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Stratificazioni: depositi tridimensionali che il tempo (quarta dimensione) ordina con una sequenza
stratigrafica. Questa sequenza va ricostruita distinguendo le varie componenti (materiali e immateriali).
La sottrazione di materiale (una buca, un morso) è comunque una componente utile per l’archeologo, e
viene chiamata sottrazione di materia, e quindi componente negativa e immateriale.
Questo concetto è alla base della stratigrafia archeologica.
I resti di cui si occupa l’archeologia sono i fossili del comportamento umano, delle sue azioni compiute su
questo pianeta.
2.2, Un’archeologia planetaria:
Archeologia: si occupa delle società passate, delle loro relazioni tra loro e l’ambiente tramite le tracce che
hanno lasciato.
Archeologo: colui che riconosce, acquisisce, classifica, interpreta e comunica i dati che provengono dalle
analisi (storico-culturali, stratigrafiche, tipologiche, tecnologiche) dei resti materiali mobili e immobili
lasciati, ricostruendo modi di vita ed evoluzione.
All’inizio del XX secolo l’archeologia era intesa diversamente, prevedeva la ricostruzione su basi storiche
dell’arte antica. Questo ha dato le basi per iniziare a vedere questa disciplina diversamente, anche con
l’aiuto di altre materie (es.: antropologia), per favorire l’attenzione anche dal punto di vista ecologico.
La nuova archeologia passa:
1. Da antico come privilegiato, a intero arco di tempo dell’esperienza umana;
2. Dal vecchio continente all’intero pianeta;
3. Da solo aspetti culturali ad aspetti anche ambientali;
4. Dall’evoluzione storica ad aggiungere anche quella antropologica;
5. Dallo studio della forma a quello della materia;
6. Dal privilegiare l’arte a preferire i prodotti del lavoro.
2.3, Archeologia storica:
Archeologia storica: archeologia delle civiltà che hanno un patrimonio di fonti scritte, oltre che materiali, a
differenza delle culture preistoriche.
La scrittura non è unica e universale, ha usi molteplici e muta nello spazio e nel tempo.
Historical Archaeology: in America Latina e Stati uniti, si riferisce al periodo post-preistorico. Si lega ad
antropologia e storia.
Non si riferisce alla nostra archeologia storica.
2.4, Archeologia moderna e contemporanea:
Archeologia industriale: delle società che si sono trasformate in seguito alla rivoluzione industriale, sia per
quanto riguarda il settore produttivo che le merci.
Archeologia moderna e contemporanea: legata a quella medievale e alla nuova archeologia urbana, tratta
dello studio dei comportamenti delle società moderne.
Fonte archeologica: ciò che può essere recuperato tramite una tecnica archeologica (scavo) e ciò che può
essere studiato con metodo archeologico (in una stratificazione, paesaggio, opera d’arte…).
Le fonti scritte e materiali non comunicano con lo stesso linguaggio, quindi hanno bisogno di essere
incrociate ed integrate tra loro per rendere più informazioni.
2.5, Materialità-testualità-oralità:
Esistono diversi tipi di fonti: materiali, scritte, orali. È importante anche quello che le fonti non dicono.
La storia contemporanea utilizza molto anche le fonti orali.
Le fonti materiali ed orali dicono cose diverse, che colpiscono gradi differenti della nostra immaginazione.
2.6, I metodi-minimo comun denominatore:
Indagine sui resti materiali: prevede tappe di individuazione, raccolta, descrizione, organizzazione dei dati e
raggiungimento di un’interpretazione valida.
Esistono molti metodi con differenti procedure:
1. Metodo della ricognizione topografica: insieme di procedure/tecniche che registrano quantità/qualità
delle tracce visibili in superficie e nel sottosuolo, ordinandole nel tempo.
2. Metodo della stratigrafia: tecnica di scavo che studia la stratificazione del terreno a seguito di agenti
umani e naturali.
3. Metodo della crono-tipologia: analizza manufatti in base alle loro caratteristiche.
4. Metodo dell’iconografia: studia le immagini (eikones) interpretandole in base alle loro caratteristiche.
5. Metodo stilistico: analizza il modo tecnico ed estetico con cui son state realizzate le forme.
6. Metodi delle scienze naturali: elaborano classificazioni botaniche, zoologiche, antropologiche,
analizzano le componenti geologiche di manufatti e paesaggi.
7. Metodi archeometrici: indagini fisiche e chimiche della materia nel suo interno.
Ogni volta che parte un’indagine è probabile che nel suo corso si debba cambiare più volte metodo in base
alle domande che ci si pone. Ogni volta che una domanda ha un esito negativo, si restringe il campo.
Archeografia: momento dell’osservazione, fase descrittiva.
Archeometria: si basa su dati quantitativi, misurabili.
Archeologia: raggiunge un obiettivo con la loro interpretazione.
Tutti i metodi operano in ogni contesto storico e culturale, sono quindi il minimo comune denominatore.
I metodi son di tutti e le tipologie comuni, non c’è progresso storico se non c’è continua riflessione
metodologica.
2.7, Archeologia e antiquaria-alla ricerca della totalità:
L’archeologia classica non nasce dalla storia ma dall’antiquaria e dalla storia dell’arte.
Tucidide: analizzando le tombe di Delo con criteri comparativi ricostruiva la storia più antica.
Platone: incontriamo per la prima volta la parola “archaiologia” in un suo dialogo per indicare le genealogie
degli eroi e la loro discendenza umana, con le relative storie di fondazioni delle città e racconti antichi.
