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La tensione tra URSS e Cina negli anni '60

Nel gennaio 1967, le Guardie Rosse prendono d'assedio l'ambasciata sovietica a Pechino, ma la situazione non degenera. Le truppe cinesi attaccano truppe confinarie sovietiche sull'isola di Zhenbao lungo il fiume Ussuri. I sovietici rispondono attaccando la sponda opposta ed espellendo i cinesi. I ripetuti scontri a fuoco costituiscono il momento di maggior tensione tra l'URSS e la Repubblica Popolare Cinese (RPC). Il risultato è 59 vittime e una serie di scontri che vanno avanti fino al settembre successivo. La grande risonanza politica e propagandistica degli incidenti favorisce il graduale riavvicinamento tra Washington e Pechino, voluto dallo stesso Mao, e la normalizzazione delle relazioni sino-statunitensi all'inizio degli anni '70.

Le relazioni fra URSS e Cina riprendono ufficialmente con Gorbaciov. Altri assetti geopolitici importanti sono Taiwan, la questione del Kashmir, la questione del Tibet e lo...

Xinjiang.- Taiwan

Nel 1952, a Taiwan viene riconosciuto lo status di nazione indipendente. Sei anni dopo (1958), con un colpo di mano, la Cina tenta di riconquistare le isole di Quemoi e Matsu poste nello Stretto di Taiwan. Con gli USA militarmente al fianco di Taipei, Pechino è costretta a ritirarsi dopo un mese di combattimenti.

Nel 1971, Taiwan esce dall'ONU per far posto alla RPC. Gli USA riconoscono la RPC solo otto anni dopo (1979), rompendo formalmente i rapporti diplomatici con Taiwan. Tuttavia, in base al Taiwan Relations Act, Washington si impegna a difendere Formosa da qualsiasi aggressione e a rifornirla di armi a scopo difensivo.

Nel 1987, il presidente taiwanese Chiang Ching-kuo abolisce la legge marziale e cancella il divieto di viaggiare in Cina.

Nel 1991, Teng-hui apre una stagione di riforme democratiche restaurando a Taiwan le regole costituzionali e vincendo le prime elezioni.

Democratiche nella storia del paese nel 1996. L'indipendentista Nel 2000, Chen Shui-bian stravince le elezioni a Taiwan contro il Kuomintang al potere da cinquant'anni. La sua ascesa acuisce le tensioni con la RPC. Nel 2004, seppur indebolito da quattro anni di governo, Shui-bian rivince in modo rocambolesco le elezioni. Nel 2008, la situazione si capovolge nuovamente. Alle elezioni trionfa il leader nazionalista Ma Ying-jeou e il Kuomintang torna ad essere il partito forte di Taiwan. Per un paradosso della storia, Pechino saluta con un sospiro di sollievo il ritorno al potere degli storici nemici nazionalisti che schiacciano il fantasma indipendentista da Taipei. Ying-jeou promuove subito una politica di riavvicinamento con la Cina che si traduce in una serie di accordi economico-commerciali e nell'apertura dei collegamenti diretti aerei e navali. Nel 2009, la RPC concede a Taiwan il permesso di partecipare con una propria delegazione all'assemblea dell'Organizzazione

Mondiale della Sanità (OMS).- La questione del Kashmir La questione del Kashmir nacque nel momento in cui i principi delle regioni adiacenti ai confini dell'area scelsero a quale stato far parte. Nel Kashmir, il maharaja esitò, e venne invaso immediatamente dalle tribù islamiche locali e da pachistani irregolari; optò allora per l'India a patto che la sua scelta fosse ratificata per plebiscito dalla popolazione, ma il Pakistan appoggiò gli insorti. La situazione si stabilizzò solo nel 1949 quando intervenne l'ONU ponendo fine al primo conflitto indo-pakistano che si concluse con la spartizione del territorio: 2/3 all'India e 1/3 al Pakistan. Alla base del conflitto indo-pakistano vi erano motivazioni strategiche, religiose ed etniche. Per il Pakistan, il Kashmir rappresenta infatti un elemento fondamentale per l'unità nazionale basata sull'unione di tutti i musulmani del subcontinente e la sua perdita potrebbe

