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La diffusione del wahhabismo e la propaganda religiosa

Da'wa, saudite devolute alla propaganda religiosa. Nel 1973 l'ideologia wahhabita inizia a diffondersi al di là dei ristretti ambienti puritani e rigoristi (salafiti) grazie alle enormi riserve finanziarie che permettono alla dinastia saudita di assumere il monopolio del discorso religioso. Un immenso impero di beneficenza e carità, sussidi, reti di proselitismo, agenzie religiose che gestiscono circuiti di diffusione di libri (milioni di copie del Corano in tutte le lingue), audiocassette e altro materiale propagandistico ai quattro angoli del mondo musulmano e fra le comunità immigrate. Un ruolo fondamentale nella diffusione del wahhabismo assume l'immigrazione in Arabia Saudita e nei paesi del Golfo che si quintuplica dal 1975 al 1985 (più di 5 milioni di immigrati). Nel 1962 venne fondata la Lega Islamica mondiale alla Mecca; nel 1969 l'Organizzazione della Conferenza Islamica si installa a Gedda; nel 1973 venne fondata la Banca Islamica.

di Sviluppo a Gedda; nel 1986 il re saudita si proclama Servitore dei Luoghi Santi: il pellegrinaggio si wahhabizza. Negli anni '60 e '70, la creazione delle istituzioni dei giovani stati, il terzomondismo, il nonallineamento e la lotta al sottosviluppo dominano la scena politica dei paesi di recente indipendenza. Tra la fondazione dei Fratelli Musulmani e la rinascita dell'Islam contemporaneo alla fine degli anni '70 si collocano alcuni eventi importantissimi per il mondo musulmano. Il 1967 è l'anno della sconfitta dei paesi arabi nella guerra dei sei giorni, terza guerra (dopo il 1948 e il 1956) tra Israele e gli stati arabi di Egitto e Siria, cui si alleano con Giordania e Iraq. Israele conquista il Sinai, le alture del Golan, Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme est, quadruplicando il suo territorio. La risoluzione n.242 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiede il ritiro di Israele dai territori occupati in cambio del riconoscimento da parte degli stati.arabi e della cessazione dello stato di guerra, ma non accetta.Il 1973 è l'anno della quarta guerra arabo-israeliana, del Kippur, del ramadan, o di ottobre.Rappresenta una vittoria anche se solo simbolica poiché le truppe egiziane e siriane il 6 ottobre sfondano le linee israeliane nel canale di Suez e nel Golan vendicando anche se solo temporaneamente e simbolicamente le sconfitte degli anni precedenti. Gli israeliani perdono 2.500 soldati. Si concluderà con l'inizio della guerra del petrolio, l'embargo verso gli alleati dello stato ebraico da parte dei paesi produttori di petrolio che di fatto saranno i vincitori di questo conflitto. È l'anno del cambiamento,Il 1979 con la firma degli accordi di Camp David tra Egitto e Israele, la rivoluzione iraniana dell'ayatollah Khomeini e l'invasione russa dell'Afghanistan. Dalla rivoluzione iraniana si fa discendere direttamente la nascita del neo-fondamentalismo o integralismo.

Il radicalismo islamico è inteso come corrente di pensiero. Il radicalista si definisce semplicemente "islamiyyun" (islamico). Il progetto politico dei radicalisti è quello del rovesciamento dei regimi corrotti e falsamente musulmani al fine di instaurare regimi autenticamente islamici, cioè basati sulla shari'a e sui principi politici, economici, sociali. L'Islam viene percepito come la soluzione a tutti i problemi del mondo islamico: è questa l'utopia nello Stato islamico.

In Iran, nel 1953 dopo la caduta di Mossadeq, lo scià Muhammad Reza Pahlavi ha mano libera per governare in modo sempre più autocratico e assoluto e organizza una potente polizia politica, la Savak, responsabile di repressioni, omicidi e torture. Nel 1963, lancia la Rivoluzione Bianca, una serie di riforme che riguardavano, tra l'altro, l'agricoltura, il sistema educativo, l'intervento statale nel campo sociale ed economico, la compartecipazione dei lavoratori ai.

profitti delle imprese e il servizio militare obbligatorio anche per i religiosi. Il governo, che non rispettava i diritti umani e le libertà individuali, era contestato da gran parte della popolazione, inclusi il ceto mercantile dei bazaari e la intellighenzia giovanile. Il maggior oppositore al regime era l'ayatollah Ruhollah Khomeini il quale aveva denunciato le riforme, la brutalità della polizia e il servilismo dello scià nei confronti degli USA. Venne arrestato nel 1963 e l'anno seguente venne mandato in esilio prima poi in Iraq. A metà degli anni '70, l'economia del paese vacilla. Disoccupazione, inflazione e penuria di beni aumentano le agitazioni, e gruppi di guerriglia come mujahidin-e khalqe fedayin-e khalq organizzano attentati per scatenare la rivoluzione. Il governo iraniano reagisce con la repressione e aumenta il risentimento delle masse. Dall'Iraq, Khomeini incita il popolo e nel '78 fu costretto ad

Abbandonare l'Iraq e va a Parigi. Nell'estate-autunno rovesciare lo scià; di quell'anno, lo scià pensa a far intervenire l'esercito e allo stesso tempo non riceve l'appoggio sperato da parte dell'allora presidente USA Carter. In dicembre, in occasione delle celebrazioni della Ashura, ovvero della commemorazione della morte dell'imam Husayn nipote del profeta Maometto, gli scontri furono ancora più violenti. Nel gennaio 1979, milioni di persone scesero in piazza per reclamare la caduta del governo e il ritorno di Khomeini in Iran. Il 16 gennaio, lo scià fugge dall'Iran e va negli USA. L'obiettivo era quello di fondare un governo teocratico. Venne nominato un governo provvisorio affidato al liberale Mehdi Bazargan, ma il potere reale fu posto nelle mani del Consiglio della rivoluzione islamica formato da ulama fedeli a Khomeini. Fu fondato il Partito della Rivoluzione Islamica.

