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STORIA DELLA GIUSTIZIA Prof. B. Primerano Università degli Studi di Trento Anna Domenichini Università di Trento 1 - INTRODUZIONE. Il corso avrà come oggetto il concetto di libertà religiosa e nazionalità nel pensiero dello storico, giurista e politico italiano Francesco Ruffini, uno dei pochi professori universitari che, nel 1931, rifiutarono il giuramento al regime fascista e furono per questo dimessi dalla cattedra. Egli, nel campo scientifico, può considerarsi il restauratore dello studio del diritto canonico in Italia e il giurista che maggiormente collaborò, insieme con Francesco Scaduto, alla prima elaborazione del diritto ecclesiastico italiano. BIOGRAFIA. → Francesco Ruffini (Lessolo 1863 – Torino 1934), rimasto presto orfano di padre (avvocato e magistrato), fu allevato insieme al fratello minore, Alfredo, dalla madre, donna non comune (sapeva anche il latino, cosa eccezionale per quel tempo), che leggeva i Promessi sposi, traducendoli in dialetto piemontese alle contadine durante la raccolta del granoturco. Come egli stesso scrisse, «prima e suprema istitutrice di tutta la sua vita» era stata la madre, la sua «modesta, ma intelligentissima madre» che aveva saputo infondere nel figlio, se non la sua fede, il rispetto di ogni fede, la consapevolezza che tutti i problemi della vita spirituale, per lontana che appaia dalla nostra forma mentale, dalle nostre abitudini e dalle nostre convinzioni non devono mai essere trattati con indifferenza e ancor meno con superficiale dispregio, ma «con la più profonda reverenza e quasi con intimo tremore» (La vita religiosa di Alessandro Manzoni, I, Bari, 1931, Prefaz., p. XV). → Dopo gli studi classici al Collegio civico di Ivrea, si iscrisse nel 1882 alla Facoltà di Giurisprudenza di Torino, ove si laureò nel 1886 con una tesi in storia del diritto italiano. Dopo aver insegnato a Pavia e a Genova, divenne docente a Torino prima di Storia del diritto, poi di Diritto ecclesiastico, incentrando il suo insegnamento in particolare sul tema della libertà religiosa e, più in generale, sui singoli diritti di libertà via via configuratisi nel corso dei secoli. Fra i suoi allievi migliori ebbe Arturo Carlo Jemolo, Alessandro Galante Garrone, Piero Gobetti (che fu anche suo editore) e Mario Falco. Fu rettore dell'Università degli Studi di Torino dal 1910 al 1913. Fu nominato senatore del Regno d'Italia nel 1914. Socio di numerosi consessi accademici, fra i quali i Lincei e l'Istituto lombardo di scienze e lettere, fu presidente dell'Accademia delle scienze di Torino dal 1922 al 1928. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce, che nel 1927 gli dedicò il volume Uomini e cose della vecchia Italia. Nel 1928 Ruffini subì un'aggressione da parte di un gruppo di fascisti all'interno dell'Università di Torino, dove insegnava. Presero le sue difese diversi studenti, tra cui Alessandro Galante Garrone e Dante Livio Bianc
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Publisher
A.A. 2020-2021
31 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/19 Storia del diritto medievale e moderno

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anniemarie di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della giustizia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Primerano Beatrice.