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LEON BATTISTA ALBERTI
Leon Battista Alberti (1404 –1472) è stato un architetto, scrittore, matematico, umanista,
crittografo, linguista, filosofo, musicista e archeologo italiano; fu una delle figure artistiche più
poliedriche del Rinascimento.
Come architetto, l'Alberti viene considerato, accanto al Brunelleschi, il fondatore dell'architettura
rinascimentale.
A Ferrara lavora presso la curia papale.
A Firenze lega con la famiglia Rucellai e si specializza nella scrittura.
SANTA MARIA NOVELLA Alberti provvede alla decorazione della facciata, la quale
esprime la concezione di spazio tramite elementi quadrati
(sotto) e rettangolari (sopra)
DE PICTURA Nel 1435 scrive il trattato “De Pictura”, nel quale raccoglie le
opere e le invenzioni degli artisti che per lui hanno “reinventato
le arti”.
L’artista, per Alberti, deve essere colto ed in grado di innovare.
Il trattato comprende anche una serie di studi sulla prospettiva
(anche quello di Brunelleschi)
TEMPIO MALATESTIANO Il Tempio Malatestiano di Rimini è l'opera chiave del
Rinascimento riminese ed una delle architetture più
significative del Quattrocento italiano in generale.
Il progetto doveva riguardare soltanto una cappella, poi è stato
esteso all’intero edificio.
Negli anni Cinquanta è stato completamente rivestito di marmi
sia internamente che esternamente. Probabilmente fu
chiamato a contribuire anche Giotto con le sue opere d’arte.
Il progetto, che era una tomba di famiglia, restò incompiuto
della parte esterna.
Il rinnovamento dell’edificio si basa su un’iconografia che si
distacca dalla tradizione per accostarsi al Neoplatonismo.
PIERO DELLA FRANCESCA
Piero della Francesca (1416/1417 circa – 1492) è stato un pittore e matematico italiano. Tra le
personalità più emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda
generazione di pittori-umanisti.
È attestato a Firenze nel 1439, quando con Domenico Veneziano lavora all’ospedale di S. Maria
Novella (oggi non pervenuto).
Nella seconda metà del Quattrocento, Piero è a Urbino, dove vive una “seconda gioventù”. Qui,
nel 1469, il Corpus Domini lo incaricò di dipingere uno stendardo processionale. In quell'occasione
al maestro venne proposta anche la pittura della travagliata pala del Corpus Domini, già
commissionata a Fra Carnevale, poi a Paolo Uccello, il quale dipinse solo la predella, e infine
completata da Giusto di Gand nel 1473-1474.
SIGISMONDO PANDOLFO MALATESTA IN PREGHIERA DAVANTI A SAN SIGISMONDO
È un affresco conservato nel Tempio Malatestiano di Rimini.
Piero della Francesca si trovava a Rimini alla corte di Pandolfo e
lavorò al cantiere del Tempio lasciando il monumentale affresco
votivo di Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a
san Sigismondo nella cappella di San Sigismondo.
DITTICO DEGLI SFORZA E TRIONFI È stato aperto ed incorniciato nell’Ottocento.
Da un lato vi sono Battista e Federico di profilo circondati da un
paesaggio che rappresenta un territorio ben governato (forse
toscano o marchigiano), mentre dall’altro ci sono i due trionfi.
Celebrazione del buon governo.
Influenza fiamminga.
DITTICO eleganza e cura dei dettagli
TRIONFI tema che si ricollega alla Roma antica.
Federico è incoronato da una Vittoria
alata ed accompagnato da quattro Virtù
cardinali. La sua “parte” si riconduce al
buon governo.
Battista esalta le virtù coniugali. È
accompagnata da quattro Virtù
teologali.
POLITTICO DI PERUGIA Scena dell’Annunciazione: Vergine ed angelo sotto un loggiato.
Senso fortissimo di prospettiva (centrale).
Stile più innovativo rispetto alle altre parti del polittico.
PALA BRERA Pala destinata alla chiesa urbinate di S. Bernardino o al
mausoleo dei duchi (mai realizzato).
Inizialmente attribuito a Fra Carnevale.
Madonna con bambino addormentato (icona veneta che si
ricollega alla morte di Cristo) che indossa una collana del buon
auspicio. Intorno a loro ci sono una serie di santi e Federico:
sono disposti in modo da dare profondità alla scena.
Il volto della Madonna ricorda Battista ed i due angeli ai lati i
suoi figli.
La scena si svolge all’interno di una Chiesa (abside), lo spazio è
reso dall’uovo di struzzo che pende da una conchiglia (elementi
che simboleggiano la nascita della vita).
L’architettura era inizialmente attribuita a Bramante
DE PROSPECTIVA PINGENDI È un trattato sulla prospettiva scritto in volgare.
L'opera è divisa in tre parti ispirate al De pictura di Leon Battista
Alberti
DE QUINQUE CORPIBUS REGULARIBUS È un trattato sulla geometria euclidea.
Illustra la sua teoria in base alla quale ci sono solo cinque forme
regolari: il tetraedro, il cubo, l'ottaedro, il dodecaedro e
l'icosaedro.
Ne emerge il desiderio di misurare lo spazio: dunque il mondo è
misurabile e regolabile.
FRA CARNEVALE
Fra Carnevale, pseudonimo di Bartolomeo di Giovanni Corradini (1420/1425 circa – 1484), è stato
un pittore e religioso italiano.
Originario di Urbino, negli anni Quaranta è a Firenze, dove si forma presso la bottega di Filippo
Lippi ed assorbe il clima fiorentino (entra in contatto con Alberti, Brunelleschi, Donatello e
Veneziano).
