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Il Rinascimento a Roma

MICHELANGELO
GIULIO III DEL MONTE (1550-1555)
MICHELANGELO
MARCELLO II
PAOLO IV CARAFA
PIO IV MEDICI
PIRRO LIGORIO
PIO V GHISLIERI
JACOPO BAROZZI DA VIGNOLA
GIACOMO DELLA PORTA
SISTO V PERETTI
GIACOMO DELLA PORTA
DOMENICO FONTANA

Basilica Costantiniana 319-322

Il 15° e 16° secolo a Roma è caratterizzato dal ritorno dei papi subito dopo la fine della cattività Avignonese. Ritornati a Roma, i papi si trovano a dover fare i conti con una città ormai in degrado che non rifletteva affatto la magnificenza del passato.

Ecco che i papi si fanno carico del compito di rinnovare Roma e riportarla agli antichi splendori.

• che con l’aiuto di

Per primo fu Niccolò V Alberti avvia un programma di regolazione viaria ed un programma edilizio su tre punti:

  1. Potenziare le difese e rinnovare quaranta chiese;
  2. Ristrutturare la zona dei Borghi, palazzo Vaticano e San Pietro;
  3. Articolare una rete viaria che dal Vaticano portasse a e da qui a Castel Sant’Angelo.

Tridente di strade portasse al centro città.• Successivamente altri papi rinnoveranno la rete viaria, come Sisto IV che fece tracciare la via Alessandrina e costruire il ponte Sisto.• Fino ad arrivare poi a Giulio II che fece tracciare la via Giulia ma soprattutto fece avviare i lavori della basilica di San Pietro. Ci lavoreranno, fino a completa costruzione, 5 generazioni di architetti e 26 papi.

RICOSTRUZIONE

Li dove oggi vi è la basilica di San Pietro in età romana vi era la villa di Agrippina nel quale Caligola fece costruire un circo di Nerone con al centro un obelisco che è quello che tutt’oggi si trova al centro della piazza del Bernini. Qui avvenne il martirio di Pietro, il cui corpo reclamato dai fedeli fu sepolto nella necropoli del circo. Qui si decise di costruire un piccolo mausoleo del Santo e sotto Costantino si decise di costruire una basilica il cui centro principale (altare) era in asse con la

Sepoltura di Pietro

Furono costruiti i due martiri circolari di San Petronilla e Sant'Andrea. Successivamente nel medioevo, ma nel 15° secolo si sentiva la necessità di rinnovare questa basilica per creare un edificio monumentale che l'importanza della sede di Roma rappresentasse sia dal punto di vista spirituale che temporale.

Linee generali del programma hanno importanza decisiva: fissano linee della politica papale e un nuovo atteggiamento culturale ispirato alla Roma imperiale e costantiniana.

  1. BERNARDO ROSSELLINO

Così Niccolò V affidò nel 1452 il primo progetto a Bernardo Rossellino (decide di concentrarsi nella zona absidale (coro-presbiterio).

  • Il nuovo S. Pietro deve:
  • Distinguersi dalle altre chiese;
  • Manifestare il primato del pontefice anche in campo temporale;
  • Garantire lo svolgimento del nuovo cerimoniale liturgico (infatti era stato modificato e non era il solo pontefice a cerimoniare ma una serie di personalità che
dovevano trovare spazio nel coro. Spazio che l'abside di Costantino non permetteva) AUTORITÀ - FUNZIONALITÀ - SOLIDITÀ Creazione di una cittadella sul Vaticano (uffici, teatro, atrio, sale per riunioni e conclavi, sala per le benedizioni, biblioteca e abitazioni), una sorta di città santa collegata a Roma dall'unica cerniera di Castel Sant'Angelo. • Motivi che spingono Niccolò V al restauro di S. Pietro: L'antica basilica era fatiscente Mancava uno spazio adeguato al nuovo culto e soprattutto uno spazio per il coro Era ingombra di altare, tombe e monumenti votivi ROSSELLINO voleva: 1) allargare il transetto 2) prolungare il coro 3) erigere la cupola 4) consolidare le antiche navate Così il progetto di Rossellino (forse allievo di Alberti) prevedeva un rifacimento solo della zona del transetto e del coro + presbiterio conservando invece quelle che erano le navate costantiniane. Il transetto doveva essere allargato cosìcome il coro doveva essere più profondo. Il nuovo coro, spazioso, vasto e luminoso, doveva contrapporsi alla fragile navata e impressionare i fedeli con la monumentalità dei muri, delle volte e della cupola. Inoltre, al centro del transetto si veniva a creare un corpo centrico coperto a cupola. Tuttavia, questo era un progetto molto utopico per le dimensioni delle nuove murature, tanto è che nel 1455 (tre anni dopo l'inizio dei lavori, alla morte di Niccolò V) il nuovo coro presentava un muro alto 7,5 metri. 5) BRAMANTE La svolta si ebbe con l'elezione nel 1503 di Giulio II che, per finanziare i lavori della fabbrica di San Pietro, favoriva la vendita delle indulgenze. L'incarico di elaborare un progetto fu affidato a Bramante. Giulio II voleva demolire la basilica ma tenere il coro di Rossellino e la pianta longitudinale. Come ben sappiamo, Bramante era un forte stimatore della pianta centrica, tanto che sembra che nelle sue idee vi fosse sicuramente quella di.