Strabone: nella sua Geografia descrive le coste adriatiche dell’Illiria Teopompo, affermando che ci sia un
passaggio che collega sottoterra l’Adriatico e l’Egeo, provandolo attraverso il rinvenimento del fiume Naro
attraverso la ceramica egea.
L’antiquaria con il tempo prende maggiore coscienza dell’approccio con materiali antichi.
Antonio Agostino: XVI secolo, dichiara di avere più fiducia nelle fonti materiali che in qualsiasi fonte scritta.
Con lui si pongono le premesse per migliorare i metodi d’indagine e gli aspetti della ricerca.
Jaques Spon: antiquario di religione protestante, costretto all’esilio dal Re Sole. Introduce il termine
archeologia, che doveva andare a cercare i testi diversi da quelli tramandati dai codici, per leggerli e
tradurli.
Carandini: afferma che l’antiquario vede l’intreccio tra arte e vita, ama l’antichità ed è intuitivo. Studia
attraverso rilievi e descrizioni, valuta le condizioni. Si serve anche di topografia, storia dell’arte ed epigrafia.
2.8, Archeologia e diplomatica:
Luigi Schiaparelli nel 1909 dedica un discorso al rapporto tra Diplomatica e storia.
Spiega anche che ogni documento è un prodotto proprio di un’epoca e di un territorio, sia nel contenuto
che nella struttura, e sono quindi in relazione con le condizioni giuridico-storiche di quel momento.
Luigi Savignoni, Università di Messina 1901, spiega che in archeologia tutto è argomento di studio, dalle
cose artistiche a quelle umili.
2.9, Originale-falso-copia:
Falso: ha origine dolosa, può avere le caratteristiche di una copia, ma può fare a meno dell’originale.
Copia: prodotto di lavorazione in serie.
Sono entrambi trattati dall’archeologo come documenti, con gli stessi metodi interpretativi usati per
oggetti e contesti autentici.
Es: statua Marco Aurelio al Campidoglio; restauro della vela di San Matteo dipinta da Cimabue ad Assisi.
Quando l’approccio morboso con l’originale si riversa sulla copia potrebbe capitare come nel caso della
Crypta Balbi a Roma, in cui delle copie colorate di rosso per uso didattico furono criticate.
Theme parks: inventati per rendere visibile la storia dove non ha lasciato tracce (es: ricostruzione del
Pilgrim Village in Massachusetts).
Museo dei Cloisters, New York, un enorme falso allestito con un patchwork di originali.
2.10, Un triangolo virtuoso: tipologia-tecnologia-stratigrafia:
La nascita dell’archeologia moderna è stata influenzata dal paesaggio storico del Settecento/Ottocento.
Il triangolo di analisi tipologica, tecnologica e stratigrafica nacque allora, e tuttora sostiene l’archeologia
supportando e guidando l’interpretazione di oggetti/contesti, in base alle condizioni del loro seppellimento
e recupero attraverso lo scavo (pilastro della costruzione della fonte archeologica).
Conte Caylus, XVIII: sviluppa un metodo di classificazione dei materiali antichi, con la pratica del confronto.
Restaurazione: prima cattedra di archeologia classica/preistorica in Olanda (1818), prima cattedra di
archeologia classica a Berlino (1823).
Il mondo scandinavo risulta capace di instaurare confronti validi con la classificazione della collezione di
antichità danesi del Museo di Copenhagen a opera di C.J. Thomsen.
Nel 1819 nasce la successione delle culture come la conosciamo noi oggi.
Ordine tipologico e tecnologico assegnato da Thomsen ai manufatti, non descriveva singoli oggetti ma
complessi unitari.
Secondo Boucher de Perthes, uno dei padri della paletnologia, forma e materia servono a dire quanto è
antico un oggetto, ma sono molto importanti anche il luogo di ritrovamento e la distanza dalla superficie.
Capitolo 3: Arte, Storia, Archeologia
3.1, Storia dell’arte e cultura materiale:
Winckelmann: identifica l’archeologia classica con la storia dell’arte antica.
La nuova archeologia dell’arte aveva due basi fragili:
-La speculazione critica si basava su opere che erano solo copie
-Le concezioni estetiche per quel ragionamento erano estranee alla cultura che le aveva prodotte
Nelle società antiche l’arte non era una sfera autonoma, come lo era la religione.
Ranuccio Bianchi Bandinelli: l’archeologia prende una piega più storica a metà Novecento, sul versante
della storia dell’arte grazie all’opera di Ranuccio Bianchi Bandinelli, cercando di ridefinire il ruolo artistico
nell’archeologia inserendolo nella società che aveva prodotto le opere.
Si recupera la ricostruzione storica utilizzando le fonti scritte, se presenti, e i dati materiali prodotti e
accumulati dalla civiltà. Così Bandinelli apre la disciplina a una visione più moderna.
Storia sociale dell’arte: più attenta alle condizioni in cui viene prodotta l’opera, alla vita dell’artista nella
comunità, agli aspetti pubblici/privati della committenza, alle motivazioni che producono l’opera.
Acropoli di Atene: in un incendio persiano (480 a.C.) vengono seppellite con i resti anche delle statue del
santuario creando una cronologia importante per l’interpretazione stilistica delle stesse.
C’è un approccio stratigrafico anche per il manufatto artistico, che riconosce la sequenza delle giornate di
stesura di un affresco, o i ripensamenti dell’artista in un’opera.
L’archeologia