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• LA MASCHERA COME SIMBOLO, TEATRO GRECO
La maschera è un vestito simbolico che aggiunto al nostro corpo si comporta da +X e quindi modifica il
risultato finale dello schema 0+X. Si comporta da interfaccia perché si frappone tra l’io e il mondo. L’uomo
la usa per comunicare. La maschera riesce a rivoluzionare lo schema corpo-identità-simbolo: la maschera
aggiunta al corpo in quanto simbolo dissimula l’identità della persona creandone allo stesso tempo un’altra.
La maschera dissimulando la vera identità sovverte il rapporto tra osservatore e osservato. Ad esempio nel
teatro la maschera viene usata per identificare un personaggio. Usando la maschera la voce si altera in
modo tale che all’osservatore la voce sembri quella del personaggio che l’attore cerca di rappresentare. In
occidente la maschera nasce con il teatro greco. Possiamo individuare due tipi di maschera :
LA MASCHERA DELLA TRAGEDIA la maschera serve ad alterare la voce e a riconoscere il
personaggio, è una personificazione.
LA MASCHERA DELLA COMMEDIA è quella del riso; possiamo in tal caso far riferimento alle
maschere del Carnevale
Nella letteratura italiana si sono occupati della maschera:
Dario Fo: indossando la maschera l’io viene sospeso. La maschera per poter raccontare deve
portare l’osservatore in un altro luogo e così si genera una sospensione momentanea della
coscienza come avviene per gli sciamani in trance.
Pirandello : ci parla di maschere nude facendo riferimento alle maschere sociali. Le maschere nude
sono quelle che non si vedono ma ci sono. Non esistono fisicamente parlando.
Si può fare riferimento alle maschere metaforiche: quelle dei social network ( creo un io che non per forza
corrisponde alla realtà).
13.10.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• MASCHERA-VOLTO: i cortocircuiti
La maschera è un vestito simbolico per eccellenza. Posta sul volto produce una nuova identità dissimulando
quella di partenza. Nasconde e dissimula allo stesso tempo. Provoca un cortocircuito nelle seguenti
dialettiche:
Natura – cultura l’uomo che indossa la maschera rinuncia alla sua natura di partenza che è quella
naturale per averne una culturale. Quest’ultima nasce dall’unione dell’identità e la maschera
Apparenza – sostanza con la maschera che è apparenza rinuncio alla mia sostanza che è l’identità
di partenza per erigere una nuova identità: l’identità dissimulata dalla maschera, una nuova
sostanza.
Assenza- presenza indossando la maschera sono io e non- io allo stesso tempo, ovvero sono
assente in quanto la mia identità è dissimulata dalla mia maschera ma sono presente in quanto
maschera che genera un’alterità, un non-io, un altro da sé.
19.11.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• MASCHERA –OGGETTO
La maschera è fatta di materia che è presa dalla natura. Posta sul nostro corpo è un oggetto quindi
qualcosa di culturale ( un +X). Posta sul corpo si comporta da superficie di interposizione. Si verifica una
doppia partecipazione. Questo corpo estraneo che è la maschera funziona solo nel momento in cui viene
usata sul corpo. L’uomo l’avverte come estranea xk fa proviene della natura. La natura è vista dall’uomo
come sacra xk creata da Dio ( MASCHERA – SACRO), quindi anche la maschera è sacra. A questo punto
l’uomo compie un meccanismo di intermediazione con la natura che attua in due momenti particolari :
• Consacrazione xk toglie alla natura una parte che usa come maschera
• Desacralizzazione xk per realizzare la maschera toglie alla natura.
La maschera proviene dalla natura che è considerata sacra dall’uomo xk creata da Dio. Quindi anche la
maschera è sacra e diviene personificazione nel momento in cui consacra, ovvero in cui la indossa come
maschera. Diviene maschera nel momento in cui modella la materia naturale a mo’ di maschera. La
maschera cmq conserva la sua naturalità anche se diventa oggetto culturale.
26.11.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• PAURA DELLA MORTE : NATURA-CULTURA/MASCHERA
L’uomo vuole allontanarsi dalla natura per avvicinarsi alla cultura perché solo così può avere controllo di
cose incontrollabili: sente il suo stato di finitudine. La sua paura più grande è quella di non esserci, di
morire. La religione suggerisce delle soluzioni che però restano simboliche:
• La salvezza DAL mondo perché dopo la morte c’è un’altra vita.
• La salvezza NEL mondo costituita dal ricordo e dalla memoria che l’uomo lascia al mondo dopo la
sua morte.
27.11.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• RETORICA DELLA MEMORIA
L’uomo cerca la salvezza nel mondo perché non riesce a controllare la morte. La salvezza nel mondo si ha
attraverso la memoria e i ricordi. La retorica della memoria fissa dei valori attraverso la maschera.
Quest’ultima serve a ricordare e riprodurre nel tempo le gesta degli uomini. Dato che la salvezza nel mondo
è data dalla memoria ma questa è limitata nell’uomo le maschere attraverso la loro fissità consentono di
ricordare l’uomo dopo la sua morte. Quindi la retorica della memoria nasce dall’idea dell’uomo di avere
una vita dopo la morte che si manifesta attraverso i ricordi, che sono gli strumenti attraverso cui l’uomo fa
parlare di sé dopo la morte. Solo così ha la certezza di esserci proprio xk la sua più grande paura è quella di
non esserci.