Generare una grave situazione di instabilità interna. Per l'India, che al contrario è uno stato nel quale è presente una forte multi-religiosità, composta dalla maggioranza indù e da consistenti minoranze islamiche, cristiane, sikh e buddiste, si verifica una situazione opposta, nella quale il governo centrale cerca di limitare le tendenze centrifughe annettendosi uno stato musulmano e giustificando la forzata convivenza pacifica fra le varie etnie.

Dal punto di vista strategico, il Kashmir è una regione che controlla l'accesso alle pianure indiane dalle catene del Karakorum e dell'Himalaya e che per secoli ha reso difficoltose le comunicazioni con il Tibet, ma ha anche frenato le ingerenze degli eserciti cinesi in India. La Cina difatti, svolge un ruolo geopolitico di capitale importanza nella controversia sul Kashmir: dal 1964 intrattiene stretti rapporti militari con i pakistani, vendendo armamenti e concedendo supporti economici.

Tecnici ai programmi nucleari di Islamabad. L'India, da parte sua, ritiene la presenza dei cinesi nell'area un notevole fattore di destabilizzazione e teme che ciò possa minare il predominio dellapotenza indiana sulla regione: la conseguenza è un parziale congelamento dei rapporti diplomatici.

Nel corso della guerra in Afghanistan iniziata nel 2001, la questione del Kashmir si è ripresentata nella definizione dei rapporti bilaterali tra gli USA, l'India e il Pakistan.

- La questione del Tibet

Il Tibet era un pacifico stato-cuscinetto tra India e Cina, una nazione indipendente con una storia che risale al 127 a.C. La RPC ha avuto mire egemoniche sul Tibet fin dai tempi antichi. Il 29 aprile 1954, Cina e India stipulano un trattato con cui l'India rinunciava ai diritti acquisiti dall'impero inglese, riconoscendo la sovranità cinese sul Tibet.

Nel 1959, col pretesto che potesse essere conquistato dagli imperialisti occidentali che lo

avrebbero depredato delle sue ricchezze, il Tibet venne invaso dalla Cina. I tibetani furono privati della loro libertà, i monasteri vennero distrutti, e i monaci, le monache e la società civile furono oggetto di violenze da parte dei cinesi. Un milione e duecentomila tibetani, - 1/5 della popolazione - sono morti come risultato dell'occupazione cinese. Migliaia di prigionieri religiosi e politici vengono detenuti in campi di lavoro forzato, dove la tortura è pratica comune. Il capo spirituale e temporale dei tibetani, il Dalai Lama, è stato costretto a fuggire in India per salvarsi la vita e dare una speranza al suo popolo. La RPC vuole che i cinesi in Tibet siano sempre più numerosi e i tibetani sempre di meno. Pechino ha trasferito 7 milioni di cinesi di etnia Han, i quali superano di un milione i tibetani. Uno degli aspetti penosi della dominazione cinese è stato il thamzing, durante il quale i tibetani erano costretti ad autoaccusarsi dei loro crimini politici e religiosi. Questo era un mezzo per intimidire e controllare la popolazione tibetana. La situazione in Tibet è ancora critica e richiede l'attenzione e l'intervento della comunità internazionale per garantire i diritti umani e la libertà per il popolo tibetano.crimini non commessi e ad autodegradarsi. I bambini erano spesso obbligati ad accusare i genitori di aver compiuto questo o quel crimine e a colpirli con i sassi. Molti genitori, a loro volta, sono stati costretti a pagare i proiettili usati per ucciderli e a ringraziare i cinesi per aver eliminato elementi antisociali. Le donne tibetane sono soggette tuttora a sterilizzazioni forzate e ad abortire. Spesso vengono sterilizzate in condizioni spaventose. Le donne in età fertile vengono radunate a forza davanti a una tenda montata allo scopo e sono costrette ad attendere il loro turno ascoltando, oltretutto, le grida della donna operata all'interno. Non ci sono anestesie e altissima è la percentuale di donne morte per infezione, poiché vengono obbligate ad abortire anche donne in attesa da cinque o sei mesi. Le donne tibetane si rifiutano di partorire negli ospedali perché in molti casi il bambino viene loro sottratto e considerato morto durante il parto. Ai tibetani