Trasformare l'impianto basilicale in impianto centrico contro il volere del papa. I progetti che si distinguono sono:

  1. Pianta centrale (U1A)
  2. Pianta centrale con aggiunta di una navata longitudinale (U20Ar)

Anche pianta basilicale (perfezionato da Raffaello), destinato all'esecuzione:

  1. Ci rimane un suo progetto (piano di pergamena U1A) il quale evidenzia una possibile soluzione centrica sebbene questo progetto non completa l'intera pianta.

PIANO DI PERGAMENA: pianta centrale, 4 braccia di croce e 5 cupole (Quincunx). Facendo coincidere l'abside con quella di Nicolò V, tomba di Pietro e altare maggiore rimangono nella stessa posizione, che qui corrisponde all'ingresso del coro. "piantati" attorno alla tomba di Pietro, dentro i quali vi erano delle scale per accedere ai vari piani. U1A è concepito come una struttura portante integrale da.

erigere simultaneamente in tutte le sue parti. Questo progetto è accreditato ulteriormente dalla medaglia della cerimonia di posa della prima pietra che nota un presunto impianto centrico coperto a quincux con quattro torri ed una piccola cupola in entrata. L'esterno è raffigurato dalla medaglia del Caradosso nel 1506 (inizio lavori). Inoltre ci doveva essere un ulteriore ampliamento del coro poiché Giulio II voleva inserirvi la sua monumentale tomba (fatta da Michelangelo). Tuttavia questo progetto non ebbe buoni esiti:

  • perché richiedeva la demolizione di gran parte della basilica costantiniana,
  • secondo l'assenza di navate laterali non permetteva sepolture ed altarini,
  • ma soprattutto perché il papa non accettava l'impianto centrico.

Poiché il progetto non era quello di un edificio di piccole dimensioni, il metodo di amministrazione della costruzione non poteva essere quello secondo cui si calcolavano

dall'inizio le spese e i tempi, ma bisognava necessariamente progredire per fasi. Ciò influì sulla costruzione stessa e per questo si procedette a sezioni verticali finanziate via via. La pianta a croce greca con 4 cappelle ad angolo fu ulteriormente complicata con la trasformazione di queste ultime in ulteriori croci greche, che venivano così a configurare un deambulatorio quadrato intorno allo spazio della cupola centrale. Confronto tra Rossellino e Bramante Quest'impossibilità porta Bramante a creare un altro progetto nel quale si accenna alla presenza di navate. In questo progetto egli amplia la luce della cupola a 43 m (pantheon), crea un'imposta della cupola deambulatorio nel coro, dilata i piloni a libro accennando a un proseguimento di navate. Tuttavia il fatto che le navate sono accennate non ci dà la sicurezza della volontà di Bramante di creare un impianto longitudinale. Nel 1514 Bramante muore e ciò che egli

costruì dal 1506 al 1513 è riportato nel CODICE CONER (rilievo) per cui: il coro è creato, i quattro piloni a libro e i relativi archi sono costruiti, il transetto è costruito. Il tutto però lo costruì abbandonando l’idea del quincux ed anche il coro non dovette essere ampliato ulteriormente poiché Giulio II era morto (1513).

Curioso è l’edifico costruito all’interno della basilica. Questo era un tempietto che aveva la funzione di proteggere la sepoltura del Santo.

Inoltre Bramante e Raffaello creano un altro progetto a pianta longitudinale secondo cui il disegno dei piloni poteva essere replicato da altri pilastri lungo la navata centrale, disposti secondo il motivo della travata ritmica, con la posizione binata delle paraste alternata a nicchie con archi.

Le superfici dei pilastri presentavano delle nicchie e tra un pilastro e l’altro vi erano degli archi che introducevano alla navata. I pilastri sono di ordine

gigante. L'insieme cupola (di diametro ridotto) e travata ritmica forma il sistema basilare del 3° progetto. Serlio scrisse che alla morte di Bramante nel 1514 erano stati costruiti il coro, i piloni e gli archi di collegamento. AA 18 APRILE 1506 posa della prima pietra di fondazione del nuovo S.Pietro secondo il progetto di Bramante. L'opera alla morte di Bramante aveva 1514:

  • Il coro, fortemente voluto da Giulio II, è costruito, ma ha compromesso lo sviluppo successivo del progetto bramantesco.
  • Bramante riesce a portare a compimento la costruzione dei piloni di sostegno alla cupola, elementi determinanti del suo programma.

Da qui la confusione negli storici del CODICE CORNER, non rappresentazione di un ulteriore soluzione progettuale, ma il RILIEVO delle porzioni murarie.

STATO DEI LAVORI AL 1514 (morte Bramante):

  • Bramante determina il passaggio dalla pianta centrale a quella longitudinale e alla costruzione a tappe
  • Realizza lo scheletro portante
  • (piloni cupola e piloni navata) - Inversione delle priorità economiche dell’impresa: la zona centrale del capocroce e del vano dellacupola assorbono d’ora il poi tutte le energie dei costruttori
  • Ritorno del principio della simmetria centrale (sostenuto da Peruzzi) futura crescita dell’impresa. Saranno i piloni, e non il coro, a determinare la
  • A un solo anno dalla morte di Giulio II la sopravvivenza del coro è già messa in discussione (1514).
  • RAFFAELLO a SAN PIETRO (1514-1520) A Bramante seguì Raffaello il quale riprendendo il modello del progetto U20Ar decise di porre le basi anche per unosviluppo longitudinale.
  • Il suo progetto prevedeva una sequenza di piloni lavorati a travata ritmica come quelli a libro del della cupola. In questo modo si nota come si venga a convogliare l’impianto centrale con l’impianto basilicale.
Dettagli
A.A. 2019-2020
164 pagine
3 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francycap19981998 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Marconi Nicoletta.