Maschera- mito : la maschera è un oggetto che narra e che racconta nel presente, è quindi in grado di
riattualizzare una condizione passata nel presente. È in grado di riattualizzare le vicende mitiche xk la
maschera dissimulando narra le cose passate se essa stessa fosse una parola.
Maschera-rito : il rito è un’azione attinente alla sfera religiosa. È un atto simbolico e condiviso dalla società.
Tramite la maschera il rito genera spettacolo che è un rituale partecipativo nel quale si riattualizzano le
vicende mitiche cosicché lo spettatore in qualche modo entra in contatto con le entità mitiche anche se
non sono veramente presenti lì, in quel dato istante.
La maschera consente un rapporto sia con la morte che con il tempo xk tramite la maschera si produce il
ricordo e la memoria di persone che sono defunte. Lo stesso accadeva con le Imago, maschere di cera che i
romani utilizzavano per ricordare il volto dei defunti.
03.12.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• IL VELO ( POSIZIONE GENERALE)
Il velo è un tema molto dibattuto ed è stato messo sotto i riflettori dopo l’attacco dell11 settembre alle
torri gemelle poiché si ricollega al mondo islamico ritenuto responsabile dell’attacco terroristico. In questo
frangente il velo ha rappresentato uno sconto di civiltà.
Storicamente infatti il velo è un prodotto vestimentario della mezzaluna fertile e vari parti del
mediterraneo. Il velo spesso è visto come strumento di oppressione o emarginazione della donna. In realtà
questo problema non esiste xk le donne sono libere di decidere se metterlo o meno. Ci sono, infatti, donne
che decidono di velarsi anche se figlie di donne non velate xk ritengono che così facendo rimarcano le
proprie origini culturali. Altre donne lo portano semplicemente xk fa parte del loro apparato vestimentario (
COSTUME ), altre, come le donne turche , ritengono di portarlo xk è di MODA e quindi va a rientrare nel
discorso di stile. Il velo qui è arricchito da particolari decorazioni.
Dopo l’attacco alle torri gemelle, come si è detto, si è parlato molto di scontro tra civiltà e il punto focale
era costituito proprio dal velo visto in maniera negativa da noi occidentali. In realtà il velo implica
differenziazione profonda tra le civiltà proprio xk fa parte delle tradizioni culturali e sociali di una dato
popolo mette in evidenza le differenze tra le tradizioni.
04.12.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• IL VELO : lessico, hijab, Chalayan
Il velo ha diversi significati nel lessico. Può essere inteso come tessuto, in senso materiale; come cortina o
muro se lo si intende nel senso spaziale e può , ovviamente, essere ricondotto alla dimensione religiosa. In
tal caso non è riconducibile solo all’Islam come si potrebbe pensare ma anche al cristianesimo. Infatti il velo
oltre ad essere un elemento usato comunemente dalle donne islamiche per rimarcare le loro radici culturali
o semplicemente come elemento vestimentario frutto delle proprio tradizioni, può essere ricondotto anche
al cristianesimo xk il velo è anche quello usato dalla donna nella cerimonia del matrimonio.
Nel corano per far riferimento al concetto di velare si usa il termine HIJAB. Nel Corano questo termine viene
usato ben 127 volte in diversi versetti; ad esempio:
per indicare i Messaggeri di Dio
per indicare il comportamento dell’uomo e della donna. Ovvero l’uomo deve mantenere uno
sguardo rispettoso nei confronti della donna, non deve rivolgergli uno sguardo in alcun modo
lussurioso e la donna allo stesso tempo deve mantenere uno sguardo casto: deve abbassare gli
occhi ( hijab degli occhi).
In versetto invece viene fatto riferimento all’uso del velo quando si trovano in compagnia di
uomini; può svelarsi solo in presenza di familiari più stretti.
Esistono poi diversi tipi di velo; abbiamo :
1. NIQAB : un velo che lascia scoperto solo gli occhi.
2. BURKA : può essere nero o azzurro; è una copertura integrale ed ha una retina sugli occhi.
3. ABAYA : è una copertura integrale, copre la donna dalla testa ai piedi ma lascia scoperti gli occhi.
4. CHADOR : è una copertura integrale, copre la donna dalla testa ai piedi eccetto il volto.
Chalayan e il velo ( vd. Quaderno 0).
Chalayan è uno stilista turco – cipriota. Risente della frattura tra oriente e occidente che non riescono a
comunicare tra di loro per via delle loro profonde diversità sul piano culturale. Con le sue sfilate vuole
colpire sia l’occidente che l’oriente criticando da una parte l’iperscopertura e dall’altra l’ipercopertura. In
realtà coprire e scoprire sono le due facce di una stessa medaglia poiché sono due movimenti dialettici che
hanno a che fare con il corpo.
10.12.2014 SIMBOLOGIA DEL VESTIRE
• NUDITA’
La nudità è un ulteriore livello di simbolismo. Si fa riferimento alla natura – cultura con l’esempio del
bambino appena nato che non è mai propriamente naturale ( uno 0 assoluto ) ma ha in sé un +X insito. La
nudità è un problema di vestito simbolico.
La nudità viene usata nel sistema moda a livello comunicativo e pubblicitario.
Come il velo ha un