vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La teoria della minaccia cinese e il dibattito tra realisti e liberali
Secondo i critici della teoria della minaccia cinese, come Gerald Seagal, Andrew Nathan e Robert Ross, la Cina era troppo debole a livello economico e militare per costituire una reale sfida per l'Occidente e nonostante le sue dimensioni restava una potenza vulnerabile con pressanti problemi di sicurezza ai suoi confini.
Il dibattito ha coinciso con una discussione teorica tra gli studiosi di relazioni internazionali che ha coinvolto realisti e liberali. Secondo i realisti, tutte le grandi potenze sarebbero essenzialmente revisioniste perché in un sistema di anarchia internazionale gli stati sono portati a ricercare la massima sicurezza per sé attraverso il dispiegamento del massimo potere al fine di garantire la propria sopravvivenza, ed è presumibile che la Cina lo faccia perché insoddisfatta del suo ruolo nel sistema internazionale e per la lunga storia di umiliazioni. Secondo i liberali, le riforme dello stato cinese e le crescenti interazioni con il mondo
capitalistico contribuiranno a renderlo più aperto edemocratico con grande vantaggio per la stabilità e la sicurezza internazionale, e data l'importanza di un ambiente globale pacifico per la modernizzazione economica cinese, la RPC non avrebbe alcun interesse a destabilizzare l'attuale ordine internazionale.
La risposta della Cina ai teorici della minaccia cinese, fu una campagna diplomatica pubblica ascesa. La teoria dell'ascesa pacifica globale per dimostrare al mondo la natura pacifica della sua venne formulata con lo scopo primario di rassicurare i paesi del Sud-Est asiatico e gli USA che la crescita cinese non avrebbe rappresentato un pericolo per la pace e la stabilità internazionale e che le altre nazioni ne avrebbero solo beneficiato. Venne esposta ufficialmente dal presidente del Forum su riforme e apertura della Cina Zheng Bijian il 3 novembre 2003 nell'ambito della riunione annuale del Bo'ao Forum per l'Asia e poi ripresa il
Il 10 dicembre, il premier Wen Jibao ha visitato l'Università di Harvard insieme al presidente della RPC Hu Jintao per sostenere il socialismo con caratteristiche cinesi in occasione del 110° anniversario della nascita di Mao. Come affermato anche nel 2004, i leader cinesi intendevano mantenere una politica estera indipendente tesa alla pace, sottolineando l'importanza della cooperazione multilaterale tra le istituzioni e sostenendo la costituzione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale attraverso la riforma e la democratizzazione delle relazioni internazionali.
La cooperazione è diventata il modo più conveniente di procedere per la RPC e gli USA. Secondo Kishoe Mahbubani, le loro relazioni sono mantenute stabili dalla cosiddetta dipendenza reciproca assicurata. La Cina dipende dal mercato statunitense e ciò consente a Washington di esercitare una significativa influenza economica sulla Cina. Gli USA sono doppiamente legati.
alla RPC dalmomento che questa continua ad acquistare i titoli del loro debito pubblico contribuendo amantenere bassi i loro tassi di interesse e consentendo all'economia USA di mantenersi stabile.
La teoria ha ricevuto un forte sostegno iniziale dai massimi vertici del governo e del PCC, masuccessivamente venne criticata nei circoli accademici e negli ambienti vicini al ministero degliaffari esteri.
Inoltre, il termine ascesa venne in seguito sostituito con quello di sviluppo per viadell'allarmismo che il termine aveva provocato presso gli osservatori internazionali.
Era consideratotroppo provocatorio, evocava l'idea che alla fine avrebbe portato ad uno scontro con gli USA e nonappariva in linea né con lo status di paese in via di sviluppo quale era la Cina né con il principaledettame di Xiaoping sul dissimulare le proprie potenzialità e non esporsi.
Il termine sviluppo era invece in linea con i dettami della nuova leadership guidata da Hu.
Jintao: società armoniosa, sviluppo pacifico e mondo armonioso, concetti esplicitati nel libro bianco "LoCina" pubblicato nel settembre 2011. Il concetto di mondo armonioso, sviluppo pacifico dellacorrispettivo in politica estera del concetto di società armoniosa, presuppone che l'ascesa della Cina al ruolo di grande potenza non sconvolgerà l'ordine esistente. Dal 2005 gran parte degli osservatori internazionali ritiene che il XXI secolo sia il secolo della RPC, come il XX è stato il secolo degli USA e il XIX quello della Gran Bretagna. Secondo le stime della Goldman Sachs, dell'Economist e del National Intelligence Council (NIC), in futuro l'economia cinese sarà superiore a quella statunitense in quanto la RPC ha gli stessi requisiti che hanno consentito agli USA di sorpassare la Gran Bretagna. Tra i successi della RPC, ci sono state le Olimpiadi nel 2008, l'Expo di Shanghai nel 2010 e l'abile gestione della
recessione mondiale nelLa Cina ha goduto anche del riconoscimento da parte dell'amministrazione USA di2008-2009.Barak Obama di guida dell'economia mondiale, sebbene ne diede una chiara dimostrazione alla finedecise unilateralmente la cancellazione dell'XIdel 2008 quando summit Europa-Cina: non avevagradito l'atteggiamento di apertura da parte dell'Europa nei confronti di una visita del Dalai Lama ela decisione dell'allora presidente francese Nicolas Sarkozy di incontrarlo in Polonia.
