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IV LIBRO DELLE STORIE DI ERODOTO

In questo libro Erodoto racconta di certi mercanti di Samo diretti in Egitto che senza volerlo, spinti alla deriva dal vento, si ritrovarono oltre le colonne d’ercole, a TARTESSO. Qui caricano delle merce che frutta loro un guadagno eccezionale.

Anche questa è una leggenda che riassume il passaggio dei mercanti greci verso occidente. Di questa storia è particolarmente rilevante la conclusione, nella quale il profitto dei mercanti di Samo (per quanto straordinario) non poteva uguagliare quelli del mercante di Egineta: Sostrato, figlio di Laodamante.

Questa è indubbiamente una leggenda, però a Gravisca (Porto di Tarquinia) negli anni '70 venne trovato un reperto: CEPPO D’ANCORA IN PIETRA. In questo reperto vi è incisa un’iscrizione di dedica in dialetto dorico (greco) in caratteri della seconda metà del 6° sec. a.C. che recita: SONO DI PROPRIETÀ DELL’APOLLO DIN EGINA. SOSTRATO MI.

HAFATTO. Non ci è il minimo dubbio che si tratti dello stesso Sostrato di cui parla Erodoto perché l'ancora è consacrata all'apollo di Egineta ed è anche l'unica dedica fatta all'apollo di Egina, fuori da Egina. Non solo quindi questo personaggio è realmente esistito, ma parte dei suoi profitti sono dovuti a con l'Etruria e sappiamo anche che scambi fatticosa commerciava. Nel 7° sec a.C. tutti i nobili etruschi compravano i prodotti a Corinto, negli ultimi anni del 6° sec. (all'apice della talassocrazia etrusca) andava di moda la ceramica a figure nere di produzione ateniese. Molti vasi di questo tipo portano graffite sul piede delle sigle interpretate come MARCHI COMMERCIALI. Il marchio più diffuso in Etruria è "SO", cioè le lettere iniziali di SOSTRATO. Il quale sembra abbia accumulato la sua ricchezza commerciando ceramica attica a figure nere con le città dell'Etruria.

costume di vita. I Greci hanno portato con sé la loro arte, la loro religione, la loro lingua e la loro filosofia, influenzando profondamente la cultura etrusca. Durante il periodo di massimo splendore della costa tirrenica, molti prodotti greci sono stati seguiti da artigiani, e la produzione è stata successivamente spostata anche in Etruria. La città protagonista di questo periodo sembra essere Caere, dove si sono stabiliti vasai e pittori greci provenienti dall'Asia Minore, ma si sono stabiliti anche vasai e pittori etruschi che imitano il lavoro di quelli greci "traducendolo" in uno stile etrusco. I due vasi rappresentati sono un esempio di vasi greci originali (a sinistra) e tradotti in etrusco (a destra). Nel vaso etrusco è rappresentato un mito greco, dipinto da un etrusco, su una tipologia di ceramica prettamente greca, con una tecnica greca, per una clientela di cultura etrusca. La storia vera di Sostrate è probabilmente una delle tante che unisce fatti storici con altri puramente inventati. È stato proprio sulle navi dei mercanti che la cultura greca ha conquistato l'Etruria (e poi i Romani) e il loro costume di vita.immaginario. Questo mutamento dell'immaginario è pienamente rappresentato nelle figure dipinte nella terracotta di cui i principes etruschi del periodo orientalizzante erano avidissimi consumatori. È stata possibile grazie all'avvento
La rapida acquisizione delle tecniche artistiche greche
dei artigiani greci in Etruria, di cui rimane traccia sotto forma di pseudonimi.
Questo scambio culturale è fortemente asimmetrico, perché non è chiaro cosa offrano li etruschi ai greci. È in generale asimmetrico il bilancio commerciale degli etruschi, che importano dal mediterraneo orientale ed esportano al mediterraneo occidentale.
Siccome i mercanti greci non tornavano sicuramente in patria a navi scariche bisogna pensare che lo scambio di ritorno fosse costituito da metalli che venivano poi lavorati a destinazione; anche se l'unica conferma archeologica viene da un caso molto particolare.
Alcuni pensano anche che venisse scambiato legname, mentre

è più difficile pensare a vino e olio perché quelli avrebbero viaggiato dentro ad anfore di produzione etrusca che sono molto rare nel mediterraneo orientale.

Se guardiamo oltre il mediterraneo è ben chiaro vedere in che cosa consistevano le ESPORTAZIONI ETRUSCHE:

  1. VERSO LA COSTA MERIDIONALE DELLA GALLIA
  2. VERSO CARTAGINE

VIA TERRA dall’Etruria Padana verso le POPOLAZIONI CELTICHE oltre le alpi

I prodotti esportati sono:

  • Vino
  • Vasellame da banchetto in bronzo
  • Vasellame da banchetto in bucchero

Nei relitti etruschi fino ad ora scoperti (in Costa Azzurra) le anfore costituiscono il grosso del carico. Il vasellame in generale è composto da produzioni di massa non particolarmente pregiate e funge da merce da accompagnamento. La disseminazione del vasellame ci consente di ripercorrere le rotte di commercio del vino: la più consistente era quella verso il fiume RODANO (Francia e Svizzera).

Non è chiaro in che misura questo commercio fosse

Monopolizzato dagli etruschi, non c'è ragione di escludere che i mercanti greci dopo aver commerciato con gli etruschi, proseguissero verso il resto di Europa.

DODICI POPOLI

Le città etrusche formavano una confederazione che le fonti romane chiamano i 12 POPOLI D'ETRURIA, i cui rappresentanti si riunivano periodicamente in un santuario vicino (FANUNVULTUMNAE) per eleggere sacerdoti comuni, celebrare riti e festività e tenere consigli di pace e di guerra (se necessari).

