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Sanzio).

- Lavora nella bottega di Perugino e nel 1500 è già un maestro riconosciuto.

- Lavora nell'Umbria e nelle marche realizzando opere stilisticamente molto legate a quelle del maestro

(vedi "crocifissione").

- Nel 1503 va a Roma per assistere all'incoronazione di papa Giulio II (parente della sua protettrice) che

sarà molto importante per la sua produzione, così come il suo successore.

"Sposalizio della Vergine"1504, tavola, Pinacoteca di Brera, Milano.

- Parallelo con l'opera di Perugino “La consegna delle chiavi a San Pietro”, realizzata alla fine del ‘400

conservata al Muséedesbeaux-Arts di Caen.

- Raffaello doveva conoscere l’opera in esecuzione, e ne modifica la struttura: da grandioso motivo

scenografico, Il tempio sullo sfondo, diventa il fulcro di uno spazio che si sviluppa circolarmente fino

all'orizzonte; i personaggi in primo piano assumono pose più naturali.

- L'opera di Raffaello presenta più armonia e una maggiore compenetrazione tra le figure.

- L’edificio poi, manifesta nella circolarità dell’impianto aa 16 lati e con peristilio, nella coerenza dei legami

strutturali e nell’eleganza delle membrature, la complessa e aggiornata cultura architettonica di Raffaello,

che gli consente di distaccarsi nettamente dal modello del più anziano maestro

- Spazialità meno piatta.

- Superamento del maestro Raffaello a FIRENZE

Decide di soggiornare nel più vivace centro di elaborazione di una nuova cultura figurativa. Esplora la

tradizione rinascimentale fiorentina, dalle fonti quattrocentesche alle opere più recenti di Michelangelo e

Leonardo.

"Madonna del belvedere” 1506, olio su tavola, Kunsthistorisches Museum, Vienna.

- Unisce la non definizione atmosferica di Leonardo alla plasticità e al dinamismo di Michelangelo.

- Il fascino delle composizioni piramidali e del linguaggio dei gesti e degli affetti, di cui Leonardo per primo s

era servito, si manifesta in molte Madonne del periodo fiorentino di Raffaello

- Vergine in posa contrapposta, la sua testa è lievemente inclinata, ed è una sorta di sole raggiante contro il

celeste tenue del paesaggio lacustre alle sue spalle

- La Vergine sorregge il bambino ancora troppo piccolo e privo di autonomia, che si protende e prende la

piccola croce portagli da San Giovannino

"Ritratto di Agnolo Doni”

- I 2 coniugi Doni vengono ritratti contro un paesaggio che, pur partecipando ancora della dolcezza dei

paesaggi umbri e serbando il ricordo di quelli del Perugino, non ha la forza evocatrice degli sfondi

montuosi di Leonardo

- Per Raffaello, il paesaggio si pone come sfondo chiaro e luminoso che accresce la grazia, la delicatezza e

l’intima consapevolezza dei soggetti

- L’agiato mercante Agnolo Doni mostra il suo volto intelligente incorniciato dallo scudo berretto e dalla

massa di capelli ricci

- Busto di 3/4 verso destra, volge la testa lievemente dalla parte opposta, accompagnando lo sguardo

"Ritratto di Maddalena Strozzi” 1506 circa, olio su tavola, Palazzo Pitti, Firenze.

- Dittico.

- Ricalca l’impianto compositivo della Gioconda di Leonardo, ma con intenti e risultati quasi antitetici,

accentuando la descrizione dei lineamenti fisici come delle vesti, dei gioielli e dell’ambientazione

paesistica

- Senso della volumetria e pieno inserimento dei corpi nella spazialità.

- Carica psicologica; ognuno ha una caratterizzazione propria e precisa, senza però cadere

nell'esagerazione o nella caricatura.

“Pala Baglioni” 1507, olio su tavola, Galleria Borghese, Roma.

- La signora Baglioni la commissiona in onore del figlio morto e per ricordare il proprio dolore.

- Rielabora il concetto della passione.

- o “Trasporto di Cristo morto”.Figure incastrate e perfettamente modulate (vedi Pietà di Michelangelo).

- L’opera è una delle prime pale d’altare di Raffaello che rechi un soggetto narrativo, è evidente inoltre

l’elaborazione delle forme ideate da Michelangelo nella Firenze dell’inizio ‘500

- Moti dello spirito, sguardi, tensione muscolare in un senso plastico in cui ogni essere ha autonomia di

pensiero e di azione.

- Maniera moderna: carattere psicologico; è nell’espressività del corpo che si manifesta lo spirito.

- Massimo equilibrio tra lo studio dell’antico e del naturale.

Raffaello a ROMA

La seconda grande impresa pittorica di Giulio II trae origine dal rifiuto del papa di utilizzare come

appartamento ufficiale quello decorato dal Pintrucchio per Alessandro VI. Per il nuovo appartamento

vengono scelti ambienti al piano superiore dei palazzi Vaticani (le stanze) di cui si progetta la decorazione

dei soffitti, ad opera di un gruppo di pittori provenienti da tutta la penisola, a cui si aggiunge, nel 1508, anche

Raffaello.

"Stanza della segnatura" decorazione del soffitto, 1508-09, Vaticano

- Dipinge le personificazioni della Teologia, della Filosofia, della Poesia e della Giurisprudenza dentro tondi

che sovrastano le lunette delle pareti.

- Negli scomparti angolari raffigura l'Astronomia, il Giudizio di Salomone, il Peccato dei progenitori e Apollo

e Marsia.

- Alle personificazioni dipinte nella volta corrispondono, sulle pareti, la "Disputa del sacramento", la "Scuola

di Atene", il "Parnaso" e tre "Virtù teologali" (Prudenza, Forza e Temperanza) poste sotto il governo della

Giustizia.