Nel 1995 la Cina ha avviato una nuova strategia diplomatica detta grand strategy con lo scopo diaccrescere il peso internazionale del paese. Il nuovo concetto di sicurezza riprende i 5 principi dellacoesistenza pacifica, promuovendo fiducia, benefici, uguaglianza e cooperazione reciproci. Iprincipali destinatari furono le ex repubbliche sovietiche dando vita nel 1996 al cosiddetto gruppodei 5 o gruppo di Shanghai, formato da Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan e
Il corso della moneta. Tuttavia, ci furono ripercussioni quali il crollo delle esportazioni e degli IDE provenienti per il 65% dai paesi colpiti ebbe l'opportunità di emergere quale grande potenza responsabile, fornendo aiuto economico ai paesi colpiti e impegnandosi a stabilizzare la propria moneta, piuttosto che approfittare di un'eventuale svalutazione dello yuan cinese che le avrebbe consentito di invadere i mercati con i suoi prodotti, costringere gli USA a una contradditoria politica protezionistica e scuotere Wall Street vendendo i miliardi di dollari in suo possesso. Con il suo comportamento, si è guadagnata la stima dell'intera regione e il suo perdurante sviluppo economico ebbe un ruolo importante nel consentire il superamento relativamente stabile della crisi da parte dei paesi colpiti. Gli USA invece ricevettero le critiche di questi ultimi perché sembravano interessati a ricavare dei vantaggi dalla loro crisi con direttive di
politica economica neoliberista promosse dal FMI. In concomitanza, vi è stato un crescente dibattito in Cina sul concetto di soft power. L'idea di base era già stata introdotta nel 1992 con la traduzione dell'opera di Joseph Nye Bound to Lead: the changing nature of American power che apparve in Cina nel 1997 diventando di dominio pubblico nel 2001. Da allora furono portate avanti varie ricerche sia in ambito accademico che politico; i politologi in particolare sostenevano che le risorse di hard power non sarebbero bastate per raggiungere gli obiettivi strategici di lungo periodo quali il conseguimento entro il 2010 di una posizione di guida in Asia orientale con l'apertura dell'area di scambio tra Cina e ASEAN, il raggiungimento entro il 2020 di un ruolo di guida in qualità di semi-potenza dell'Asia-Pacifico e la trasformazione entro il 2050 di potenza a livello mondiale. La realizzazione di tali obiettivi era
Strettamente legata alla crescita del cosiddetto comprehensive national power, unmediante la combinazione dell'hard power e delindicatore che misura il potere di uno stato-nazionesoft power, ovvero di vari indici quantitativi che considerano fattori di natura militare (poterecoercitivo) e fattori economici e culturali (valori, istituzioni e influenza culturale). Similmente, ildeclino del soft power di un paese appariva strettamente legato al deterioramento delcomprehensive national power. Fang Changping, professore dell'Università del Popolo di Pechino,aveva attribuito il declino del soft power degli USA all'impopolarità dell'unilateralismo dellapolitica estera, alla diminuita attenzione verso i programmi di diplomazia pubblica e all'alienazionedell'opinione pubblica mondiale a seguito della guerra in Iraq.Secondo Nye, il soft power è la capacità di un paese di ottenere ciò che vuole tramite la propriaattrattiva.
piuttosto che per coercizione o compensi in denaro facendo leva su tre risorse: la cultura, laddove è affascinante per gli altri, gli ideali e quindi i valori politici quando ci si dimostra all'altezza in patria e all'estero e le pratiche politiche quando sono considerate legittime e ricche di autorità morale. Secondo Alan Hunter, il concetto di soft power ha costituito parte integrante del pensiero militare cinese per oltre 2000 anni, come rivela una delle massime più importanti e maggiormente conosciute dell'Arte della Guerra di Sunzi, leggendario stratega militare cinese dell'epoca degli stati combattenti (403-221 a.C.) secondo cui il miglior stratega è colui che riesce a vincere senza sparare un colpo. I cinesi hanno adottato un'idea più ampia del concetto includendo elementi quali investimenti, aiuti economici e diplomazia. Secondo gli analisti e i politologi cinesi, sono tre i meccanismi che possono contribuire allaomica e la diplomazia politica. La diplomazia culturale si concentra sulla promozione della cultura cinese attraverso l'organizzazione di eventi culturali, mostre d'arte, scambi accademici e programmi di studio all'estero. Questo aiuta a diffondere i valori cinesi come l'armonia, la solidarietà e la pace nel mondo. La diplomazia economica si concentra sulla promozione degli investimenti cinesi all'estero, la cooperazione economica e commerciale e la partecipazione a organizzazioni internazionali come l'Organizzazione mondiale del commercio. Questo aiuta a migliorare l'immagine della Cina come una potenza economica globale e a promuovere la cooperazione economica tra la Cina e altri paesi. La diplomazia politica si concentra sulla promozione del dialogo e della cooperazione tra la Cina e altri paesi per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la sicurezza internazionale e la lotta contro il terrorismo. Questo aiuta a migliorare l'immagine della Cina come un attore responsabile sulla scena internazionale e a promuovere la pace e la stabilità nel mondo. Attraverso queste tre dimensioni della diplomazia, la Cina cerca di costruire relazioni positive con altri paesi e di promuovere la sua influenza e il suo status come una grande potenza globale.