Canne, dove gli eserciti congiunti dei due Consoli vennero completamente annientati e anche uno stesso console perse la vita.
La situazione per Roma divenne drammatica e sostanzialmente pareva ormai perduta la guerra. Numerose comunità dell'Italia meridionale (tra cui Capua) abbandonarono Roma, passarono ai cartaginesi. Anche in Sicilia nel 215 (un anno dopo la sconfitta di Canne), il nuovo sovrano di Siracusa (Ieronimo) decise anch'egli di schierarsi dalla parte di Cartagine.
Allo stesso tempo si venne a conoscenza di un patto che era intervenuto tra Annibale e Filippo Quinto di Macedonia, il re della Macedonia (il regno da cui proveniva un secolo prima Alessandro Magno).
Filippo Quinto aveva chiare
a