La rivoluzione non era stata vinta solo dalle componenti religiose, ma da tutte le posizioni politiche che si opponevano al governo corrotto e dispotico della scià Reza Pahlavi. Khomeini riuscì a sbarazzarsi gradualmente di tutti gli alleati scomodi, dall'estrema sinistra al clero a lui non favorevole. Attinse alle fasce più povere della popolazione per creare i komiteh, comitati di salute pubblica per il controllo della moralità e della pratica religiosa, e le milizie dei pasdaran. Si crearono tribunali rivoluzionari e fondazioni islamiche che divennero molto forti. In marzo, un referendum proclamò la nascita della Repubblica Islamica. L'assemblea degli esperti redasse una nuova costituzione basata sul principio del velayat e-faqih. In novembre, con la crisi degli ostaggi americani, ovvero il sequestro del personale dell'ambasciata americana a Teheran che si protrarrà fino al gennaio 1981, e a seguito della quale Bazargandiede le dimissioni, Khomeini si liberò del suo primo alleato scomodo, la componente liberale. Pochi mesi dopo, fu arrestato il più autorevole degli ayatollah contrari a Khomeini, Shariatmadari, che rimase agli arresti domiciliari fino alla morte nel 1986. Khomeini voleva diffondere la rivoluzione in tutto il mondo musulmano, controllare i luoghi santi sciiti in Iraq, abbattere le monarchie arabe del Golfo e sostenere i movimenti libanesi di Amal (speranza) ed Hezbollah (partito di Dio) contro l'Arabia Saudita. Nel febbraio '80, viene eletto il primo presidente della repubblica, Adolhassan Banisadr, rappresentante della sinistra islamica, ma anche lui sarà costretto a lasciare il paese nel giugno 1981 a seguito di una lunga scia di sangue con cui il regime si libera definitivamente delle opposizioni della sinistra islamica e del partito comunista Tudeh. È la vittoria del principio khomeinista dell'avahdet-e kalimeh, l'unicità del discorso, difatto legittimante la dittatura. Guerra contro l'Iraq In settembre, lo scoppio della guerra tra l'Iran di Saddam Hussein che, con il sostegno dei paesi occidentali, invase l'Iraq, sopprime ogni altra possibilità di rivolta della gioventù urbana povera che viene convogliata a centinaia di migliaia sul fronte di guerra e mandata a morire in nome della difesa della rivoluzione islamica. L'Arabia Saudita appoggia l'Iraq, rendendo evidente la contrapposizione tra sauditi e iraniani. La rivoluzione iraniana non era riuscita a diffondersi in tutto il mondo musulmano. Lo stato d'emergenza dovuto al conflitto acuisce la chiusura e l'intransigenza del regime iraniano: l'abbigliamento islamico viene reso obbligatorio nel 1983. Le condanne e le punizioni diventano sempre più dure. L'ayatollah Hasan Alì Montazeri era designato alla successione di Khomeini, ma la critica alla durezza del regime lo portarono alle dimissioni e all'emarginazione. Vienequindi designato Alì Khamenei che fu presidente della repubblica dall'81 all'89, e alla morte di Khomeini nel 1989 diventò guida suprema della rivoluzione e dell'Iran islamico. Dal 1989 al 1997, il presidente della repubblica fu Alì Akbar Hashemi Rafsanjani, il quale cercò di reinserire l'Iran nel contesto internazionale, riattivando i contatti con l'Europa. Tuttavia, la popolazione era insoddisfatta per gli sviluppi della rivoluzione. Khatami vinse le elezioni presidenziali dal 1997 al 2005, dal 2005 al 2013 fu la volta di Muhmud Ahmadinejad e dal 2013 ad oggi Hassan Rouhani. Prima del '73, in Afghanistan, la situazione era caratterizzata da conflitti fra le popolazioni dei pashtun, uzbeki, tagiki, hazari e turkmeni e da forti tensioni in campo religioso fra maggioranza sunnita e minoranza sciita e fra Sufi e altri gruppi. Nel 1973, il principe Mohammad Daud Cinque anni dopo, l'URSS spodestò il re Zahir Shad. appoggia ilcolpo di stato che instaurò un regime comunista e ci furono ribellioni da parte di gruppi islamici al nuovo governo. Dal 1979 scoppiò una guerra civile durata dieci anni che vedeva contrapposti il governo comunista appoggiato dall'URSS e i mujahidin, combattenti islamici per la libertà, appoggiati da USA, Pakistan e Arabia Saudita. I mujahidin afghani si differenziavano molto al loro interno dal punto di vista etnico, politico, sociale e militare. Nel movimento confluivano confraternite sufi, movimenti religiosi conservatori e associazioni studentesche che convergevano nell'organizzazione della gioventù musulmana creata a Kabul nel 1968. Fra i tanti gruppi, ne emersero due: la jamaat-e-islami di Burhanuddin Rabbani di tendenza islamica moderata diffuso fra i tagiki, gli afgani di lingua persiana e gli hezb-e-islami di Hekmatyar, più militante e integralista diffuso fra i pashtun. Il primo si era imposto fino all'invasione URSS, ma il 1979 vide

Il sorpasso del secondo, che si collegava all'ideologia rigida di Mawdudi, dei Fratelli Musulmani e dei wahhabiti. L'appello al jihad afgano.

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