- Raffaello punta a coinvolgere i personaggi in un’azione che consenta di caratterizzarli attraverso i moti, le

espressioni e le attitudini

"Disputa del Sacramento” 1509, affresco.

- Rappresenta la Chiesa militante al cospetto della Chiesa trionfante, sul semicerchio delle nubi nell'ordine

superiore. Il punto di riferimento centrale è l'ostia consacrata sopra l'altare, che diventa il fuoco prospettico

e psicologico della rappresentazione.

"Scuola di Atene", 1509-10, affresco.

- Raffaello rappresenta una delle 2 vie attraverso le quali si può arrivare a Dio: la filosofia, caratteristica di

un percorso squisitamente umano

- In un grandioso edificio classico sono riuniti i più importanti filosofi dell’antichità

- Edificio incompiuto che evoca l'idea del tempio della sapienza, accoglie i filosofi e i saggi dell'antichità

attorno alle figure di Aristotele e Platone, in cima alla scalinata. Nei volti di alcuni filosofi sono stati

riconosciuti artisti contemporanei.

- Fra i due maggiori filosofi è posizionato il punto di fuga dell’impatto prospettico, la cui rigorosa costruzione

determina un senso di equilibrio, di classicità e di grande compostezza

- Ad alcuni filosofi, Raffaello ha dato le fattezze di artisti suoi contemporanei (e fra sei anche se stesso):

Bramante è ritratto in Euclide a destra, chinato a tracciare disegni col compasso, Platone ha il volto di

Leonardo, Michelangelo è raffigurato in Eraclito

“Stanza di Eliodoro”, 1511

Nella Stanza di Eliodoro, sala di rappresentanza e di ricevimento del pontefice, la struttura architettonica è

uguale a quella presente nella Stanza della Segnatura. Nella Stanza di Eliodoro, vengono dipinti eventi

scaturiti dalla situazione politica contemporanea di quel tempo: il pontefice Giulio II era stato sconfitto dai

francesi, Bologna era stata persa. La Chiesa era profondamente minacciata da Luigi XII di Francia, e

soltanto un’alleanza con l’Impero e Venezia riuscì a salvare la situazione ed il pontefice. La seconda stanza

è quindi un messaggio politico e belligerante verso i nemici, che comunica che nonostante la sconfitta di

Giulio II, il pontefice non si sarebbe arreso. Sono presenti una serie di riferimenti alla superiorità papale

contro le minacce, e castighi divini verso chi avesse osato sfidare la legge di Cristo.

In un momento di incertezze politiche, i soggetti degli affreschi parietali seguono un programma che

rispecchia l’ideologia del Papa e il suo sogno di renovatio della città.

1) Cacciata di Eliodoro dal tempio

2) Attila

3) Leona Magno

4) Miracolo di Bolsena - allude alla devozione di Giulio II per l’Eucarestia

5) Liberazione di San Pietro dal carcere - celebra il trionfo del primo papa

La rapidità di trasformazione del linguaggio figurativo del Sanzio appare stupefacente, pur tenendo conto

dello stimolo costituito dagli affreschi di Michelangelo nella Cappella Sistina.

"Cacciata di Eliodoro dal tempio” 1511-12, affresco.

- Configurazione teatrale e dinamica dello spazio, concitazione dei gesti e effetti di illuminazione spingono a

una lettura veloce dell'opera lungo direttrici determinate.

- La storia della Cacciata di Eliodoro deriva dal Libro dei Maccabei, presente nella Bibbia: Eliodoro, inviato

dal Re di Siria Seleuco IV, visto come una minacci a e un invasore, per profanare il Tempio di

Gerusalemme. Il Sacerdote Onia, al centro dello sfondo, pregando chiede a Dio che vengano mandati un

cavaliere e due giovani a cacciarlo con un’azione militare. La minaccia della fede viene ufficialmente

ricacciata dalle forza divine.

- Eliodoro e i suoi seguaci sono travolti e schiacciati sul lato destro dell’affresco.

- La scena rappresentata si svolge all’interno di un edificio classico, del quale è visibile la navata con il

soffitto dorato, che riprende vagamente l’ambientazione della Scuola di Atene.

- La composizione presenta uno spazio centrale pressoché vuoto, con una concentrazione di figure che va

verso i lati: questo contribuisce a creare, insieme al senso di profondità, l’idea del “risucchio”, in una

spirale che procede verso il nucleo centrale.

- L’azione si svolge però prevalentemente a destra, dove il cavallo (che potrebbe essere preso dagli studi di

Leonardo) travolge Eliodoro steso a terra.

- E’ presente la figura di Giulio II, posta nell’angolo in primo piano, che dalla parte destra dell’affresco

assiste alla scena con i camerlenghi e i fedeli.

- La storia e l’atmosfera sono rese più tragiche dalla luce della scena, facendo venir meno la pacatezza e la

serenità presenti negli affreschi della stanza della segnatura.

“Miracolo di Bolsena” 1512, affresco.

- La stessa atmosfera cupa e tragica è ripresa anche nell’episodio della Messa di Bolsena, episodio

miracoloso (avvenuto nel 1263), durante il quale l’ostia consacrata, iniziò a sanguinare durante la

celebrazione eucaristica, provando ai fedeli Cristiani e ai seguaci del papa che Dio esiste.

- La scena è suddivisa in una parte centrale sopraelevata, per ovviare al problema della finestra, e due

gruppi di persone che si snodano ai lati. Al centro è presente la figura del sacerdote dietro all’altare mentre

celebra la messa, con alle spalle numerosi chierichetti

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Publisher
A.A. 2016-2017
6 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Rebepuddi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof De Feo Roberto.