Tornato a Urbino decide di farsi frate nel convento di S. Domenico prendendo il nome di Fra
Carnevale. Partecipa alla costruzione del portale di S. Domenico e del duomo.
È citato in un libro che tratta della famiglia ducale (ovvero della corte) di Urbino. È stato il primo
maestro di Bramante.
La confraternita del Corpus Domini gli commissiona la tavola che aveva commissionato a Piero
della Francesca, ma non la termina.
NATIVITA’ DELLA VERGINE Scena resa in modo laico.
Riferimenti all’ambiente urbinate. Grande concentrazione di
figure femminili.
Pacatezza dei personaggi.
Laicismo: la società volta alla solidarietà. La bambina ha
l’aureola.
PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO Architettura preponderante e compresenza di elementi sacri e
profani.
Senso di pacatezza ripreso da Piero della Francesca.
Citazione dell’antico.
DONATO BRAMANTE
Donato "Donnino" di Angelo di Pascuccio detto il Bramante (1444 – 1514) è stato un architetto e
pittore italiano, tra i maggiori artisti del Rinascimento.
Il periodo della formazione e la prima attività di Bramante non è documentata. Probabilmente
studia alla bottega di Fra Carnevale a Urbino e divenne pittore "prospectivo", cioè specializzato
nella costruzione geometrica di uno spazio per lo più architettonico quale sfondo di una scena
dipinta. Però nella città urbinate non riesce a “trovare spazio”. Si sposta a Milano e poi a Roma
dove conosce Vitruvio e il diverso clima delle altre città, quindi si rimette a studiare.
La sua produzione riscopre molti ambiti. Bramante scrive e si occupa di scenografie (diffuse nel
Quattrocento soprattutto in ambito religioso).
CRISTO ALLA COLONNA È un dipinto a tempera o olio e conservato nella Pinacoteca di
Brera di Milano.
Era destinato alla chiesa di Chiaravalle.
L’opera non è finita ma si sa che è di Bramante grazie al trattato
di un pittore lombardo.
Grande realismo ed espressività. La colonna retrostante al
soggetto è decorata secondo la cultura milanese. La finestra sul
retro si apre sull’esterno riprendendo Antonello da Messina. Il
paesaggio è invece ispirato a Leonardo (che Bramante
conosceva)
UOMINI D’ARME DI CASA VISCONTI-PANIGAROLA
Serie di otto affreschi strappati di Donato Bramante, conservati
nella Pinacoteca di Brera a Milano. Costituivano parte della
decorazione a fresco di una sala di palazzo Visconti, poi
Panigarola, un tempo esistente in via Lanzone a Milano.
Elemento architettonico che finge delle rientranze.
Ritratti di diverse figure tra cui Bramante e Leonardo.
In alto una fascia finge la scultura di tematiche antiche.
Vi è la presenza di un mappamondo: Bramante era anche
geografo.
INCISIONE PREVEDARI È un'incisione su lastra di ottone, realizzata nel 1481, a Milano,
da Bernardo Prevedari su disegno di Donato Bramante il cui
nome è riportato sull'incisione stessa in caratteri lapidari
(BRAMANTUS FECIT IN MEDIOLANO).
Bramante esegue il disegno preparatorio compiendo un grande
studio dell’architettura e dimostrando di padroneggiare la
prospettiva.
Elementi decorativi e senso dell’antico.
Oggi esistono solo due stampe.
S. MARIA PRESSO S. SATIRO La chiesa viene restaurata per accogliere un’immagine della
vergine del periodo medievale. Bramante viene chiamato per
partecipare alla progettazione.
L’abside non poteva essere realizzato in più di un limitato
spazio di profondità.
Bramante trova comunque il modo di dare profondità,
realizzando alcune colonne di diversa altezza.
Ne emerge l’abilità dell’artista che in circa 70 cm di spazio,
realizza tale misto di architettura, pittura e scenografia.
S. MARIA DELLE GRAZIE Bramante lavora alla nuova tribuna, voluta da Ludovico il Moro
per testimoniare il nuovo stile che si stava diffondendo.
L’artista idea un’ampia tribuna absidata, decorata interamente
da un gioco di colori su forme circolari tra cui clipei.
L'architetto impostò due absidi laterali grandi il doppio rispetto
alle cappelle preesistenti e un coro molto allungato terminante
con un'altra abside.
La tribuna venne completata dopo la partenza di Bramante;
questo si può notare dalla contrapposizione tra l'ordine
geometrico tipicamente rinascimentale e l'eccesso di
decorazioni tipicamente lombardo, realizzate successivamente
e sicuramente da Giovanni Antonio Amadeo in base alla
documentazione pervenutaci.
FRONTESPIZIO PICTOR MEDIOLANENSIS Copertina di un volume destinata a Leonardo da Vinci come
invito per farlo andare a Roma. All’interno sono illustrati i
monumenti e la figura centrale è un omaggio a Leonardo. Sullo
sfondo vi sono monumenti architettonici che rimandano
all’antico.
Il soggetto si alza da un cerchio con una serie di figure
geometriche, ha in mano un compasso e la sfera armillare. Non
si erge sulle proprie gambe ma sui suoi studi.
La nudità da idea di purezza.
Si pensa sia di Bramante perchè in quel periodo era a Roma.
CHIOSTRO DI S. MARIA DELLA PACE Chiesa preesistente, Bramante realizza il cortile applicandovi le
condizioni di Vitruvio miste ad elementi milanesi.
TEMPIETTO S. PIETRO IN MONTORIO Recupero di elementi classici: pianta centrale e co