è proibito avere più di un figlio per famiglia, tenere immagini del Daila Lama, cantare canzoni popolari e contestare apertamente il regime. Nelle scuole in Tibet si insegna solo il cinese.

Inoltre, il Tibet è diventato una vasta base militare che ospita buona parte della forza missilistica nucleare cinese, valutata complessivamente in 350 testate nucleari. Esistono numerose miniere di uranio dove la manodopera è quasi esclusivamente tibetana; parecchie persone vivono nei villaggi vicini alle basi atomiche, ai luoghi di interramento delle scorie nucleari e alle miniere di uranio, e per questo sono gravemente malate; continuano a nascere bambini deformi, i campi non danno più colture, gli animali muoiono e le acque dei fiumi che attraversano vasti territori dell’Asia, quali Brahmaputra, sono contaminate da materiale radioattivo. Le risorse naturali del Tibet e la sua fragile economia stanno per essere irrimediabilmente distrutte. Gli animali selvatici

Sono state terminate, le foreste abbattute, il terreno impoverito ed eroso. La deforestazione del Tibet procede senza sosta dal 1963. Più di 6.000 monasteri, templi ed edifici storici sono stati razziati e rasi al suolo, le loro antiche opere d'arte e i tesori della letteratura sono stati distrutti o venduti dai cinesi. Migliaia di statue d'oro sono state fuse, trasformate in lingotti e trasportate a Pechino. La Cina proibisce in Tibet l'insegnamento e lo studio del Buddismo, mentre l'odierna apparenza di libertà religiosa è stata inaugurata unicamente per fini di propaganda e turismo: finti monaci prezzolati popolano finti monasteri, mentre i monaci e le monache vengono espulsi, maltrattati e imprigionati.

Il governo tibetano in esilio, con sede a Dharamsala, in India, è stato organizzato secondo principi democratici. Nonostante la rigida chiusura del governo di Pechino che si ostina a negare l'esistenza di una questione tibetana, dal 1959

Ad oggi il Dalai Lama ha formulato diverse proposte politiche per sbloccare la situazione ed avviare un serio negoziato, ma a tutt'oggi il governo cinese non ha dato risposta.

Xinjiang

Lo Xinjiang, è una regione autonoma a nord ovest della RPC ricca di petrolio e gas naturale. Nel XIX secolo era al centro del grande gioco tra URSS, Gran Bretagna e l'impero cinese per il controllo dell'Asia centrale. La RPC vuole mantenere il controllo sulla regione in chiave strategico-militare e come riserva di materie prime. I nativi della regione, gli uiguri, sono una minoranza turcofona di religione musulmana che vive di pastorizia e commercio e che vuole l'indipendenza da Pechino. Il termine Xinjiang significa nuova frontiera e per gli uiguri è un termine offensivo. L'attività indipendentista uigura ebbe origine nella prima metà del 1900 e si proponeva come alternativa all'egemonia dei signori della guerra dello Xinjiang. Durante la guerra

civile cinese deglie l’esercitoanni '30 tra il Kuomintang di Sheck comunista di Mao che peraltro la vinse, si tentò perdue volte di isti

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/14 Storia e istituzioni dell'asia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sandrauselli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia e Istituzioni dell'Asia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Baldussi Anna Maria.