Questo si evince dal passo di TITO LIVIO che narra fatti dal 495 a.C.. La sua è una delle prime testimonianze di una riunione detta CONCIULIUM DI ETRURIE (CONSIGLIO DI ETRURIA).

Questi 12 popoli in realtà non sono conosciuti, facendo il conto delle più grandi città dell'Etruria ne emergono 11: Veio, Caere, Tarquinia, Vulci, Volsini, Chiusi, Vetulonia, Populonia, Perugia, Cortona, Volterra, l'ultimo popolo sembra essere, anche se non con certezza: Arretium.

(attuale Fiesole). È possibile anche che la composizione dei 12 popoli sia cambiata nel corso del tempo perché alcune città (per esempio Veio nel 396 a.C. e Volsini nel 264 a.C.) cessano di esistere.

NATURA dell'organizzazione dei 12 popoli è necessario fare Sulle ORIGINI e sulla chiarezza, perché le informazioni in circolazione sono fuorvianti.che faceva risalire l'origine del popolo etrusco alla Per la tradizione greco-romana colonizzazione di Tirreno e Tarconte, questa suddivisione dei 12 popoli doveva essere antica tanto quanto l'Etruria.

Secondo Tito Livio il costume dei 12 LITTORI che accompagnano i 7 RE DI ROMA risaliva ad un passato remoto in cui i 12 popoli di Etruria eleggevano un unico Re e nominavano un Littore per ciascuno che accompagnasse il re etrusco.

Questo vale anche per coloro che credevano che l'Etruria fosse divisa in LUCUMONIE, e che esse fossero 12.

Le prime notizie storiche sui 12 popoli risalgono solo al primo

Decennio del 5° sec. a.C. evengono dalla storiografia romana di età augustea che disponeva di pochissime fonti sullastoria di quel periodo. Non sono per questo molto attendibili.

In generale il rito del FANUM VOLTUMNAE è stato di controversa identificazione fino acirca 15 anni fa. Adesso vi è largo consenso nel riconoscere il santuario federale dei 12popoli in un grande complesso sacro scoperto nel 2000 in località CAMPO DELLA FIERA(vicino ad Orvieto: Volsini etrusca). Non sono state rinvenute tracce di frequentazione anteriori al 6° sec. a.C. e la primamonumentalizzazione non sembra essere anteriore al 4°. Le fasi successive peròcorrispondono esattamente con quanto espresso dalle fonti romane.

Il santuario di CAMPO DELLA FIERA è stato distrutto nella prima metà del 3° secolo a.C.(e questo dato è attendibile perché nel 264 a.C. venne distrutta Volsini). È stato poi ricostruito in età augustea.

ed è stato frequentato fino alla tarda antichità. Se quello di campo della fiera è il vero FANUM VOLTUMNAE l'idea che il santuario e la lega dei 12 popoli siano antichi come l'Etruria (come pensavano gli storici greci e romani) è sicuramente falsa. La frequentazione del santuario inizia nel momento in cui le nascenti città dell'Etruria finiscono di rivendicare la propria unità politica e territoriale a danno dei rispettivi principes (6° sec. a.C.). VOLTUMNA (Dio comune di tutti gli etruschi) La sua statua di culto fu portata a Roma e consacrata in un tempio sull'Aventino dopo il saccheggio e la distruzione di Volsini nel 264 a.C. Era un dio trasformista, custode del ciclo delle stagioni e amante del travestimento (secondo l'interpretazione romana di Properzio che allude all'usanza di cambiare periodicamente di abito alla statua per trasformare la sua personalità). Questa interpretazione nasce probabilmente aRoma da una falsa etimologia dellatraslitterazione latina del nome, visto il legame etimologico con "VERTERE". È stato attribuito a lui questo busto in terracotta ritrovato in una fossa votiva del templioprincipale del santuario della fiera ad Orvieto perché non somiglia a nessuna divinità etruscanota. Il consiglio dei 12 popoli si riuniva presso il FANUM VOLTUMNAE e serviva forse in primoluogo a discutere di questioni politiche riguardanti l'interesse comune delle citta etrusche, oltre a celebrare festività e sacrifici in onore del dio. Questo non vuol dire che però questa confederazione fosse uno "stato" federale. Nulla fa supporre che le decisioni prese in queste occasioni avessero valore di legge né che fosse eletto ogni anno il capo della confederazione. All'origine di questa credenza c'è un'interpretazione di alcune iscrizioni etrusche. Secondo Dionigi di Alicarnasso gli etruschichiamavano sé stessi “RASENNA”. Un termine corrispondente era RASNA, che compare con una certa frequenza nelle iscrizioni etrusche: - Nei CIPPI DI CONFINE (tular rasnal: confine) - In alcune iscrizioni sepolcrali in cui sono menzionati i MAGISTRATI (zilath mechl rasna: pretore del popolo d’Etruria) Queste interpretazioni sono state però smentite da alcune scoperte. zilath mechl rasna a nomi di singole città; decade quindi l’idea che fosse il capo assoluto di tutta l’Etruria e che in realtà ci fosse un magistrato per ciascuna città etrusca. sono stati rinvenuti tra una città etrusca e l’altra. Inoltre i cippi tular rasnal Giovanni Colonna sostiene una delle ipotesi più attendibili. Secondo lui RASNA non significa ETRUSCO e nemmeno ETRURIA.
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Publisher
A.A. 2019-2020
46 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/04 Storia contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher education97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di storia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Slavich Carlo.